Passa ai contenuti principali

CASTELLO DI RIVOLI: TRENT'ANNI DI SOLITUDINE E UN FUTURO INCERTO

Al Castello di Rivoli domani una giornata di festa per i trent'anni del Museo di arte contemporanea. Ma il futuro è buio
La festa di compleanno è domani, giovedì 18. E quelli del Castello di Rivoli hanno fatto del loro meglio per evitare l'effetto "funeral party", come potrete constatare leggendo qui il programma di "Sostienedemocrazia": dalle 10 del mattino - apertura con tre salve di cannone - all'1,30 di notte capita di tutto, dalle performance di danza ai deejay, dalla cena benefica di Scabin al convegno "all stars" (relatori Manuel Agnelli, Marco Aime, Tiziana Andina, Massimo Cirri, Giovanni Durbiano, Giulio Giorello, Antonio Riccardi, Valerio Magrelli, conduttori Gian Luca Favetto e Paolo Verri, e questo è il ritorno ufficiale in città dell'esule, dopo il trionfo di Matera 2019).

Superfondanzione o supercazzola?

Epperò le celebrazioni per i trent'anni del primo museo italiano di arte contemporanea restano soffuse di malinconia, se appena appena si guarda alla situazione complessiva. Sappiamo tutti quanto sia incerto l'avvenire - anche prossimo - del Castello. Il progetto della Superfondazione (l'unificazione con la Gam) procede stancamente, quasi per forza d'inerzia. Arrivati a scadenza i due direttori di Rivoli (Merz) e Gam (Eccher), la Fondazione Torino Musei ha pubblicato il bando (in inglese trattasi di "call") per trovare un direttore unico. Ma è un "call" vago, quasi non ci credessero neppure loro: non è manco specificato il compenso del "doppio direttore". La presidente di Torino Musei, Patrizia Asproni, mi dice che usa così, si sceglie il candidato e poi si tratta sullo stipendio. Però lo stesso protocollo che varava il bando era assai cauto. Ecco il testo del comunicato che ne annunciava la firma: "Pur restando inalterata la distinzione amministrativa fra i due enti culturali che mantengono una soggettività giuridica autonoma, il direttore avrà il compito di gestire con omogeneità entrambe le realtà museali, andando quindi a verificare sul campo la concreta realizzabilità di una fusione per incorporazione delle stesse nella Fondazione Torino Musei, come da progetto ipotizzato e in corso di valutazione. Se tale eventualità si dimostrasse perseguibile, il direttore unico ricoprirà il suo incarico nella nuova fondazione; diversamente, rimarrà direttore dei due enti andando a sottoscrivere due rapporti di lavoro". Come dire: o così o cosà, qualcosa (non si sa cosa) si farà.

I contratti diversi

Ma il vero problema della Superfondazione è banalmente sindacale. I dipendenti di Gam e Rivoli hanno contratti diversi: e uno è assai più vantaggioso dell'altro. Ora, sarà difficile convincere quelli con il contratot migliore a rinunciare ai diritti acquisiti; mentre estendere i vantaggi degli uni anche agli altri comporterebbe un aumento di costi tale da annullare i pur minimi risparmi (ripeto: minimi) che produrrebbe l'accorpamento. Patrizia Asproni ostenta ottimismo, è convinta che alla fine un accordo si troverà. Io ne dubito. Ma io sono sempre pessimista.

Il "modello Venaria"

Quindi il progetto della Superfondazione resta nebuloso. Molti sono gli scettici. A cominciare dal presidente della Commissione cultura Luca Cassiani, che non perde occasione per mostrarsi contrario. Però neppure la Asproni mi sembra convinta: si adegua per necessità di ruolo, ma sotto sotto ho idea che ne farebbe volentieri a meno. Anche la direttrice uscente di Rivoli, Beatrice Merz, non ha mai nascosto le sue riserve. La Merz vedrebbe meglio una seconda ipotesi che circola da tempo: legare il destino di Rivoli a quello della altre regge sabaude. E' questo il "piano B", per cui le collezioni di Rivoli verrebbero spostate in un'altra sede, a Torino: non le Ogr (opzione tecnicamente non praticabile), ma uno spazio salterebbe fuori. Mentre il Castello cambierebbe mission, diventando parte integrante del Circuito delle Regge Sabaude. Il modello è ovviamente Venaria, il massimo successo museale italiano degli ultimi anni. By the way, parlando di Venaria: a quando l'ingresso del Comune di Torino? Sembrava cosa fatta, e invece se ne sono perse le tracce. Come al solito, a Palazzo Civico si saranno accorti di non avere un soldo da portare in dote. Lo stesso spiacevole "intoppo" che farà probabilmente naufragare il tentativo di Fassino e Braccialarghe di trovarsi uno strapuntino al Circolo dei Lettori. Ma di Venaria vi parlo nel prossimo post. A suivre...

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente ...

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz...

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da ...