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CULTURA: DAL COMUNE UN PIANO MARSHALL DI BELLE PAROLE

Stamattina la giunta comunale ha approvato una delibera (numero 946/045) con le prime misure a sostegno della cultura. Questo mi scrive l'ufficio stampa municipale; e io non ho motivo di mettere in dubbio la buona volontà della giunta di sostenere un settore tanto fragile e che sta subendo danni gravissimi, tali da mettere in discussione la sopravvivenza stessa di molte imprese medio-piccole, specie dello spettacolo dal vivo.
Purtroppo il Comune può fare ben poco di concreto: i fondi di cui dispone non gli consentono nessuna generosità, e le migliori intenzioni si concretano in dichiarazioni ben confezionate, la cui concretezza è quella dei sogni. Semmai infastidisce che provvedimenti tutt'al più compassionevoli vengono definiti "misure concrete di sostegno".
La principale di tale "misure concrete" sembra essere l'aver autorizzato "forme di dilazione del pagamento dei canoni degli immobili della Città concessi agli enti no profit". Iniziativa già annunciata in pompa magna un mese fa, e che in realtà si risolve in una solenna presa per il culo: nel comunicato municipale si sorvola infatti sul non trascurabile particolare che i pagamenti potranno essere dilazionati, ma non oltre la fine di quest'anno. Non credo che a Palazzo Civico siano cattivi d'animo: ma persino quei quattro soldi degli affitti gli servono per chiudere il bilancio, e dunque - per non rinunciare a vantarsi - si limitano a largire una concessione che concessione non è, bensì perculamento. Spiego: le associazioni che hanno la loro sede in locali affittati dal Comune sono perlopiù circoli, locali che organizzano serate, spettacoli, concerti, e senza pubblico non incassano, e se non incassano non hanno i soldi per pagare l'affitto. Considerato che i locali di pubblico spettacolo saranno le ultime attività a ripartire, chissà quando, essi i soldi non li hanno adesso come non li avranno il prossimo 31 dicembre.
Ma veniamo alle "novità" contenute nella delibera approvata oggi.

L'anticipo dei contributi

Delibera che non è ancora pubblicata on line: e dunque non ho potuto leggerla di persona. Cito quindi il comunicato stampa municipale, che scrive: "Con la delibera, in particolare, la Città provvederà allo stanziamento di sostegni economici per l'anno in corso (ferme restando le disponibilità a bilancio) autorizzando gli anticipi dei contributi anche in deroga agli atti convenzionali - attraverso una specifica rimodulazione, considerando fondamentale garantire la continuità aziendale -, con contestuale impegno alla riprogrammazione, alla riorganizzazione e alla rimodulazione delle iniziative non eseguite per le misure restrittive vigenti.
Traduzione: oltre ai contributi del 2019, che a quanto dichiarato lo scorso 27 marzo dovrebbero già essere in pagamento, anche i fondi promessi per le manifestazioni di quest'anno (comprese quelle saltate a causa dell'emergenza virus) saranno versati sull'unghia, senza tante scartoffie né rendicontazioni - che peraltro non si potrebbero fare, non essendoci niente da rendicontare. A condizione però - e qui vedo la fregatura - che le manifestazioni annullate vengano riprese e realizzate secondo le nuove modalità da adottare per garantire la sicurezza sanitaria. Ora: se gli assessori Leon e Rolando, promotori della delibera, hanno idea di come si potrà organizzare che so, un medio concerto rock, o un qualsiasi altro evento che raccolga un ragionevole numero di presenti, garantendone la sicurezza sanitaria, ebbene, i due assessori parlino adesso, perché essi posseggono la formula che tutti stanno invano strologandosi di trovare. Apprezzate inoltre l'inciso "ferme restando le disponibilità di bilancio". Come dire che io pagherò da bere a tutti i lettori di questo blog se vincerò il Premio Pulitzer. Nella vita tutto può essere: mai porre limiti alla 
provvidenza.


I bandi sospesi

"L’atto
 - sta poi scritto nel comunicato stampa - dà mandato ai dirigenti di revocare o sospendere i bandi già pubblicati (per i quali non sono ancora decorsi i termini di presentazione delle domande di partecipazione) che l'Amministrazione riformulerà seguendo nuove linee guida".
E sono sinceramente curioso di leggerle, le nuove linee guida di uno spettacolo dal vivo, almeno per i prossimi e non pochi mesi. E di sicuro sono ancor più curiosi gli organizzatori, che smetterebbero di tormentarsi e tremare per il loro destino.

Pressione sul governo

Inoltre, c'è scritto nella mail dell'ufficio stampa, "il Comune, che attuerà tempestivamente i decreti governativi per fronteggiare l’emergenza, sta già intervenendo a livello nazionale per rivendicare la centralità di questo sistema in un progetto strategico di ripartenza dell'intero Paese chiedendo al Governo di far propria questa centralità destinando risorse al settore e programmando interventi combinati per permettere alle Città di agire insieme in un contesto di ripartenza".
Vabbé, le ciance lasciano il tempo che trovano, non servono a pagare i conti, e neppure gli affitti. Deliziosa la precisazione che il Comune 
attuerà tempestivamente i decreti governativi per fronteggiare l’emergenza: e volevo pure vedere che il Comune di Torino se ne fotteva dei decreti governativi e dichiarava la secessione. Dipende dal governo l'arrivo di qualche spicciolo in più, o in meno, per Torino: spiccioli che farebbero comodo anche per concretizzare seriamente qualcuno degli interventi promessi. Meglio dunque non farli incazzare, quelli di Roma.

L'entità del danno

Prosegue il comunicato: "Anche se al momento non è possibile quantificare esattamente l'entità del danno economico, un primo monitoraggio condotto dall'Osservatorio Culturale del Piemonte su un campione di enti del territorio regionale, ha stimato - nel periodo compreso tra il 24 febbraio e l'1 marzo - una perdita pari a 2,8 milioni di euro. Una cifra destinata a salire a cui si aggiunge l'impossibilità di una ripresa a breve termine e a pieno regime delle attività culturali aggregative".
Eccole qui le grandi scoperte: lo sapevamo da mo', cosa le scrivete a fare? Mica è un compito il classe, che dovete dimostrare di aver studiato.


L'intervento tempestivo

A questi si entra nella lussureggiante giungla delle dichiarazioni di principio, lardellate di pomposi autoincensamenti ignari dell'antica saggezza del chi si loda s'imbroda: "L’intervento tempestivo dell’Amministrazione ha l’obiettivo di salvaguardare la tenuta del sistema che ha una funzione fondamentale all'interno delle comunità e che, in questo momento, si sta reinventando e sperimenta nuovi percorsi di fruizione del patrimonio materiale e immateriale, per offrire motivi di coesione e un concreto supporto alla vita in quarantena degli italiani. 
Molteplici infatti sono le iniziative intraprese dagli operatori culturali in tutti gli ambiti (musei, teatri, biblioteche, cinema, ecc.), con la creazione e la disponibilità di contenuti digitali inediti online".  
Altre ciance, non c'è ombra di danari. Dal Comune riconoscono che gli operatori culturali stanno offrendo qualcosa al pubblico online, gratis e volontariamente. E stop. Non dico di ricambiare con un sostegno economico, ma almeno un grazie si usa, fra persone perbene.

Le specifiche problematiche

Ed eccoci ai fuochi d'artificio in vista del gran finale: "Il Comune si è quindi attivato con le realtà culturali torinesi per analizzare le specifiche problematicità e individuare misure concrete di sostegno. Le prime azioni saranno orientate a garantire la resistenza del sistema, la continuità delle imprese del settore e la tutela dell'occupazione per accelerare il processo di ripartenza".
Quando tirano in ballo le "specifiche problematicità" si capisce che non hanno nient'altro da dire. Oltretutto, mica ci vuole un genio per capire le "specifiche problematicità": questa gente non lavora, e non incassa, da febbraio; e saranno gli ultimi a riaprire,  chissà quando e chissà se; e voi vi chiedete quali possono essere le loro "specifiche problematicità"? Ma feme 'l piasì...Passiamo direttamente alle misure di sostegno, plis. 


Promuovere e pubblicizzare


Siamo all'epilogo, giocato nella chiave del pragmatismo operativo: "La Città, che assegnerà contributi tenendo conto delle modalità in corso di definizione a livello nazionale e regionale, assicurerà anche la partecipazione alla ripresa delle attività culturali impegnandosi alla loro promozione e pubblicizzazione".
E figurati se non saltava fuori l'impegno a "partecipare alla ripresa delle attività culturali" con "promozione e pubblicizzazione". Ovvero, business as usual: gli altri fanno e ci investono, e il Comune arriva bel bello e ci pianta su la bandierina del suo contenitore farlocco, tipo "L'anno del cinema". Che, adesso è accertato, porta pure una sfiga d'inferno.


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