Il direttore Nic Lagioia e il presidente della Fondazione Massimo Bray |
Ieri Comune e Regione hanno incontrato il presidente di Gl Events Olivier Ginon e, al di là dei salamelecchi di rito (tipo "il Gruppo ha rinnovato l’impegno a voler lavorare per lo sviluppo della collettività locale con particolare riferimento al Polo fieristico del Lingotto...", e blablabla) non si potevano aspettare miracoli. La versione ufficiale è un capolavoro di ipocrisia ("pubblico e privato lavoreranno insieme per trovare soluzioni alternative all’indisponibilità del Padiglione 5 attraverso scelte innovative in grado di garantire all’evento un successo pari alle edizioni precedenti") ma le chiacchiere stanno a zero. E' chiaro che toccherà beccarsi sui denti l'Oval, in cambio del Padiglione 5 che non c'è più. E fanculo il contratto di locazione triennale del 30 marzo 2015 con cui Gli Events si impegna fino al 2018 a mettere a disposizione della Fondazione per il Libro, per l'intero periodo del Salone nonché i sei giorni precedenti e i tre successivi, i Padiglioni 1, 2, 3 e 5 "o aree equivalenti".
Cosa intendano i franciosi per "area equivalente" lo aveva già spiegato l'allora direttore generale di Lingotto Fiere Régis Faure il 26 aprile 2016, prima di finire al gabbio: se non c'è il Padiglione 5, si può considerare "equivalente" l'Oval.
Cosa intendano i franciosi per "area equivalente" lo aveva già spiegato l'allora direttore generale di Lingotto Fiere Régis Faure il 26 aprile 2016, prima di finire al gabbio: se non c'è il Padiglione 5, si può considerare "equivalente" l'Oval.
Ribadisco il mio punto di vista: "equivalente" significa "che ha lo stesso valore"; e in geometria si dicono "figure equivalenti" quelle che hanno la stessa area (se piane) o lo stesso volume (se solide). Si dà il caso che il Padiglione 5 del Lingotto misuri 7000 metri quadrati, e l'Oval 20.000; mentre sul piano pratico ricordo che il Padiglione 5 è collegato al resto del Lingotto Fiere così da non creare interruzioni del percorso espositivo, mentre l'Oval ne è staccato e distante, per cui presenta non poche controindicazioni per gli organizzatori, gli espositori e il pubblico. Infatti quando lo utilizzarono come "estensione" del Salone, nel 2011, non ci andava un cane.
Comunque, o mangi 'sta minestra o salti dalla finestra. Per cui alla fine delle chiacchiere la "soluzione alternativa" che riusciranno a trovare sarà l'Oval. Take it or leave it.
Vabbé: se non altro, ancora per quest'ultimo anno di contratto dovrebbe restare valido lo "sconto" del 50 per cento sull'affitto concesso da Gl Events nell'estate del 2015, e ciò consentirà se non altro di mantenere basse le tariffe per gli espositori. E' stata quella l'arma vincente dell'edizione 2016, che ha consentito al Salone di surclassare la concorrenza milanese di Tempo di Libri. Tant'è vero che Milano ha già rilanciato, offrendo i suoi spazi espositivi dell'edizione 2018 a prezzi stracciatissimi: si parte da 90 euro al metro quadrato. Direi però che per il momento Torino resta concorrenziale: l'anno scorso il Salone offriva gli stand preallestiti di 8 metri quadrati a mille euro, adesso Tempo di Libri li vende, in offerta promozionale fino a novembre, a 1250. Ma ci aspetta una guerra al ribasso, prepariamoci.
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