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REGIO GENEROSO MA SENZA PACE. E SENZA VICE-PRESIDENTE

Filippo Fonsatti: quale ruolo al Teatro Regio?
Ve l'ho detto che al Regio tira una brutta aria. Archiviato il successo della tournée americana - disturbato dalle infantili frecciatine a mezzo stampa tirate dal direttore pigliatutto Noseda al sovrintendente nell'angolo Vergnano - si torna a fare i conti con la quotidianità. Una quotidianità non tranquilla: del conflitto (neanche troppo latente) fra Noseda e Vergnano sapete tutto.

Fonsatti, addio alla vice-presidenza

Ma c'è un altro fattore di crisi, finora dimenticato: Filippo Fonsatti. Il brillante pluridirettore dello Stabile è entrato qualche mese fa nel Consiglio d'indirizzo (in pratica, il Cda) del Regio, con la prospettiva - s'era detto - di diventare in tempi brevi vice-sovrintendente: nomina che sarebbe stata una sconfitta per Vergnano, che vedrebbe radicalmente ridotto il suo potere. "Sarebbe stata", giustappunto: perché i mesi passano, e della nomina di Fonsatti non si sente più parlare. Ora, cerco di essere preciso: "vice-sovrintendente" è una banalizzazione giornalistica. Trattasi di carica inesistente. Ciò che esiste - meglio: può esistere - è la figura del vice-presidente del  Consiglio d'indirizzo, laddove, per il Regio, il presidente è Fassino. E Fassino alla fine ha deciso di non nominare il suo vice. L'ha deciso, dicono, perché in caso contrario Vergnano avrebbe dato di matto - giustamente, dal suo punto di vista. Lo scaltro Fassino ha quindi scelto di non scegliere un vice-presidente, per evitare scene madri: quando uno è candidato in pectore al Quirinale, ha preferenza di non essere coinvolto in scene madri di qualsiasi genere e tipo. Il brillante Fonsatti dà però segni d'insofferenza. Di molta insofferenza. Ma solo in privato.

Oboi in fuga

E questa è una. Poi c'è la questione dell'organico. L'orchestra del Regio sta perdendo elementi di spicco - mi dicono che se ne sono partiti verso altri lidi, ultimamente, il primo flauto e il primo oboe - senza immediato rimpiazzo. Si faranno i concorsi, certo. O anche no. Però mi domando come mai i musicisti di un'orchestra che, a leggere i giornali americani, ha il miglior direttore del mondo, decidano di andarsene. Sono sicuro che qualcuno mi illuminerà. E io, a mia volta, illuminerò i lettori di GabosuTorino.

Il grande cuore del Regio

Jader Bignamini dirigerà il concerto del 22 dicembre al Regio
Punto tre: il grande cuore del Regio. E qui lo dico senza ironia. Non sono passati due giorni da quando il vescovo Nosiglia ha chiesto ai torinesi di aprirsi ai più deboli, almeno a Natale, ed ecco che il Regio risponde. Vi trascrivo il comunicato che mi è giunto or ora:
 Lunedì 22 dicembre alle ore 20,30 il Teatro Regio aprirà le porte per un concerto straordinario al quale potranno assistere anche coloro i quali solitamente non riescono ad accedere all’offerta culturale. In Collaborazione con la Diocesi di Torino, la Caritas, il Sermig, i Padri Camilliani, l’Ufficio Pio della Compagnia di San Paolo ed altre associazioni che si occupano di persone in difficoltà, il Teatro Regio ha deciso di offrire un momento di serenità grazie alla musica. Accogliendo la proposta di monsignor Cesare Nosiglia, che alcuni giorni fa invitava per questo Natale ad accogliere persone in difficoltà alla propria tavola, abbiamo pensato di contribuire all’iniziativa aprendo la nostra casa, il Teatro Regio, per un concerto eccezionale nel quale la solidarietà diventa musica. Ci occuperemo del cibo per l’anima da condividere con chi vive in difficoltà. Come ricorda monsignor Nosiglia, Natale è fraternità e amicizia, ricordarsi in questa festa di chi ha più bisogno è un atto di generosità e al contempo è un dono che riceviamo.
Lunedì 22 dicembre inviteremo dunque 1000 cittadini appartenenti alle fasce più fragili della società, ad assistere gratuitamente al Concerto di Natale del Regio. Un appuntamento dedicato a chi ha difficoltà sentirsi accolto. Altri 500 biglietti circa saranno distribuiti, sempre gratuitamente, a tutti i torinesi. «Noi abbiamo la fortuna di lavorare in una “fabbrica dei sogni” – dice il sovrintendente Walter Vergnano – e sentiamo il preciso dovere di condividere il frutto del nostro appassionante lavoro con tutti i nostri concittadini, in particolare i meno fortunati, dando una prova concreta di solidarietà e di sostegno». Il concerto sarà nel segno di Giuseppe Verdi con una scelta di brani orchestrali e cori, tratti dalle sue opere più celebri, che metteranno in luce il percorso artistico del grande operista nonché il fine lavoro interpretativo dei complessi del Regio. L’Orchestra del Teatro sarà diretta da Jader Bignamini (non da Noseda, Ndr). I 500 biglietti, in distribuzione gratuita alla Biglietteria del Teatro Regio e fino a esaurimento dei posti disponibili, si potranno ritirare a partire da venerdì 19 dicembre (dalle ore 10,30 alle 18,30), sabato 20 dicembre (dalle ore 10,30 alle ore 16.30). La biglietteria sarà aperta straordinariamente anche lunedì 22 dicembre (a partire dalle ore 18 e fino all’inizio del Concerto alle ore 20,30). 

Ma gratis è morto

 Quindi il Regio fa quel che può. Dopodiché, mi dicono, anche il Regio - nel suo genere e toute proportion gardée -  non nuota nell'oro, e più di tanto non può dare. Il messaggio è chiaro, e penso sia preventivo. Qualche consigliere comunale starebbe infatti covando una iniziativa politica per chiedere al Regio di aumentare le recite, offrendone un numero significativo a prezzo stracciato (o addirittura gratis) a beneficio di giovani, studenti e meno abbienti. Se davvero arrivasse questa richiesta dal Comune, la risposta del Regio è già pronta: tutto si può fare, ma i costi vanno coperti, e (siete pronti per un vertiginoso calembour?) la coperta attuale non copre le generosità populiste della politica. Per cui sarebbe necessario rivedere tutti i conti.
Posso dire una cosa? Io, fossi al posto dei generosi politici, lascerei perdere. Anche perché ho l'impressione che andare al Regio non rientri tra le priorità attuali delle fasce deboli.

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