Sergio Toffetti, presidente del Museo, Giovanni Minerba, co-fondatore e ex presidente di Lovers, e Irene Dionisio, direttrice in scadenza |
Il Comitato di gestione del Museo del Cinema dovrà scegliere fra quattro candidati selezionati dall'apposita commissione. I "finalisti" sono Vladimir Luxuria, che non ha bisogno di presentazioni; due ex collaboratori del Festival dell'era-Minerba, Angelo Acerbi (che era rimasto anche nel primo anno di Dionisio) e Fabio Bo; e il critico cinematografico Pier Maria Bucchi, che tra l'altro è uno dei selezionatori del Tff.
Fermo restando che la decisione spetta al Comitato di gestione nel suo insieme, oggi ho provato ad annusare l'aria che tira, così finita la presentazione del programma di Lovers 34 ho acchiappato il Gatto e la Volpe: ovvero Sergio Toffetti, il presidente del Museo, e Piero "Macchina da Guerra" Valetto, il coordinatore del Festival.
Figurarsi se mi dicono un nome. Però rispondono a domande generali.
Identikit del nuovo direttore
Prima domanda, per Sergio Toffetti: preferirebbe un direttore-icona, che porti lustro e visibilità mediatica al Festival, oppure un direttore operativo, che faccia materialmente il Festival?Toffetti mi ha risposto che a parer suo i direttori dei festival devono fare i festival. Ha aggiunto che non è mai stato favorevole alle "direzioni di prestigio" affidate a famosi registi (come accadeva al Tff con Moretti, Virzì e Amelio) che però erano affiancati da un vicedirettore operativo (quale era, al Tff, Emanuela Martini). "Così si pagavano due direttori per fare il lavoro di uno", aggiunge per sovrammercato il pragmatico Toffetti, che ai conti ci sta attentissimo.
Seconda domanda: è meglio un direttore che arriva da fuori, o qualcuno che già conosce a menadito i meccanismi del Museo del Cinema e del Festival? Toffetti e Valetto non esitano: meglio uno già imparato. Serve gente con pratica, sotto tutti i punti di vista, e senza tante ubbìe per la testa. Che sappia che cosa si può fare, come e con chi.
Sarà direttore? Angelo Acerbi |
Minerba non è più presidente (e gli hanno ridotto il compenso)
Il padre fondatore di Cinema Gay, intanto, ha già perso il titolo di presidente: carica onorifica, ma si è scoperto che come "presidente", per legge, Minerba non poteva ricevere un compenso economico, e difatti adesso nel colophon di Lovers 34 compare semplicemente come "consulente scientifico". E insieme con il titolo ha perso - in seguito all'ennesima "limatura" dei costi - una buona fetta del compenso: nel bilancio di previsione 2019 del Museo del Cinema la voce "collaborazioni e consulenze" indica per Lovers un totale di 105 mila euro, tutto compreso: erano 145.692 nel preventivo 2018, di cui 26 mila per la direttrice Dionisio, e 103.750 per "prestazioni professionali", dicitura sotto la quale ritengo rientrasse anche il compenso di Minerba. Quindi il taglio c'è stato, e piuttosto drastico.Ancora economie
Me lo confermano dai vertici di Lovers quando dichiarano che la riduzione complessiva del budget ha riguardato soprattutto prestazioni e consulenze: circa 75 mila euro in meno. Le stesse fonti mi garantiscono che "non è stata intaccata la spesa cinematografica", ma credo si riferiscano ai film, non ai collaboratori. Molte funzioni - ad esempio la redazione del catalogo - sono state affidate al personale dipendente del Museo. Per "ottimizzare" le risorse.Ma il Museo sgancia un extra di 50 mila
In linea generale, il budget di Lovers 2019 è di 320 mila euro, contro i 393 mila della passata edizione. Le risorse proprie del Festival, confermate dal bilancio di previsione, sono 20 mila euro di incassi e 20 mila di sponsorizzazioni economiche; altri 85 mila euro circa arrivano da contributi extra del Ministero e, in minima parte, delle fondazioni bancarie. Insomma, lo sbilancio è attorno ai 200 mila euro che vengono coperti direttamente dal Museo del Cinema. Inoltre alcuni costi della manifestazione sono coperti dagli sponsor tecnici i quali forniscono servizi che altrimenti costituirebbero una spesa viva per il Festival.Va però detto che, a fronte di una riduzione del bidget, anno su anno, di oltre 70 mila euro, il Museo del Cinema si fa direttamente carico dei costi della mostra fotografica di Asia Argento, dell'invito e ospitalità a Helmut Berger, e di parte della serata di chiusura: in totale, fanno circa 50 mila euro. Per cui, almeno per quest'anno, le economie sono sopportabili, come dimostra il programma del Festival, comunque ampio e articolato, con buone iniziative collaterali e ospiti di un discreto richiamo: Giancarlo Giannini, Alba Rorhwacher, i già citati Helmut Berger e Asia Argento, Michela Murgia, Ilaria Cucchi, Piera Detassis e i giurati Neri Marcorè e Iaia Forte.
Gentile Gabo,
RispondiEliminanon sarò addentro, però so documentarmi - il minimo indispensabile, magari sfruttando Google, il cui uso è free of charge.
Un saluto caro.
Pier Maria Bocchi