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L'ULTIMO PERCULAMENTO DEI BENEFATTORI COMUNALI

E' la Notte di Natale: Scrooge controlla che i canoni dell'anno
gli siano stati saldati fino all'ultimo scellino. Virus o non virus
Anche nei momenti peggiori c'è chi mantiene intatta la propria tetragona incapacità di intendere; e quanto al volere, persevera nel volere il peggio, spacciandolo per il meglio.
Se il mondo della cultura sperava - e lo sperava, diomio se lo  sperava - in un aiuto da parte di certe istituzioni pubbliche; se sperava che il disastro che sta travolgendo tutto e tutti (e tutte, come ci tengono a precisare lorsignori) aprisse una fase nuova dei rapporti fra pubblico e privato; se sperava, molto banalmente, di trovare da parte di lorsignori un pur minimo intendimento della gravità della situazione, con lo stop totale e prolungato di qualsiasi attività che possa garantire un sia pur minino reddito agli operatori... bon, il mondo della cultura si metta il cuore in pace.
Come al solito lorsignori non hanno capito una benamata minchia. O ci sono, o ci fanno. E, come al solito, sono convinto che proprio ci siano.
Ne ho l'ennesima conferma dall'esito della gran riunione di giunta di stamattina, nel corso della quale uno scelto manipolo di assessori - Giusta, Iaria, Leon, Schellino, Finardi, il fior fiore dell'intellighentsia comunale - ha affrontato la questione - cito il roboante proclama emanato da lorsignori al termine dell'alto consesso - delle "realtà, associazioni ed enti no profit che svolgono un lavoro quotidiano nel sociale, nella cultura, nello sport, nell’aggregazione"; realtà alle quali "in questo momento di grande difficoltà è prioritario riuscire a dare gli strumenti per poter sopravvivere alla necessaria chiusura concedendo agevolazioni immediate". 
Dopo questa premessa scintillante, i nostri eroi sciorinano il geniale parto di così nobili intenti: una delibera "che attua una prima concreta azione a favore di Associazioni e di Enti no-profit concessionari di beni di proprietà della Città di Torino, accordando, viste le circostanze eccezionali del momento, la possibilità di chiedere dilazioni di pagamento sui canoni concessori da corrispondere alla Città". In pratica gli affitti delle loro sedi, ottenute in concessione dal Comune.
Opperbacco, sussulta l'ingenuo lettore: ecco un provvedimento utile. Non risolutivo, certo, ma utile, che darà un po' di respiro a gente che dopo la chiusura temporanea per l'emergenza adesso rischia la chiusura per fallimento. Non abbiamo infatti a che fare con multinazionali del divertimento piene di miliardi alle Cayman: si parla di piccole imprese che certo non s'arricchiscono con la loro attività, e non dispongono di robuste riserve per affrontare certe calamità impreviste. Se non lavorano non incassano, se non incassano non possono pagare gli affitti. Pardon, i "canoni concessorii". Abbuonarglieli sarebbe un bel gesto. Ma pure una dilazione sarà un sollievo. Con il tempo, con rateizzazioni sensate, potranno andare in pari... Questo pensa l'ingenuo lettore.
Ma l'illusione dell'ingenuo lettore si sbriciola subito, proseguendo nella lettura del proclama di giunta. Che recita così: "Sono pertanto autorizzati gli uffici, in caso di documentate difficoltà nella corresponsione di corrispettivi di concessione di immobili di proprietà comunale destinati all’associazionismo e più in generale alla realtà del no-profit, a definire modalità di dilazione, senza ulteriori oneri, che dovranno comunque garantire il pagamento dell’intero dovuto entro l’esercizio corrente".
Prego? Ho letto bene? Ho letto bene. Gli concedono una dilazione, bontà loro senza interessi, ma i tapini devono comunque saldare tutto entro "l'esercizio corrente". Cioé, entro la fine di quest'anno.
Lo sapevo. Non ci arrivano. 
Va oltre le loro facoltà cognitive capire che chi non lavora non guadagna - vabbé, certa gente guadagna comunque... ma non voglio uscire dal seminato; perché ci tengo a spiegare a lorsignori che chi non guadagna non può pagare; e se - per pagare, con tutto il resto, anche 12 mesi di affitto, pardon di canone - di solito lavora l'intero anno, e invece è costretto a bloccarsi per almeno tre mesi filati, quando poi riprenderà non recupererà certo quanto perduto in quei tre mesi, e dunque quest'anno non disporrà della liquidità per pagare l'affitto, pardon il canone, dei mesi di chiusura forzata. 
E che fa? Quando riapre raddoppia i prezzi per saldare entro dicembre la pigione al Comune-Scrooge?
Ma che gli dice la testa a quelli lì? E soprattutto, in che mondo vivono?
Il bello è che prendono pure per il culo. Sentite cosa sciorina Giusta, l'assessore esperto di gggiovani e socialità assortite: “È responsabilità della politica raccogliere esigenze, ascoltare il territorio, ma anche dal particolare ricavare un quadro generale (è la somma che fa il totale, diceva Totò. NdG). Per questa ragione, a seguito di confronti con gli spazi culturali della città e dopo aver raccolto le necessità che i mondi della cultura, dello sport e del sociale hanno in questo specifico momento, abbiamo deciso di rispondere con urgenza applicando una possibilità di agevolazione a tutto il mondo no-profit della città”.
E già, perché 'sti benefattori dell'umanità li hanno pure sentiti, quelli delle associazioni, li hanno chiamati a gran consesso teleconferenziato: lorsignori adorano riempirsi la bocca di 'sti paroloni, "raccogliere esigenze", "ascoltare il territorio"; salvo poi fare la straminchia che gli comoda. Tipo applicare quella che con discutibile umorismo definiscono "agevolazione", mentre trattasi di perculamento d'alta scuola.
Ma aspetta, non è finita. Dopo Giusta, scende in campo un'altra autorità del settore, la Leon, che con un'immagine folgorante afferma che i provvedimenti odierni 
“rappresentano un aiuto concreto e rapido per venire incontro alle esigenze di chi opera per garantire le attività culturali di base della nostra città. L’Amministrazione cittadina è in ascolto e pronta a farsi carico delle richieste dell’indotto culturale per superare insieme questa emergenza”.
Ah sì? Sei in ascolto? Ma capisci che cosa ascolti? Credo proprio di no. Perché è vero, lorsignori non fanno che ascoltare: addirittura, oggi hanno istituito "il tavolo consultivo Giovani e Produzione Culturale, per favorire comunicazione, confronto e progettualità tra i soggetti aderenti", ci rassicura il proclama. Lorsignori adorano i tavoli. Li istituiscono, ci si siedono, alle volte sparecchiano pure e lavano i piatti. Ma non capiscono un  tubo.
In compenso gigioneggiano quando c'è da tirarsela da figherrimi. Sentite quest'altro passaggio del proclama di giunta. Un peana a se stessi e a quanto sono gggiovani e attenti: "La capacità della Città di pensare e produrre cultura è cambiata, dialoga anche con spazi e realtà “minori”(ma quale illuminata degnazione... NdG), sostenendone la creatività, l’imprenditorialità e condividendone la progettualità, come per esempio, ma non solo, nel caso dei Centri del Protagonismo Giovanile, di spazi musicali storici come Spazio211, Hiroshima, Blah Blah, Jazz Club, e molti altri che rendono vivo il tessuto artistico e culturale cittadino". 
Capito? Loro "sostengono la creatività, l'imprenditorialità". Ah sì. La sostengono regalandole, in pratica, pochi mesi d'interessi di mora: ovvero qualche decina, massimo centinaio, di euro su canoni che in media stanno sui tre-quattromila euro mensili. Abbuonare gli spiccioli degli interessi non è neppure un'elemosina, per chi non incassa un pìcciolo da mesi e deve comunque farsi carico di ogni spesa; a cominciare appunto dei canoni di concessione. Canoni il cui ammontare è una briciola per le casse della Città; ma un carico pesante per "la creatività" che 'sti fanfaroni blaterano di sostenere, e fanno pure i nomi di quelli che "sostengono". Un perculamento ad personam insomma.
Sapete che vi dico? Mi sembrate quelli che lasciano un centesimo nel cappello del mendicante. Se non potete o non volete dare, non date: ma non comportatevi peggio del più sordido spilorcio in libera uscita da un romanzo di Dickens.
Abbuonano gli interessi, questi. E si vantano pure. Diomio, perdonali perché non sanno quello che fanno.

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