L'assessore Antonella Parigi (gli asparagi non c'entrano ma aggiungono un tocco dadaista) |
Cominciamo con il comunicato.
Il comunicato stampa
Sono trentacinque le leggi regionali che si intendono abrogare con il disegno di legge approvato questa mattina dalla Giunta regionale e che ora passerà all’esame del Consiglio regionale.Programmazione pluriennale, cultura intesa come generatrice di un significativo valore economico, ruolo della Regione: questi alcuni dei principali temi della riforma proposta.
Frutto di un intenso e articolato confronto che ha trovato la sua forma più compiuta negli Stati generali della cultura del 2016, il disegno di legge, composto da tre titoli e quarantacinque articoli: un testo che rinnova l'approccio dell'ente regionale a partire dai principi generali, che riconoscono la funzione trasversale della cultura come agente di sviluppo economico e sociale. Si ridefinisce quindi il ruolo della cultura, non solo come salvaguardia della tradizione materiale e immateriale, ma come generatrice di un valore economico. Un cambio di paradigma che si accompagna anche a nuovi strumenti di programmazione: il disegno di legge prevede infatti, come cuore della politica regionale in ambito culturale, un Programma triennale della cultura, che definisce obiettivi, priorità strategiche, linee guida di intervento, a cui si affianca la costituzione una coerente programmazione pluriennale delle risorse, all’interno del nuovo Fondo per la cultura. Strumenti, questi, essenziali per dare al comparto culturale certezza di risorse sul medio periodo, sulla base delle quali poter progettare le proprie attività.
"L’approvazione di questo disegno di legge - sostiene l’assessora Parigi - è un passaggio importantissimo, frutto di un lavoro collettivo che ha coinvolto tutti gli operatori e gli stakeholder del territorio. Un nuovo testo che mette finalmente ordine nell’impianto legislativo superando leggi frammentarie e dando una visione di cosa deve essere la cultura in Piemonte. Un approccio che capovolge le modalità applicate fino ad oggi, anche grazie all’istituzione di un Fondo per la cultura regionale con un piano di attività, non annuale ma triennale".
L’età delle norme regionali in materia di beni e attività culturali è troppo elevata. La legge regionale quadro n. 58, che costituisce ancora oggi il principale punto di riferimento per gli interventi in materia, risale al 1978. Sebbene la genericità delle indicazioni in essa contenute ha consentito in questi anni un ampio margine di manovra per le modalità di intervento, la realtà di oggi impone di aggiornare gli strumenti di attuazione delle politiche regionali alle condizioni attuali, profondamente diverse a cominciare dall’accresciuto ruolo dell’Unione Europea, ai rapporti con lo Stato, alle funzioni drasticamente ridimensionate delle Province, fino al ruolo di primo piano assunto dalle Fondazioni di origini bancaria.
Un elemento caratterizzante sarà costituito dagli strumenti di partecipazione: il testo prevede infatti la costituzione di uno o più tavoli della cultura come sede di consultazione e confronto territoriale o tematico, che avranno un ruolo essenziale di dialogo e confronto per la definizione della programmazione regionale.
Tra gli elementi di rilievo previsti nel ddlr, si segnalano inoltre:
- un’attenzione particolare allo sviluppo e alla diffusione di sistemi informativi e la condivisione e la pubblicazione di dati e documenti
- la promozione della creazione di reti e sistemi di collaborazione, a livello territoriale o di ambito
- alla luce dei cambiamenti e delle trasformazioni del tessuto urbano, è previsto un ruolo di indirizzo e di sostegno da parte della Regione per il recupero e la riconversione di spazio, edifici e locali destinati ad attività culturali
- la previsione di misure ad hoc per la mobilità degli artisti sul territorio nazionale e all'estero
Alcuni aspetti operativi, tra cui le modalità per l'accesso ai contributi, sono demandate a specifici regolamenti attuativi che dovranno essere adottati in seguito all’entrata in vigore della legge.
E adesso passiamo alla relazione che accompagna il disegno di legge regionale. Dopo un'introduzione teorica un po' blabla, trovare un'analisi dettagliata e abbastanza comprensibile della legge, articolo per articolo. Aiuta molto a capire.
La relazione
Disegno di legge regionale: "Disposizioni coordinae in materia di cultura"INTRODUZIONE
La legislazione regionale in materia di beni e attività culturali ha preso avvio nel 1978, come conseguenza diretta dell’adozione da parte dello Stato del D.P.R. 616/1977, con il quale si procedeva, fra l’altro, alla delega e al trasferimento di funzioni e competenze amministrative alle Regioni.
Il principale risultato di tale processo è stata l’emanazione della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 (Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali), che rimane ancora oggi, a quarant’anni di distanza, il principale riferimento dell’azione regionale in materia.
Già solo questa semplice constatazione fa comprendere la necessità, da lungo tempo sentita dall’Ente Regione così come dagli operatori del settore, di giungere a un intervento di riforma che dia nuove e più attuali prospettive alle politiche culturali della Regione Piemonte.
Ma se si porge attenzione all’art. 45 del disegno di legge che qui viene presentato, relativo alle abrogazioni di leggi regionali in materia di cultura, ci si rende conto altresì che a partire dal 1978 vi è stato un fiorire e un moltiplicarsi di interventi legislativi che sono andati a normare aspetti specifici, ciascuno con una propria particolarità e ragion d’essere ma che, visti nel loro insieme, a distanza di tempo, danno chiaro il senso della dispersione e della frammentarietà dell’intervento regionale in materia, che va a discapito della possibilità di costruzione di organiche ed efficaci politiche complessive e organiche.
Sono infatti ben trentacinque le leggi regionali che si intendono abrogare e portare a unità con il presente disegno di legge (comprese le numerose modifiche su di esse intervenute nel corso degli anni, sia con leggi di riforma puntuali, sia con interventi all’interno di più complessive leggi di riordino o semplificazione).
Vi sono state quindi due esigenze di fondo che hanno sotteso il lavoro di redazione del testo di legge: aggiornare l’impianto normativo per portarlo in sintonia con la società attuale e, contestualmente, dare al comparto uno strumento unico, sulla base del quale poter sviluppare le politiche regionali in materia di cultura in modo articolato ma al tempo stesso in una dimensione di unitarietà e trasversalità che ne aumentasse l’efficacia dell’azione e la sua vicinanza al sentire contemporaneo, che mal sopporta il permanere di barriere e ostacoli (ancor più nei confronti di quelli burocratici e normativi) che possano costituire impedimento allo sviluppo culturale, sociale ed economico della nostra società.
Come sopra sottolineato, “l’età media” delle norme regionali in materia di beni e attività culturali è assai elevata. La legge regionale quadro n. 58, che costituisce ancora oggi il principale punto di riferimento per gli interventi in materia, risale al 1978. Sebbene la genericità delle indicazioni e degli scopi in essa contenute ha consentito in questi anni, in sede di redazione delle linee di indirizzo, un ampio margine di manovra per l’elaborazione di strumenti e modalità di intervento, si ritiene che la realtà di oggi imponga uno sforzo per superare stratificazioni e parcellizzazioni e, soprattutto, per aggiornare gli strumenti di attuazione delle politiche regionali in materia alle condizioni attuali, profondamente diverse e che vedono una diversa articolazione degli attori istituzionali, dall’accresciuto ruolo dell’Unione Europea, ai rapporti con lo Stato, alle funzioni drasticamente ridimensionate delle Province, fino al ruolo di primo piano assunto dalle Fondazioni di origini bancaria.
Strumenti di governo, sedi di confronto interistituzionale, politiche di bilancio ragionate in una prospettiva pluriennale per consentire agli operatori di programmare adeguatamente le attività, devono costituire i capisaldi di una legge quadro che porti il Piemonte a dotarsi, ormai fra le ultime regioni nel panorama italiano, di una moderna legislazione in materia di cultura.
IL CONTESTO SOCIALE ED ECONOMICO E IL RUOLO DELLA CULTURA
A partire dal 2008 la crisi economico finanziaria che ha investito le società occidentali con risvolti e ricadute sociali spesso drammatiche ha ridisegnato il contesto socio-economico e di finanza pubblica del nostro Paese, fra i più colpiti dalla crisi per il sommarsi dei problemi complessivi a una situazione di indebitamento strutturale specifica dell’Italia.
A ciò si aggiunga, quale ulteriore elemento di forte criticità, per quanto riguarda il nostro territorio, l’indebitamento della Regione Piemonte.
La congiuntura complessiva, brevemente tratteggiata e peraltro nota, ha dato avvio a manovre di bilancio che hanno profondamente segnato in questi anni le politiche di welfare e che hanno portato nel settore dei beni e delle attività culturali a un cambiamento, rapido nei tempi (concentrati in particolare nel periodo 2010-2014) quanto drastico nella sua portata economica strutturale. A ciò si aggiunga la grave e perdurante crisi di liquidità dell’Ente Regione che ha determinato ritardi pesanti nelle erogazioni dei contributi, ponendo a serio rischio la sopravvivenza di molte realtà culturali.
Si tratta in tutta evidenza di un cambiamento di carattere strutturale e non transitorio, che impone un ripensamento delle politiche complessive in materia di cultura, una ridefinzione del ruolo della stessa Regione, delle proprie modalità di intervento, dei rapporti interistituzionali della Regione con Enti locali, Ministeri competenti, Regioni italiane ed europee.
E’ necessario ridefinire il ruolo della cultura, non più solo come salvaguardia della tradizione materiale ed immateriale, ma come generatrice di un valore significativo anche dal punto di vista economico. Utile al singolo ed alla comunità, utile a produrre maggiore coesione sociale e consapevolezza, utile a produrre innovazione. La cultura contribuisce in maniera diretta solo a una parte del Prodotto Interno Lordo, ma ha un effetto indiretto importante nel creare le condizioni che generano sviluppo, aiutando il sistema economico a crescere in attrattività e competitività.
Il posizionamento dei singoli territori nel sistema complessivo, l’attivazione dei processi di sviluppo sono legati all’attrattività dei luoghi, in cui assume un ruolo fondamentale la capacità di trasmettere la propria identità, autenticità, dinamicità, possibilità di vivere bene di chi li abita, aspetti in cui la cultura riveste un ruolo fondamentale.
Progetti e linee di intervento trovano maggiore forza e impatto - e quindi un più efficace utilizzo delle risorse investite - laddove essi sono condivisi a livello territoriale e istituzionale, attraverso modalità di accordo che mettano insieme obiettivi comuni.
L’ultimo decennio ha provato con tutta evidenza quanto la cultura (intesa nel suo complesso, dalla valorizzazione del patrimonio architettonico alla promozione delle attività) costituisca uno dei principali elementi attrattivi del Piemonte nei confronti sia della propria popolazione, sia rispetto a un sempre più attento mercato turistico nazionale e internazionale.
GLI STATI GENERALI DELLA CULTURA
Il testo del disegno di legge che qui viene presentato è anche il frutto di un intenso e articolato percorso di confronto condotto su tutto il territorio regionale con istituzioni, operatori culturali, rappresentanti di altri settori sociali ed economici.
Quelle sopra sintetizzate costituivano evidentemente esigenze diffuse e condivise.
Va anzi dato atto alle associazioni di categoria, nelle loro diverse articolazioni, di avere sostenuto con forza la necessità di avviare un processo di ripensamento, una fase costituente delle strategie culturali in Piemonte che avesse i caratteri degli Stati Generali della Cultura in Piemonte, che si sono realizzati nel corso del 2016 e che hanno costituito una tappa importante di dibattito e un momento di presa di coscienza dei problemi esistenti e delle potenzialità del settore, per mirare a dare nuove prospettive di sviluppo.
Il progetto, partito dal Comitato Emergenza Cultura e che ha visto coinvolte le Associazioni di settore, le Organizzazioni sindacali, l’Università, l’Osservatorio Culturale del Piemonte, la Direzione regionale del MiBACT, le Fondazioni di origine bancaria, ha trovato la convinta adesione da parte del Consiglio Regionale e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte. Le forze in campo hanno congiuntamente operato per la realizzazione degli Stati Generali con la duplice finalità di avviare un dibattito e una riflessione per individuare una futura strategia per la cultura in Piemonte, e di porre le basi per la redazione di un nuovo testo unico legislativo che superasse la frammentazione dell’attuale impianto normativo e che sapesse costituire un’efficace cornice per la programmazione e la gestione del settore.
IL DISEGNO DI LEGGE REGIONALE
Il testo qui presentato costituisce pertanto l’esito finale nel quale confluiscono esigenze convergenti e porta a sintesi la grande mole di contributi emersi dal dibattito che ha accompagnato gli Stati Generali della Cultura.
Nel testo confluiscono ma al tempo stesso vengono superate e sviluppate le previsioni normative che attualmente risiedono, come si diceva, nelle leggi oggetto di abrogazione.
Proprio la necessità di raccogliere in un unico strumento normativo l’ampia articolazione in differenti ambiti di intervento (alcuni molto specifici) della normativa regionale esistente ha costituito uno dei maggiori problemi con cui ci si è dovuti confrontare.
La redazione di un testo unico poneva di fronte scelte fra loro alternative, ciascuna delle quali comportava rischi di cui era necessario essere consapevoli:
- un lavoro meramente compilativo, che producesse un testo costituito dalla sommatoria dell’esistente, al di là della difficoltà di redazione, avrebbe prodotto un testo rivolto al passato e che avrebbe deluso le aspettative di una legge deputata a gestire le politiche culturali dei prossimi anni;
- l’elaborazione di un testo estremamente leggero e generico (simile all’attuale legge regionale 58/1978) avrebbe certamente comportato la perdita di rilevanti elementi di specificità del panorama del mondo culturale piemontese;
- la redazione, al contrario, di un testo estremamente articolato e puntuale, avrebbe rischiato di ingessare la ricchezza del comparto e soprattutto gli strumenti di intervento regionale, che necessitano invece di puntuale e periodica verifica delle criticità e dei fattori premianti dei propri indirizzi, e quindi di possibilità di correzione, modifica, sviluppo degli stessi.
E’ in particolare il Titolo I del disegno di legge che intende sottolineare le trasversalità del ruolo della cultura e la pluralità delle funzioni e delle modalità di intervento della Regione Piemonte in questo settore.
La trasversalità del ruolo della cultura emerge sin dagli articoli 1 e 2, nei quali essa viene posta direttamente in relazione con le finalità di crescita e sviluppo sociale, economico, formativo dei cittadini e della società nel suo complesso, che dovranno essere pertanto tenute in considerazione e valutate nella redazione dei futuri documenti di programmazione.
La pluralità delle funzioni e delle modalità di intervento della Regione sono puntualmente individuate nella parte iniziale del testo, primo fra tutti il ruolo di soggetto di programmazione e di indirizzo all’interno di un sistema istituzionale complesso nel quale essa ambisce ad assumere la funzione di cerniera e raccordo fra i livelli statale e comunitario, quello del sistema delle autonomie locali e quello degli operatori. Ad esse si aggiungono l’irrinunciabile funzione di sostegno ai progetti culturali, all’interno di sistemi trasparenti di valutazione, la definizione di standard che perseguano l’innalzamento dei livelli di qualità dei servizi culturali, l’impegno a costituire reti e sistemi funzionali al lavoro degli operatori e alla fruizione da parte dei cittadini.
Cuore degli strumenti di programmazione è il Programma triennale della cultura, che dovrà costituire lo snodo e la sede di confronto tramite il quale individuare obiettivi, priorità strategiche, linee guida di intervento delle politiche culturali. Esso costituirà il punto di caduta nel quale dovranno trovare concreta presenza e attuazione gli ambiti di intervento di cui tratta il Titolo II del disegno di legge.
Ma si ritiene importante e assolutamente qualificante che il Programma triennale trovi corrispondenza in una programmazione triennale delle risorse (articolate, all’interno del Fondo per la Cultura, in una sezione in spesa corrente e una in conto capitale) destinate alle diverse linee di intervento, elemento essenziale e qualificante per dare al comparto culturale certezza di risorse sul medio periodo, sulla base delle quali poter progettare e programmare le proprie attività.
Un elemento caratterizzante sarà costituito dagli strumenti di partecipazione: il disegno di legge ha volutamente mantenuto generica e “leggera” la loro formulazione, (“uno o più tavoli della cultura”) al fine di consentire una loro agevole gestione e articolazione, vuoi per comparto o linea di intervento, vuoi per territorio, senza escludere la possibilità di momenti unificanti. Essi avranno un ruolo essenziale di dialogo e confronto per la definizione della prgrammazione regionale.
Il disegno di legge abroga le seguenti 31 leggi regionali:
1) legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 (Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali);
2) legge regionale 19 dicembre 1978, n. 78 (Norme per l’istituzione e il funzionamento delle biblioteche pubbliche di Enti locali o di interesse locale);
3) legge regionale 25 febbraio 1980, n. 10 (Interventi regionali a favore della promozione musicale in Piemonte: contributi al Teatro Regio di Torino);
4) legge regionale 30 maggio 1980, n. 68 (Norme per la promozione delle attività del teatro di prosa);
5) legge regionale 11 novembre 1981, n. 47 (Modifica all’articolo 25 della legge regionale 19-12-1978, n. 78, per lo sviluppo delle strutture culturali locali);
6) legge regionale 2 marzo 1984, n. 16 (Sostegno ad iniziative concernenti la ristrutturazione e l’ammodernamento di strutture culturali e dello spettacolo);
7) legge regionale 18 aprile 1985, n. 36 (Istituzione del seminario di Bardonecchia per la formazione federalista europea);
8) legge regionale 11 giugno 1986, n. 23 (Modifica dell' art. 2 della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58, in ordine alla composizione della Consulta regionale per i beni e le attività culturali);
9) legge regionale 12 novembre 1986, n. 45 (Modifiche alla L.R. 28 agosto 1978 n. 58 “Promozione della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali “).
10) legge regionale 23 agosto 1989, n. 51 (Modifica alla legge regionale 12 novembre 1986, n. 45);
11) legge regionale 3 settembre 1991, n. 49 (Norme per il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale, strumentale, delle Associazioni, Scuole ed Istituti musicali nella Regione Piemonte);
12) legge regionale 18 giugno 1992, n. 30 (Per la Casa della Resistenza nell’area monumentale di Verbania Fondotoce);
13) legge regionale 10 novembre 1992, n. 48 (Promozione del Centro Studi e Ricerche Storiche sull’architettura militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al recupero funzionale del Forte);
14) legge regionale 21 dicembre 1994, n. 68 (Valorizzazione della Sacra di San Michele “monumento simbolo” del Piemonte);
15) legge regionale 23 febbraio 1995, n. 21 (Modifiche alla legge regionale 3 settembre 1991, n. 49: “Norme per il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale, strumentale, delle Associazione, Scuole ed Istituti musicali nella Regione Piemonte”);
16) legge regionale 14 marzo 1995, n. 34 (Tutela e valorizzazione dei locali storici);
17) legge regionale 14 marzo 1995, n. 35 (Individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali architettonici nell’ambito comunale);
18) legge regionale 7 agosto 1997, n. 47 (Interventi a sostegno delle attività svolte dalle Università popolari e della terza età o comunque denominate);
19) legge regionale 21 ottobre 1998, n. 26 (Interventi regionali per le celebrazioni);
20) legge regionale 24 marzo 2000, n. 32 (Intervento della Regione a favore della Scuola di alto perfezionamento musicale Città di Saluzzo);
21) legge regionale 7 aprile 2000, n. 38 (Interventi a sostegno delle attività musicali);
22) legge regionale 15 luglio 2003, n. 17 (Valorizzazione delle espressioni artistiche in strada);
23) legge regionale 13 ottobre 2004, n. 25 (Modifiche alla legge regionale 3 settembre 1991, n. 49 “Norme per il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale, strumentale, delle Associazione, Scuole ed Istituti musicali nella Regione Piemonte”);
24) legge regionale 28 dicembre 2005, n. 17 (Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico del Piemonte);
25) legge regionale 4 aprile 2007, n. 8 (Modifiche alla legge regionale 15 luglio 2003, n. 17 “Valorizzazione delle espressioni artistiche di strada”);
26) legge regionale 3 dicembre 2008, n. 33 (Valorizzazione dei quadranti solari);
27) legge regionale 7 aprile 2009, n. 11 (Valorizzazione e promozione della conoscenza del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte);
28) legge regionale 7 aprile 2009, n. 12 (Tutela delle minoranze linguistiche storiche presenti sul territorio regionale);
29) legge regionale 29 aprile 2013, n. 7 (Modifiche alla legge regionale 10 novembre 1992, n. 48: “Promozione del Centro Studi e Ricerche Storiche sull'architettura Militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al recupero funzionale del Forte”);
30) legge regionale 30 giugno 2016, n. 13 (Nuove disposizioni per l’erogazione dei contributi regionali ad enti, istituti, fondazioni e associazioni di rilievo regionale. Abrogazione della legge regionale 3 settembre 1984, n. 49 “Norme per l’erogazione di contributi regionali ad enti, istituti, fondazioni e associazioni di rilievo regionale”);
31) legge regionale 25 ottobre 2016, n. 20 (Modifiche alla legge regionale 7 aprile 2009, n. 11 “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte”).
L’articolato si compone di 46 articoli ripartiti su tre Titoli.
Il Titolo I della legge (Disposizioni generali) è articolato in due Capi.
Il Capo I (Principi, finalità, obiettivi, funzioni) tratta, all’art. 1 (Principi), all’ art. 2 (Finalità), all’art. 3 (Obiettivi) e all’art. 4 (Funzioni della Regione) dei principi, delle finalità, degli obiettivi e delle funzioni della Regione in materia di cultura e, oltre a recuperare gli scopi e gli ambiti di applicazione delle leggi oggetto di abrogazione, enuclea tra le novità più salienti: il riconoscimento della trasversalità e della multidimensionalità della cultura anche in riferimento alla valorizzazione turistica ed allo sviluppo economico ed occupazionale; la promozione della dimensione internazionale delle attività e del patrimonio culturale regionale; la qualificazione e il rafforzamento del mondo professionale, dell’impresa e dell’imprenditorialità culturale; il sostegno alle iniziative di nuovi operatori, in particolare giovani, per l’avvio di progetti innovativi; la promozione di reti e sistemi finalizzati a un’offerta di servizi di elevata qualità; i processi di integrazione sociale e culturale, con particolare attenzione alla crescita culturale e sociale delle nuove generazioni, agli scambi intergenerazionali e alle dinamiche di inclusione dei nuovi cittadini.
L’art. 5 (Sistema delle autonomie territoriali) riconosce il ruolo del sistema delle autonomie territoriali nella realizzazione delle finalità e degli obiettivi della legge.
Il Capo II (Strumenti di programmazione e di intervento) del Titolo I comprende gli articoli da 6 a 10.
L’art. 6 (Programma triennale della cultura) individua nel Programma triennale della cultura, approvato dalla Giunta regionale, a seguito del confronto con i tavoli della cultura e sentita la Commissione consiliare competente, lo strumento cardine della programmazione regionale degli interventi, che definisce gli obiettivi, le priorità strategiche e le linee guida di intervento per l’organizzazione delle attività e la realizzazione delle iniziative. Tale strumento, definito nel contesto degli atti di programmazione e pianificazione dello sviluppo regionale e in coerenza con i bilanci di previsione finanziari, contiene, tra l’altro, le linee e le priorità per l’impiego delle risorse finanziarie da destinare ai diversi settori di intervento, i criteri generali di valutazione di attività e iniziative e la tipologia dei soggetti destinatari degli interventi.
L’art. 7 (Strumenti di intervento), dedicato agli strumenti di intervento, formalizza e declina le modalità attraverso cui la Regione opera, prevedendo la programmazione e la realizzazione in proprio di iniziative; la programmazione e la realizzazione in partenariato con terzi (intese istituzionali e accordi di programma, partecipazione in enti di promozione e valorizzazione culturale, convenzionamento e accordi, reti e sistemi); il sostegno attraverso l’assegnazione di contributi.
La programmazione delle risorse può avere carattere annuale o pluriennale. La pluriennalità della programmazione finanziaria costituisce una delle più rilevanti novità introdotte dal disegno di legge.
Le modalità per la gestione degli interventi di cui al Titolo II sono individuate dalla Giunta regionale con una o più deliberazioni.
Inoltre, l’articolo consente alla Giunta regionale di istituire appositi comitati tecnici per gli ambiti che necessitano di un’attività specialistica consultiva e di supporto tecnico alle strutture regionali. I comitati tecnici, laddove necessario, sono chiamati a svolgere le funzioni degli organismi consultivi soppressi.
L’art. 8 (Partecipazione) introduce una rilevante novità, prevedendo, nell’ottica di una sempre più ampia partecipazione, l’istituzione di uno o più tavoli della cultura, intesi come sede di consultazione e confronto territoriale o tematico con i soggetti pubblici e privati, singoli, associati o loro rappresentanze, operanti nel comparto culturale.
L’art. 9 (Soggetti destinatari degli interventi) elenca il profilo dei soggetti destinatari degli interventi, che verranno individuati ambito per ambito dal Programma triennale della cultura.
All’art. 10 (Sistemi informativi della cultura) fanno capo le disposizioni relative allo sviluppo e diffusione di sistemi informativi e di comunicazione per la conoscenza, la descrizione e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali. I sistemi informativi della cultura sono ispirati alla condivisione, scambio e pubblicazione di dati, documenti e risorse digitali, oltre che alla partecipazione a reti informative culturali nazionali e internazionali.
L’art. 6 (Programma triennale della cultura) individua nel Programma triennale della cultura, approvato dalla Giunta regionale, a seguito del confronto con i tavoli della cultura e sentita la Commissione consiliare competente, lo strumento cardine della programmazione regionale degli interventi, che definisce gli obiettivi, le priorità strategiche e le linee guida di intervento per l’organizzazione delle attività e la realizzazione delle iniziative. Tale strumento, definito nel contesto degli atti di programmazione e pianificazione dello sviluppo regionale e in coerenza con i bilanci di previsione finanziari, contiene, tra l’altro, le linee e le priorità per l’impiego delle risorse finanziarie da destinare ai diversi settori di intervento, i criteri generali di valutazione di attività e iniziative e la tipologia dei soggetti destinatari degli interventi.
L’art. 7 (Strumenti di intervento), dedicato agli strumenti di intervento, formalizza e declina le modalità attraverso cui la Regione opera, prevedendo la programmazione e la realizzazione in proprio di iniziative; la programmazione e la realizzazione in partenariato con terzi (intese istituzionali e accordi di programma, partecipazione in enti di promozione e valorizzazione culturale, convenzionamento e accordi, reti e sistemi); il sostegno attraverso l’assegnazione di contributi.
La programmazione delle risorse può avere carattere annuale o pluriennale. La pluriennalità della programmazione finanziaria costituisce una delle più rilevanti novità introdotte dal disegno di legge.
Le modalità per la gestione degli interventi di cui al Titolo II sono individuate dalla Giunta regionale con una o più deliberazioni.
Inoltre, l’articolo consente alla Giunta regionale di istituire appositi comitati tecnici per gli ambiti che necessitano di un’attività specialistica consultiva e di supporto tecnico alle strutture regionali. I comitati tecnici, laddove necessario, sono chiamati a svolgere le funzioni degli organismi consultivi soppressi.
L’art. 8 (Partecipazione) introduce una rilevante novità, prevedendo, nell’ottica di una sempre più ampia partecipazione, l’istituzione di uno o più tavoli della cultura, intesi come sede di consultazione e confronto territoriale o tematico con i soggetti pubblici e privati, singoli, associati o loro rappresentanze, operanti nel comparto culturale.
L’art. 9 (Soggetti destinatari degli interventi) elenca il profilo dei soggetti destinatari degli interventi, che verranno individuati ambito per ambito dal Programma triennale della cultura.
All’art. 10 (Sistemi informativi della cultura) fanno capo le disposizioni relative allo sviluppo e diffusione di sistemi informativi e di comunicazione per la conoscenza, la descrizione e la valorizzazione dei beni e delle attività culturali. I sistemi informativi della cultura sono ispirati alla condivisione, scambio e pubblicazione di dati, documenti e risorse digitali, oltre che alla partecipazione a reti informative culturali nazionali e internazionali.
Il Titolo II della legge (Beni, istituti, luoghi della cultura e attività culturali) è articolato in cinque Capi.
Il Capo I (Beni culturali) comprende gli articoli da 11 a 14.
L’art. 11 (Beni culturali di interesse artistico, storico, archeologico) prevede che la Regione promuove e sostiene la messa in sicurezza, la conoscenza e la valorizzazione dei beni culturali di interesse artistico, storico, archeologico - inclusi i siti di archeologia industriale - nel loro contesto di paesaggio culturale e ne favorisce la manutenzione, l’utilizzo, l’accessibilità e la fruizione pubblica anche sulla base di specifici progetti e mediante il ricorso agli accordi con i vari soggetti del settore, favorendo altresì lo sviluppo di sistemi integrati di intervento e di gestione dei beni e delle attività culturali.
All’art. 12 (Valorizzazione della Sacra di San Michele quale monumento simbolo del Piemonte) la Regione conferma di riconoscere nella Sacra di San Michele il monumento simbolo del Piemonte, promuovendone la conoscenza e la valorizzazione e favorendo altresì azioni volte al recupero ed al mantenimento delle attività strutturali dell’edificio, nonché alla realizzazione di iniziative culturali.
L’art. 13 (Beni etnoantropologici e patrimonio culturale immateriale), è dedicato ai beni etnoantropologici e al patrimonio culturale immateriale di cui si promuove e sostiene conoscenza, individuazione, salvaguardia e valorizzazione, includendo le espressioni culturali dei nuovi cittadini e delle comunità di cittadini piemontesi residenti all’estero, al fine della partecipazione, dello scambio interculturale e dello sviluppo di processi di inclusione sociale.
L’articolo prevede inoltre che la Regione promuove la catalogazione e la costituzione di inventari del patrimonio immateriale e ne favorisce l’iscrizione nelle liste predisposte dall’UNESCO.
L’art. 14 (Beni culturali di interesse archivistico, bibliografico e documentale) prevede che la Regione sostenga le attività di conoscenza, conservazione e valorizzazione dei beni culturali archivistici, documentali e bibliografici di interesse culturale presenti sul territorio regionale, nel rispetto tra l’altro delle norme relative al deposito per la costituzione dell’archivio della produzione editoriale piemontese previste dalla legge 15 aprile 2004, n. 106 (Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico) e dal decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 2006, n. 252 (Regolamento recante norme in materia di deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico).
Il Capo II (Istituti e luoghi della cultura) del Titolo II comprende gli articoli da 15 a 25.
All’art. 15 (Musei) viene riportata la definizione di museo adottata dall’ International Council of Museums – ICOM - e se ne elencano le attività fondamentali.
L’art. 16 (Funzioni della Regione in materia di musei) individua, ferme restando le prerogative di autonomia scientifica e gestionale dei singoli istituti, le funzioni della Regione esercitate al fine di sostenere, indirizzare e coordinare l’istituzione e lo sviluppo dei musei.
Pertanto la Regione promuove, tra l’altro, la crescita qualitativa dell’offerta museale tramite l’innovazione gestionale, l’abbattimento delle barriere fisiche e culturali, l’innovazione nei sistemi di comunicazione, l’integrazione tra musei e il potenziamento delle attività in rete, la crescita e l’aggiornamento professionale del personale dei musei.
La Regione collabora inoltre alla creazione del Sistema museale nazionale tenendo conto del sistema di standard elaborati a livello regionale.
L’art. 17 (Sistemi museali) prevede che la Regione favorisce la costituzione e lo sviluppo dei sistemi museali, territoriali o tematici, che sono costituiti con apposita convenzione tra soggetti pubblici e privati, senza fini di lucro, associati nelle forme e modalità previste dalla normativa vigente.
L’art. 18 (Ecomusei) dispone che la Regione promuove sul proprio territorio il riconoscimento di Ecomusei quali strumenti culturali di interesse generale e utilità sociale, orientati allo sviluppo locale sostenibile, per la cui disciplina rimanda alla Legge regionale 14 marzo 1995, n. 31 (Istituzione di Ecomusei del Piemonte).
L’art. 19 (Programmi UNESCO) stabilisce che la Regione, in coerenza con la Convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, si adopera per integrare la cultura nelle proprie politiche di sviluppo favorendo la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale dei siti regionali inclusi nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e degli altri riconoscimenti derivanti dai vari programmi UNESCO.
La Regione promuove lo sviluppo di attività multidisciplinari e che favoriscono il coordinamento e l’integrazione di progettualità e l’ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie.
Per le candidature a nuovi riconoscimenti sul proprio territorio, la Regione svolge una funzione di indirizzo e sostegno verso le istituzioni nazionali preposte.
L’art. 20 (Biblioteche) riconosce le biblioteche di ente locale o di interesse locale quali luoghi della cultura e ne delinea contestualmente le principali attività. Definisce altresì le funzioni della Regione in materia di biblioteche, con particolare riferimento all'istituzione, alla cura per il funzionamento e l’organizzazione bibliotecaria regionale, la promozione, la conservazione, la valorizzazione, la catalogazione del materiale librario e documentale, il sostegno alle attività di digitalizzazione e di progressivo del incremento dello stesso e il suo inserimento nelle reti e nei sistemi informativi regionali e nazionali.
L’art. 21 (Reti e sistemi bibliotecari) prevede che la Regione promuova, sostenga e coordini le reti e i sistemi bibliotecari (costituiti da biblioteche pubbliche o private, associate sulla base di appositi accordi o convenzioni), incentivando la cooperazione interistituzionale e le forme associate di gestione dei servizi tra le biblioteche stesse. L’articolo delinea altresì le principali funzioni dei sistemi bibliotecari, che spaziano dal coordinamento degli interventi di sviluppo del patrimonio bibliografico e documentale delle biblioteche associate, alla formazione, la gestione e lo sviluppo dei cataloghi collettivi e dei relativi sistemi informativi; l’organizzazione e la gestione della circolazione dei libri e dei documenti cartacei e digitali; la promozione e il coordinamento delle attività culturali correlate alle funzioni delle biblioteche aderenti.
Con l’art. 22 (Archivi e sistemi archivistici) la Regione riconosce quali luoghi della cultura, così come le biblioteche, anche gli archivi, attraverso i quali viene promossa la conoscenza, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio documentale in quanto testimonianza ed espressione della cultura e della storia dei territori, delle comunità e delle persone. Nel definire le proprie competenze nell’ambito archivistico, la Regione si impegna tra l’altro a promuovere forme di coordinamento fra archivi, istituti documentali, istituti di ricerca, scuole e altri luoghi della cultura in ambito regionale, nazionale e internazionale.
L’art. 23 (Centri di documentazione) prevede che la Regione promuova la conoscenza e la valorizzazione dei Centri di documentazione, quali luoghi di cultura i attraverso i quali vengono garantite le attività di raccolta, conservazione, inventariazione e valorizzazione di testimonianze e materiali di ogni natura, anche in collaborazione con la rete documentale regionale di cui al successivo articolo 23.
L’art. 24 (Rete documentale integrata regionale e locale) prevede che la Regione, al fine di realizzare un servizio integrato che consenta, tramite la condivisione delle risorse, di rispondere ai bisogni informativi degli utenti, favorisce la realizzazione della rete documentale regionale cui afferiscono biblioteche, archivi, centri di documentazione e altri istituti documentali.
L’art. 25 (Istituti culturali) è dedicato agli enti, istituti, fondazioni e associazioni di rilievo regionale previsti dall’abroganda l.r. 13/2016, che, con continuità e con elevato livello scientifico, operano in ambito regionale per la promozione di attività di studio e ricerca, di divulgazione formativa, educativa e culturale. La Regione, con atto deliberativo della Giunta, istituisce la Tabella triennale composta dagli Enti che risultano in possesso delle caratteristiche elencate nel comma 2 del suddetto articolo.
Il Capo III (Promozione del libro e della lettura) del Titolo II comprende gli articoli da 26 a 29.
L’art. 26 (Promozione del libro e della lettura) del disegno di legge, di stampo decisamente innovativo, attribuisce una valenza specifica alla materia della promozione del libro e della lettura, ambito fino ad oggi privo di una specifica disciplina normativa regionale. Esso delinea le principali funzioni della Regione finalizzate alla promozione e al sostegno di iniziative rivolte a favorire l’accesso al libro e l’esercizio della lettura nei confronti dell’intera popolazione (prima infanzia, adolescenza, giovani; persone con difficoltà o disabilità sensoriali o cognitive), anche in contesti particolari (quali gli istituti di pena, gli ospedali , istituti per anziani, centri di accoglienza ed altri luoghi analoghi). La Regione si impegna tra l’altro a promuovere lo sviluppo delle librerie a favorirne la diffusione sul territorio piemontese, valorizzandone la qualità e l’eccellenza; favorisce la collaborazione e l’integrazione tra i diversi soggetti della filiera del libro in particolare editori, distributori, librerie e biblioteche. Di particolare rilievo è anche la previsione della partecipazione diretta a fiere, saloni, mostre mercato del libro in Italia e all’estero e il sostegno alla manifestazione “Salone Internazionale del libro di Torino”. La Regione concorre infine concorre allo sviluppo di iniziative ed eventi volti alla diffusione della produzione libraria regionale e della promozione della lettura attraverso la rete dei servizi delle biblioteche di pubblica lettura e delle scuole.
L’art. 27 (Imprese editoriali e librerie) riprende, con alcune modifiche, la l.r. 18/2008 in tema di interventi regionali a favore dell’editoria. In particolare, l’articolo in esame impegna la Regione a sostenere le piccole imprese editoriali per incrementarne la competitività e lo sviluppo a livello regionale, nazionale e internazionale, nonché per incentivare la produzione, la diffusione e la commercializzazione delle opere editoriali piemontesi, mediante il sostegno alle librerie indipendenti quali elementi del sistema di produzione e diffusione del libro e della lettura. In tale prospettiva l’articolo introduce alcune definizioni, quali quella di “editore” e di “libreria indipendente”.
L’art. 28 (Strumenti di intervento) prevede che la Regione si attivi con una specifica serie di azioni a favore degli editori piemontesi, con altre attività a sostegno delle sole librerie indipendenti e con un’altra serie di interventi a favore di editori e librerie indipendenti. L’articolo prevede inoltre forme di consultazione e confronto con i principali portatori di interesse (editori, librai, associazioni, fondazioni e operatori culturali della filiera del libro e della lettura) sui temi dell’editoria, attraverso la costituzione di appositi tavoli tecnici e l’istituzione di un comitato tecnico con funzioni consultive (in sostituzione dell’attuale Commissione regionale per l’editoria) per l’attuazione degli interventi previsti a sostegno delle iniziative a favore delle imprese editoriali e delle librerie.
L’art. 29 (Regolamenti attuativi) si configura quale articolo conclusivo del Capo III. Esso definisce gli ambiti tematici (ambito bibliotecario e ambito relativo all'acquisto di beni librari, iconografici, artistici e documentari, antichi e di pregio), la cui disciplina è demandata ad apposito regolamento, da adottarsi da parte della Giunta regionale entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge.
Il Capo IV (Attività culturali e di spettacolo) del Titolo II comprende gli articoli da 30 a 38.
L’art. 30 (Ambiti di intervento) funge da cappello agli articoli dell’intero Capo IV e in primo luogo individua i seguenti sei ambiti di attività, a cui – nello stesso ordine – viene di norma dedicato un apposito articolo di dettaglio: a) spettacolo dal vivo; b) cinema, audiovisivo e multimedialità; c) arti plastiche e visive; d) attività di promozione culturale; e) attività educative; f) patrimonio linguistico e culturale del Piemonte. In secondo luogo sono declinati gli obiettivi specifici del comparto delle attività culturali e dello spettacolo nel riferimento ai principi della programmazione (trasformazione, innovazione, interdisciplinarietà, crescita professionale ed artistica degli operatori), nonché ad alcuni strumenti specifici per raggiungerli (circuiti regionali, residenze artistiche).
L’art. 31 (Spettacolo dal vivo) identifica lo spettacolo dal vivo nelle attività concernenti la danza, la musica, il teatro, lo spettacolo di strada e il circo contemporaneo. Esso prevede che la Regione valorizzi e sostenga le attività di spettacolo dal vivo, favorendo lo sviluppo delle iniziative produttive, distributive, di promozione e ricerca. Nello specifico la valorizzazione e il sostegno riguardano la conservazione e lo studio del patrimonio storico e del repertorio dello spettacolo dal vivo, la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione nell’ambito della produzione contemporanea, la realizzazione di stagioni, la rappresentazione di spettacoli, la circuitazione delle attività, la promozione, anche attraverso rassegne e festival, delle diverse espressioni e tendenze della produzione italiana e internazionale, la mobilità degli artisti e delle opere, la creatività giovanile anche attraverso le residenze artistiche.
L’art. 32 (Attività artistiche in strada, circo e spettacolo viaggiante) riconosce all’arte di strada, all’attività circense e all’attività di spettacolo viaggiante un ruolo di valorizzazione culturale e turistica, di incontro creativo tra le persone, di confronto di esperienze, di affermazione di nuovi talenti, di servizio culturale e di aggregazione per un pubblico di ogni classe sociale, età e provenienza geografica. Esso prevede che i Comuni adottino entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge un provvedimento che disciplini l’esercizio di tali attività nel territorio di competenza. Limitatamente alle attività di espressione artistica in strada vengono stabilite disposizioni in relazione ai loro requisiti e agli artisti che le performano.
L’art. 33 (Cinema, audiovisivo e multimedialità) prevede che la Regione valorizzi e sostenga le attività cinematografiche, audiovisive e multimediali, favorendo lo sviluppo delle iniziative produttive, distributive, di promozione e ricerca. Nel dettaglio la valorizzazione ed il sostegno concernono la diffusione degli spettacoli cinematografici, la promozione, anche mediante rassegne e festival, della conoscenza della storia del cinema e dell’audiovisivo nonché delle diverse espressioni e tendenze artistiche della produzione contemporanea italiana ed internazionale. Viene riconosciuto il rilievo culturale ed economico della produzione cinematografica, televisiva, audiovisiva e multimediale mediante l’intervento a sostegno di tale settore tramite la Fondazione Film Commission Torino Piemonte, attuato nel rispetto della normativa statale in materia. Sono infine previste forme di sostegno al piccolo e medio esercizio cinematografico indipendente.
L’art. 34 (Sedi di attività culturale e di spettacolo) prevede che la Regione sostenga mediante contributo in conto capitale i progetti di realizzazione, recupero e trasformazione di spazi, edifici e locali destinati allo svolgimento di attività culturali e di spettacolo. In ambito di realizzazione, ristrutturazione, riqualificazione, ammodernamento e diversificazione produttiva delle sedi di attività culturali e di spettacolo è altresì prevista l’attivazione, con il supporto di Finpiemonte S.p.a., di strumenti di agevolazione finanziaria.
L’art. 35 (Arti plastiche e visive) definisce gli obiettivi specifici nell’ambito delle arti plastiche e visive, individuandoli nella diffusione e nella conoscenza dei movimenti e delle scuole, dei linguaggi e delle forme espressive, nella promozione della ricerca, della sperimentazione, dell’innovazione espressiva, nella diffusione dell’arte pubblica, nell’incentivazione della creatività giovanile, della mobilità e delle residenze degli artisti. Per il raggiungimento di tali obiettivi è previsto il sostegno alle attività espositive, al sistema dell’arte contemporanea in Piemonte, a progetti e iniziative di promozione della creatività giovanile, dell’innovazione espressiva, della contaminazione dei linguaggi, della residenzialità degli artisti, della mobilità internazionale degli artisti e delle opere.
L’art. 36 (Attività di promozione culturale) individua tre macro-obiettivi nell’ambito della promozione culturale: la diffusione di aree culturali quali le letterature, la storia, le scienze umane e sociali, la divulgazione scientifica, il dialogo fra le culture e le religioni; la divulgazione della storia, della cultura e della tradizione regionale; la promozione della cultura della memoria, della cittadinanza attiva, della convivenza civile e dei valori della Costituzione. Per il conseguimento di tali obiettivi la Regione promuove le attività convegnistiche e seminariali e di divulgazione scientifica e culturale, gli studi e ricerche, le rievocazioni storiche.
L’art. 37 (Promozione educativa) concerne le attività corsuali che, eccedendo l’ambito del sistema scolastico, universitario e della formazione professionale, costituiscono opportunità di accesso al sapere, di crescita individuale, di aggregazione e di inclusione sociale, di scambio intergenerazionale. Per il raggiungimento di tali obiettivi è previsto il sostegno a qualificate e continuative attività corsuali in ambito di orientamento musicale, di formazione musicale pre-accademica, di perfezionamento post accademico. E’ altresì previsto il sostegno alle attività corsuali di perfezionamento nelle altre discipline dello spettacolo e alle attività di educazione degli adulti.
L’art. 38 (Patrimonio linguistico e culturale del Piemonte) valorizza e promuove, nei limiti delle competenze regionali, il patrimonio linguistico e culturale del Piemonte nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale, francese e walser. Per la realizzazione di tali obiettivi è previsto il sostegno ad apposite iniziative condotte dagli enti del sistema delle autonomie territoriali o organizzate da istituzioni, enti ed associazioni che svolgono in materia un’attività qualificata e continuativa. L’intervento regionale concerne il patrimonio storico e linguistico, la sua conoscenza, insegnamento, uso e fruizione, ricerca storico-scientifica, con particolare attenzione alle lingue, alla toponomastica, al patrimonio artistico e architettonico, alla vita religiosa, alle usanze, ai costumi, all'ambiente naturale ed antropizzato, alla produzione culturale intesa come riconoscimento della tradizione culturale e come impulso per nuove realizzazioni legate al contemporaneo. La promozione comprende infine la pubblicazione di dati e documenti e l’interconnessione tra i sistemi informativi con lo Stato, le altre Regioni, gli enti e le associazioni del comparto.
Il Capo I (Beni culturali) comprende gli articoli da 11 a 14.
L’art. 11 (Beni culturali di interesse artistico, storico, archeologico) prevede che la Regione promuove e sostiene la messa in sicurezza, la conoscenza e la valorizzazione dei beni culturali di interesse artistico, storico, archeologico - inclusi i siti di archeologia industriale - nel loro contesto di paesaggio culturale e ne favorisce la manutenzione, l’utilizzo, l’accessibilità e la fruizione pubblica anche sulla base di specifici progetti e mediante il ricorso agli accordi con i vari soggetti del settore, favorendo altresì lo sviluppo di sistemi integrati di intervento e di gestione dei beni e delle attività culturali.
All’art. 12 (Valorizzazione della Sacra di San Michele quale monumento simbolo del Piemonte) la Regione conferma di riconoscere nella Sacra di San Michele il monumento simbolo del Piemonte, promuovendone la conoscenza e la valorizzazione e favorendo altresì azioni volte al recupero ed al mantenimento delle attività strutturali dell’edificio, nonché alla realizzazione di iniziative culturali.
L’art. 13 (Beni etnoantropologici e patrimonio culturale immateriale), è dedicato ai beni etnoantropologici e al patrimonio culturale immateriale di cui si promuove e sostiene conoscenza, individuazione, salvaguardia e valorizzazione, includendo le espressioni culturali dei nuovi cittadini e delle comunità di cittadini piemontesi residenti all’estero, al fine della partecipazione, dello scambio interculturale e dello sviluppo di processi di inclusione sociale.
L’articolo prevede inoltre che la Regione promuove la catalogazione e la costituzione di inventari del patrimonio immateriale e ne favorisce l’iscrizione nelle liste predisposte dall’UNESCO.
L’art. 14 (Beni culturali di interesse archivistico, bibliografico e documentale) prevede che la Regione sostenga le attività di conoscenza, conservazione e valorizzazione dei beni culturali archivistici, documentali e bibliografici di interesse culturale presenti sul territorio regionale, nel rispetto tra l’altro delle norme relative al deposito per la costituzione dell’archivio della produzione editoriale piemontese previste dalla legge 15 aprile 2004, n. 106 (Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico) e dal decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio 2006, n. 252 (Regolamento recante norme in materia di deposito legale dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico).
Il Capo II (Istituti e luoghi della cultura) del Titolo II comprende gli articoli da 15 a 25.
All’art. 15 (Musei) viene riportata la definizione di museo adottata dall’ International Council of Museums – ICOM - e se ne elencano le attività fondamentali.
L’art. 16 (Funzioni della Regione in materia di musei) individua, ferme restando le prerogative di autonomia scientifica e gestionale dei singoli istituti, le funzioni della Regione esercitate al fine di sostenere, indirizzare e coordinare l’istituzione e lo sviluppo dei musei.
Pertanto la Regione promuove, tra l’altro, la crescita qualitativa dell’offerta museale tramite l’innovazione gestionale, l’abbattimento delle barriere fisiche e culturali, l’innovazione nei sistemi di comunicazione, l’integrazione tra musei e il potenziamento delle attività in rete, la crescita e l’aggiornamento professionale del personale dei musei.
La Regione collabora inoltre alla creazione del Sistema museale nazionale tenendo conto del sistema di standard elaborati a livello regionale.
L’art. 17 (Sistemi museali) prevede che la Regione favorisce la costituzione e lo sviluppo dei sistemi museali, territoriali o tematici, che sono costituiti con apposita convenzione tra soggetti pubblici e privati, senza fini di lucro, associati nelle forme e modalità previste dalla normativa vigente.
L’art. 18 (Ecomusei) dispone che la Regione promuove sul proprio territorio il riconoscimento di Ecomusei quali strumenti culturali di interesse generale e utilità sociale, orientati allo sviluppo locale sostenibile, per la cui disciplina rimanda alla Legge regionale 14 marzo 1995, n. 31 (Istituzione di Ecomusei del Piemonte).
L’art. 19 (Programmi UNESCO) stabilisce che la Regione, in coerenza con la Convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, si adopera per integrare la cultura nelle proprie politiche di sviluppo favorendo la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale dei siti regionali inclusi nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e degli altri riconoscimenti derivanti dai vari programmi UNESCO.
La Regione promuove lo sviluppo di attività multidisciplinari e che favoriscono il coordinamento e l’integrazione di progettualità e l’ottimizzazione delle risorse umane e finanziarie.
Per le candidature a nuovi riconoscimenti sul proprio territorio, la Regione svolge una funzione di indirizzo e sostegno verso le istituzioni nazionali preposte.
L’art. 20 (Biblioteche) riconosce le biblioteche di ente locale o di interesse locale quali luoghi della cultura e ne delinea contestualmente le principali attività. Definisce altresì le funzioni della Regione in materia di biblioteche, con particolare riferimento all'istituzione, alla cura per il funzionamento e l’organizzazione bibliotecaria regionale, la promozione, la conservazione, la valorizzazione, la catalogazione del materiale librario e documentale, il sostegno alle attività di digitalizzazione e di progressivo del incremento dello stesso e il suo inserimento nelle reti e nei sistemi informativi regionali e nazionali.
L’art. 21 (Reti e sistemi bibliotecari) prevede che la Regione promuova, sostenga e coordini le reti e i sistemi bibliotecari (costituiti da biblioteche pubbliche o private, associate sulla base di appositi accordi o convenzioni), incentivando la cooperazione interistituzionale e le forme associate di gestione dei servizi tra le biblioteche stesse. L’articolo delinea altresì le principali funzioni dei sistemi bibliotecari, che spaziano dal coordinamento degli interventi di sviluppo del patrimonio bibliografico e documentale delle biblioteche associate, alla formazione, la gestione e lo sviluppo dei cataloghi collettivi e dei relativi sistemi informativi; l’organizzazione e la gestione della circolazione dei libri e dei documenti cartacei e digitali; la promozione e il coordinamento delle attività culturali correlate alle funzioni delle biblioteche aderenti.
Con l’art. 22 (Archivi e sistemi archivistici) la Regione riconosce quali luoghi della cultura, così come le biblioteche, anche gli archivi, attraverso i quali viene promossa la conoscenza, la valorizzazione e la fruizione del patrimonio documentale in quanto testimonianza ed espressione della cultura e della storia dei territori, delle comunità e delle persone. Nel definire le proprie competenze nell’ambito archivistico, la Regione si impegna tra l’altro a promuovere forme di coordinamento fra archivi, istituti documentali, istituti di ricerca, scuole e altri luoghi della cultura in ambito regionale, nazionale e internazionale.
L’art. 23 (Centri di documentazione) prevede che la Regione promuova la conoscenza e la valorizzazione dei Centri di documentazione, quali luoghi di cultura i attraverso i quali vengono garantite le attività di raccolta, conservazione, inventariazione e valorizzazione di testimonianze e materiali di ogni natura, anche in collaborazione con la rete documentale regionale di cui al successivo articolo 23.
L’art. 24 (Rete documentale integrata regionale e locale) prevede che la Regione, al fine di realizzare un servizio integrato che consenta, tramite la condivisione delle risorse, di rispondere ai bisogni informativi degli utenti, favorisce la realizzazione della rete documentale regionale cui afferiscono biblioteche, archivi, centri di documentazione e altri istituti documentali.
L’art. 25 (Istituti culturali) è dedicato agli enti, istituti, fondazioni e associazioni di rilievo regionale previsti dall’abroganda l.r. 13/2016, che, con continuità e con elevato livello scientifico, operano in ambito regionale per la promozione di attività di studio e ricerca, di divulgazione formativa, educativa e culturale. La Regione, con atto deliberativo della Giunta, istituisce la Tabella triennale composta dagli Enti che risultano in possesso delle caratteristiche elencate nel comma 2 del suddetto articolo.
Il Capo III (Promozione del libro e della lettura) del Titolo II comprende gli articoli da 26 a 29.
L’art. 26 (Promozione del libro e della lettura) del disegno di legge, di stampo decisamente innovativo, attribuisce una valenza specifica alla materia della promozione del libro e della lettura, ambito fino ad oggi privo di una specifica disciplina normativa regionale. Esso delinea le principali funzioni della Regione finalizzate alla promozione e al sostegno di iniziative rivolte a favorire l’accesso al libro e l’esercizio della lettura nei confronti dell’intera popolazione (prima infanzia, adolescenza, giovani; persone con difficoltà o disabilità sensoriali o cognitive), anche in contesti particolari (quali gli istituti di pena, gli ospedali , istituti per anziani, centri di accoglienza ed altri luoghi analoghi). La Regione si impegna tra l’altro a promuovere lo sviluppo delle librerie a favorirne la diffusione sul territorio piemontese, valorizzandone la qualità e l’eccellenza; favorisce la collaborazione e l’integrazione tra i diversi soggetti della filiera del libro in particolare editori, distributori, librerie e biblioteche. Di particolare rilievo è anche la previsione della partecipazione diretta a fiere, saloni, mostre mercato del libro in Italia e all’estero e il sostegno alla manifestazione “Salone Internazionale del libro di Torino”. La Regione concorre infine concorre allo sviluppo di iniziative ed eventi volti alla diffusione della produzione libraria regionale e della promozione della lettura attraverso la rete dei servizi delle biblioteche di pubblica lettura e delle scuole.
L’art. 27 (Imprese editoriali e librerie) riprende, con alcune modifiche, la l.r. 18/2008 in tema di interventi regionali a favore dell’editoria. In particolare, l’articolo in esame impegna la Regione a sostenere le piccole imprese editoriali per incrementarne la competitività e lo sviluppo a livello regionale, nazionale e internazionale, nonché per incentivare la produzione, la diffusione e la commercializzazione delle opere editoriali piemontesi, mediante il sostegno alle librerie indipendenti quali elementi del sistema di produzione e diffusione del libro e della lettura. In tale prospettiva l’articolo introduce alcune definizioni, quali quella di “editore” e di “libreria indipendente”.
L’art. 28 (Strumenti di intervento) prevede che la Regione si attivi con una specifica serie di azioni a favore degli editori piemontesi, con altre attività a sostegno delle sole librerie indipendenti e con un’altra serie di interventi a favore di editori e librerie indipendenti. L’articolo prevede inoltre forme di consultazione e confronto con i principali portatori di interesse (editori, librai, associazioni, fondazioni e operatori culturali della filiera del libro e della lettura) sui temi dell’editoria, attraverso la costituzione di appositi tavoli tecnici e l’istituzione di un comitato tecnico con funzioni consultive (in sostituzione dell’attuale Commissione regionale per l’editoria) per l’attuazione degli interventi previsti a sostegno delle iniziative a favore delle imprese editoriali e delle librerie.
L’art. 29 (Regolamenti attuativi) si configura quale articolo conclusivo del Capo III. Esso definisce gli ambiti tematici (ambito bibliotecario e ambito relativo all'acquisto di beni librari, iconografici, artistici e documentari, antichi e di pregio), la cui disciplina è demandata ad apposito regolamento, da adottarsi da parte della Giunta regionale entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge.
Il Capo IV (Attività culturali e di spettacolo) del Titolo II comprende gli articoli da 30 a 38.
L’art. 30 (Ambiti di intervento) funge da cappello agli articoli dell’intero Capo IV e in primo luogo individua i seguenti sei ambiti di attività, a cui – nello stesso ordine – viene di norma dedicato un apposito articolo di dettaglio: a) spettacolo dal vivo; b) cinema, audiovisivo e multimedialità; c) arti plastiche e visive; d) attività di promozione culturale; e) attività educative; f) patrimonio linguistico e culturale del Piemonte. In secondo luogo sono declinati gli obiettivi specifici del comparto delle attività culturali e dello spettacolo nel riferimento ai principi della programmazione (trasformazione, innovazione, interdisciplinarietà, crescita professionale ed artistica degli operatori), nonché ad alcuni strumenti specifici per raggiungerli (circuiti regionali, residenze artistiche).
L’art. 31 (Spettacolo dal vivo) identifica lo spettacolo dal vivo nelle attività concernenti la danza, la musica, il teatro, lo spettacolo di strada e il circo contemporaneo. Esso prevede che la Regione valorizzi e sostenga le attività di spettacolo dal vivo, favorendo lo sviluppo delle iniziative produttive, distributive, di promozione e ricerca. Nello specifico la valorizzazione e il sostegno riguardano la conservazione e lo studio del patrimonio storico e del repertorio dello spettacolo dal vivo, la ricerca, la sperimentazione e l’innovazione nell’ambito della produzione contemporanea, la realizzazione di stagioni, la rappresentazione di spettacoli, la circuitazione delle attività, la promozione, anche attraverso rassegne e festival, delle diverse espressioni e tendenze della produzione italiana e internazionale, la mobilità degli artisti e delle opere, la creatività giovanile anche attraverso le residenze artistiche.
L’art. 32 (Attività artistiche in strada, circo e spettacolo viaggiante) riconosce all’arte di strada, all’attività circense e all’attività di spettacolo viaggiante un ruolo di valorizzazione culturale e turistica, di incontro creativo tra le persone, di confronto di esperienze, di affermazione di nuovi talenti, di servizio culturale e di aggregazione per un pubblico di ogni classe sociale, età e provenienza geografica. Esso prevede che i Comuni adottino entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge un provvedimento che disciplini l’esercizio di tali attività nel territorio di competenza. Limitatamente alle attività di espressione artistica in strada vengono stabilite disposizioni in relazione ai loro requisiti e agli artisti che le performano.
L’art. 33 (Cinema, audiovisivo e multimedialità) prevede che la Regione valorizzi e sostenga le attività cinematografiche, audiovisive e multimediali, favorendo lo sviluppo delle iniziative produttive, distributive, di promozione e ricerca. Nel dettaglio la valorizzazione ed il sostegno concernono la diffusione degli spettacoli cinematografici, la promozione, anche mediante rassegne e festival, della conoscenza della storia del cinema e dell’audiovisivo nonché delle diverse espressioni e tendenze artistiche della produzione contemporanea italiana ed internazionale. Viene riconosciuto il rilievo culturale ed economico della produzione cinematografica, televisiva, audiovisiva e multimediale mediante l’intervento a sostegno di tale settore tramite la Fondazione Film Commission Torino Piemonte, attuato nel rispetto della normativa statale in materia. Sono infine previste forme di sostegno al piccolo e medio esercizio cinematografico indipendente.
L’art. 34 (Sedi di attività culturale e di spettacolo) prevede che la Regione sostenga mediante contributo in conto capitale i progetti di realizzazione, recupero e trasformazione di spazi, edifici e locali destinati allo svolgimento di attività culturali e di spettacolo. In ambito di realizzazione, ristrutturazione, riqualificazione, ammodernamento e diversificazione produttiva delle sedi di attività culturali e di spettacolo è altresì prevista l’attivazione, con il supporto di Finpiemonte S.p.a., di strumenti di agevolazione finanziaria.
L’art. 35 (Arti plastiche e visive) definisce gli obiettivi specifici nell’ambito delle arti plastiche e visive, individuandoli nella diffusione e nella conoscenza dei movimenti e delle scuole, dei linguaggi e delle forme espressive, nella promozione della ricerca, della sperimentazione, dell’innovazione espressiva, nella diffusione dell’arte pubblica, nell’incentivazione della creatività giovanile, della mobilità e delle residenze degli artisti. Per il raggiungimento di tali obiettivi è previsto il sostegno alle attività espositive, al sistema dell’arte contemporanea in Piemonte, a progetti e iniziative di promozione della creatività giovanile, dell’innovazione espressiva, della contaminazione dei linguaggi, della residenzialità degli artisti, della mobilità internazionale degli artisti e delle opere.
L’art. 36 (Attività di promozione culturale) individua tre macro-obiettivi nell’ambito della promozione culturale: la diffusione di aree culturali quali le letterature, la storia, le scienze umane e sociali, la divulgazione scientifica, il dialogo fra le culture e le religioni; la divulgazione della storia, della cultura e della tradizione regionale; la promozione della cultura della memoria, della cittadinanza attiva, della convivenza civile e dei valori della Costituzione. Per il conseguimento di tali obiettivi la Regione promuove le attività convegnistiche e seminariali e di divulgazione scientifica e culturale, gli studi e ricerche, le rievocazioni storiche.
L’art. 37 (Promozione educativa) concerne le attività corsuali che, eccedendo l’ambito del sistema scolastico, universitario e della formazione professionale, costituiscono opportunità di accesso al sapere, di crescita individuale, di aggregazione e di inclusione sociale, di scambio intergenerazionale. Per il raggiungimento di tali obiettivi è previsto il sostegno a qualificate e continuative attività corsuali in ambito di orientamento musicale, di formazione musicale pre-accademica, di perfezionamento post accademico. E’ altresì previsto il sostegno alle attività corsuali di perfezionamento nelle altre discipline dello spettacolo e alle attività di educazione degli adulti.
L’art. 38 (Patrimonio linguistico e culturale del Piemonte) valorizza e promuove, nei limiti delle competenze regionali, il patrimonio linguistico e culturale del Piemonte nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale, francese e walser. Per la realizzazione di tali obiettivi è previsto il sostegno ad apposite iniziative condotte dagli enti del sistema delle autonomie territoriali o organizzate da istituzioni, enti ed associazioni che svolgono in materia un’attività qualificata e continuativa. L’intervento regionale concerne il patrimonio storico e linguistico, la sua conoscenza, insegnamento, uso e fruizione, ricerca storico-scientifica, con particolare attenzione alle lingue, alla toponomastica, al patrimonio artistico e architettonico, alla vita religiosa, alle usanze, ai costumi, all'ambiente naturale ed antropizzato, alla produzione culturale intesa come riconoscimento della tradizione culturale e come impulso per nuove realizzazioni legate al contemporaneo. La promozione comprende infine la pubblicazione di dati e documenti e l’interconnessione tra i sistemi informativi con lo Stato, le altre Regioni, gli enti e le associazioni del comparto.
Il Capo V (Storia e cultura dell’ottocento e del novecento) del Titolo II è composto da un unico articolo 39 dedicato specificatamente alla storia del Piemonte del XIX e del XX Secolo che ha ricoperto un ruolo di primo piano nello sviluppo dell’economia, della società e della cultura regionale.
Tale articolo riconosce il valore degli Istituti Storici della Resistenza, dei luoghi che furono teatro degli episodi più significativi della lotta di liberazione in Piemonte, degli enti, istituti, associazioni e fondazioni di rilievo culturale.
Per quanto attiene agli enti, istituti, associazioni e fondazioni di rilievo culturale il disegno di legge propone l’abrogazione della apposita l.r. 13/2016 in quanto gli interventi previsti sono riassorbiti e proseguono alla luce della nuova disciplina proposta.
Per quanto riguarda le Società di Mutuo Soccorso, gli Istituti Storici della Resistenza ed i luoghi più significativi della lotta di liberazione, il disegno di legge mantiene invece il rimando alle apposite l.r. 24/1990, l.r. 28/1980, l.r. 41/1985 non oggetto di abrogazione.
L’articolo promuove infine la costituzione e il mantenimento di appositi centri di documentazione relativi al secondo conflitto mondiale e alla Resistenza in Piemonte.
Il Titolo III della legge (Disposizioni finali e transitorie) è articolato in tre Capi.
Il Capo I (Disposizioni modificative, valutative e transitorie) comprende gli articoli da 40 a 42.
L’art. 40 (Modifiche alla legge regionale 25 giugno 2008, n. 18 e alla legge regionale 7 marzo 1989, n. 15) apporta alcune modifiche ed integrazioni alla l.r. 18/2008 in tema di editoria piemontese ed informazione locale, determinate dall’opportunità di ricondurre all’ambito culturale, attraverso gli artt. 26 e 27, le disposizioni attinenti esclusivamente alla piccola editoria piemontese, lasciando vigenti le parti di normativa relative all’informazione locale. L’articolo apporta inoltre la modifica del titolo della l.r. 15/1989 limitando il campo di operatività ai riferimenti urbanistici e alla relativa possibilità per i Comuni di destinare oneri di urbanizzazione.
L’art. 41 (Clausola valutativa) impegna la La Giunta regionale a rendere conto annualmente al Consiglio regionale delle modalità di attuazione della legge e dei risultati ottenuti.
L’art. 42 (Disposizioni transitorie) prevede e disciplina un regime transitorio in fase di prima applicazione della legge per evitare vuoti normativi ed incertezze nella gestione amministrativa fino alla data di adozione di tutti i nuovi strumenti di programmazione e di attuazione previsti dal disegno di legge. Il regime transitorio concerne disposizioni regolamentari, strumenti di programmazione e di attuazione, organismi consultivi e procedimenti amministrativi in atto al momento dell’entrata in vigore del disegno di legge.
Il Capo II (Disposizioni finanziarie) del Titolo III comprende gli articoli da 43 a 45.
L’art. 43 (Fondo per la cultura) introduce una delle più significative novità recate dal disegno di legge. Per ottimizzare le risorse destinate al finanziamento della legge è prevista l’istituzione del Fondo per la cultura in cui confluiscono distintamente le risorse di parte corrente e le risorse in conto capitale che sono attualmente allocate alla missione 5, programma 2 dello stato di previsione delle spese del bilancio 2017-2019. Va precisato che il disegno di legge non determina oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, ma si limita a rimodulare le risorse già stanziate, salvaguardando ed escludendo le risorse relative ai capitoli che fanno riferimento a leggi regionali in oggetto non in via di abrogazione.
Viene esteso all’intero ambito del disegno di legge il meccanismo di riparto delle risorse finanziarie attualmente previsto dalla abroganda l.r. 58/1978, per cui la Giunta regionale, a seguito della approvazione del bilancio regionale finanziario di previsione pluriennale, individua con deliberazione la destinazione delle stesse in riferimento agli ambiti tematici di intervento individuati in coerenza con il Programma triennale della cultura. E’ altresì prevista la possibilità che, in caso di necessità, la Giunta regionale possa aggiornare annualmente con deliberazione la destinazione delle risorse del fondo.
L’art. 44 (Norma finanziaria) individua per ciascuno degli anni del triennio 2017-2019 le risorse che confluiscono nel fondo per la cultura.
In particolare gli importi sono così suddivisi:
- per le spese di parte corrente euro 24.141.065,78 nel 2017, euro 37.885.640,00 per il 2018 ed euro 37.885.640,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 1 “Spese correnti”;
- per le spese in conto capitale euro 515.000,00 nel 2017, euro 650.000,00 per il 2018 ed euro 650.000,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 2 “Spese in conto capitale”.
Nella definizione degli importi non sono stati computati per il triennio 2017-2019 gli importi relativi ai fondi statali ed europei e alle leggi regionali non oggetto di abrogazione (quali, ad esempio la l.r. 37/1978 sul Museo regionale di scienze naturali, la l.r. 24/1990 sulle società di mutuo soccorso). Limitatamente all’esercizio 2017 non sono stati computati gli importi corrispondenti ai residui 2016, alle risorse 2016 reimputate sull’esercizio 2017, alle risorse impegnate nel 2016 sull’esercizio 2017. Queste considerazioni motivano il divario di oltre tredici milioni di euro tra la dotazione 2017 del fondo e quella per il 2018 e 2019.
L’art. 44 (Norma finale) dispone che gli atti emanati in applicazione del presente disegno di legge che prevedano l'attivazione di azioni configurabili come aiuti di Stato, ad eccezione dei casi in cui detti aiuti siano erogati in conformità a quanto previsto dai regolamenti comunitari di esenzione, o in regime de minimis, siano oggetto di notifica ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato.
Il Capo III (Disposizioni abrogative) del Titolo III comprende un unico articolo 46.
L’art. 46 (Abrogazioni) provvede all’abrogazione delle leggi regionali indicate in premessa, di altre leggi regionali vigenti, di leggi regionali o parti di esse che modificano le leggi in via di soppressione e dei relativi regolamenti attuativi.
Nel disegno di legge non sono confluite le seguenti leggi regionali che continuano ad esplicare la loro efficacia:
- legge regionale 29 giugno 1978, n. 37 (Istituzione del Museo regionale di Scienze Naturali);
- legge regionale 26 luglio 1978, n. 45 (Istituzione del Museo Ferroviario Piemontese);
- legge regionale 22 aprile 1980, n. 28 (Concessione di contributi annuali agli Istituti Storici della Resistenza e all’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino);
- legge regionale 18 aprile 1985, n. 41 (Valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e dei luoghi della lotta di liberazione in Piemonte);
- legge regionale 7 marzo 1989, n. 15 (Individuazione negli strumenti urbanistici generali di aree destinate ad attrezzature religiose. Utilizzo da parte dei Comuni del fondo derivante dagli oneri di urbanizzazione e contributi regionali per gli interventi relativi agli edifici di culto e pertinenze funzionali all’esercizio del culto stesso) di cui continuano ad esplicare efficacia solamente gli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 avendo provveduto all’abrogazione (art. 46) degli articoli 6, 7 e 8;
- legge regionale 9 aprile 1990, n. 24 (Tutela e promozione del patrimonio e dei valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso);
- legge regionale 14 marzo 1995, n. 31 (Istituzione di Ecomusei del Piemonte);
- legge regionale 9 gennaio 2006, n. 1 (istituzione del Centro di documentazione nell’area della “Benedicta” nel Parco delle Capanne di Marcarolo).
RELAZIONE TECNICO-FINANZIARIA
Alle disposizioni finanziarie è dedicato il Capo II (Disposizioni finanziarie) del Titolo III del disegno di legge, che comprende gli articoli 43 e 44.
Va innanzitutto affermato che il disegno di legge non determina oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, ma si limita a rimodulare le risorse già stanziate nel bilancio di previsione finanziario 2017-2019 per dare copertura al Fondo per la cultura costituito dall’art. 43. Nel Fondo per la cultura confluiscono distintamente le risorse di parte corrente e le risorse in conto capitale che sono attualmente allocate alla missione 5, programma 2, dello stato di previsione delle spese del bilancio 2017-2019, ad eccezione delle risorse che fanno riferimento a leggi regionali non in via di abrogazione, quali, ad esempio, la l.r. 37/1978 sul Museo regionale di scienze naturali e la l.r. 24/1990 sulle società di mutuo soccorso. Sono altresì esclusi dal Fondo per la cultura gli importi relativi ai fondi statali ed europei.
Va poi chiarito che, limitatamente all’esercizio 2017, non sono stati computati nel Fondo gli importi corrispondenti ai residui 2016, alle risorse 2016 reimputate sull’esercizio 2017, alle risorse impegnate nel 2016 sull’esercizio 2017. Queste considerazioni motivano il divario di oltre tredici milioni di euro tra la dotazione 2017 del Fondo e quella per il 2018 e 2019.
Di seguito sono indicate le risorse che l’art. 44 del disegno di legge alloca nel Fondo per la cultura:
- per le spese di parte corrente euro 24.141.065,78 nel 2017, euro 37.885.640,00 per il 2018 ed euro 37.885.640,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 1 “Spese correnti”;
- per le spese in conto capitale euro 515.000,00 nel 2017, euro 650.000,00 per il 2018 ed euro 650.000,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 2 “Spese in conto capitale”.
Tale articolo riconosce il valore degli Istituti Storici della Resistenza, dei luoghi che furono teatro degli episodi più significativi della lotta di liberazione in Piemonte, degli enti, istituti, associazioni e fondazioni di rilievo culturale.
Per quanto attiene agli enti, istituti, associazioni e fondazioni di rilievo culturale il disegno di legge propone l’abrogazione della apposita l.r. 13/2016 in quanto gli interventi previsti sono riassorbiti e proseguono alla luce della nuova disciplina proposta.
Per quanto riguarda le Società di Mutuo Soccorso, gli Istituti Storici della Resistenza ed i luoghi più significativi della lotta di liberazione, il disegno di legge mantiene invece il rimando alle apposite l.r. 24/1990, l.r. 28/1980, l.r. 41/1985 non oggetto di abrogazione.
L’articolo promuove infine la costituzione e il mantenimento di appositi centri di documentazione relativi al secondo conflitto mondiale e alla Resistenza in Piemonte.
Il Titolo III della legge (Disposizioni finali e transitorie) è articolato in tre Capi.
Il Capo I (Disposizioni modificative, valutative e transitorie) comprende gli articoli da 40 a 42.
L’art. 40 (Modifiche alla legge regionale 25 giugno 2008, n. 18 e alla legge regionale 7 marzo 1989, n. 15) apporta alcune modifiche ed integrazioni alla l.r. 18/2008 in tema di editoria piemontese ed informazione locale, determinate dall’opportunità di ricondurre all’ambito culturale, attraverso gli artt. 26 e 27, le disposizioni attinenti esclusivamente alla piccola editoria piemontese, lasciando vigenti le parti di normativa relative all’informazione locale. L’articolo apporta inoltre la modifica del titolo della l.r. 15/1989 limitando il campo di operatività ai riferimenti urbanistici e alla relativa possibilità per i Comuni di destinare oneri di urbanizzazione.
L’art. 41 (Clausola valutativa) impegna la La Giunta regionale a rendere conto annualmente al Consiglio regionale delle modalità di attuazione della legge e dei risultati ottenuti.
L’art. 42 (Disposizioni transitorie) prevede e disciplina un regime transitorio in fase di prima applicazione della legge per evitare vuoti normativi ed incertezze nella gestione amministrativa fino alla data di adozione di tutti i nuovi strumenti di programmazione e di attuazione previsti dal disegno di legge. Il regime transitorio concerne disposizioni regolamentari, strumenti di programmazione e di attuazione, organismi consultivi e procedimenti amministrativi in atto al momento dell’entrata in vigore del disegno di legge.
Il Capo II (Disposizioni finanziarie) del Titolo III comprende gli articoli da 43 a 45.
L’art. 43 (Fondo per la cultura) introduce una delle più significative novità recate dal disegno di legge. Per ottimizzare le risorse destinate al finanziamento della legge è prevista l’istituzione del Fondo per la cultura in cui confluiscono distintamente le risorse di parte corrente e le risorse in conto capitale che sono attualmente allocate alla missione 5, programma 2 dello stato di previsione delle spese del bilancio 2017-2019. Va precisato che il disegno di legge non determina oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, ma si limita a rimodulare le risorse già stanziate, salvaguardando ed escludendo le risorse relative ai capitoli che fanno riferimento a leggi regionali in oggetto non in via di abrogazione.
Viene esteso all’intero ambito del disegno di legge il meccanismo di riparto delle risorse finanziarie attualmente previsto dalla abroganda l.r. 58/1978, per cui la Giunta regionale, a seguito della approvazione del bilancio regionale finanziario di previsione pluriennale, individua con deliberazione la destinazione delle stesse in riferimento agli ambiti tematici di intervento individuati in coerenza con il Programma triennale della cultura. E’ altresì prevista la possibilità che, in caso di necessità, la Giunta regionale possa aggiornare annualmente con deliberazione la destinazione delle risorse del fondo.
L’art. 44 (Norma finanziaria) individua per ciascuno degli anni del triennio 2017-2019 le risorse che confluiscono nel fondo per la cultura.
In particolare gli importi sono così suddivisi:
- per le spese di parte corrente euro 24.141.065,78 nel 2017, euro 37.885.640,00 per il 2018 ed euro 37.885.640,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 1 “Spese correnti”;
- per le spese in conto capitale euro 515.000,00 nel 2017, euro 650.000,00 per il 2018 ed euro 650.000,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 2 “Spese in conto capitale”.
Nella definizione degli importi non sono stati computati per il triennio 2017-2019 gli importi relativi ai fondi statali ed europei e alle leggi regionali non oggetto di abrogazione (quali, ad esempio la l.r. 37/1978 sul Museo regionale di scienze naturali, la l.r. 24/1990 sulle società di mutuo soccorso). Limitatamente all’esercizio 2017 non sono stati computati gli importi corrispondenti ai residui 2016, alle risorse 2016 reimputate sull’esercizio 2017, alle risorse impegnate nel 2016 sull’esercizio 2017. Queste considerazioni motivano il divario di oltre tredici milioni di euro tra la dotazione 2017 del fondo e quella per il 2018 e 2019.
L’art. 44 (Norma finale) dispone che gli atti emanati in applicazione del presente disegno di legge che prevedano l'attivazione di azioni configurabili come aiuti di Stato, ad eccezione dei casi in cui detti aiuti siano erogati in conformità a quanto previsto dai regolamenti comunitari di esenzione, o in regime de minimis, siano oggetto di notifica ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato.
Il Capo III (Disposizioni abrogative) del Titolo III comprende un unico articolo 46.
L’art. 46 (Abrogazioni) provvede all’abrogazione delle leggi regionali indicate in premessa, di altre leggi regionali vigenti, di leggi regionali o parti di esse che modificano le leggi in via di soppressione e dei relativi regolamenti attuativi.
Nel disegno di legge non sono confluite le seguenti leggi regionali che continuano ad esplicare la loro efficacia:
- legge regionale 29 giugno 1978, n. 37 (Istituzione del Museo regionale di Scienze Naturali);
- legge regionale 26 luglio 1978, n. 45 (Istituzione del Museo Ferroviario Piemontese);
- legge regionale 22 aprile 1980, n. 28 (Concessione di contributi annuali agli Istituti Storici della Resistenza e all’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino);
- legge regionale 18 aprile 1985, n. 41 (Valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e dei luoghi della lotta di liberazione in Piemonte);
- legge regionale 7 marzo 1989, n. 15 (Individuazione negli strumenti urbanistici generali di aree destinate ad attrezzature religiose. Utilizzo da parte dei Comuni del fondo derivante dagli oneri di urbanizzazione e contributi regionali per gli interventi relativi agli edifici di culto e pertinenze funzionali all’esercizio del culto stesso) di cui continuano ad esplicare efficacia solamente gli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 avendo provveduto all’abrogazione (art. 46) degli articoli 6, 7 e 8;
- legge regionale 9 aprile 1990, n. 24 (Tutela e promozione del patrimonio e dei valori storici, sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso);
- legge regionale 14 marzo 1995, n. 31 (Istituzione di Ecomusei del Piemonte);
- legge regionale 9 gennaio 2006, n. 1 (istituzione del Centro di documentazione nell’area della “Benedicta” nel Parco delle Capanne di Marcarolo).
RELAZIONE TECNICO-FINANZIARIA
Alle disposizioni finanziarie è dedicato il Capo II (Disposizioni finanziarie) del Titolo III del disegno di legge, che comprende gli articoli 43 e 44.
Va innanzitutto affermato che il disegno di legge non determina oneri aggiuntivi a carico del bilancio regionale, ma si limita a rimodulare le risorse già stanziate nel bilancio di previsione finanziario 2017-2019 per dare copertura al Fondo per la cultura costituito dall’art. 43. Nel Fondo per la cultura confluiscono distintamente le risorse di parte corrente e le risorse in conto capitale che sono attualmente allocate alla missione 5, programma 2, dello stato di previsione delle spese del bilancio 2017-2019, ad eccezione delle risorse che fanno riferimento a leggi regionali non in via di abrogazione, quali, ad esempio, la l.r. 37/1978 sul Museo regionale di scienze naturali e la l.r. 24/1990 sulle società di mutuo soccorso. Sono altresì esclusi dal Fondo per la cultura gli importi relativi ai fondi statali ed europei.
Va poi chiarito che, limitatamente all’esercizio 2017, non sono stati computati nel Fondo gli importi corrispondenti ai residui 2016, alle risorse 2016 reimputate sull’esercizio 2017, alle risorse impegnate nel 2016 sull’esercizio 2017. Queste considerazioni motivano il divario di oltre tredici milioni di euro tra la dotazione 2017 del Fondo e quella per il 2018 e 2019.
Di seguito sono indicate le risorse che l’art. 44 del disegno di legge alloca nel Fondo per la cultura:
- per le spese di parte corrente euro 24.141.065,78 nel 2017, euro 37.885.640,00 per il 2018 ed euro 37.885.640,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 1 “Spese correnti”;
- per le spese in conto capitale euro 515.000,00 nel 2017, euro 650.000,00 per il 2018 ed euro 650.000,00 per il 2019, nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 2 “Spese in conto capitale”.
E’ allegata alla presente relazione finanziaria una tabella, che dettaglia analiticamente per ciascuno degli anni del triennio 2017-2019 i capitoli e gli importi che hanno concorso alla dotazione del Fondo per la cultura.
Il testo del disegno di legge
E finiamo con il testo integrale del disegno di legge, per veri appassionati
SOMMARIO
TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI
CAPO I PRINCIPI, FINALITÀ, OBIETTIVI, FUNZIONI
Art. 1 (Principi)
Art. 2 (Finalità)
Art. 3 (Obiettivi)
Art. 4 (Funzioni della Regione)
Art. 5 (Sistema delle autonomie territoriali)
CAPO II STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI INTERVENTO
Art. 6 (Programma triennale della cultura)
Art. 7 (Strumenti di intervento)
Art. 8
(Partecipazione)
Art. 9 (Soggetti
destinatari degli interventi)
Art. 10 (Sistemi informativi della cultura)
TITOLO II BENI, ISTITUTI, LUOGHI DELLA CULTURA,
ATTIVITA’ CULTURALI
CAPO I BENI CULTURALI
Art. 11 (Beni culturali di interesse artistico,
storico, archeologico)
Art. 12 (Valorizzazione della Sacra di San Michele quale monumento
simbolo del Piemonte)
Art. 13 (Beni etnoantropologici e patrimonio
culturale immateriale)
Art. 14 (Beni culturali di interesse archivistico,
bibliografico e documentale)
CAPO II ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA
Art. 15 (Musei)
Art. 16 (Funzioni della Regione in materia di musei)
Art. 17 (Sistemi museali)
Art. 18 (Ecomusei)
Art. 19 (Programmi UNESCO)
Art. 20 (Biblioteche)
Art. 21 (Reti e sistemi bibliotecari)
Art. 22 (Archivi e sistemi archivistici)
Art. 23 (Centri di documentazione)
Art. 24 (Rete documentale integrata regionale e
locale)
Art. 25 (Istituzioni culturali)
CAPO III PROMOZIONE DEL LIBRO E DELLA LETTURA
Art. 26 (Promozione del libro e della lettura)
Art. 27 (Imprese editoriali e librerie)
Art. 28 (Strumenti di intervento)
Art. 29 (Regolamenti attuativi)
CAPO IV ATTIVITA’ CULTURALI E DI SPETTACOLO
Art. 30 (Ambiti di intervento)
Art. 31 (Spettacolo dal vivo)
Art. 32 (Attività artistiche in strada, circo e
spettacolo viaggiante)
Art. 33 (Cinema, audiovisivo e multimedialità)
Art. 34 (Sedi di attività culturale e di
spettacolo)
Art. 35 (Arti plastiche e visive)
Art. 36 (Attività di promozione culturale)
Art. 37 (Promozione educativa)
Art. 38 (Patrimonio linguistico e culturale del
Piemonte)
CAPO V STORIA E CULTURA DELL’OTTOCENTO E DEL
NOVECENTO
Art. 39 (Storia e cultura del XIX e del XX secolo)
TITOLO III DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
CAPO I DISPOSIZIONI MODIFICATIVE, VALUTATIVE E
TRANSITORIE
Art. 40 (Modifiche alla legge regionale 25 giugno
2008, n. 18 e alla legge regionale 7 marzo 1989, n. 15)
Art. 41 (Clausola valutativa)
Art. 42 (Disposizioni transitorie)
CAPO II DISPOSIZIONI FINANZIARIE
Art. 43 (Fondo per la cultura)
Art. 44 (Norma finanziaria)
Art. 45 (Norma finale)
CAPO III DISPOSIZIONI ABROGATIVE
Art. 46 (Abrogazioni)
Titolo I
DISPOSIZIONI GENERALI
CAPO I
PRINCIPI, FINALITÀ, OBIETTIVI, FUNZIONI
Art. 1.
(Principi)
1. La Regione Piemonte riconosce e considera la
cultura, in tutti i suoi aspetti, generi e manifestazioni, come
valore essenziale e strumento fondamentale di crescita umana, di
libera espressione, mezzo di promozione ed educazione sociale, di
comunicazione, di insostituibile valore sociale e formativo, in
particolare per le giovani generazioni, nonché quale fattore di
sviluppo economico e sociale del territorio e delle comunità che lo
abitano.
Art. 2.
(Finalità)
1. La Regione, in armonia con la normativa europea,
con la Costituzione e lo Statuto regionale, nel contesto dei rapporti
con l’Unione Europea, con lo Stato e con il sistema delle autonomie
territoriali, orienta le proprie politiche ed azioni per favorire e
sostenere:
a) l’accesso da parte di tutti i cittadini alle
attività e ai beni culturali con pari opportunità di fruizione,
rimuovendo le barriere fisiche e operando per ridurre gli ostacoli
culturali, sociali ed economici alla partecipazione culturale;
b) i processi di integrazione sociale e culturale in
atto nella società contemporanea attraverso i valori e gli strumenti
propri della cultura, con particolare attenzione alla crescita
culturale e sociale delle nuove generazioni, alla promozione degli
scambi intergenerazionali e all’integrazione dei nuovi cittadini;
c) l’integrazione fra le politiche culturali e gli
altri ambiti di intervento regionale, con particolare riferimento
alla valorizzazione turistica, allo sviluppo economico, alle attività
produttive, al governo del territorio, alla salvaguardia e alla
promozione dei paesaggi culturali del Piemonte, alla salute e al
benessere degli individui e delle collettività, in considerazione
del valore trasversale e multidimensionale della cultura;
d) la conservazione, la salvaguardia e la
valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale del
Piemonte, ivi comprese le espressioni culturali dei nuovi cittadini e
delle comunità di cittadini piemontesi residenti all’estero;
e) la diffusione e la formazione della cultura
digitale e dell’innovazione;
f) la promozione e il sostegno degli artisti, delle
espressioni artistiche e delle forme di spettacolo anche nelle loro
dimensioni innovative e di ricerca, favorendo l’attivazione di
progetti di scambio e circuitazione di artisti e opere in Italia e
all’estero;
g) la diffusione del libro e della promozione della
lettura nei diversi supporti cartacei e digitali per tutte le fasce
d’utenza, sia in cooperazione con le biblioteche, sia nell’ambito
di specifiche iniziative;
h) il valore delle professionalità che operano nel campo della
cultura, considerate come risorse sociali, economiche e
occupazionali, nonché la qualificazione e il rafforzamento del mondo
professionale, dell’impresa e dell’imprenditorialità culturale
nella produzione e nella gestione dei beni e delle attività
culturali, coinvolgendo soggetti privati e forme innovative di
partenariato pubblico-privato, utilizzando appieno strategie di
reperimento di risorse;
i) il ruolo del volontariato, a supporto degli
operatori professionali qualificati;
l) il dispiegarsi del pluralismo, incentivando e
sostenendo la diffusione delle pratiche artistiche e culturali nella
loro dimensione produttiva e creativa, valorizzando le dimensioni
professionali e di eccellenza;
m) la promozione della dimensione internazionale
delle attività e del patrimonio culturale regionale, incentivando le
occasioni di confronto e cooperazione sovranazionali;
n) il ruolo della cultura per la costruzione di
un’immagine dinamica, aperta e contemporanea del Piemonte e della
sua società.
2. La Regione riconosce la trasversalità della
cultura e la necessità di coordinare politiche e strumenti d’azione
intersettoriali per favorirne gli effetti positivi sulle dinamiche di
sviluppo sociale e individuale. La Regione opera al fine di:
a) potenziare l’impatto economico e sociale di
progetti complessi a guida culturale e ottimizzarne le ricadute in
altri comparti;
b) concorrere al benessere individuale e collettivo;
c) contribuire al dialogo interculturale promuovendo
dinamiche d’inclusione;
d) concorrere allo sviluppo sostenibile dei
territori e alla valorizzazione dei paesaggi culturali del Piemonte.
Art. 3.
(Obiettivi)
1. Nell’ambito della definizione e dello sviluppo
delle proprie politiche culturali, di programmazione e intervento, la
Regione attribuisce particolare importanza al perseguimento dei
seguenti obiettivi:
a) la costruzione di un’offerta diffusa,
articolata e plurale sul territorio;
b) il coinvolgimento diretto di tutte le fasce di
pubblico anche attraverso il raccordo strutturato con il mondo della
scuola e della formazione e con specifico riguardo per le persone
caratterizzate da diverse abilità;
c) l’esercizio di partenariati pubblico-privati,
volti ad accrescere l’ impatto delle risorse pubbliche attraverso
l’attivazione di circuiti economici allargati e sostenibili;
d) la promozione di reti e sistemi finalizzati a
un’offerta di servizi di elevata qualità in grado di garantire
efficacia ed efficienza di gestione;
e) il sostegno alle iniziative di nuovi operatori,
in particolare giovani, per l’avvio di progetti innovativi sotto il
profilo dei contenuti e delle modalità di gestione;
f) l’innalzamento dei livelli qualitativi dei
servizi culturali attraverso la crescita degli operatori, delle
istituzioni e delle professionalità anche tramite l’adozione di
standard di qualità e di sistemi di accreditamento.
Art. 4.
(Funzioni della Regione)
1. La Regione programma, indirizza e sostiene le
attività culturali e dello spettacolo, la valorizzazione e la
conservazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, anche
attraverso l’armonizzazione ed il coordinamento di risorse,
programmi e progetti con i differenti livelli istituzionali.
L’attività regionale tiene conto delle istanze emergenti dai
territori, è informata a criteri di sussidiarietà verticale e
orizzontale e di trasparenza nell’utilizzo delle risorse.
2. La Regione in particolare:
a) definisce gli ambiti e le priorità d’intervento
in campo culturale in relazione al quadro finanziario pluriennale e
gli strumenti specifici di intervento all’interno del Programma
triennale della cultura di cui all’articolo 6;
b) coopera, nell’ottica di interventi ispirati al principio di
sussidiarietà, con tutti i livelli istituzionali e con gli operatori
del settore per il miglioramento e lo sviluppo del sistema culturale
regionale, per la sua promozione e valorizzazione sia in ambito
regionale, che nazionale e internazionale;
c) sostiene l’acquisizione di beni al patrimonio
culturale;
d) attua propri progetti culturali; opera in regime
di partecipazione in enti di promozione e valorizzazione culturale;
favorisce la programmazione negoziata tramite il ricorso al
convenzionamento e alla sottoscrizione di accordi; sostiene tramite
contributo le iniziative culturali organizzate da terzi e ritenute
coerenti con gli indirizzi generali di politica culturale anche
tramite procedure selettive;
e) promuove l’applicazione di standard di qualità
e di forme di accreditamento volte a elevare il livello delle
prestazioni di servizio delle istituzioni e degli operatori
nell’interesse dei diversi pubblici della cultura e dell’utenza;
f) opera per la realizzazione di sistemi, reti,
centri servizi, che si qualifichino come infrastrutture del
territorio e delle sue espressioni culturali.
Art. 5.
(Sistema delle autonomie territoriali)
1. Gli enti appartenenti al sistema delle autonomie
territoriali concorrono nell’ambito delle loro attribuzioni alla
realizzazione delle finalità e degli obiettivi di cui alla presente
legge.
2. Gli enti appartenenti al sistema delle autonomie
territoriali esercitano le funzioni e i compiti nelle materie di cui
alla presente legge nel contesto normativo della legge regionale 26
aprile 2000, n. 44 (di attuazione del decreto legislativo 31 marzo
1998, n. 112), della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle
città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di
comuni), della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23 (Riordino delle
funzioni amministrative conferite alle Province in attuazione della
legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle città
metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni “).
CAPO II
STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E DI INTERVENTO
Art. 6.
(Programma triennale della cultura)
1. Il Programma triennale della cultura è lo
strumento per la programmazione degli interventi della Regione in
materia di beni e attività culturali.
2. Il Programma triennale individua gli obiettivi,
le priorità strategiche e le linee guida di intervento per
l’organizzazione delle attività e la realizzazione delle
iniziative previste nella presente legge e può essere aggiornato su
base annuale con le modalità di cui al comma 4.
3. Il Programma triennale è definito nel contesto degli atti di
programmazione e pianificazione dello sviluppo regionale, nonché dei
documenti regionali di programmazione economico-finanziaria e in
particolare con i bilanci di previsione finanziari. Il Programma
triennale contiene:
a) una relazione introduttiva sullo stato della
cultura in Piemonte in relazione agli altri settori di
programmazione, al contesto nazionale e internazionale;
b) le linee di intervento, gli obiettivi e le
priorità relativi alla programmazione regionale;
c) le linee e le priorità per l’impiego delle
risorse finanziarie da destinare ai diversi settori di intervento
nell’ambito del Fondo per la cultura di cui all’articolo 43;
d) i criteri generali di valutazione di attività e
iniziative;
e) la tipologia dei soggetti destinatari degli
interventi in esso individuati.
4. Il Programma triennale è approvato dalla Giunta
regionale, sentita la Commissione consiliare competente entro il 30
novembre dell’anno precedente al triennio di riferimento. Il
Programma resta comunque in vigore sino all’approvazione del
documento relativo al nuovo triennio.
Art. 7.
(Strumenti di intervento)
1. Per il conseguimento delle finalità e
degli obiettivi di cui agli articoli 2 e 3 e per la realizzazione
degli interventi, delle attività e delle iniziative previsti dalla
presente legge, la Regione opera attraverso uno o più dei seguenti
strumenti:
a) programmazione e realizzazione diretta;
b) programmazione e realizzazione in partenariato
mediante il ricorso a:
1) intese istituzionali e accordi di
programma con altre pubbliche amministrazioni;
2) partecipazione in enti di promozione e
valorizzazione culturale;
3) convenzionamento e sottoscrizione di accordi con
soggetti pubblici e privati sulla base di requisiti e criteri
indicati dal Programma triennale della cultura;
4) promozione di reti e sistemi anche attraverso
piani territoriali o tematici della cultura, che vedono la
partecipazione di soggetti pubblici e privati;
c) sostegno attraverso l’assegnazione di
contributi o tramite l’attivazione di altri strumenti finanziari a
favore dell’ente terzo organizzatore e realizzatore.
2. Gli strumenti di cui al comma 1 possono essere
attivati su base annuale o pluriennale.
3. Gli strumenti di cui al comma 1, lettera c),
devono essere attivati con procedure di evidenza pubblica, che
consentono una valutazione oggettiva degli elementi di quantità e
qualità di interventi, attività e iniziative.
4. La Giunta regionale, con una o più
deliberazioni:
a) individua le modalità per la
gestione degli interventi di cui al Titolo II;
b) individua gli ambiti che necessitano di
un’attività specialistica consultiva e di supporto tecnico alle
strutture regionali, e istituisce appositi comitati tecnici, di cui
definisce la composizione, i compiti e le modalità operative. La
partecipazione al comitato tecnico è gratuita, fatto salvo il
rimborso delle spese agli esperti esterni all’amministrazione
regionale;
c) individua strumenti
necessari per valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi e
l’impatto delle politiche culturali nel medio e lungo periodo,
nonché per migliorarne gli strumenti attuativi.
Art. 8.
(Partecipazione)
1. La Giunta regionale, con propria deliberazione,
al fine di garantire sistemi diffusi di partecipazione, istituisce
uno o più tavoli della cultura, intesi come sede di consultazione e
confronto territoriale o tematico, anche in relazione al Programma
triennale della cultura di cui all’articolo 6, con i soggetti
pubblici e privati, singoli, associati o loro rappresentanze,
operanti nel comparto culturale. Tale deliberazione ne definisce
l’ambito di competenza, la composizione, i compiti e le modalità
operative. La partecipazione al tavolo o ai tavoli della cultura
avviene senza oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 9.
(Soggetti destinatari
degli interventi)
1. I soggetti destinatari degli interventi, delle
azioni e dei finanziamenti previsti dalla presente legge sono:
a) enti locali singoli o associati;
b) pubbliche amministrazioni;
c) istituzioni culturali e formative;
d) enti e istituzioni religiose;
e) associazioni e fondazioni pubbliche e private;
f) altri enti che operano senza fine di lucro;
g) piccole imprese e soggetti del settore culturale,
creativo e dello spettacolo che operano in Piemonte.
2. Il Programma triennale, di cui all’articolo 6,
individua per ciascun ambito di intervento la tipologia dei soggetti
destinatari.
Art. 10.
(Sistemi informativi della cultura)
1. La Regione:
a) promuove lo sviluppo, l’integrazione e la
diffusione dei sistemi informativi e di comunicazione per la
conoscenza, la descrizione, la gestione e la valorizzazione dei beni
e delle attività culturali;
b) favorisce la raccolta, la gestione, condivisione,
lo scambio e la pubblicazione di dati, documenti e risorse digitali,
anche tramite l'adozione di standard e regole comuni;
c) promuove la partecipazione a reti informative
culturali nazionali e internazionali.
TITOLO II
BENI, ISTITUTI, LUOGHI DELLA CULTURA, ATTIVITA’
CULTURALI
CAPO I
BENI CULTURALI
Art. 11.
(Beni culturali di interesse artistico, storico,
archeologico)
a) promuove e sostiene, secondo quanto previsto dal
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei Beni Culturali
e del Paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio
2002, n. 137), anche in concorso con altri soggetti pubblici e
privati, la messa in sicurezza, la salvaguardia, la conoscenza e la
valorizzazione dei beni culturali di interesse artistico,
storico, archeologico - inclusi i siti
di archeologia industriale - nel loro contesto di paesaggio culturale
e ne favorisce la manutenzione, l’utilizzo, l’accessibilità e la
fruizione pubblica anche sulla base di specifici progetti;
b) favorisce lo sviluppo di sistemi integrati di
intervento e di gestione dei beni e delle attività culturali,
incluse iniziative per la riqualificazione di luoghi e spazi a essi
dedicati.
2. Per il perseguimento delle finalità di cui al
comma 1, la Regione può concludere accordi con il Ministero dei
Beni e delle Attività culturali e del Turismo, con altre Regioni,
enti pubblici locali e nazionali, organismi internazionali,
università, istituti scolastici e di formazione ed enti privati
che operano in ambito culturale.
Art. 12.
(Valorizzazione della Sacra di San Michele quale
monumento simbolo del Piemonte)
1. La Regione:
a) riconosce la Sacra di San Michele quale monumento simbolo del
Piemonte, per l’eccezionalità della sua storia secolare e della
sua testimonianza spirituale, artistica e culturale che ne fanno,
unitamente alla spettacolarità della sua collocazione, sintesi e
vessillo del patrimonio culturale regionale;
b) promuove la conoscenza e la valorizzazione della
Sacra di San Michele con iniziative proprie e con il sostegno di
iniziative qualificate assunte da parte di altri soggetti, anche
privati;
c) favorisce azioni volte al recupero ed al
mantenimento delle attività strutturali dell’edificio, nonché
alla realizzazione delle iniziative culturali che ne facciano centro
di scambio ed integrazione delle culture regionali d’Europa, della
spiritualità, della pace.
Art. 13.
(Beni etnoantropologici
e patrimonio culturale immateriale)
2. La conoscenza, l’individuazione, la
salvaguardia e la valorizzazione dei beni etnoantropologici e del
patrimonio culturale immateriale hanno come finalità la promozione
della partecipazione, dello scambio interculturale e dello sviluppo
di processi di inclusione sociale, così come indicato all’art. 2.
3. Ai fini della presente legge, per patrimonio
culturale immateriale si intendono: le prassi, le rappresentazioni,
le espressioni, le conoscenze, i saperi, come pure gli strumenti, gli
oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi che
le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono
in quanto parte del loro patrimonio culturale, in coerenza con la
definizione contenuta nella Convenzione per la salvaguardia del
patrimonio culturale immateriale ratificata dalla legge 27 settembre
2007, n. 167 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione per la
salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, adottata a Parigi
il 17 ottobre 2003 dalla XXXII sessione della Conferenza generale
dell’UNESCO), con particolare riguardo a:
a) tradizioni ed espressioni orali, compresa la
storia orale, la narrativa e la toponomastica;
b) consuetudini sociali, eventi rituali e festivi;
c) saperi, pratiche, credenze relative al ciclo
dell’anno e della vita, alla natura e all’universo;
d) saperi e tecniche tradizionali relativi ad
attività produttive protoindustriali, rurali, artigianali,
commerciali ed alla cultura del lavoro, così come si è espressa nel
corso della storia sociale ed economica regionale.
4. La Regione promuove inoltre la catalogazione e la
costituzione di inventari del patrimonio immateriale e ne favorisce
l’iscrizione nelle liste predisposte dall’UNESCO, svolgendo una
funzione di indirizzo e sostegno verso le istituzioni nazionali ed
internazionali preposte.
Art. 14.
(Beni culturali di interesse archivistico,
bibliografico e documentale)
a) sostiene le attività di conoscenza,
conservazione e valorizzazione dei beni culturali archivistici,
documentali e bibliografici di interesse culturale presenti sul
territorio regionale attraverso il sostegno anche economico alla
realizzazione di specifici progetti al fine di promuovere e
valorizzare la complessità e la ricchezza del patrimonio culturale
piemontese;
b) provvede altresì all’attuazione delle
disposizioni normative relative al deposito finalizzate alla
costituzione dell’archivio della produzione editoriale piemontese
secondo le disposizioni di cui alla legge 15 aprile 2004, n. 106
(Norme relative al deposito legale dei documenti di interesse
culturale destinati all'uso pubblico)
e del decreto del Presidente della Repubblica 3 maggio
2006, n. 252 (Regolamento recante norme in materia di deposito legale
dei documenti di interesse culturale destinati all'uso pubblico).
CAPO II
ISTITUTI E LUOGHI DELLA CULTURA
Art. 15.
(Musei)
1. Ai fini della presente legge si intende per
museo: l’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio
della società e del suo sviluppo, aperta al pubblico, che acquisisce
e conserva le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e
del suo ambiente, compie ricerche su di esse, le comunica e le espone
a fini di studio, educazione e diletto, promuovendone la conoscenza
presso il pubblico e la comunità scientifica, in coerenza con la
definizione, adottata dall’ International Council of Museums - ICOM
– nella sua 21° Conferenza Generale del 2007 in Vienna.
2. Le attività fondamentali del museo sono:
a) la gestione, conservazione e sicurezza delle
collezioni, comprensive delle attività connesse alle acquisizioni e
alle scelte di prestito e di circolazione delle opere;
b) l’aggiornamento dell’inventario e del
catalogo delle proprie opere, il loro studio, il contributo
all’inventario ed alla catalogazione dei beni culturali;
c) la formazione del sistema di offerta culturale,
comprensivo di tutto ciò che contribuisce a qualificare l’esperienza
della visita e il valore percepito dal pubblico;
d) la ricerca scientifica e il collegamento
culturale, didattico e scientifico con le scuole, le Università, gli
istituti e le associazioni culturali di rilevanza regionale,
nazionale e internazionale;
e) il contributo alle strategie di valorizzazione
territoriale e di sviluppo locale attraverso la messa a disposizione
del proprio patrimonio di conoscenze storiche e scientifiche a favore
delle società locali.
Art. 16.
(Funzioni della Regione in materia di musei)
1. Al fine di promuovere la conoscenza e la
fruizione del patrimonio culturale del Piemonte la Regione,
nell’ambito delle proprie competenze, ferme restando le prerogative
di autonomia scientifica e gestionale dei singoli istituti, sostiene,
indirizza e coordina l’istituzione e lo sviluppo dei musei, con
particolare riguardo alle seguenti funzioni:
a) promuovere e sostenere la crescita qualitativa
dell’offerta museale in Piemonte tramite l’innovazione
gestionale, l’abbattimento delle barriere fisiche e culturali alla
fruizione delle collezioni, l’innovazione nei sistemi di
comunicazione con il pubblico e l’adozione di linguaggi mirati a
favorire l’accessibilità culturale dei diversi gruppi di utenti;
b) promuovere e sostenere la crescita e
l’aggiornamento professionale del personale dei musei;
c) promuovere e sostenere le attività educative e
didattiche nei musei;
d) promuovere e sostenere la catalogazione dei beni
culturali posseduti dai musei e il loro contributo alla conoscenza e
alla catalogazione dei beni diffusi sul territorio;
e) favorire azioni per l’integrazione tra musei e
il potenziamento delle attività in rete, siano esse culturali o di
valorizzazione del territorio, nonché il coordinamento tra le
attività dei musei e le iniziative degli altri istituti culturali;
f) promuovere accordi di cooperazione con lo Stato,
con gli enti locali e con i soggetti privati, per la migliore
organizzazione dell’offerta museale e della fruizione del
patrimonio culturale;
g) garantire la gestione dei musei di proprietà
regionale o comunque da essa detenuti, ai sensi del regolamento
regionale 23 novembre 2015, n. 7/R ( Disposizioni attuative degli
articoli 4 e 5 della legge regionale 27 gennaio 2015, n. 1
“Provvedimenti per la riqualificazione della spesa regionale,
relativi all’affidamento in concessione, in locazione o in uso
gratuito dei beni immobili demaniali e patrimoniali regionali.”);
h) promuovere l’uso innovativo e coordinato delle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la
valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale;
i) promuovere e sostenere interventi di costruzione,
ristrutturazione, risanamento, restauro, manutenzione straordinaria
di sedi destinate ad ospitare musei; nonché interventi di
allestimento ed innovazione tecnologica degli stessi;
l) promuovere e salvaguardare il patrimonio
culturale custodito nei musei;
m) favorire il progressivo incremento dei beni
culturali posseduti dai musei;
2. La Regione collabora, per quanto di competenza,
alla creazione del Sistema museale nazionale, tenendo conto del
sistema di standard elaborati a livello regionale ed adottati con
deliberazione della Giunta regionale n. 24-3914 del 29 maggio 2012
(D.M. 10.5.2001. Standard di qualità nei musei piemontesi –
Approvazione modalità e procedura di accreditamento e linee guida
per la prosecuzione e lo sviluppo del progetto.).
Art. 17.
(Sistemi museali)
2. I sistemi museali possono essere territoriali se
formati da istituti contigui geograficamente, accomunati da un
vincolo amministrativo, o tematici se formati da istituti omogenei
per materia o che comunque operano per la valorizzazione, la
divulgazione, lo studio e la ricerca, condividendo una comune
tematica.
3. I sistemi museali sono costituiti con apposita
convenzione, che ne definisce obiettivi, funzionamento e modalità di
finanziamento, tra soggetti pubblici e privati, senza fini di lucro,
associati nelle forme e modalità previste dalla normativa vigente.
Art. 18.
(Ecomusei)
1. La Regione promuove il riconoscimento di Ecomusei
sul proprio territorio quali strumenti culturali di interesse
generale e utilità sociale, orientati allo sviluppo locale
sostenibile, la cui disciplina è contenuta nella legge regionale 14
marzo 1995, n. 31 (Istituzione di Ecomusei del Piemonte).
Art. 19.
(Programmi UNESCO)
1. La Regione, in coerenza con la Convenzione UNESCO
sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni
culturali ratificata con legge 19 febbraio 2007, n. 19 (Ratifica ed
esecuzione della Convenzione sulla protezione e la promozione delle
diversità delle espressioni culturali, fatta a Parigi il 20 ottobre
2005), si adopera per integrare la cultura nelle proprie politiche di
sviluppo, a tutti i livelli, al fine di creare condizioni propizie
allo sviluppo sostenibile e di favorire in tale contesto gli aspetti
legati alla protezione e alla promozione della diversità delle
espressioni culturali a beneficio delle generazioni presenti e
future.
2. La Regione favorisce la promozione e la
valorizzazione del patrimonio culturale e naturale dei siti
regionali inclusi nella lista del
Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e degli altri riconoscimenti
derivanti dai vari programmi UNESCO.
3. La Regione, anche mediante l’espressione di
indirizzi e linee strategiche e con il coinvolgimento di tutti i
soggetti a vario titolo interessati, promuove lo sviluppo di attività
multidisciplinari e per favorire il coordinamento e l’integrazione
di progettualità e l’ottimizzazione delle risorse umane e
finanziarie.
4. Per le candidature a nuovi riconoscimenti sul
proprio territorio, la Regione svolge una funzione di indirizzo e
sostegno verso le istituzioni nazionali preposte.
Art. 20.
(Biblioteche)
1. La Regione esercita funzioni di programmazione,
organizzazione e coordinamento in ordine alla promozione e allo
sviluppo delle biblioteche pubbliche di ente locale o di interesse
locale, dei sistemi bibliotecari e delle reti documentali e
integrate.
2. Le biblioteche pubbliche di enti locali o di
interesse locale sono istituti operanti nella comunità regionale al
servizio di tutti i cittadini. Esse operano, entro i limiti di
competenza della Regione, per:
a) garantire a tutti i cittadini l’accesso diffuso
alle informazioni ed alla conoscenza;
b) contribuire allo sviluppo culturale,
all'educazione democratica e alla formazione intellettuale e civile
dei cittadini;
c) stimolare e organizzare l'attività di formazione
permanente e favorire l'attuazione del diritto allo studio;
d) promuovere la lettura;
e) provvedere alla acquisizione, catalogazione,
gestione, conservazione e valorizzazione del patrimonio documentale
su qualunque supporto assicurandone la consultazione e il prestito a
titolo gratuito;
f) favorire la conoscenza e l’uso delle tecnologie
digitali in ambito bibliotecario;
g) garantire la tutela e il godimento pubblico del
materiale bibliografico, dei documenti e degli oggetti di valore
storico e culturale facenti parte del proprio patrimonio e
incrementare tale patrimonio attraverso il reperimento e
l'acquisizione di opere manoscritte o a stampa, nonché di documenti
di interesse locale;
h) adottare iniziative per diffondere la conoscenza
della storia e delle tradizioni locali;
i) organizzare spazi e attività adeguate a creare
occasioni di incontro culturale e incentivare la coesione e
l’inclusione sociale;
l) garantire l’accessibilità alle persone con
particolari necessità fisiche o cognitive, dotandosi degli strumenti
e delle tecnologie adeguate;
m) affidare la gestione dei servizi e delle attività
della biblioteca, anche in forma associata e coordinata, a personale
bibliotecario qualificato.
3. La Regione in particolare:
a) cura l'istituzione, il funzionamento e
l’organizzazione bibliotecaria regionale al fine di garantire alla
cittadinanza la più ampia e diffusa offerta e accesso alle risorse
bibliografiche, documentali ed informative, comprese quelle prodotte
o diffuse in ambito digitale;
b) promuove e sostiene lo sviluppo, l’ordinamento,
la conservazione, la valorizzazione del materiale librario e
documentale, cartaceo e digitale, delle singole biblioteche,
incentivando forme di organizzazione e gestione dei servizi che ne
favoriscano la fruizione da parte dei cittadini;
c) promuove e sostiene l’acquisizione e il
progressivo incremento del materiale librario e documentale delle
singole biblioteche;
d) promuove e sostiene le attività di
digitalizzazione del patrimonio documentale in possesso delle
biblioteche, favorendone la valorizzazione e l’accesso;
e) promuove e sostiene le attività delle
biblioteche, in merito all’inventariazione e catalogazione del
patrimonio bibliografico e documentale ed il loro inserimento nelle
reti e nei sistemi informativi regionali, nazionali e internazionali;
f) promuove la formazione e l’aggiornamento
permanente del personale delle biblioteche;
g) promuove altresì e sostiene interventi di
costruzione, ristrutturazione, risanamento, restauro, manutenzione
straordinaria di sedi destinate ad ospitare biblioteche, archivi e
centri di documentazione, nonché interventi di allestimento ed
innovazione tecnologica degli stessi;
h) promuove la salvaguarda del patrimonio culturale
custodito nelle biblioteche, sia esso di natura bibliografica,
archivistica, fotografica o iconografica, su supporto analogico e
digitale;
i) programma, coordina e controlla la promozione e
lo sviluppo dei sistemi bibliotecari e della rete documentale
regionale mirata alla conservazione, valorizzazione, incremento e
fruizione del patrimonio bibliografico, archivistico, documentale
degli enti e degli istituti, al fine di realizzare un servizio
integrato che consenta, tramite la condivisione delle risorse, di
rispondere ai bisogni informativi degli utenti;
l) cura la gestione e l’aggiornamento del catalogo
bibliografico regionale al fine di favorire la diffusione
dell’informazione catalografica e bibliografica;
m) definisce, nell’ambito delle proprie
competenze, i requisiti e obiettivi qualitativi per il funzionamento
e l’accreditamento delle biblioteche di ente locale.
Art. 21.
(Reti e sistemi bibliotecari)
1. La Regione promuove, sostiene e coordina le reti
e i sistemi bibliotecari, incentiva la cooperazione
interistituzionale e le forme associate di gestione dei servizi tra
le biblioteche.
2. Le reti e i sistemi bibliotecari sono costituiti
da biblioteche pubbliche o private, senza fine di lucro e aperte al
pubblico, associate sulla base di appositi accordi o convenzioni che
ne definiscono obiettivi e modalità organizzative.
3. In particolare le reti e i sistemi bibliotecari:
a) presiedono alla organizzazione e alla gestione
dei servizi condivisi delle biblioteche aderenti;
b) provvedono al coordinamento degli interventi
relativi alla conservazione, gestione, valorizzazione del patrimonio
bibliografico e documentale;
c) curano la formazione, la gestione e lo sviluppo
dei cataloghi collettivi e dei relativi sistemi informativi,
coordinandoli con progetti nazionali ed internazionali;
d) provvedono alla organizzazione ed alla gestione
della circolazione dei libri e dei documenti cartacei e digitali;
e) curano la promozione e il coordinamento delle
attività culturali correlate alle funzioni delle biblioteche
aderenti;
f) assicurano agli utenti del territorio del sistema
bibliotecario il servizio di lettura, di documentazione e di
informazione; forniscono alle biblioteche aderenti la necessaria
consulenza biblioteconomica;
g) curano e realizzano adeguati sistemi di
rilevazione e monitoraggio quantitativo e qualitativo per favorire la
conoscenza, la valutazione e la programmazione delle attività di
rete.
Art. 22.
(Archivi e sistemi archivistici)
a) promuove la conoscenza, la valorizzazione e la
fruizione degli archivi storici degli enti locali o di interesse
locale, nonché del patrimonio archivistico dei soggetti pubblici e
privati, in quanto testimonianza ed espressione della cultura e della
storia dei territori, delle comunità e delle persone;
b) promuove e sostiene interventi di salvaguardia, conservazione,
descrizione, digitalizzazione, pubblicazione e valorizzazione dei
fondi e beni archivistici, ivi compresi gli audiovisivi, le
registrazioni sonore e le fotografie;
c) favorisce e sostiene la creazione e lo sviluppo
di reti, sistemi e altre opportune forme di cooperazione sul
territorio;
d) promuove forme di coordinamento fra archivi,
istituti documentali, istituti di ricerca, scuole e altri luoghi
della cultura in ambito regionale, nazionale e internazionale,
mettendo anche a disposizione sistemi e strumenti digitali per la più
ampia integrazione e diffusione della conoscenza del patrimonio
piemontese;
e) rende disponibili luoghi e sistemi per la
conservazione della conoscenza registrata nei vari e diversi
supporti.
Art. 23.
(Centri di documentazione)
1. La Regione promuove la conoscenza e la
valorizzazione dei Centri di documentazione, operanti presso le
istituzioni culturali o scientifiche pubbliche o private piemontesi.
2. I Centri di documentazione curano la raccolta, la
conservazione, l'inventariazione e la valorizzazione di testimonianze
e materiali di ogni natura, relativi a tematiche, eventi,
personalità, siti e ambiti territoriali, progetti ed interventi di
interesse e competenze regionale, al fine di preservarne la memoria,
rilevarne il valore, la ricaduta e l'impatto sulla società.
3. Al fine di rendere effettivamente fruibili e
condivisibili i materiali dei Centri di documentazione, mettendoli a
disposizione di cittadini, studenti e ricercatori – anche con
modalità e tecnologie digitali innovative – e favorirne la
conoscenza per ragioni di ricerca o divulgazione, la Regione ne
promuove l'adesione o collaborazione con la rete documentale
regionale, mettendo a disposizione le proprie competenze tecniche di
coordinamento e i necessari supporti, reti integrate e strumenti
tecnologici.
Art. 24.
(Rete documentale integrata regionale e locale)
1. La Regione favorisce la realizzazione della rete
documentale regionale cui afferiscono biblioteche, archivi, centri di
documentazione e altri istituti documentali di titolarità pubblica o
privata e comunque aperti al pubblico al fine di realizzare un
servizio integrato che consenta, tramite la condivisione delle
risorse, di rispondere ai bisogni informativi degli utenti.
Art. 25.
(Istituti culturali)
1. La Regione, in attuazione dell'articolo 7
dello Statuto, sostiene e valorizza il patrimonio culturale degli
enti, degli istituti, delle fondazioni e delle associazioni che, con
continuità e con elevato livello scientifico, operano in ambito
regionale per la promozione di attività di studio e ricerca, di
divulgazione formativa, educativa e culturale, attraverso
l'erogazione di contributi ai soggetti di cui al comma 2.
2. La Giunta regionale, con propria
deliberazione, istituisce la Tabella degli enti, degli istituti,
delle fondazioni e delle associazioni di rilievo regionale. Ai fini
dell'iscrizione nella tabella, sono richiesti i seguenti requisiti:
a) aver svolto servizi e attività di rilevante
valore scientifico e culturale da almeno tre anni; per gli enti, gli
istituti, le fondazioni e le associazioni derivanti da fusioni e
accorpamenti, il requisito dei tre anni deve essere posseduto da
almeno uno dei soggetti;
b) provvedere alla conservazione e alla
valorizzazione del proprio patrimonio e delle attrezzature idonee
allo svolgimento della loro attività presso una sede adeguata;
c) possedere, conservare e valorizzare patrimoni
bibliotecari o archivistici e documentali;
d) garantire una larga utenza delle loro iniziative
ed assicurare l'accessibilità pubblica al patrimonio posseduto e ai
servizi culturali offerti.
3. La Giunta regionale individua altresì,
con proprio provvedimento e sentito il parere vincolante della
competente Commissione consiliare, i criteri e le modalità per la
composizione della Tabella; definisce altresì le modalità di
erogazione del sostegno economico in favore degli enti facenti parte
della Tabella.
4. La Tabella ha validità triennale.
5. La struttura regionale competente, per la
realizzazione del proprio programma di attività culturali, può,
mediante specifico provvedimento, avvalersi dei servizi e della
collaborazione degli enti, degli istituti, delle fondazioni e delle
associazioni di rilievo regionale.
CAPO III
PROMOZIONE DEL LIBRO E DELLA LETTURA
Art. 26.
(Promozione del libro e della lettura)
1. La Regione riconosce il libro e la lettura quali
strumenti fondamentali della crescita sociale e culturale dei
cittadini.
2. La Regione provvede a realizzare e a sostenere
iniziative ed interventi finalizzati a promuovere la diffusione del
libro e della lettura. In particolare:
a) promuove e sostiene iniziative rivolte a tutta la
popolazione, con particolare riguardo alla prima infanzia, agli
adolescenti e ai giovani;
b) promuove e sostiene iniziative per favorire
l’accesso al libro e l’esercizio della lettura alle persone con
difficoltà o disabilità sensoriali o cognitive;
c) promuove e sostiene iniziative, anche tramite
accordi interistituzionali, in contesti particolari quali gli
istituti di pena, gli ospedali , istituti per anziani, centri di
accoglienza ed altri luoghi analoghi;
d) favorisce iniziative in contesti sociali e
territoriali particolarmente disagiati;
e) incoraggia la diffusione del libro e della
lettura anche nelle nuove forme di produzione e commercializzazione
legate ai supporti e alle tecnologie digitali;
f) promuove l’espressione della bibliodiversità,
attraverso la diversificazione della produzione editoriale messa a
disposizione del lettore dalle librerie e dagli editori indipendenti
piemontesi;
g) promuove lo sviluppo delle librerie e ne
favorisce la diffusione sul territorio piemontese, valorizzandone la
qualità e l’eccellenza;
h) favorisce la collaborazione e l’integrazione
tra i diversi soggetti della filiera del libro con particolare
riferimento a editori, distributori, librerie e biblioteche;
i) riconosce le biblioteche pubbliche come luoghi
deputati alla diffusione della conoscenza e alla promozione del libro
e della lettura.
3. Nell'ambito delle funzioni sopra elencate, la
Regione:
a) favorisce il sostegno, lo sviluppo e la
realizzazione di progetti di promozione del libro e della lettura
realizzati dagli enti locali, dalle scuole, dagli istituti e dalle
associazioni culturali e dai soggetti coinvolti nella filiera del
libro;
b) progetta e realizza iniziative e progetti propri
di promozione del libro e della lettura, anche in collaborazione con
Enti locali, associazioni, fondazioni, imprese editoriali, librerie o
altri soggetti che operano in ambito culturale;
c) favorisce la creazione di tavoli di progetto
interistituzionali, aperti anche alle realtà associative e
imprenditoriali private;
d) promuove, di concerto con altre realtà locali,
l’attivazione di strumenti e progetti intersettoriali finalizzati
alla promozione della lettura anche nell’ambito sanitario,
dell’istruzione e della coesione sociale;
e) sostiene, organizza o partecipa direttamente a
fiere, saloni, mostre mercato del libro in Italia e all’estero e
sostiene la manifestazione “Salone Internazionale del libro di
Torino”;
f) provvede a realizzare campagne di comunicazione,
anche con il coinvolgimento delle testate giornalistiche, delle radio
e delle televisioni locali;
g) concorre allo sviluppo di iniziative ed eventi
volti alla diffusione della produzione libraria regionale e della
promozione della lettura attraverso la rete dei servizi delle
biblioteche di pubblica lettura e nelle scuole, anche attraverso
l’organizzazione di incontri tra editori, autori e operatori
culturali;
h) cura e sostiene, anche in collaborazione con
altri soggetti, la realizzazione di ricerche e indagini aventi ad
oggetto le pratiche della lettura e della produzione editoriale.
Art. 27.
(Imprese editoriali e librerie)
1. La Regione:
a) sostiene, promuove e valorizza sul proprio
territorio lo sviluppo della piccola imprenditoria editoriale
indipendente e delle imprese che contribuiscono alla diffusione e
promozione del libro, quale componente del patrimonio culturale e
linguistico piemontese, riconoscendo e sostenendo le forme
associative delle stesse. A tal fine si impegna a sostenere le
piccole imprese editoriali per incrementarne la competitività e lo
sviluppo a livello regionale, nazionale e internazionale, nonché per
incentivare la produzione, la diffusione e la commercializzazione
delle opere editoriali piemontesi;
b) sostiene le librerie indipendenti quali elementi
del sistema di produzione e diffusione del libro e della lettura.
2. Ai fini del presente articolo si intendono per:
a) editore: soggetto iscritto nel registro delle
imprese della Regione Piemonte non appartenente ad un grande gruppo
editoriale e la cui sede legale e produttiva sia ubicata in un
comune del Piemonte, che abbia come oggetto prevalente della propria
attività la progettazione e la pubblicazione di libri, con una
produzione annuale di almeno cinque titoli;
b) libreria indipendente: impresa commerciale non
appartenente a grandi catene, che si occupa prevalentemente di
vendere e promuovere libri.
Art. 28.
(Strumenti di intervento)
1. Per il perseguimento delle finalità di cui
all’articolo 27 a favore degli editori piemontesi, la Regione:
a) incentiva la diffusione capillare delle opere
degli editori piemontesi, promuoverne la visibilità e la vendita
anche in collaborazione con librerie, imprese culturali, enti locali,
biblioteche, scuole, istituzioni, associazioni, associazioni no
profit, fondazioni, società cooperative, associazioni di editori o
librai;
b) sostiene la progettazione e il consolidamento di
appuntamenti fieristici ricorrenti nel territorio, dedicati alla
produzione editoriale della piccola editoria regionale, anche
attraverso l’organizzazione di incontri fra editori, autori, librai
e operatori culturali;
c) favorisce la distribuzione al di fuori del
territorio regionale delle opere edite in Piemonte, la traduzione in
lingua straniera di testi pubblicati dagli editori piemontesi e la
partecipazione degli stessi a manifestazioni di carattere nazionale
ed internazionale;
d) sostiene, attraverso l’erogazione di
contributi, le attività, svolte direttamente dagli editori
piemontesi per la realizzazione e la diffusione dei prodotti
editoriali;
e) promuove accordi, convenzioni ed altre intese tra
soggetti pubblici e privati per il sostegno di iniziative qualificate
ad individuare nuove sedi o canali alternativi di promozione e
commercializzazione diretta di opere edite in Piemonte.
2. La Regione può altresì erogare contributi a
sostegno delle attività di librerie indipendenti, incentivandone e
favorendone lo sviluppo anche in ambiti territoriali svantaggiati.
3. La Regione promuove altresì il riconoscimento
della qualifica di “Libreria di qualità o d’eccellenza”.
4. Per il perseguimento delle finalità di cui
all’articolo 27 a favore di editori piemontesi e delle librerie,
la Regione:
a) sostiene progetti volti a promuovere e
valorizzare il sistema delle librerie e degli editori piemontesi,
incrementandone la competitività e la produzione, anche attraverso
agevolazioni fiscali;
b) favorisce attività formative al fine di favorire
l’aggiornamento e la crescita professionale degli operatori del
settore;
c) sostiene l’erogazione di contributi per la
ristrutturazione aziendale e l'ammodernamento tecnologico.
d) sostiene l’avvio dell’attività di librerie e
delle imprese editoriali indipendenti.
5. Gli interventi regionali di cui al presente articolo sono
disposti nel rispetto del Regolamento (CE), n. 1407/2013.
6. La Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 8,
istituisce altresì con proprio provvedimento un tavolo tematico,
quale sede di consultazione e confronto, composto da editori, librai,
associazioni, fondazioni e operatori culturali della filiera del
libro e della lettura.
7. Ai sensi dell’articolo 7 comma 4, lettera b,
per l’attuazione degli interventi previsti a sostegno delle
iniziative a favore delle imprese editoriali e delle librerie, la
Giunta regionale istituisce con proprio provvedimento un Comitato
tecnico con funzioni consultive, in cui trovano rappresentanza le
associazioni regionali di categoria per l’editoria e per le
librerie.
Art. 29.
(Regolamenti attuativi)
a) la definizione degli standard di qualità e di funzionamento delle biblioteche civiche;
b) l’individuazione della tipologia di biblioteche e delle professionalità qualificate richieste per le biblioteche;
c) i modelli organizzativi e gestionali dei sistemi bibliotecari e delle reti documentali;
d) le modalità di relazione tra i sistemi bibliotecari, i sistemi archivistici e i centri di documentazione;
e) le modalità per l’accesso alla contribuzione regionale da parte dei Comuni e delle istituzioni culturali, private o religiose aperte al pubblico, titolari di biblioteche;
f) l'acquisto di beni librari, iconografici, artistici e documentari, antichi e di pregio.
CAPO IV
ATTIVITA’ CULTURALI E DI SPETTACOLO
Art. 30.
(Ambiti di intervento)
1. Per il perseguimento delle finalità e per la
realizzazione dei principi e degli indirizzi di cui al Titolo I, la
Regione e gli enti locali promuovono, valorizzano e sostengono le
attività culturali, articolate secondo i seguenti ambiti di
attività, anche tra di loro integrati mediante attività di
carattere interdisciplinare:
a) spettacolo dal vivo;
b) cinema, audiovisivo e multimedialità;
c) arti plastiche e visive;
d) attività di promozione culturale;
e) attività educative;
f) patrimonio linguistico e culturale del Piemonte.
2. La Regione persegue l’obiettivo di promozione
dell’equilibrata e omogenea diffusione e del radicamento delle
attività culturali e di spettacolo in Piemonte anche intervenendo a
sostegno della realizzazione, trasformazione e ammodernamento di
strutture destinate ad attività culturali e di spettacolo.
3. La finalità di cui al comma 2 viene perseguita
anche favorendo lo sviluppo dei circuiti regionali, intesi come
organici sistemi di distribuzione delle attività, e la diffusione
delle residenze artistiche, intese come progetti strutturati e
condivisi, prioritariamente rivolti ai giovani, fra soggetti dotati
di adeguate strutture e competenze e artisti in residenza, funzionali
alla loro maturazione e crescita professionale e allo sviluppo,
all’innovazione e al rinnovamento della creazione contemporanea.
4. Nell’elaborazione del Programma triennale della
cultura di cui all’articolo 6, la Regione ispira le proprie linee
di indirizzo in materia di promozione delle attività di cui al
presente Capo all’attenzione ai processi di trasformazione e
innovazione in atto nella cultura e nella società contemporanee, a
una visione complessiva e di sistema, all’interdisciplinarietà e
al superamento delle barriere fra generi, alla prospettiva di
costante crescita professionale e artistica degli operatori del
settore.
Art. 31.
(Spettacolo dal vivo)
1. Ai fini della presente legge, per spettacolo dal
vivo si intendono le attività, anche a carattere interdisciplinare,
concernenti la danza, la musica, il teatro, lo spettacolo di strada e
il circo contemporaneo, con particolare attenzione per le iniziative
di carattere professionale e d’impresa.
2. La Regione valorizza e sostiene le attività di
spettacolo dal vivo di cui al comma 1, anche favorendo lo sviluppo
delle iniziative produttive, distributive, di promozione e ricerca,
con particolare riferimento a:
a) la conservazione, lo studio e la valorizzazione
del patrimonio storico e del repertorio dello spettacolo dal vivo;
b) la ricerca, la sperimentazione, l’innovazione
nell’ambito della produzione contemporanea;
c) la diffusione delle attività attraverso la
realizzazione di stagioni, la rappresentazione di spettacoli, la
circuitazione delle attività sul territorio regionale;
d) progetti di promozione, anche con carattere di
rassegne e di festival, che favoriscano il confronto fra artisti, la
conoscenza delle diverse espressioni e tendenze della produzione
italiana e internazionale, la conoscenza del repertorio e della
storia dello spettacolo dal vivo nonché la produzione contemporanea,
in un’ottica di costante innovazione, ricerca e sperimentazione, e
che contribuiscono alla valorizzazione, anche in chiave turistica,
dei territori che li ospitano;
e) il sostegno a progetti e iniziative di promozione
della creatività giovanile, anche attraverso lo strumento delle
residenze artistiche;
f) progetti che valorizzino il ruolo dello
spettacolo dal vivo quale fattore di inclusione sociale e di
creazione di comunità, con particolare riferimento agli interventi
rivolti alla diffusione del benessere socio-culturale;
g) la promozione e la conoscenza della produzione
piemontese in Italia e all’estero, favorendo in particolare la
mobilità internazionale degli artisti e delle opere.
3. In ambito musicale sono altresì valorizzate e
promosse le attività di musica popolare tradizionale svolte a
carattere amatoriale dalle associazioni legalmente costituite e
configurate come complessi bandistici o società filarmoniche, gruppi
folkloristici, gruppi vocali e società corali.
Art. 32.
(Attività artistiche in strada, circo e spettacolo
viaggiante)
1. La Regione riconosce un ruolo di valorizzazione
culturale e turistica, di incontro creativo tra le persone, di
confronto di esperienze, di affermazione di nuovi talenti, di
servizio culturale e di aggregazione per un pubblico di ogni classe
sociale, età e provenienza geografica alle seguenti attività:
a) arte di strada, intesa come qualsiasi forma
d’arte che utilizza spazi pubblici o aperti al pubblico e che è
caratterizzata da indipendenza, estemporaneità, assenza di ogni
forma di contrattualizzazione e retribuzione e che accetta come unica
eventuale forma di contributo quello spontaneo e liberale del
pubblico;
b) attività circense, intesa come quella svolta da
un’impresa che, sotto il tendone di cui ha la disponibilità, in
una o più piste, ovvero all’interno di strutture stabili, presenta
al pubblico uno spettacolo di esibizioni appartenenti al repertorio
circense tradizionale;
c) attività di spettacolo viaggiante, intesa come
attività spettacolari, intrattenimenti e attrazioni definiti per
tipologia dalla normativa statale in materia, allestite da un’impresa
mediante attrezzature mobili o installate stabilmente, all’aperto o
al chiuso o in parchi di divertimento.
2. Le attività di espressione artistica in strada,
di cui al comma 1, lettera a) vengono svolte dagli artisti,
limitatamente al luogo e alla durata dell'esibizione, nel rispetto:
a) delle norme relative all'inquinamento acustico e
ambientale;
b) della normale circolazione stradale e pedonale;
c) del mantenimento del pubblico accesso agli
esercizi commerciali limitrofi e delle proprietà private;
d) del mantenimento della pulizia e decoro del
suolo, delle infrastrutture ed arredi presenti.
3. Le attività di cui al comma 1, lettera a), si
svolgono:
a) senza alcuna forma di pubblicità;
b) senza alcuna attività di esercizio di commercio
ambulante;
c) senza alcuna richiesta di pagamento di biglietti
essendo l'eventuale offerta, da parte del pubblico, libera;
d) tenendo, nello svolgimento della propria
espressione artistica, comportamenti di prudenza e di perizia.
4. I comuni, entro centottanta giorni dall’entrata
in vigore della presente legge, con proprio provvedimento:
a) individuano i luoghi dove non si possono svolgere
le attività di cui al presente articolo;
b) indicano gli orari e i limiti acustici da
rispettare;
c) procedono eventualmente, in relazione alla
peculiarità dei luoghi, alla descrizione dei singoli spazi, delle
caratteristiche delle attrezzature mobili e degli strumenti necessari
per lo svolgimento delle attività.
5. Nel definire il provvedimento di cui al comma 4,
i comuni tengono conto dei principi enunciati nel presente articolo,
con particolare riferimento al comma 1, e favoriscono l’integrazione
delle attività con il tessuto sociale e urbano e la loro
accessibilità da parte della cittadinanza.
Art. 33.
(Cinema, audiovisivo e multimedialità)
1. La Regione valorizza e sostiene le attività
cinematografiche, audiovisive e multimediali, anche favorendo lo
sviluppo delle iniziative produttive, distributive, di promozione e
ricerca, con particolare riferimento a:
a) progetti di promozione, anche con carattere di
rassegne e di festival, quali occasioni di conoscenza del repertorio
e della storia del cinema e di confronto tra le diverse espressioni e
tendenze artistiche della produzione contemporanea italiana e
internazionale nonché di valorizzazione, anche in chiave turistica,
dei territori che li ospitano;
b) la diffusione di spettacoli cinematografici sul
territorio regionale, con l’obiettivo di realizzare una costante e
qualificata azione di promozione e formazione del pubblico, con
particolare attenzione per le aree
particolarmente svantaggiate nell’ambito del sistema distributivo;
c) la promozione della conoscenza, in particolare
presso le giovani generazioni, delle più recenti tendenze in ambito
cinematografico, audiovisivo e multimediale connesse all’utilizzo
delle nuove tecnologie;
d) lo studio e la valorizzazione del patrimonio
cinematografico.
2. La Regione riconosce il rilievo culturale ed
economico della produzione cinematografica, televisiva,
audiovisiva e multimediale, e ne favorisce lo sviluppo sul territorio
piemontese, con particolare attenzione per la realizzazione di
prodotti ad alto contenuto culturale, creativo e innovativo e al
costante sviluppo di nuove tecnologie e modalità di fruizione.
3. La Regione interviene a sostegno del settore di
cui al comma 2 secondo le modalità previste dall’art. 4, commi 3,
4, 5, 6, della legge 14 novembre 2016, n. 220 (Disciplina del cinema
e dell’audiovisivo) e relativi decreti attuativi, tramite la
Fondazione Film Commission Torino Piemonte.
4. La Regione riconosce il ruolo della sala
cinematografica quale presidio culturale del territorio, fattore di
aggregazione sociale, elemento di valorizzazione dei centri urbani,
prevedendo forme di sostegno al piccolo e medio esercizio
indipendente sulla base di criteri stabiliti dal Programma triennale
per la cultura, di cui all’articolo 6, che tengano conto in
particolare della collocazione delle sale in territori lontani dai
flussi consolidati della distribuzione o in centri storici, della
programmazione di cinema di qualità, della capacità dell’esercente
di attivare iniziative di fidelizzazione del pubblico.
Art. 34.
(Sedi di attività culturale e di spettacolo)
1. La Regione promuove e sostiene interventi
concernenti spazi, edifici e locali destinati allo svolgimento di
attività di spettacolo, al fine di contribuire al loro sviluppo e
alla loro diffusione sul territorio, mediante:
a) l’assegnazione di contributi in conto capitale a favore di
progetti volti alla realizzazione, al recupero, alla trasformazione e
all’ammodernamento di spazi aperti al pubblico accesso nei limiti
delle vigenti norme di sicurezza in materia di locali di pubblico
spettacolo, che sono destinati in via esclusiva o prevalente alle
attività di cui al presente capo;
b) l’attivazione, con il supporto dell’Istituto
Finanziario Regionale Finpiemonte S.p.a., di strumenti di
agevolazione finanziaria a favore di soggetti pubblici e privati
finalizzato alla realizzazione, ristrutturazione, riqualificazione,
ammodernamento e diversificazione produttiva di sedi per attività
culturali e dello spettacolo.
2. Possono essere ammesse ai benefici previsti al
comma 1, lettera a), le amministrazioni pubbliche, come definite
all'articolo 1 del decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 e
successive modificazioni e integrazioni, e i soggetti senza
fini di lucro che abbiano la disponibilità del patrimonio pubblico.
Art. 35.
(Arti plastiche e visive)
1. La Regione persegue i seguenti obiettivi
nell’ambito delle arti plastiche e visive:
a) diffondere la cultura e la conoscenza delle arti
plastiche e visive nel divenire dei movimenti e delle scuole,
nell’articolazione dei linguaggi e delle forme espressive;
b) promuovere la ricerca, la sperimentazione,
l’innovazione nell’ambito della creazione contemporanea in tutte
le espressioni e articolazioni delle arti plastiche e visive e del
design;
c) valorizzare la diffusione dell’arte pubblica
quale specifica modalità di presentazione e fruizione dell'arte
all’interno del tessuto urbano e sociale dei centri abitati;
d) incentivare la creatività giovanile,
l’innovazione espressiva, la contaminazione dei linguaggi, la
mobilità e le residenze degli artisti.
2. Per il conseguimento degli obiettivi definiti dal
comma 1, la Regione individua quali principali linee di intervento
gli ambiti di seguito illustrati:
a) il sostegno alle attività espositive;
b) il sostegno al sistema dell’arte contemporanea
in Piemonte, anche mediante la messa in rete dei principali attori
del comparto e lo sviluppo di centri di produzione artistica, per
programmare le proposte, rafforzare i legami sul territorio,
incrementare i flussi di pubblico;
c) il sostegno a progetti e iniziative di promozione
della creatività giovanile, dell’innovazione espressiva, della
contaminazione dei linguaggi, della residenzialità degli artisti;
d) la realizzazione di progetti che valorizzino il
ruolo delle arti plastiche e visive quale fattore di inclusione
sociale e di creazione di comunità, con particolare riferimento agli
interventi rivolti alla diffusione del benessere socio-culturale;
e) la promozione e la conoscenza della produzione
piemontese in Italia e all’estero, favorendo la mobilità
internazionale degli artisti e delle opere.
Art. 36.
(Attività di promozione culturale)
1. La Regione persegue i seguenti obiettivi
nell’ambito della promozione culturale:
a) diffondere la cultura negli aspetti di interesse
generale e di dibattito nella società civile, con particolare
riferimento ad aree culturali quali le letterature, la storia, le
scienze umane e sociali, la divulgazione scientifica, il dialogo fra
le culture e le religioni;
b) divulgare e riscoprire gli aspetti della storia,
della cultura e della tradizione regionale, in particolare di quelli
che hanno costituito momenti storicamente importanti per la comunità
piemontese, ovvero per quella nazionale e internazionale;
c) promuovere la cultura della memoria, della
cittadinanza attiva, della convivenza civile e i valori della
Costituzione.
2. Per il conseguimento degli obiettivi definiti dal
comma 1, la Regione individua quali principali linee di intervento
gli ambiti di seguito illustrati:
a) la promozione delle attività convegnistiche e
seminariali e di divulgazione scientifica e culturale, degli studi e
ricerche, anche in raccordo e cooperazione col sistema universitario
e il sistema scolastico regionale;
b) il sostegno delle rievocazioni storiche, intese
come riproposizione ai contemporanei di un evento realmente accaduto
nel passato o di consuetudini locali consolidate, che preservano il
patrimonio storico locale e valorizzano anche in chiave aggregativa e
turistica alcune località suggestive ed evocative dal punto di vista
storico.
Art. 37.
(Promozione educativa)
1. La Regione persegue i seguenti obiettivi
nell’ambito della promozione educativa:
a) valorizzare le attività culturali attraverso
qualificate attività corsuali;
b) incentivare la crescita individuale, l’accesso
alla cultura, l’aggregazione e l’inclusione sociale, lo scambio
intergenerazionale;
c) promuovere pari opportunità di accesso al sapere
degli individui e dei gruppi sociali durante il corso della vita,
favorendo l’integrazione tra attività culturali, mondo del lavoro,
sistema scolastico e della formazione.
2. Per il conseguimento degli obiettivi definiti dal
comma 1, la Regione individua quali principali linee di intervento
gli ambiti di seguito illustrati:
a) orientamento musicale, consistente in attività
corsuali triennali di tipo bandistico, corale, strumentale,
organizzate dai comuni a integrazione dell’offerta formativa
curricolare della scuola dell’obbligo;
b) formazione musicale pre-accademica, consistente
in attività corsuali continuative e pluriennali, propedeutiche
all’accesso ai corsi del diploma accademico di I livello degli
Istituti Superiori di Studi Musicali già Conservatori di musica,
organizzate da Istituti Musicali e Scuole di Musica appositamente
costituiti da Comuni o da enti senza scopo di lucro a ciò
statutariamente finalizzate;
c) perfezionamento musicale post-accademico,
consistente in master class, corsi brevi, corsi annuali e
pluriennali, rivolti ai possessori del diploma accademico di I e di
II livello rilasciato dagli Istituti Superiori di Studi Musicali già
Conservatori di Musica e organizzati in via continuativa da enti
senza scopo di lucro a ciò statutariamente finalizzati;
d) perfezionamento nelle discipline dello
spettacolo, consistente in attività corsuali a carattere avanzato e
continuativo organizzate da enti senza scopo di lucro a ciò
statutariamente finalizzati;
e) educazione degli adulti, consistente in cicli di incontri
culturali e in laboratori espressivi, manuali e motori, organizzati
in via continuativa da enti senza scopo di lucro configurati quali
Università popolari o della terza età o con altre denominazioni ma
statutariamente finalizzate all’educazione degli adulti, nonché da
appositi servizi dei comuni.
Art. 38.
(Patrimonio linguistico e culturale del Piemonte)
1. La Regione valorizza e promuove, nei limiti delle
proprie competenze, il patrimonio linguistico e culturale piemontese
nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale, francese
e walser, incentivandone la conoscenza. La Regione considera tale
impegno parte integrante dell’azione di valorizzazione della storia
e della cultura regionale e lo conforma ai principi della pari
dignità e del pluralismo linguistico sanciti dalla Costituzione,
nonché a quelli che sono alla base degli Atti internazionali in
materia, in particolare della Carta europea delle lingue regionali o
minoritarie del 5 novembre 1992, e della Convenzione quadro europea
per la protezione delle minoranze nazionali del 1° febbraio 1995.
2. Per il raggiungimento delle finalità di cui al
comma 1, la Regione, nell’ambito delle proprie competenze
legislative ed amministrative, realizza interventi diretti a
promuovere azioni di sostegno ad autonome e specifiche iniziative
condotte dagli enti del sistema delle autonomie territoriali, da
istituzioni, enti ed associazioni che svolgono un’attività
qualificata e continuativa e che dispongono di un’organizzazione
adeguata.
3. L’iniziativa della Regione è indirizzata:
a) alla promozione e alla valorizzazione del
patrimonio storico e linguistico, con particolare riguardo alle
lingue, alla toponomastica, al patrimonio artistico e architettonico,
alla vita religiosa, alle usanze, ai costumi, all'ambiente naturale
ed antropizzato;
b) al sostegno di attività culturali, iniziative ed
eventi che promuovono la conoscenza, la valorizzazione, la
promozione, l'uso e la fruizione del patrimonio linguistico e
culturale di cui al comma 1, anche inserite in più complessivi
progetti di sviluppo economico e turistico delle aree interessate;
c) alla valorizzazione della produzione culturale,
sia sotto il profilo del riconoscimento della tradizione culturale,
sia come impulso per nuove realizzazioni legate al contesto
contemporaneo;
d) alla diffusione dell’apprendimento del
patrimonio linguistico e culturale di cui al comma 1, anche
attraverso corsi per la popolazione;
e) alla
promozione della pubblicazione di dati e documenti, anche in formato
digitale, relativi al proprio patrimonio storico linguistico,
promuovendo la collaborazione e l’interconnessione tra sistemi
informativi con lo Stato, le altre Regioni, le Università, gli Enti
e Associazioni al fine di migliorare la conoscenza e la fruibilità
dell'informazione;
f) all'incentivazione, anche attraverso forme di
collaborazione con gli atenei del Piemonte e con qualificate
associazioni, istituti e centri culturali e universitari, pubblici e
privati, della ricerca storica e scientifica sul patrimonio
linguistico storico e culturale di cui al comma 1, anche
attraverso l'armonizzazione e la codifica di sistemi di
trascrizione maggiormente utilizzati, nonché l'istituzione,
da parte della Giunta regionale, di borse di studio per tesi di
laurea;
g) al sostegno a forme di collaborazione e scambi
culturali con altre comunità in Italia e all’estero che presentano
elementi di affinità e condivisione del medesimo patrimonio
culturale linguistico di cui al comma 1.
CAPO V
STORIA E CULTURA DELL’OTTOCENTO E DEL NOVECENTO
Art. 39.
(Storia e cultura del XIX e del XX secolo)
1. La Regione:
a) riconosce il valore fondamentale della storia del
Piemonte del XIX e del XX secolo quale periodo chiave nello sviluppo
dell’economia, della società e della cultura regionale e nazionale
e ne valorizza la conoscenza e la diffusione, in particolare fra le
giovani generazioni e i nuovi cittadini;
b) riconosce, tutela e promuove i valori storici,
sociali e culturali degli enti, istituti, associazioni e fondazioni
di rilievo culturale di cui all’articolo 25, nonchè delle Società
di Mutuo Soccorso e delle società costituite, ed in attività, da
almeno sessanta anni, finalizzate all’affermazione dei valori e
della cultura della solidarietà tra i lavoratori ed i cittadini in
genere la cui disciplina è contenuta nella legge regionale 9 aprile
1990, n. 24 (Tutela e promozione del patrimonio e dei valori storici,
sociali e culturali delle Società di Mutuo Soccorso);
c) riconosce e sostiene l’attività di ricerca e
documentazione storico-scientifica e di promozione e valorizzazione
svolta dagli Istituti Storici della Resistenza in Piemonte e
dall’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza in Torino,
la cui disciplina è contenuta nella legge regionale
22 aprile 1980, n. 28 (Concessione di contributi annuali agli
Istituti Storici della Resistenza e
all’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino);
d) valorizza i luoghi che furono teatro degli
episodi più significativi della lotta di liberazione in Piemonte
attraverso interventi mirati alla sistemazione delle aree, dei
monumenti e degli immobili già esistenti aventi valore di
testimonianza storica, la cui disciplina è contenuta nella legge
regionale 18 aprile 1985, n. 41 (Valorizzazione del patrimonio
artistico, culturale e dei luoghi della lotta di liberazione in
Piemonte);
e) promuove la costituzione e il mantenimento di
appositi centri di documentazione che valorizzino le testimonianze e
il materiale d’archivio relativi al secondo conflitto mondiale e
alla Resistenza in Piemonte.
TITOLO III
DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
CAPO I
DISPOSIZIONI MODIFICATIVE, VALUTATIVE E TRANSITORIE
Art. 40.
(Modifiche alla legge regionale 25 giugno 2008, n. 18
e alla legge regionale 7 marzo 1989, n. 15)
1. Il titolo della legge regionale 25 giugno 2008,
n. 18 (Interventi a sostegno dell’editoria piemontese e
dell’informazione locale) è sostituito dal seguente: “Interventi
a sostegno della stampa di informazione periodica locale”.
2. Al comma 1 dell’articolo 1 della l.r. 18/2008,
dopo le parole “della piccola imprenditoria editoriale” sono
aggiunte le seguenti: “dell’informazione periodica locale”.
3. Al comma 1 dell’articolo 1 della l.r. 18/2008,
le parole “e linguistico” sono soppresse.
4. Al comma 2 dell’articolo 1 della l.r. 18/2008,
dopo le parole “forme associative degli editori piemontesi” sono
aggiunte le parole “dell’ informazione periodica locale”.
5. La rubrica dell’articolo 8 della l.r. n.
18/2008 è sostituita dalla seguente: “Interventi a sostegno della
stampa di informazione periodica locale”.
6. La rubrica del Capo IV “Disposizioni comuni”
della l.r. 18/2008 è sostituita dalla seguente: “Disposizioni in
materia di informazione periodica locale”.
7. Al comma 1 dell’articolo 10 della l.r. 18/2008,
le parole “del settore dell'editoria libraria e” sono soppresse.
8. La rubrica dell’articolo 11 della l.r. 18/2008
è sostituita dalla seguente: “Commissione regionale per le
attività editoriali dell'informazione periodica locale”.
9. Il comma 1 dell’articolo 11 della l.r. 18/2008
è sostituito dal seguente: “La Regione istituisce la Commissione
regionale per le attività editoriali dell'informazione periodica
locale per l'attuazione degli interventi di legge.”
10. Il comma 2 dell’articolo 11 della l.r. 18/2008
è sostituito dal seguente: ”La Commissione collabora alla
definizione delle attività di cui all’articolo 7, nonché per
altri interventi finalizzati, anche in ambito culturale, alla
valorizzazione dell’informazione periodica locale.”
11. La lettera c) del comma 3 dell’articolo 11
della l.r. 18/2008 è soppressa.
12. La lettera d) del comma 3 dell’articolo 11
della l.r. 18/2008 è sostituita dalla seguente: “fino a tre
rappresentanti delle associazioni regionali di categoria
dell'informazione periodica locale da queste designati.”
13. Al comma 1 dell’articolo 13 della l.r. 18/2008
le parole “nel rispetto del Regolamento (CE) 15 dicembre 2006, n.
1998” sono sostituite dalle seguenti: “nel rispetto del
Regolamento (CE) n. 1407/2013”.
14. Al comma 4 dell’articolo 15 della l.r.
18/2008, le parole “di cui ai commi 2 e 3” sono sostituite dalle
seguenti: “di cui al comma 3”.
15. Il titolo della legge regionale 7 marzo 1989, n.
15 (Individuazione negli strumenti urbanistici generali di aree
destinate ad attrezzature religiose. Utilizzo da parte dei Comuni del
fondo derivante dagli oneri di urbanizzazione e contributi regionali
per gli interventi relativi agli edifici di culto e pertinenze
funzionali all’esercizio del culto stesso) è sostituito dal
seguente: “Individuazione negli strumenti urbanistici generali di
aree destinate ad attrezzature religiose. Utilizzo da parte dei
Comuni del fondo derivante dagli oneri di urbanizzazione.”.
Art. 41.
(Clausola valutativa)
1. La Giunta regionale rende conto annualmente al
Consiglio regionale delle modalità di attuazione della presente
legge e dei risultati ottenuti attraverso una relazione che evidenzi
i seguenti punti;
a) lo stato di attuazione, riferito all’anno
precedente, del programma triennale della cultura, evidenziando, gli
obiettivi raggiunti, le iniziative realizzate, le risorse stanziate e
utilizzate, i soggetti coinvolti;
b) le eventuali criticità verificatesi e le
soluzioni programmate e messe in atto per farvi fronte.
Art. 42.
(Disposizioni transitorie)
1. In fase di prima attuazione il Programma
triennale della cultura, di cui all’articolo 6, deve essere
approvato entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della
presente legge.
2. Gli strumenti di programmazione e di intervento e
le relative modalità di gestione già approvati alla data di entrata
in vigore della presente legge, nonché le disposizioni recate dai
regolamenti di cui all’articolo 46, comma 2, lettere b), f), h),
i), n), restano efficaci fino alla data di adozione dei nuovi
strumenti di programmazione e di attuazione previsti dalla presente
legge.
3. Gli organismi consultivi costituiti alla data di
entrata in vigore della presente legge cessano la loro attività nel
rispetto delle disposizioni vigenti alla data della loro
costituzione.
4. I procedimenti avviati alla data di entrata in
vigore della presente legge si concludono secondo le disposizioni
vigenti alla data del loro avvio.
CAPO II
DISPOSIZIONI FINANZIARIE
Art. 43.
(Fondo per la cultura)
a) risorse di parte corrente destinate al finanziamento di progetti, iniziative e attività per la promozione e la valorizzazione del patrimonio, dello spettacolo e delle attività culturali nonché al sostegno della Regione al perseguimento degli scopi istituzionali degli enti partecipati;
b) risorse in conto capitale destinate agli investimenti in campo culturale finalizzati a interventi di riqualificazione, conservazione, recupero, allestimento e valorizzazione relativi al patrimonio culturale, alla realizzazione, alla ristrutturazione e all’adeguamento tecnologico di sale destinate ad attività culturali e di spettacolo, alla costituzione degli enti partecipati dalla Regione nonché agli strumenti di agevolazione finanziaria.
2. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge regionale di approvazione del bilancio regionale finanziario di previsione pluriennale, individua con deliberazione la destinazione delle risorse del fondo in riferimento agli ambiti tematici di intervento individuati dalla presente legge e in coerenza con il Programma triennale della cultura di cui all’articolo 6. La Giunta regionale può aggiornare annualmente con deliberazione la destinazione delle risorse del Fondo.
3. Il Fondo può essere incrementato da risorse pubbliche e private derivanti da assegnazioni comunitarie, statali e regionali, contributi, elargizioni di denaro, donazioni, lasciti e ogni altro tipo di entrata.
4. La Regione promuove la stipula di contratti di sponsorizzazione per la valorizzazione di beni, il sostegno di eventi e manifestazioni culturali.
5. Le risorse regionali destinate ad alimentare il Fondo sono allocate a bilancio come indicato all’articolo 44.
Art. 44.
(Norma finanziaria)
2. Per le spese in conto capitale relative agli investimenti in campo culturale finalizzati a interventi di riqualificazione, conservazione, recupero, allestimento e valorizzazione inerenti al patrimonio culturale, alla realizzazione, alla ristrutturazione e all’adeguamento tecnologico di sale destinate ad attività culturali e di spettacolo, alla costituzione degli enti partecipati dalla Regione nonché agli strumenti di agevolazione finanziaria, di cui all’articolo 43, comma 1, lettera b), quantificate in euro 515.000,00 nel 2017, in euro 650.000,00 per il 2018 e in euro 650.000,00 per il 2019, si fa fronte con le risorse già allocate nell’ambito della missione 5 “Tutela e valorizzazione dei beni e attività culturali” – programma 2 “Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale” – titolo 2 “Spese in conto capitale” dello stato di previsione delle spese del bilancio 2017-2019.
Art.
45.
(Norma
finale)
1. Gli
atti emanati in applicazione della presente legge che prevedano
l'attivazione di azioni configurabili come aiuti di Stato, ad
eccezione dei casi in cui detti aiuti siano erogati in conformità a
quanto previsto dai regolamenti comunitari di esenzione, o in regime
de minimis,
sono oggetto di notifica ai sensi degli articoli 107 e 108 del
Trattato.
CAPO III
DISPOSIZIONI ABROGATIVE
Art. 46.
(Abrogazioni)
1. Alla data di entrata in vigore della presente
legge sono abrogate le seguenti disposizioni regionali:
a) legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 (Promozione
della tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali);
b) legge regionale 19 dicembre 1978, n. 78 (Norme
per l’istituzione e il funzionamento delle biblioteche pubbliche di
Enti locali o di interesse locale);
c) legge regionale 25 febbraio 1980, n. 10
(Interventi regionali a favore della promozione musicale in Piemonte:
contributi al Teatro Regio di Torino);
d) legge regionale 30 maggio 1980, n. 68 (Norme per
la promozione delle attività del teatro di prosa);
e) legge regionale 11 novembre 1981, n. 47 (Modifica
all’articolo 25 della legge regionale 19-12-1978, n. 78, per lo
sviluppo delle strutture culturali locali);
f) legge regionale 2 marzo 1984, n. 16 (Sostegno ad
iniziative concernenti la ristrutturazione e l’ammodernamento di
strutture culturali e dello spettacolo);
g) legge regionale 18 aprile 1985, n. 36
(Istituzione del seminario di Bardonecchia per la formazione
federalista europea);
h) legge regionale 11 giugno 1986, n. 23 (Modifica
dell' art. 2 della legge regionale 28 agosto 1978, n. 58, in ordine
alla composizione della Consulta regionale per i beni e le attività
culturali);
i) legge regionale 12 novembre 1986, n. 45
(Modifiche alla L.R. 28 agosto 1978 n. 58 “Promozione della
tutela e dello sviluppo delle attività e dei beni culturali “);
l) articoli 6, 7 e 8 della legge regionale 7 marzo
1989, n. 15 (Individuazione negli strumenti urbanistici generali di
aree destinate ad attrezzature religiose. Utilizzo da parte dei
Comuni del fondo derivante dagli oneri di urbanizzazione e contributi
regionali per gli interventi relativi agli edifici di culto e
pertinenze funzionali all’esercizio del culto stesso);
m) legge regionale 23 agosto 1989, n. 51 (Modifica
alla legge regionale 12 novembre 1986, n. 45);
n) legge regionale 3 settembre 1991, n. 49 (Norme
per il sostegno delle attività formative nel settore bandistico,
corale, strumentale, delle Associazioni, Scuole ed Istituti musicali
nella Regione Piemonte);
o) legge regionale 18 giugno 1992, n. 30 (Per la
Casa della Resistenza nell’area monumentale di Verbania Fondotoce);
p) legge regionale 10 novembre 1992, n. 48
(Promozione del Centro Studi e Ricerche Storiche sull’architettura
militare del Piemonte con sede nel Forte di Exilles e linee di
indirizzo al recupero funzionale del Forte);
q) legge regionale 21 dicembre 1994, n. 68
(Valorizzazione della Sacra di San Michele “monumento simbolo”
del Piemonte);
r) legge regionale 23 febbraio 1995, n. 21
(Modifiche alla legge regionale 3 settembre 1991, n. 49: “Norme per
il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale,
strumentale, delle Associazione, Scuole ed Istituti musicali nella
Regione Piemonte”);
s) legge regionale 14 marzo 1995, n. 34 (Tutela e
valorizzazione dei locali storici);
t) legge regionale 14 marzo 1995, n. 35
(Individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali
architettonici nell’ambito comunale);
u) legge regionale 7 agosto 1997, n. 47 (Interventi a sostegno
delle attività svolte dalle Università popolari e della terza età
o comunque denominate);
v) legge regionale 21 ottobre 1998, n. 26
(Interventi regionali per le celebrazioni);
z) legge regionale 24 marzo 2000, n. 32 (Intervento
della Regione a favore della Scuola di alto perfezionamento musicale
Città di Saluzzo);
aa) legge regionale 7 aprile 2000, n. 38 (Interventi
a sostegno delle attività musicali);
bb) legge regionale 15 luglio 2003, n. 17
(Valorizzazione delle espressioni artistiche in strada);
cc) legge regionale 13 ottobre 2004, n. 25
(Modifiche alla legge regionale 3 settembre 1991, n. 49 “Norme per
il sostegno delle attività formative nel settore bandistico, corale,
strumentale, delle Associazione, Scuole ed Istituti musicali nella
Regione Piemonte”);
dd) legge regionale 28 dicembre 2005, n. 17
(Disciplina della diffusione dell’esercizio cinematografico del
Piemonte);
ee) legge regionale 4 aprile 2007, n. 8 (Modifiche
alla legge regionale 15 luglio 2003, n. 17 “Valorizzazione delle
espressioni artistiche di strada”);
ff) articoli 2, 3, 4, 5, 6 e comma 2 dell’articolo
15 della legge regionale 25 giugno 2008, n. 18 (Interventi a sostegno
dell’editoria piemontese e dell’informazione locale);
gg) legge regionale 3 dicembre 2008, n. 33
(Valorizzazione dei quadranti solari);
hh) articolo 16 della legge regionale 30 dicembre
2008, n. 35 (Legge finanziaria per l’anno 2009);
ii) legge regionale 7 aprile 2009, n. 11
(Valorizzazione e promozione della conoscenza del patrimonio
linguistico e culturale del Piemonte);
ll) legge regionale 7 aprile 2009, n. 12 (Tutela
delle minoranze linguistiche storiche presenti sul territorio
regionale);
mm) articolo 15 della legge regionale 4 maggio 2012,
n. 5 (Legge finanziaria per l'anno 2012);
nn) legge regionale 29 aprile 2013, n. 7 (Modifiche
alla legge regionale 10 novembre 1992, n. 48: “Promozione del
Centro Studi e Ricerche Storiche sull'architettura Militare del
Piemonte con sede nel Forte di Exilles e linee di indirizzo al
recupero funzionale del Forte”);
oo) articolo 21 della legge regionale 7 maggio 2013,
n. 8 (Legge finanziaria per l'anno 2013);
pp) articolo 17 della legge regionale 5 febbraio
2014, n. 1 (Legge finanziaria per l'anno 2014);
qq) articoli 57, 59, 60, 62, 63 della legge
regionale 11 marzo 2015, n. 3 (Disposizioni regionali in materia di
semplificazione);
rr) articoli 44, 45 e 46 della legge regionale 22
dicembre 2015, n. 26 (Disposizioni collegate alla manovra finanziaria
per l’anno 2015);
ss) legge regionale 30 giugno 2016, n. 13 (Nuove
disposizioni per l’erogazione dei contributi regionali ad enti,
istituti, fondazioni e associazioni di rilievo regionale. Abrogazione
della legge regionale 3 settembre 1984, n. 49 “Norme per
l’erogazione di contributi regionali ad enti, istituti, fondazioni
e associazioni di rilievo regionale”);
tt) articoli 4 e 5 della legge regionale 29 luglio
2016, n. 16 (Disposizioni di riordino e semplificazione
dell’ordinamento regionale nonché norme di prima attuazione
dell’articolo 21 della legge regionale 29 ottobre 2015, n. 23
“Riordino delle funzioni amministrative conferite alle province in
attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56”);
uu) legge regionale 25 ottobre 2016, n. 20
(Modifiche alla legge regionale 7 aprile 2009, n. 11 “Tutela,
valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del
Piemonte”).
2. Alla data di entrata in vigore della presente
legge sono altresì abrogati:
a) regolamento
11 novembre 1982, n. 5 (Regolamento della Consulta
Regionale per i beni e le attività culturali. L.R.
28-8-1978, n. 58, art. 2);
b) regolamento 6 agosto 1998, n. 1 (Regolamento
regionale per l'acquisto di beni librari, iconografici, artistici e
documentari, antichi e di pregio);
c) regolamento
17 luglio 2000, n. 6/R (Albo regionale dei soggetti
svolgenti attività musicali);
d) regolamento
05 marzo 2001, n. 3/R (Modifica al regolamento
regionale 17 luglio 2000, n. 6/R “Albo regionale dei soggetti
svolgenti attività musicali popolari“);
e)
regolamento 17 febbraio 2003, n. 4/R (Regolamento di
iscrizione all'Albo regionale degli insegnanti nei corsi di
orientamento musicale. “ Legge regionale 3 settembre 1991, n. 49”);
f)
regolamento 20 giugno 2005, n. 4/R
(Nuova disciplina degli interventi a sostegno delle
attività teatrali di cui alla legge regionale 30 maggio 1980, n.
68);
g)
regolamento 30 maggio 2006, n. 4/R (Attuazione
dell'articolo 4 della legge regionale 28 dicembre 2005, n. 17 . “
Disciplina della diffusione dell'esercizio cinematografico del
Piemonte”)';
h)
regolamento 26 marzo 2007, n. 4/R (Modifiche agli
articoli 1, 2, 3 e 8 del regolamento regionale 20 giugno 2005 n. 4/R
. “ Nuova disciplina degli interventi a sostegno delle attività
teatrali di cui alla legge regionale 30 maggio 1980, n. 68”);
i)
regolamento 14 aprile 2008, n. 4/R Sostituzione del
comma 4 dell'articolo 3 del regolamento regionale 20 giugno 2005, n.
4/R. “Nuova disciplina degli interventi a sostegno delle attività
teatrali di cui alla legge regionale 30 maggio 1980, n. 68 “);
l)
regolamento 10 novembre 2008, n. 14/R (Nuova
disciplina degli interventi a sostegno della realizzazione, del
recupero, della trasformazione e dell'ammodernamento di sedi
destinate ad attività culturali e dello spettacolo, di cui alla
legge regionale 28 agosto 1978, n. 58 . “ Promozione della tutela e
dello sviluppo delle attività e dei beni culturali”);
m)
regolamento 15 febbraio 2010, n. 5/R (Modifiche
all'articolo 6 del regolamento regionale 10 novembre 2008, n. 14/R .
“Nuova disciplina degli interventi a sostegno della realizzazione,
del recupero, della trasformazione e dell'ammodernamento di sedi
destinate ad attività culturali e dello spettacolo, di cui alla
legge regionale 28 agosto 1978, n. 58. “);
n)
regolamento 07 ottobre 2010, n. 16/R (Sostituzione
dell'articolo 10 del regolamento regionale 20 giugno 2005, n. 4/R.
“Nuova disciplina degli interventi a sostegno delle attività
teatrali di cui alla legge regionale 30 maggio 1980, n. 68”);
o)
regolamento 13 ottobre 2014, n. 3/R (Modifiche
al Regolamento regionale 30 maggio 2006, n. 4/R . Attuazione
dell'articolo 4 della legge regionale 28 dicembre 2005, n. 17
“Disciplina della diffusione dell'esercizio cinematografico del
Piemonte”).
Commenti
Posta un commento