Qui sopra la tabella dell'occupazione delle camere a Torino nel periodo dal 2 settembre al 29 settembre. Poiché i caratteri sono piccolissimi e la tabella risulta quasi illeggibile, qui di fianco vi ho messo il particolare dello specchietto riassuntivo: ogni colonnina, dall'alto in basso, riporta la percentuale di occupazione delle camere nel 2018, la percentuale negli stessi giorni del 2017, la differenza matematica e la variazione percentuale. L'andamento di settembre è negativo sia nei 28 giorni del periodo considerato (2-29 settembre) sia dall'inizio del mese. Diventa positivo nell'ultima settimana (23-29 settembre) grazie al +26,1% messo a segno sabato 29 settembre per la concomitanza con gli eventi ricordati nell'articolo che adesso andrete a leggere, se volete. Più sotto infine trovate la tabella dell'andamento alberghiero a Torino nella settimana dal 26 settembre al 2 ottobre.
Poi dice che uno è sospettoso. Ma no, non è questione di essere sospettosi. Solo che le notizie vanno capite. Devi guardarci dentro. Altrimenti qualcuno potrebbe intortarti.
Ad ogni modo. Non è che io mi sveglio la mattina con l'ossessione del turismo a Torino e chiamo la Camera di Commercio e gli chiedo di mandarmi i dati. La curiosità me l'hanno fatta venire loro, perché una decina di giorni fa mandano un comunicato stampa tutto trullero e giubilante, che si apre con la tabella che vedete qui accanto e questo incipit trionfale: "Tra fine settembre e primi di ottobre, sport e congressi vivacizzano la città con turisti anche internazionali. Risultati molto positivi per gli alberghi torinesi: occupazione media delle camere a +7,8% e ricavi medi per camera +18%, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso". Oh basta là, penso io. Chissà come sarà contenta Chiarabella. Ricordo ancora i giramenti di palle suoi e dei suoi cari quand'erano venuti fuori i brutti dati sul turismo d'inverno e primavera. E a inizio settembre invece giubilava (e un po' si bullava, dai...) per il buon andamento dell'estate.
Nella mia purtroppo lunga vita professionale, ad esempio, ho imparato che in genere ti danno volentieri soltanto le notizie buone; e te le danno con giubilo, trilli di gioia e squilli di trombetta. Su quelle meno buone tendono a glissare, finché possono. Non ci vedo nulla di male, beninteso: è un atteggiamento umanissimo. Sei tu che devi svegliarti e chiedergliele, le notizie meno buone. Se sono onesti te le daranno. Magari non saranno felici di dartele: ma le tireranno fuori senza troppe storie, a meno che siano dei cialtroni. Quindi voglio sinceramente rendere merito alla Camera di Commercio di Torino che, dietro mia semplice richiesta, mi ha fornito con solerzia i dati completi dell'Osservatorio Alberghiero sull'andamento turistico nel mese di settembre. Dati che, lo dico subito, non sono terribili ma neppure esaltanti: la percentuale di occupazione delle camere negli hotel è in lieve calo rispetto allo stesso periodo del 2017: -1,1% nei 28 giorni dal 2 al 29 settembre, -0,5% calcolando anche il 1° settembre, un sabato. Una flessione che senz'altro va attribuita almeno in parte all'incidenza crescente della "ospitalità alternativa", airbnb et similia. Anche se mi pare assodato che il turismo torinese non vive giorni di gloria.
La tabella della settimana dal 26 settembre al 2 ottobre |
Felice della felicità del mio sindaco preferito, continuo a leggere il comunicato, che così prosegue: "Ancora una volta gli eventi sportivi di calcio e volley, anche grazie a due congressi internazionali, permettono di raggiungere ottimi risultati per la fine di settembre e i primi di ottobre, rispetto allo scorso anno. Lo confermano i dati ufficiali dell’Osservatorio alberghiero, strumento di analisi del settore, proposto dalla Camera di commercio di Torino e da Turismo Torino e Provincia, in collaborazione con le associazioni di categoria". E lì mi scatta il tarlo: "Per la fine di settembre e i primi di ottobre"? Ma prima come andava? No, perché messa così suona un po' come quando esci dall'ospedale e dici "eh, adesso sto un po' meglio...". Proseguo la lettura, lievemente insospettito: "Si è deciso di guardare alla settimana che va da mercoledì 26 settembre al 2 di ottobre, rapportato agli stessi giorni della settimana dell’anno scorso, per valutare il peso di alcuni eventi ospitati in città". "Si è deciso"? Chi ha deciso? E perché questa settimana, e non quella prima? A me risulta che l'Osservatorio Alberghiero raccoglie ed elabora i dati ogni settimana, ma non è che ogni settimana questi mi mandano un comunicato stampa. Perchè si svegliano proprio adesso? Dice che vogliono "valutare il peso degli eventi". Molto bene. La risposta arriva subito: "In questi sette giorni ci sono state ben 3 partite della Juventus all’Allianz Stadium, mentre negli stessi giorni si svolgevano le partite finali del Campionato Mondiale di Pallavolo con l’Italia in gara. Nel frattempo, si sono tenuti due congressi internazionali, che hanno portato ognuno 500 delegati internazionali: in ambito scientifico al Lingotto il Simposio Osteology Torino 2018, mentre al Centro Congressi Torino Incontra l’evento in ambito tecnologico Embedded System Week".
Ah, ecco, volevo ben dire: in quella settimana è successa la qualunque, per una ragione o per l'altra è arrivata gente a vagonate, e dunque gli alberghi erano pieni. Elementare, Watson: "Nel periodo dal 26/9 al 2/10, guardando i dati l’occupazione media delle camere è risultata pari al 88,5%, in crescita del 7,8% rispetto allo stesso periodo del 2017. Di pari livello il ricavo per camera aumentato del 18%. In particolare i risultati positivi si verificano in tutte le giornate, eccetto il 26 e il 27 settembre, date in cui nel 2017 Torino è stata interessata dall’evento internazionale del G7. Dal 29 al 30 settembre 2018 si è avuta una maggiorazione dell’occupazione delle camere del 25% e del 24%, con un ricavo del + 70% e + 49%, decisamente migliore dell’anno scorso. Si nota poi un’ottima performance per i primi due giorni di ottobre, con ricavi al di sopra del 20% in più rispetto al 2017". Eh già. Sai che scoperta. Certi picchi dipendono sempre da eventi eccezionali, che in quanto eccezionali non càpitano tutti gli anni a date fisse.
Ad ogni modo, tanto entusiasmo per una singola settimana beneficiata da tanti eventi stimola la mia curiosità. Così decido di saperne di più, do un colpo di telefono al cortesissimo settore comunicazione della Camera di Commercio e nel giro di due giorni ricevo il prospetto completo del mese di settembre. Come mi aspettavo e come vi ho anticipato, non è così esaltante. Sono andati bene il weekend del 20-23 settembre (e sfido io, c'era il Salone del Gusto...) e quello precedente del 13-16 settembre (che non ho voglia di andare a cercare quali grandi eventi ci fossero a parte una fiera di tatuatori al Palavela, ma di sicuro c'erano i funerali di Marchionne e la Juve giocava in casa...) mentre il resto del mese è tutto in rosso, in calo rispetto al settembre 2017. Niente di apocalittico, per carità: però sono pur sempre 17 giorni in negativo su 28, con perdite percentuali talora anche pesanti, fino al -25%. Non è un bel segnale. Di certo è la scontata conferma che i grandi eventi attraggono turismo, e spero che adesso l'abbiano capito anche le teste più dure. Ma preoccupa l'andamento generale, la tendenza anno su anno che si riscontra nei giorni infrasettimanali, o in genere quando mancano i fattori eccezionali: è lì che si verifica l'autentico l'appeal turistico della città in sé e per sè, la visibilità e l'attrattività delle sue "normali" risorse - musei, parchi, vita culturale, loisir, buona tavola eccetera.
Ricordo quando Maiunagioia, fresca d'assessorato, predicava la necessità di una nuova politica per il turismo culturale: "Le grandi mostre non sono il motivo per il quale un turista sceglie di venire a Torino, ma un corollario rispetto al programma di visite in città", sosteneva convinta. Direi che, a metà mandato, siamo a metà strada: eliminato il "corollario" delle grandi mostre, non ci resta che capire esattamente qual è il motivo per il quale un turista sceglie di venire a Torino anche quando non gioca la Juve. E soprattutto farlo capire al turista.
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