Sacco, assessore al Turismo |
In negativo da sei mesi filati
Comoletti ha voluto dire la sua dopo avere ascoltato i dati del report che, in sostanza, dimostrano che l'anno scorso in Piemonte il turismo è cresciuto bene; ma a Torino si è bloccato. E, ha detto Comoletti rivelando ai mastini dell'informazione i dati degli ultimi tre mesi, dopo essersi fermato ha innestato la retromarcia.A marzo, assicura Comoletti, la percentuale delle camere occupate in città è scesa del 6/7 per cento rispetto a dodici mesi fa. Sono stati in rosso anche febbraio e gennaio (e ci credo, con quel bel Capodanno che abbiamo offerto agli aspiranti visitatori...). Poiché questo bel trend dura fin da ottobre, sono sei mesi filati che il turismo a Torino è in netto e costante calo rispetto all'anno precedente.
Davvero una buona performance, non c'è che dire.
C'è una cappellata di dati negativi: tu fai finta di niente e sorridi
L'aspetto più stravagante di questa incresciosa situazione è l'atteggiamento negazionista dell'assessorato comunale al Turismo.Prima il povero assessore triste Alberto Sacco tenta di rifilarci la penosa favoletta di una "crescita" dell'occupazione delle camere d'albergo in città nel 2017, aggrappandosi a uno striminzito +1,1% sul 2016, manco fossimo usciti ieri dall'asilo e non capissimo che, se il tasso d'incremento nazionale è attorno al 6%, quell'1,1 significa al minimo stagnazione; e sorvola per sovrammercato sul dato inquietante di un segno negativo costante negli ultimi tre mesi dell'anno, da ottobre a dicembre, a coronamento di un'annata che nei nove mesi precedenti ne aveva racimolati appena cinque in positivo. Non bastasse, quel +1,1 per cento manco esiste: da calcoli più approfonditi risulta infatti che la crescita annua è stata appena dello 0,7 per cento, non dell'1,1 come continuano pervicacemente a ripetere lorsignori, manco fosse quel gran risultato.
Poi lorsignori, i so-tutto-io del turismo torinese, s'incazzano come iene quando scodello sul Corriere i dati, vieppiù disastrosi, del periodo 11 febbraio-10 marzo: in quei 28 giorni, secondo l'Osservatorio Alberghiero della Camera di Commercio di Torino, la percentuale d'occupazione negli hotel, rispetto allo stesso periodo del 2016, crolla a -8%.
Non paghi, adesso lorsignori sperano che qualche credulone si lasci intortare dal comunicato della Camera di Commercio - casualmente diffuso proprio stamattina - che parla di "buona performance " del settore alberghiero nel weekend di Pasqua. Tanto ottimismo dipende dal fatto che l'Osservatorio Alberghiero ha registrato - testuale - "tra venerdì 30 marzo a domenica 1° aprile... un’occupazione media dell’81% delle 3.702 camere, l’1,1% in più rispetto alla Pasqua 2017 e con un +19,4% rispetto al 2013". E Chissenefrega del 2013, vien da dire. Di fatto non ci schiodiamo dalla percentuale da area depressa dell'1,1. Tenete conto che era Pasqua, il sabato c'era Juve-Milan, si era alla vigilia del match di Champions. E sul calcio non ci farei troppo conto per l'anno prossimo: da come girano le cose alla Juve, temo che in questo periodo, nel 2019, i piccoli fans non avranno più tante occasioni di collezionare autografi dei fuoriclasse avversari, quelli che poi ti rifilano due pappine due.
La dichiarazione dell'assessore triste
Stamattina Sacco non c'era. Però ci ha beneficiati dell'alata dichiarazione scritta che si riproduco con viva e vibrante soddisfazione: “L’appeal turistico di Torino e della sua area metropolitana continua a crescere. Un segnale che anche le politiche in materia di turismo e il lavoro svolto in collaborazione con le altre istituzioni, prime tra tutte la Regione Piemonte, la Città metropolitana e le diverse Atl, funzionano bene e producono al tempo stesso risultati molto positivi (e come no! Positivissimi. E aggiungo io che uno zero a tre in casa è un trionfo. Così siamo tutti sereni e soddisfatti. NdG). Un proficuo lavoro di squadra che permette di mettere nel piatto (ecco che arriva l'impiattamento: sembra di stare a Masterchef. NdG) dell’offerta turistica - accanto al ricco patrimonio storico, architettonico e museale – numerose iniziative culturali, sportive, di spettacolo, oppure ancora enogastronomiche, come il Bocuse d’Or in calendario a breve (ta-dan! Ci siamo, tutti a tavola che ci passa la tristezza. NdG). Tanti eventi che accrescono la già alta qualità delle proposte e, ogni anno, spingono ancora più persone a scegliere, tra i centri d’arte italiani, proprio la città della Mole come luogo da visitare (direi che negli ultimi sei mesi non si sono sentiti particolarmente spinti... NdG) e dove trascorre almeno qualche giorno per scoprire le tante piacevoli sorprese che può riservare”.Tralascio la facile ironia sulle "piacevoli sorprese" che può riservare Torino a chi viene a visitare la città d'arte e la trova invasa dalle baracchette dei cioccolatai. Piuttosto, le parole in libertà del Sacco triste mi inducono a riflettere sulla mesta parabola di una città che un tempo ormai lontano tentò di farsi capitale della cultura, e oggi s'accontenterebbe del titolo di capitale dell'agnolotto del plin. Un'ambizione minimale condivisa peraltro dalla collega regionale di Sacco, Antonella Parigi, che oggi sottolineava con orgoglio che il Piemonte è stato indicato dal MiBACT come "regione capofila" per l'Anno del Cibo. I ragazzi di Torino sognavano di crescere in una novella Atene di Pericle, e si ritrovano cittadini di Colesterololand.
Ma per fortuna Torino non è il Piemonte
E veniamo alle buone notizie: Torino piange, ma il resto del Piemonte sta molto meglio. I dati raccolti dall'Osservatorio Turistico della Regione e presentati stamattina da una soddisfatta Antonella Parigi mostrano buoni risultati a livello regionale, con un +7,4% di arrivi rispetto al 2016 e un +6,3% di presenze (pernottamenti).I casi sono due: o la Spectre del turismo ha ordito un sinistro complotto contro la nostra città; oppure il turismo tira là dove si lavora davvero bene. I dati scorporati di Torino confermano infatti quanto già si sapeva: le presenze crescono soltanto dell'1,5%, in linea con il dato dell'occupazione delle camere dichiarato dall'Osservatorio Alberghiero. Nel complesso la provincia (o Città metropolitana, come si dice oggi) di Torino raggiunge un +3,4% nelle presenze/pernottamenti, decisamente migliore rispetto al capoluogo seppur non esaltante se confrontato alle performance delle altre zone: dal +12,4% del Lago Maggiore e dintorni al +5,6% del Cuneese. Peggio di Torino e provincia fanno soltanto Vercelli e la Valsesia con un modestissimo +1,2%. Insomma, è proprio Torino città che non tira.
Nel report viene anche sottolineata, per addolcire la pillola, l'aumento degli arrivi a Torino (+8,4%, indice che rapportato alla modestia delle presenze/pernottamenti fa pensare a un turismo mordi-e-fuggi) e soprattutto l'eccezionale crescita in città degli Airbnb (+31% di arrivi). Però in cifre assolute l'Airbnb vale appena 144 mila arrivi, poco più del 10% su un totale di un milione e 200 mila arrivi in città nell'arco del 2017. Il termini di presenze/pernottamenti, invece, il settore extra alberghiero nel 2017 vale circa 1,4 milioni (+5,33% rispetto al 2016) su un totale di 3,7 milioni. Temo tuttavia che non sia ancora giunto il momento in cui il settore dalla cosiddetta "ospitalità extra alberghiera" genererà redditi e occupazione determinanti per l'economia piemontese. Ad ogni modo il fenomeno esiste e va rimarcato con speranzosa soddisfazione.
Per vostra informazione vi riporto una parte del comunicato diffuso dalla Regione al termine della conferenza stampa. Tutti i dati, confronti, tabelle e diagrammi li trovate sul sito www.piemonte-turismo.it
Nel 2017 il turismo in Piemonte ha superato i 5 milioni di arrivi e la soglia dei 14 milioni e 900 mila pernottamenti, grazie a una buona crescita tanto del turismo italiano (+6,6% di arrivi e +5% di presenze) quanto di quello estero (+8,8% di arrivi e +8,3% di presenze): è quanto emerge dai dati relativi allo scorso anno elaborati dall’Osservatorio turistico regionale, presentati oggi dall’assessore regionale alla Cultura e al Turismo, Antonella Parigi.
Secondo le statistiche dell’Osservatorio, infatti, il 2017 conferma la crescita, ormai decennale, del settore in Piemonte, con un aumento significativo anche rispetto al 2016: positivi sia gli arrivi, che si avvicinano alla soglia di 5 milioni e 200mila, sia le presenze, complessivamente oltre quota 14 milioni e 900mila.
I mesi estivi si confermano i più importanti per il turismo regionale, attraendo oltre il 60% dei flussi. Anche la crescita si concentra nei mesi estivi di giugno e luglio: rispettivamente, +22% di arrivi e +24% di presenze e oltre +9% di arrivi e +13% di presenze. A livello complessivo, gli arrivi crescono similmente nei due semestri, mentre i pernottamenti crescono di più nella seconda metà dell’anno.
Particolarmente significativa, inoltre, è l’incremento dei mercati esteri, che nella nostra regione crescono oltre la media nazionale, che si attesta al 5,9% (fonte:Istat). Nello specifico, nel 2017 si sono registrati quasi 2milioni di arrivi e oltre 6milioni di pernottamenti: l’aumento riguarda maggiormente i flussi da Germania e Francia e dai Paesi del Nord Europa. I flussi turistici tedeschi superano infatti i 380mila arrivi e la soglia di 1milione e 500mila presenze (+10,8% e +13,7%); i francesi registrano quasi 340mila arrivi e oltre 755mila pernottamenti (+13,6% e +13,2%), mentre gli arrivi scandinavi risultano oltre 80mila e le presenze quasi 260mila (+11,1% e +10,2%). Molto positivo anche il bilancio dei flussi da Svizzera (+9,9% di arrivi e +9,4% di presenze), Regno Unito (+6,4% di arrivi e +9,8% di presenze) e BeNeLux (+2,7% di arrivi e +6,6% di presenze).
Confermo. Il turismo a Torino va a rotoli, dobbiamo cercare di frenare questa caduta, prima che Torino perda del tutto la sua capacità attrattiva...
RispondiEliminaGabo, chiunque frequenti le montagne sa anche che gran parte del turismo che affolla le località appena oltre frontiera, Montgenevre, Briançon, Serre Chevalier per citare le più vicine, passa per la stazione di Oulx dove fermano il TGV da Parigi ed altri treni con servizio autobus e taxi immediato verso la Francia, e dall'aeroporto di Caselle. Per cui gli arrivi registrati vanno scremati della fetta che espatria immediatamente.
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