Passa ai contenuti principali

MUSEI REALI: PAGA SOLO LA META' DEI VISITATORI

Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali
Enrica Pagella cerca di fare buon viso a cattivo gioco. Le disposizioni ministeriali le impongono gratuità pesanti da sostenere per il bilancio dei suoi Musei Reali, e lei rilancia per trasformare la sfiga in opportunità: aggiunge altre facilitazioni, che - contrariamente a quelle dettate dal Mibac - le costano poco e potrebbero attirare nuovo pubblico. Da ieri, sino alla fine di settembre, ogni giovedì l'ingresso sarà gratuito allo scoccare delle 17. In genere a quell'ora entra pochissima gente, dato che il museo chiude alle 19; ma la gratuità potrebbe indurre un po' di torinesi a fare una capatina, magari per vedersi solo qualche sala, prima di rincasare. Si sa mai. E - per non lasciare nulla di intentato - alle 17,30 chi è entrato gratis potrà usufruire di una visita guidata all'irrisorio prezzo di 5 euro: qualche spicciolo si rastrella anche così.
Dicevo invece delle gratuità imposte dal Mibac ai musei statali, ben più onerose. Bonisoli ha in gran parte confermato la linea di Franceschini: ingresso gratis per tutti 22 giorni all'anno, tra domeniche e altre feste speciali; a ciò si è aggiunto il biglietto a 2 euro per i giovani fra 18 e 25 anni, mentre è gratis per gli under 18; prendi pure gli abbonamenti musei, che fruttano al museo il rimborso soltanto del 40 per cento del biglietto intero; e il risultato è intuibile. La direttrice Pagella ha calcolato che, dei 461 mila visitatori nel 2018, per il 25 per cento sono entrati gratis, il 25 per cento hanno reso il 40 per cento, e solo il 50 per cento ha pagato il biglietto intero. "In pratica - commenta Pagella - il biglietto intero lo pagano quasi soltanto i turisti". Fate i conti: se tutti i 461 mila ingressi del 2018 avessero fruttato i 12 euro del biglietto intero, l'incasso lordo supererebbe i 5,5 milioni di euro.
Sia chiaro: nulla da obiettare alla gratuità che favorisce l'accesso ai musei. Ma è furbesco, da parte dello Stato, far ricadere il costo della promozione sulle spalle dei musei: alle iniziative gratuite dovrebbero corrispondere adeguati finanziamenti extra che compensino a bilancio i mancati incassi. Così, invece, lo Stato fa lo splendido sulla pelle degli altri.
Si tenga presente che il bilancio dei Musei Reali è rigido, alla faccia dell'autonomia: dallo Stato arrivano 1,5 milioni per le spese di funzionamento (bollette, pulizie, manutenzioni) anche se va detto che nel conto non rientrano gli stipendi dei dipendenti, a carico diretto del ministero. Alle esigenze scientifiche e espositive soccorrono in gran parte gli incassi della biglietteria: circa un milione e novecentomila euro annui. Quindi l'obiettivo primario sarebbe incassare di più, non di meno. E in tal senso gli ingressi gratis non aiutano.
Pagella da tempo sostiene che le convenzioni con l'Abbonamento Musei - che scadono l'anno venturo - andranno riviste per garantire ai musei un maggiore rendimento. Per adesso, però, non c'è nulla da fare.
Resterebbero le sponsorizzazioni, ma anche qua la presunta "autonomia" dei direttori statali è molto relativa: per legge, gli sponsor possono intervenire soltanto con il meccanismo dell'Art Bonus, oppure tramite apposito bando pubblico. Una strada non delle più immediate.
Ogni tanto capita la botta di culo: per dire, la mostra sulla collezione Gualino, attualmente alla Sala Chiablese, è pagata con i soldi della location per le riprese del film "The Outfit"Oppure si inventano soluzioni inedite, tipo i 500 mila euro "prestati" dalla Compagnia di San Paolo che consentono di tenere aperto anche il lunedì.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la