Il convegno: Cirri, Favetto, Andina e pochi altri intimi |
Beh, tutto perfetto. Arrivo verso le undici e parcheggio senza problemi e sospetto in divieto: però nessuno mi multa, immagino per non rovinare la festa del Castello. Mica siamo a Venaria!
Folla: ma di scolaresche
Entro, e c'è folla. Però folla di scolaresche, maestre ansiose e ragazzini eccitati perché piovono coriandoli. Poi avvisto qualche giornalista (pochi), qualche addetto ai lavori (pochissimi), i relatori del convegno, il coro a cappella (bravissimo), il personale del museo (gentile ed efficiente). Pubblico normale - gente che è lì per libera scelta, non per obbligo scolastico o lavorativo - pochetto. Direi di aver visto - personalmente - non più di una cinquantina di visitatori adulti, tra le undici e le tre e mezza del pomeriggio, quando me ne sono andato perché dovevo procurarmi una coda di rospo per la cena di stasera.Non va meglio a Giorello, Verri e Agnelli (e Favetto, in piedi) |
Convegno all stars, pubblico non pervenuto
La situazione più spiacevole la vivo in sala Pistoletto, dove si tiene il convegno "Contemporaneo, il tempo inattuale", con ospiti davvero importanti, e interessanti. Al primo incontro, coordinato da Gian Luca Favetto, ad ascoltare il conduttore di Caterpillar Massimo Cirri e la filosofa Tiziana Andina (mica pizza e fichi) conto trenta persone: dovete però sottrarre gli otto ragazzi del coro, che dopo l'esibizione restano in sala (immagino per vincolo contrattuale); più mezza dozzina fra dipendenti del museo, fotografi e tecnici; più due relatori dell'incontro successivo. Totale del pubblico reale, secondo una stima ottimistica, quattordici. Né le cose migliorano al secondo giro, alle 15, con l'epistemologo Giulio Giorello e il noto musicista Manuel Agnelli affiancati da Paolo Verri: il pubblico effettivo - al netto di addetti ai lavori, coristi e Gabo - non arriva a venti persone. Sempre secondo una stima generosissima.Non so com'è proseguita la giornata. Spero di cuore che abbiano avuto miglior fortuna gli incontri successivi, sempre con relatori d'alto livello: prima di uscire in sala ho adocchiato già pronti e scalpitanti l'antropologo Marco Aime e lo scrittore Valerio Magrelli. Così come mi auguro che le attrazioni serali - almeno il dj set di Vaghe Stelle! - inducano un vasto pubblico a prendere d'assalto il Castello.
Ma se non gliene frega a nessuno...
I visitatori in verità ci sono: ma tutti piccini... |
E se ai rivolesi non gliene frega niente, e ai torinesi men che meno, e taccio su quelli di Giaveno, Piossasco, Almese e Villarbasse, e per di più non gliene importa un cecio neppure ai grandi collezionisti, ai grandi critici, ai grandi artisti, ai grandi e piccoli politici (tutte categorie che fino alle 15,30 di oggi non erano comparse sul mio schermo radar), me lo dite voi per chi e per cosa lo teniamo aperto, il povero Castello di Rivoli? Vabbè, sono appena le sette di sera, e la festa prosegue fino all'una e mezza. Andateci in massa, intasate le vie d'accesso (non è difficile, per poche e strette che sono...) e smentitemi. Non chiedo altro.
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