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MADAMINE, LO STABILE E' QUESTO: NUDO E CRUDO IN COMMISSIONE

In primo piano Valerio Binasco, al suo fianco Fonsatti
Frequento le sedute della Commssione cultura per due motivi: intanto perché lo considero lo spasso più a buon mercato che un gentiluomo si possa oggi permettere nella Città dalle Molte Sfighe; e poi - in subordine allo spasso - anche perché capita di cogliere una discreta messe di notiziuole. Questo soprattutto in occasione delle audizioni di enti culturali o festival.
Merito delle condizioni propizie.
Da un canto abbiamo infatti i rappresentanti di enti e festival culturali. Essi ci tengono a far buona impressione ai consiglieri-commissari, e quindi s'adeguano all'antica saggezza popolare che consiglia di attaccar l'asino dove vuole il medesimo, e raccontano e si raccontano sottolineando gli aspetti dalla propria attività che immaginano più consoni all'alato sentire dei consiglieri-commissari. Attualmente le formulette magiche sono "periferie" (un po' in ribasso, comunque), la sempreverde "diffusione sul territorio" e la trendissima "cultura accessibile"; meglio ancora se "partecipata". Le formulette magiche vengono declinate davanti all'augusto uditorio nelle guise più stravaganti, spesso con effetti di alta comicità.
Dall'altra parte del tavolone siedono i severi consiglieri-commissari. Costoro sovente non hanno la minima idea di che cosa cazzo si stia parlando, però ci tengono anch'essi a far bella figura. Quindi pongono ai rappresentanti di enti e festival culturali domande talora strampalate, talora azzeccate, che qualche volta portano a risposte illuminanti anche per l'annoiato cronista. Insomma, è come andare a pescare: a volte non prendi neppure una scarpa vecchia, ma ci sono giorni che tiri su un luccio da 5 chili. 

Direttore e consulente: questioni lessicali

Ieri mi è andata discretamente bene. C'era l'audizione del Teatro Stabile, starring il direttore Filippo Fonsatti, il presidente Lamberto Vallarino Gancia e Valerio Binasco che la Albano, presidente della Commissione cultura, come al solito non conosce e tocca di presentarglielo. Per la precisione Fonsatti presenta Binasco come "direttore artistico" del Tst, riprecipitandomi nella tempesta del dubbio dalla quale ero appena appena uscito con la ferma convinzione che allo Stabile ci siano un direttore unico, Fonsatti, e un "consulente artistico", Binasco
Alla fine mi cheto convincendomi che in concreto le cose stiano ancora così, e quelli dello Stabile usino il termine "direttore artistico" impropriamente, giusto per non dover pure spiegare ai commissari la differenza fra direttore e consulente.

Territorio e giovani sì, cani morti anche no

Ad ogni modo. Fonsatti con precisione da amministratore accorto, Binasco con passione d'artista illuminato, raccontano lo Stabile ai commissari. Entrambi, saggiamente, calcano gli accenti sul "teatro accessibile a tutti" e, ci mancherebbe!, la spasmodica "attenzione agli stimoli che arrivano dal territorio". Fonsatti sottolinea che il cartellone 2017/2018 pullula di attori, registi, autori e gruppi nostrani, e che c'è addirittura un focus "Il Cielo su Torino" che propone cinque giovani compagnie selezionate tramite l'immancabile bando. Binasco, meno callido di Fonsatti, butta là un accenno al fatto che il suo Stabile sarà apertissimo ai giovani, alla sperimentazione, alle nuove proposte, alle collaborazioni con le "realtà del territorio": a condizione - fa intendere - che siano di qualità. 
Traduzione: cani morti no, grazie. Nemmeno se sono giovani, carini e torinesi.

Le chimere della Cavallerizza, la concretezza delle Ogr

La sperimentazione, l'avanguardia, il teatro giovane, necessitano però di uno spazio adatto, fanno notare Fonsatti e Binasco; che non possono essere gli aulici Carignano e Gobetti. Lo spazio adatto, dicono, potrebbe essere la Cavallerizza. 
La buttano lì con malcelata ironia. Giusto giusto, direi, per regalare un frisson ai commissari cinquestelle che appena l'altro giorno hanno entusiasticamente mandato avanti la mozione che per la Cavallerizza auspica un futuro alternativo autoregolamentato e fuori dall'ottica del sistema
Ad ogni modo, aggiunge Fonsatti, facciano lorsignori: lo Stabile è aperto a ogni soluzione e se c'è da combinare qualcosa bene, sennò tanti saluti e baci. Fonsatti lo dice con estrema diplomazia, perché è un diplomatico estremo; e a fine seduta ascolta persino con diplomatica attenzione il consigliere Giovara che gli spiega che "alla Cavallerizza c'è un tentativo di procedere a un'innovazione... si può collaborare ma entrando in quel processo...". Sì, sì, e come no? Intanto io ho suggerito a Fonsatti & Co. di buttare un occhio alle Ogr, che come spazio per la sperimentazione mi sembrano perfette e dove non sono in atto tentativi autoregolamentati bensì progetti concreti senza acchiappamenti di nuvole.
Ricordo per inciso che lo Stabile in passato gestiva una sala alla Cavallerizza: l'abbandonò nel 2013 perché - in seguito a uno dei tanti tagli fassiniani - mancavano i soldi per sostenerne i costi.

L'insostenibilità delle Fonderie Limone

Stesso problema Fonsatti adesso segnala in merito alle Fonderie Limone: le definisce "indispensabili" per il lavoro dello Stabile, ma i 160 mila euro che la Città di Moncalieri versa allo Stabile non bastano a coprire le spese di manutenzione per un edificio che negli Anni Novanta quel Comune ristrutturò "con fpmdo europei e una gara al massimo ribasso, e quindi con materiali scadenti e di rapidissima obsolenscenza". Siamo messi benissimo, insomma. 

Tutto quello che vorreste sapere sul "Sistema delle Arti Performative"

Altro giro, altro regalo. Aleggia il tema del nuovo e salvifico Sistema delle Arti Performative, che sostituirà il brutto e obsoleto Sistema Teatro Torino
L'assessore Leon anche ieri ha garantito - come da alcuni mesi a questa parte - che il Sistema delle Arti Performative sarà presentato entro pochissimo. L'8 giugno Leon aveva dichiarato: "Non sarà fra sei mesi, ma fra poche settimane". Da quel dì sono passati tre mesi e mezzo, per la precisione 15 settimane. La parola "poche" può avere molte sfumature.
Nell'attesa mi faccio raccontare qualcosa da chi sa. Apprendo così che lo Stabile sarà, insieme con Tpe-Teatro Piemonte Europa e Trg-Teatro Ragazzi e Giovani, al centro di una convenzione che comprenderà altri soggetti come l'Agis e Piemonte dal Vivo, e "favorirà la collaborazione anche trasversale fra le compagnie": ma, attenzione, saranno collaborazioni "condivise e trasparenti". Qualsiasi cosa ciò significhi. 
Veniamo alle cose importanti: i soldi. Cambierà il criterio di assegnazione delle risorse: non ci si baserà più sullo "storico" (se tu prendevi tot soldi, tot soldi continuerai a prendere), bensì su un "processo di valutazione". 
Questo ha un senso. Il Sistema Teatro nacque per sostenere le "compagnie giovani" dell'epoca; ma negli anni sempre quelle sono rimaste, a beneficiarne, con pochissime new entries. Si è cioè creato un "numero chiuso", con una dozzina di fortunati che stanno dentro al Sistema e tutti gli altri sfigati fuori e senza speranza di entrare.
Il nuovo Sistema userà criteri di valutazione che - mi dicono - saranno più o meno quelli, per lo più oggettivi, adottati per l'assegnazione dei soldi del Fus: quindi è probabile che chi era già sovvenzionato continuerà a esserlo, ma altri potranno accedere. Resta da capire con quali soldi sfameremo l'accresciuta turba dei bisognosi: il bilancio comunale 2017, in controtendenza rispetto ai tagli feroci inflitti a quasi tutti gli enti culturali, destina in totale 776 mila euro al Sistema (erano 578 mila nel 2016): e bon, 198 mila euro in più non sono pochi, ma dipende da quanto si allargherà la platea dei beneficiari.

Finanziamento totale: 2.165.000 euro. Ma il bilancio è salvo

A proposito di vil danaro: il consigliere piddino Foglietta s'informa su quale sia, alla fine della fiera, la cifra che il bilancio 2017 destina allo Stabile: Leon si consulta con il dirigente che l'accompagna, e a seguito di adeguati calcoli dichiara un finanziamento complessivo di 2.165.000 euro. Il bilancio di previsione 2016 stanziava 3.078.000 euro, che in fase di assestamento Appendino ridusse a 2.903.000 (ma trecentomila euro erano già stati defalcati da Fassino).
All'inizio di quest'anno, in sede di bilancio di previsione 2017 la giunta decise di togliere al Tst oltre un milione, ipotizzando un finanziamento di appena 1.833.500. In seguito, mentre lo Stabile si esibiva in fachiresche operazioni di risparmio e aumenti del prezzo dei biglietti, lorsignori promisero di trovare "fondi aggiuntivi"; la promessa si è alfine concretizzata con la concessione di 350 mila euro in più. Il totale a casa mia fa 2.183.500: si saranno persi 18.500 euro per strada, può capitare. Peccato che per strada i soldi si perdono sempre, e non si trovano mai. E comunque rispetto all'anno scorso mancano ancora 738 mila euro. Fonsatti ha da tempo dichiarato che il piano di economie messo in atto garantisce un risparmio di 500 mila euro. Ieri mi ha detto che prevedono di aumentare gli incassi, salendo da due milioni a 2.100.000, magari persino 2.200.000: avendo alzato del 7 per cento il prezzo medio dei biglietti (esclusi quelli per gli studenti che rappresentano il 41 per cento del totalie), non dubito che ce la faranno. In caso contrario ci sono pur sempre i 177 mila euro in più che lo Stabile riceverà meritatatamente dal Fus.
Quindi il bilancio per quest'anno è salvo. Ma guarda te chess'ha daffa' pe' campa'.


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