La tabella dei finanziamenti per gli enti culturali nel bilancio preventivo 2019 del Comune |
Considerate le condizioni generali delle casse del Comune, poteva andare peggio. Nel bilancio preventivo 2019 le risorse destinate alla cultura scendono, rispetto al 2018, di "appena" 683 mila euro: 19,4 milioni a fronte dei 21,1 a consuntivo nel 2018. E cala vistosamente la quota in conto capitale. Le fondazioni culturali (dallo Stabile al Regio, dal Museo del Cinema a Torino Musei) non subiscono tagli significativi, e in qualche raro caso prendono persino di più. Rispetto alla mattanza del 2017, stavolta c'è un'unica vittima eccellente: la Fondazione Cultura, alla quale viene totalmente cancellato il finanziamento. La Francesca Leon dice che, per quest'anno, Fondazione Cultura "si finanzierà con il proprio patrimonio".
Posso dire? Sarà pure una scelta dolorosa: però una sua logica ce l'ha.
Intanto è una scelta furba dal punto di vista politico. Insomma, mettetevi nei panni di Chiarabella: piuttosto che ritrovarsi presidenti e direttori di tutte le fondazioni culturali della città che intonano il pianto greco - com'era accaduto dopo i tagli trucibaldi del 2017 - è meglio che a lamentarsi sia uno solo; meglio ancora se è Angela Larotella, segretario generale della Fondazione Cultura salvata contro ogni previsione e promessa. Ella deve a Chiarabella imperitura riconoscenza. E dunque non si lamenterà. Perlomeno in pubblico.
Ma ragioniamo sul piano fattuale. La Fondazione Cultura venne istituita nel 2012 da Fassino – trasformando una precedente Fondazione, la FAM che organizzava MiTo – con una duplice finalità (cito me stesso): "coordinare la realizzazione dei grandi eventi promossi dalla Città o da terzi in collaborazione con la Città; e promuovere un’azione di fund raising per acquisire da soggetti privati (imprese, istituti di credito e assicurativi, fondazioni, enti, associazioni) risorse a sostegno delle iniziative culturali attraverso sponsorizzazioni o altre forme di contribuzione".
Insomma: a filo di logica la Fondazione Cultura i soldi deve portarli al Comune, non riceverne. Certo, in questi anni ha raccolto un buon gruzzolo in sponsorizzazioni - benché spesso ricorrendo a sponsor "obbligati" com'è (o era...) Iren - per sostenere MiTo, Biennale Democrazia, Jazz Festival, Todays, Torino Estate Reale e altre sceneggiate civiche. Ma quando gli sponsor non abboccavano i dindi arrivano comunque dalle casse municipali. Ricordo, ad esempio, il caso di Todays nel 2014, che fece incazzare assai l'allora inflessibile consigliera d'opposizione Appendino; ma anche, di recente, il trasferimento di 200 mila euro di fondi extra alla Fondazione deciso da Chiarabella per sostenere il Capodanno Maggico.
A farla breve: il bilancio comunale del 2016 (l'ultimo di Fassino) destinava alla Fondazione Cultura un milione di euro; nel 2017 Appendino li ridusse a 750 mila; nel 2018 il finanziamento s'impennò a 1,4 milioni, ma lì c'erano i 700 mila euro per il Salone del Libro (poi, in realtà, ne sono stati versati circa la metà), somma che da quest'anno andrà direttamente al Circolo dei Lettori in quanto organizzatore del Salone stesso (il contributo totale per il Circolo è di 720 mila euro, comprensivi però anche della cifra destinata a Torino Spiritualità).
Così un anno fa: la tabella dei finanziamenti agli enti culturali nel bilancio preventivo 2018 del Comune |
L'anno peggiore: i finanziamenti per gli enti culturali nel preventivo del 2017 |
Insomma, la Fondazione Cultura, istituita per portare soldi alle casse comunali, riceveva dal Comune almeno 700 mila euro all'anno. In realtà era di più, ma non stiamo a sottilizzare, se vi interessa qui trovate i bilanci.
Di fatto la Fondazione è lo strumento operativo con cui il Comune non solo organizza, ma anche finanzia le proprie attività di "impresario pubblico" - e concorrenziale con i privati - oltre a concedere contributi a varie associazioni culturali, dal Consorzio Piemonte Jazz per i "Jazz Meetings" al Comitato dei Cittadini del Quadrilatero Aurora per l'allestimento di un presepe multietnico.
Ad ogni modo. Nel bilancio preventivo 2019 della Fondazione Cultura risultano iscritti 696 mila euro alla voce "contributi" (di fondazioni bancarie e Comune) e altri 800 mila alla voce "Città di Torino", su un totale di 6 milioni di euro indicati come "entrate per iniziative": i rimanenti 4,6 milioni arrivano dall'incasso delle biglietterie e in massima parte, ben 3,6 milioni, dal fundraising.
Sul fronte delle uscite, le spese per il funzionamento della Fondazione assommano a 475 mila euro (di cui 381 mila per gli stipendi del personale e del segretario generale), mentre per le manifestazioni vere e proprie si prevede una spesa di 5.858.883 euro.
"Si finanzierà col proprio patrimonio". Ma quale?
La domanda delle cento pistole è questa: riuscirà la Fondazione Cultura a superare la perdita dei soldi del Comune? Lo scopriremo soltanto vivendo. La Leon dice che "si finanzierà con il proprio patrimonio"? Ma a quale patrimonio si riferisce? Lo Statuto della Fondazione, all'articolo 7, dice che "Il patrimonio della Fondazione è costituito:
- dal Fondo di dotazione, indisponibile, composto da denaro e beni, mobili e immobili, conferiti dal Fondatore;
- dal Fondo disponibile composto da somme di denaro, e da beni, mobili o immobili, che pervengano a qualsiasi titolo alla Fondazione, ivi incluse eventuali donazioni, lasciti, o altre liberalità;
- dalle rendite del patrimonio e dai proventi derivanti dalle attività della Fondazione, quali il ricavato della vendita dei biglietti e degli abbonamenti e di ogni altra attività svolta per il conseguimento e nell’ambito dei propri scopi;
- dai contributi conferiti dai Partecipanti;
- dai contributi pubblici, privati e sponsor sotto qualsiasi forma e titolo erogati purché finalizzati alla realizzazione degli scopi della Fondazione.
Il patrimonio e le rendite che ne derivano sono destinati al perseguimento degli scopi della Fondazione e sono utilizzabili per il ripiano degli eventuali disavanzi di gestione".
Ora, si tratterà di intaccare il "Fondo di dotazione", per Statuto indisponibile? O Francesca si riferisce al "Fondo disponibile"? E in tal caso, di quali somme di denaro si parla, visto che una parte di quelle somme arrivavano dal finanziamento comunale?
Il rischio è che la cancellazione del finanziamento alla Fondazione si riveli, in realtà, un taglio indiretto alle risorse per le manifestazioni che dalla Fondazione dipendono, fra le quali - lo ricordo ancora una volta - ci sono eventi come MiTo, Todays, Biennale Democrazia, Jazz Festival... A meno che, come sarebbe anche giusto, la Fondazione stessa non sia in grado di recuperare, acquisendo nuove sponsorizzazioni, quei 700 mila euro tolti dal Comune.
Boh, staremo a vedere. Sapranno ben quello che fanno.
Le altre istituzioni salvano la pelle
Adesso veniamo ai salvati, e cioé alle altre istituzioni culturali che, come potete vedere dalla tabella, più o meno portano a casa la pelle. Qualcuno, addirittura, ottiene un pugno di euro in più rispetto al 2018. Se volete fare qualche confronto, vi linko il prospetto e l'analisi dei bilanci previsionali del 2018 e del 2017. Aggiungo, a scanso di allarmi e sdegni, che non compare nella tabella di quest'anno ma è comunque confermato il contributo di 70 mila euro per il Museo Diffuso della Resistenza.
Aggiungo, a lode dell'amministrazione, che oltre ai finanziamenti ordinari alcuni enti godranno di ulteriori impegni di spesa comunali. E' il caso dei musei del Risorgimento, Montagna, Polo del 900 e Resistenza, Polo Universitario per i quali Palazzo Civico in virtù della nota convenzione si fa carico dei costi del personale di biglietteria e sorveglianza per una totale di un milione e rotti di euro (erano 992 mila l'anno scorso). Inoltre il Comune stanzierà somme significative per manutenzioni straordinarie e ordinarie: sono previsti, ad esempio, interventi importanti al Borgo Medievale e al Regio. E 150 mila euro, assicura Leon, verranno destinati alla riapertura del Centro culturale Principessa Isabella.
Il Comune per la Cultura: 19,4 milioni
Comunque: il sostegno agli enti culturali - partecipati e non - assorbe anche quest'anno buona parte dell'intera cifra destinata dal Comune al settore Cultura. Ai più importanti andranno ben 17.360.355 euro (di cui 16.150.079 per gli enti partecipati) su un impegno totale che quest'anno sarà di 19,4 milioni (per la precisione, 19.429.882 euro), con un taglio di 683.341 euro rispetto al consuntivo 2018 che è stato di 20.113.223. Ma attenzione: il preventivo 2018 si fermava a 19,8 milioni (esattamente 19.812.773): il che significa che nel corso dell'anno qualche soldo extra si è trovato strada facendo; e dunque è lecito sperare per il futuro. Anche perché l'esperienza ci ha dimostrato e ci dimostra tutti i giorni che, con queste cifre risicate il sistema culturale non cresce: sopravvive, vivacchia, bene o male la sfanga. Ma più che vita è agonia.
Verso la scomparsa del conto capitale
Potrei sottolineare con amarezza che nel 2016 il Comune fassiniano destinava alle sole istituzioni culturali oltre 22 milioni di euro. Ma di quei 22 milioni ben 13,5 erano in conto capitale, ovvero risorse che non sono certe quando viene redatto il bilancio e che dovranno saltare fuori da entrate straordinarie, con il rischio che fuori non saltino. Ormai dovreste sapere tutti (e se non lo sapete leggete qui) in che cosa consista, e quanto possa rivelarsi tossico, quel sistema di chiudere i bilanci. Quindi voglio sottolineare un aspetto molto positivo del preventivo 2019: la quasi totale scomparsa del nocivo conto capitale. Nel preventivo 2018 lo stanziamento in conto capitale assommava a 7,3 milioni su 19,8 (e nel consuntivo 2018 restano ancora iscritti in conto capitale 282 mila euro) mentre nel preventivo 2019 il conto capitale precipita ad appena 800 mila euro a fronte di 18,6 milioni in spesa corrente (quindi effettivamente disponibili).
Si noti che nel consuntivo 2017 erano ancora iscritte in conto capitale spese per 6,1 milioni, e si era partiti da un preventivo 2017 con addirittura 12,1 milioni in conto capitale su uno stanziamento complessivo di 18,1 milioni per la cultura.
Ma quanto prende il Tap?
Chiudo questa prima disamina del bilancio preventivo 2019 per la Cultura con una piccola curiosità. Stamattina, relazionando in Commissione sotto lo sguardo come sempre attento del presidente aka assessore supplente Giovara, Francesca Leon s'è premurata di precisare che "Torino Arti Performative conserva il finanziamento". In effetti, dalla tabella diffusa oggi risultano 340 mila euro destinati a Torino Arti Performative (Tap) per il 2019: esattamente la stessa somma che, nella tabella, risulta essere già stata assegnata nel 2018.
Peccato che, nella tabella diffusa in analoga circostanza un anno fa, per Torino Arti Performative era indicata a preventivo la cifra di 755 mila euro per il 2018, in crescita rispetto al 2017, anno per il quale la stessa tabella dichiarava uno stanziamento già effettuato di 490 mila euro.
Peccato che nella tabella diffusa nell'analoga circostanza del 2017 risultavano a preventivo 696 mila euro come cifra destinata quell'anno al Sistema Teatro (che proprio alla fine di quell'anno fu rimpiazzato da Torino Arti Performative).
Certamente c'è una spiegazione tecnica, non è che uno scrive le cifre a muzzo. Chiederei soltanto, a beneficio di noi poveri analisti, tabelle più precise e dati omogenei.
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