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DRONI DI SAN GIOVANNI: LA FELICITA' SONO 19 SPONSOR

E' felice come una fanciullina, Chiarabella mia, mentre mi mostra sul suo inseparabile smartphone la fotografia del manifesto del San Giovanni 2013, ai tempi in cui la città gemeva sotto il tallone di Filura, San Giovanni si festeggiava coi botti di San Giovanni, e l'unico sponsor della serata era l'imprescindibile Iren. Ha ragione di compiacersi. Perché è vero che pure in questo anno di grazia 2019 l'Iren è l'immancabile sponsor della serata di San Giovanni che torna nella tradizionale piazza Vittorio: però con l'Iren adesso ci sono altri 18 sponsor, ancor più dell'anno scorso, che pagano per intero il conto (senz'altro salato) dello spettacolo con i droni. Perlopiù si tratta di aziende ad alta tecnologia, sponsor tecnici - a cominciare dall'Intel, che i droni li produce - che si accollano costi per 685 mila euro; altri invece pagano in denaro sonante, per un totale di 62 mila euro. Il Comune - mi garantiscono - non spende nulla: come l'anno scorso. E questo è buono e giusto (a parte il fatto che, come ben si sa, gli sponsor Iren e Smat sono aziende partecipate del Comune, per cui gira gira alla fine Pantalone qualcosa paga).
Comunque il budget è più che raddoppiato rispetto al 2018. Ma stavolta c'è la novità delle proiezioni non più sulle facciate dei palazzi, bensì su un "muro d'acqua" (paga Smat). E ci sono ben trecento droni che, dice Chiarabella, garantiranno uno "spettacolo ancora più bello". Ne sono convinto. Nel 2018 ce n'erano duecento, e i disegnini del cielo quasi quasi sfioravano la grafica dei primissimi Space Invaders Arcade. Con cento in più, possiamo puntare ai livelli del Commodore 64. Per risultati visivi tipo quelli dei Giochi olimpici coreani, di droni ne servono tra i mille e i millecinquecento. It's a long way.

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