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CASTELLO DI RIVOLI: IL DIBATTITO SU FB

A margine della festa per i trent'anni del Castello di Rivoli, di cui vi ho parlato nel post "Bella festa al Castello. Ma gli invitati danno buca", trovo oggi su Fb un paio di spunti interessanti.

La polemica Verri-Vanelli

Intanto questo botta e risposta fra Paolo Verri - che ieri al Castello ha animato il dibattito sul "Contemporaneo" - e il direttore uscente della Reggia di Venaria Alberto Vanelli.
Scrive Verri sulla sua pagina Fb:

30 anni fa esatti veniva inaugurato il Castello di Rivoli, primo museo di arte contemporanea d'Italia. Una intuizione straordinaria di un grande amministratore, Giovanni Ferrero. Un grande restauro di un architetto di talento, Andrea Bruno. un luogo che ci ha insegnato il significato di "contemporaneo" vox media non sempre positiva ma nemmeno da archiviare come ultima utopia novecentesca. Grazie a Gian Luca Favetto, di contemporaneo abbiamo discusso oggi (ieri, qualche ora fa!) in una delle sale più belle del Museo, una sala che da solo alla Tate o al Moma o in qualsiasi sede a Berlino, Dubai, Singapore attirerebbe centinaia di migliaia di persone. Una sala con due Pistoletto straordinari, tra la cui la Venere degli stracci che si intravede nella foto di Andrea Guermani e un grande Gurski che ci insegna quanto Massa e potere di Elias Canetti il significato di folla indistinta. Con Giulio Giorello e Manuel Agnelli abbiamo ragionato di guerra, denaro, internet, verità, passato, futuro. Prima e dopo di noi, con Gian Luca, hanno approfondito il concetto di contemporaneo Massimo Cirri, Antonio Riccardi, Marco Aime, Giovanni Durbiano. Per me è stato un grande onore, stare per un'ora a discutere in uno spazio così unico, ed è un grande dolore, pensare ad un Museo che si dice dovrebbe essere spostato, un Castello svuotato, ridotto a spazio per "convenscion" come spesso accade alla reggia di Venaria. Non sono contrario a priori all'uso di luoghi di arte e cultura per scopi commerciali, anzi. Ma credo sarebbe un grande delitto. Basta poco, pochissimo e si può fare tornare in auge il Castello. Non serve la bacchetta magica, ma sopratutto allegria, felicità, condivisione. Sono contro all'accorpamento alle altre Residenze Sabaude. Posso sbagliarmi, sicuramente mi sbaglierò, ma sarebbe un grave errore. Auguri a questo luogo bellissimo per cui si potrebbe ancora progettare ancora un grande avvenire.
Piccato per la definizione "spazio per convenscion" applicata alla Reggia, gli risponde così Vanelli:
Caro Paolo, vorrei fare qualche precisazione.
Tra gli artefici che hanno realizzato Rivoli credo sia giusto ricordare anche l'allora Presidente della Regione Piemonte Aldo Viglione, che volle fortemente destinare all'arte contemporanea il castello, i direttori Rudy Fuchs e Ida Gianelli, che hanno diretto l'attività e curato l'allestimento, e, se me lo consenti, anche me stesso, che in una prima fase ho seguito la "regia del progetto" e sono poi stato, con Cesare Annibaldi, il "garante ideologico" dell'operazione.
Per quanto riguarda la Reggia di Venaria mi sembra inesatto definirla luogo di convention, ma come sai La Venaria Reale è un complesso monumentale di grande bellezza, con un'attività espositiva importante, visitato in questi anni da 6 milioni di persone.
Noi abbiamo definito Venaria come Reggia della contemporaneità e, non a caso, vi si incontrano opere di Greenaway, Eno, Penone, Anselmo, Todaro e altri. Per questo, un'alleanza tra Venaria e un Castello di Rivoli di nuovo allegro e vivace sarebbe meravigliosa e di grande attrattività internazionale.
Ancora complimenti per Matera.
Un caro saluto.
Alberto Vanelli

Il confronto con la Biblioteca Archimede

Parte invece proprio dal mio post Dario Netto, che sulla sua pagina Fb pubblica queste considerazioni: 
Leggendo il pezzo di Gabriele Ferraris è stato inevitabile per me fare un confronto con la Biblioteca Archimede. Siamo in ambiti culturali molto diversi, chiaro, ma il confronto con la festa per il quarto anno di Archimede, svoltasi qualche giorno fa, mi è venuto spontaneo. Abbiamo trasformato tutto il primo piano della Biblioteca per farne un "luna park" di spettacoli da strada con l'aiuto di Giostra in Giostra. Cantastorie, maghi, giocolieri, marionette, si sono alternati in spazi allestiti con scenografie ad hoc. Sono venute tantissime persone, moltissime famiglie non solo settimesi si sono messe in fila per prendere i gettoni (che erano poi dei tappi) per partecipare. Non c'era biglietto, l'ingresso era ad offerta libera e quasi tutti hanno trovato giusto dare il proprio contributo. Una grande dimostrazione di come i settimesi e in generale coloro che dentro Archimede trovano un luogo di aggregazione che va oltre la normale biblioteca, sentano come propria questa struttura. Cosa che avevamo già testato un paio di mesi fa quando dal nulla abbiamo creato il Festival dell'Innovazione, una settimana di eventi con laboratori e incontri con relatori internazionali che ha visto passare da Archimede oltre 30.000 persone. Un evento totalmente pagato con sponsor privati, aziende che hanno sostenuto con entusiasmo il progetto. L'affetto verso questo nuovo polo culturale lo stiamo testando anche in questi giorni. Abbiamo realizzato alcuni oggetti di merchandising con il logo di Archimede. Niente di particolare, tazze, borse, qualche maglietta. Eppure la gente molto più di quanto pensassimo sta comprando. Non credo perchè si tratti di oggetti dal design particolarmente innovativo ma perchè tutto sommato sa che un contributo per Archimede è un contributo per questo luogo, per i tantissimi eventi che tutto l'anno vengono realizzati qui dentro. Ebbene poi ci sono i grillini che fanno l'interpellanza perchè alla Festa di Archimede c'era troppa (sigh) gente e il pdl perchè il merchandising penalizza (sigh sigh) i commercianti. Ecco poi torno al pezzo di Gabriele su Rivoli e penso: quando succede che un luogo culturale viene "adottato" da un territorio, è vivo, sviluppa il senso della comunità, ma quanto può essere piccola la politica che gioca al ribasso?


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