Passa ai contenuti principali

SIAMO TUTTI GIOBBE (UN POST DI MODERATO OTTIMISMO)

L'infermiera dell'ospedale di Cremona stremata dopo un turno di notte: questa immagine, postata sul web, è destinata a restare nella storia del fotogiornalismo, come "Miliziano colpito a morte" di Robert Capa, "Alzando la bandiera a Iwo Jima" di Joe Rosenthal, "La bambina di Trang Bang" di Nick Ut, "Ragazza afgana" di Steve McCurry: fotografie-simbolo che hanno raccontato i grandi drammi che ha attraversato 'umanità. Premio Pulitzer subito per l'autore. E un momento di riflessione per ognuno di noi. Non dimentichiamo. E in futuro pensiamoci, prima di denigrare la Sanità pubblica.


I miei giorni passano, svaniscono i miei progetti (Giobbe, 17,11)

Buongiorno a tutti, per quanto possibile. Comincia il sesto giorno di autoreclusione generale, e un fatto credo sia ormai ben chiaro: non finirà presto. Non certo il 25 marzo, quando decadrà il decreto del governo che con ogni probabilità sarà prorogato sine die. Non il 3 aprile, virtualissima data di riapertura delle scuole. Non questo mese. Né, temo, il prossimo.
Non finirà così presto. Non questa volta. Quella che stiamo affrontando, attoniti e non ancora ben consci di quanto ci aspetta, è una battaglia dura, incerta. E lunga. Molto lunga. 
Tanto vale, allora, prenderne atto: senza disperazione - i nostri padri e nonni in guerra se la passarono peggio, molto peggio, ma anche la guerra finì e venne il miracolo italiano - ma neppure accarezzando i sogni.
Questo vale per tutti. Nelle grandi come nelle piccole cose. Anche nel mondo piccolissimo che io bazzico - tollerato intruso - e che per dovere professionale da tanti anni racconto. La cultura, si sa, è allenata a vivere nell'emergenza permanente e difatti sta dando prova di ammirevoli doti resilienti. Dunque cerchiamo di essere realisti. Non vedo grandi spazi di manovra, né ragionevoli motivi per dubitare che - come già  tanti festival e manifestazioni - anche il Salone del Libro annunci a breve la sospensione e il rinvio a tempi  migliori: pur nell'ottimistica ipotesi che a maggio l'Italia, in virtù dei draconiani provvedimenti adottati prima degli altri paesi, sia già fuori dal tunnel e risanata, non si può immaginare una fiera mondiale del libro a maggio, con mezzo mondo in quarantena.
In simili condizioni diventa velleitario persino pensare a un autunno caldissimo nel quale riprendere le grandi manifestazioni sospese a primavera vadano, sommandole a quelle già in programma da settembre in poi.
Ma nel mio volontario - e vi confesso gradito, a un antisociale qual sono - romitaggio ho tanto tempo per baloccarmi con strategie 
strampalate, per cui ho scritto per il Corriere di stamattina un articolo (lo potete leggere anche a questo link) nel quale esamino, uno per uno, i possibili - o impossibili - ricollocamenti nella seconda parte dell'anno delle rassegne e dei festival interrotti o rinviati dal 24 febbraio in poi, quando la sospensione di Seeyousound aprì l'ennesima via crucis della cultura, generata stavolta non dalla banalità di qualche taglio di bilncio, ma dal virus malignazzo piombato sulle nostre vite a dissolvere in pochi giorni abitudini, certezze, progetti di ognuno di noi.
Aspettando che passi la tempesta e gli augelli tornino a far festa, ciascuno tenterà di fare, nei limiti della logica e delle possibilità, il proprio dovere. Sono sentitevi eroi se dovete rinunciare alla gita della domenica o alla canasta con le amiche. Gli eroi sono quelli che ogni mattina sono costretti a uscire di casa, in un mondo che all'improvviso s'è fatto minaccioso; gli eroi combattono negli ospedali - ma anche nelle strade, nelle fabbriche, nei giornali, alla cassa di un supermercato - per garantire a tutti una vita accettabile anche al tempo del virus. Gli altri facciano quel che possono, e devono. Persino i disutilacci come me si arrabatteranno a onorare - al sicuro nella fortezza domestica - il loro disutile dovere: che per me è quello di continuare a raccontare quelche succede o non succede nel mio piccolissimo mondo. 
E dunque, scegliendo tra le tante iniziative on line di questi giorni, vi segnalo quanto segue.


Lo Strano Interludio dello Stabile

Da oggi sul sito e sulla pagina Facebook ufficiale dello Stabile saranno disponibili - sotto l'etichetta Strano Interludio - brevi clip di pochi minuti che raccolgono brani, commenti, poesie e riflessioni dei protagonisti della scena italiana. Alle testimonianze degli artisti si aggiungeranno quiz sulla storia del teatro, e delle sue più grandi produzioni del passato, per mettersi alla prova come spettatori, magari ricordare uno spettacolo molto amato e riscoprire il patrimonio digitale del Centro Studi del Tst. Oggi la nuova iniziativa sarà presentata sul sito e sui social dello Stabile sarà presentata dal direttore Fonsatti; e sempre in goornata verrà pubblicata una clip realizzata dal direttore artistico Valerio Binasco dedicata all'allestimento di “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller.

Webathon per i nostri ospedali

Per mercoledì 18 è in programma la maratona web di solidarietà "Webathon per il Piemonte", organizzata dalla giunta e dal Consiglio regionale. Sono 12 ore di diretta social no stop: a partire da mezzogiorno e fino alle 24 i volti noti del mondo dello spettacolo, della musica, dello sport, della letteratura, dell’imprenditoria si alterneranno in una staffetta social per raccogliere risorse a sostegno degli ospedali piemontesi, per il personale sanitario e per acquistare nuovi dispositivi medici. Ciascuno potrà contribuire con una donazione. E allora facciamo la nostra parte: contribuiamo. Gli uomini e le donne che stanno rischiando la salute e la vita per tutti noi lo meritano: mi auguro che finalmente l'abbiano capito tutti. Anche i maicontenti. E anche quei politici che per anni e anni hanno impoverito, strangolato, trascurato, e talora rapinato la nostra negletta e preziosa Sanità pubblica. La lezione è stata durissima. Speriamo che serva a qualcosa.

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la