Al Regio i lavoratori cominciano ad averne pieni i coglioni, di venire regolarmente sputtanati da ogni politicante in cerca di rappezzate verginità. Finire becchi e mazziati, ovvero commissariati e additati al pubblico ludibrio come beneficiari di generici "privilegi", alla lunga esaspera: quindi all'ultima alzata d'ingegno di Giovara i sindacati hanno reagito con vibrate proteste (qui sotto c'è il loro comunicato), e credo stiano anche valutando l'eventualità di adire alle vie legali. In effetti il danno d'immagine è evidente.
Io non sono un giudice e nemmeno un questurino: ma, se davvero al Regio c'è chi gode di illeciti "privilegi", mi pare che sarebbe il momento di approfondire. I gentili magistrati inquirenti ne approfittino per vederci chiaro. Ad esempio potrebbero accertare se in concreto alcuni lavoratori, o magari sindacalisti, o addirittura sindacalisti molto vicini a determinati partiti, siano stati miracolati da impreviste e ingiustificate carriere, o altri optionals. Al momento l'attenzione è tutta su Guenno e la sua folgorante ascesa: ma sarà davvero l'unico caso degno d'esame? O è soltanto la punta dell'iceberg, il malcapitato destinato a pagare per tutti? Ah, saperlo...
E per cortesia: ad accertare i fatti provveda chi di dovere, non il primo arruffapopolo che salta su a dire la sua. Si verifichi se siano stati commessi illeciti penali o amministrativi nella gestione del personale del Regio, o se determinati dipendenti siano venuti meno ai loro doveri; e possibilmente si facciano i nomi e i cognomi dei reprobi. Perché certe palate di merda erga omnes servono soltanto a innescare il più classico dei meccanismi autoassolutorii (tutti colpevoli, quindi tutti innocenti) ben conosciuto e collaudato negli ambienti del sottobosco politico. E intanto, mentre i giudici lavorano, lorsignori si mettano d'accordo fra di loro: perché non è che una possa sottrarsi alle sue responsabilità blaterando che "non commenta le inchieste" mentre un altro se ne va in giro a bullizzare e sparar sentenze.
Il comunicato dei sindacati
Le RSU del Teatro Regio di Torino, in difesa dei dipendenti del Teatro, ritengono che le dichiarazioni del consigliere Giovara costituiscano chiacchiere prive di fondamento.
Io non sono un giudice e nemmeno un questurino: ma, se davvero al Regio c'è chi gode di illeciti "privilegi", mi pare che sarebbe il momento di approfondire. I gentili magistrati inquirenti ne approfittino per vederci chiaro. Ad esempio potrebbero accertare se in concreto alcuni lavoratori, o magari sindacalisti, o addirittura sindacalisti molto vicini a determinati partiti, siano stati miracolati da impreviste e ingiustificate carriere, o altri optionals. Al momento l'attenzione è tutta su Guenno e la sua folgorante ascesa: ma sarà davvero l'unico caso degno d'esame? O è soltanto la punta dell'iceberg, il malcapitato destinato a pagare per tutti? Ah, saperlo...
E per cortesia: ad accertare i fatti provveda chi di dovere, non il primo arruffapopolo che salta su a dire la sua. Si verifichi se siano stati commessi illeciti penali o amministrativi nella gestione del personale del Regio, o se determinati dipendenti siano venuti meno ai loro doveri; e possibilmente si facciano i nomi e i cognomi dei reprobi. Perché certe palate di merda erga omnes servono soltanto a innescare il più classico dei meccanismi autoassolutorii (tutti colpevoli, quindi tutti innocenti) ben conosciuto e collaudato negli ambienti del sottobosco politico. E intanto, mentre i giudici lavorano, lorsignori si mettano d'accordo fra di loro: perché non è che una possa sottrarsi alle sue responsabilità blaterando che "non commenta le inchieste" mentre un altro se ne va in giro a bullizzare e sparar sentenze.
Il comunicato dei sindacati
Le RSU del Teatro Regio di Torino, in difesa dei dipendenti del Teatro, ritengono che le dichiarazioni del consigliere Giovara costituiscano chiacchiere prive di fondamento.
Affermano inoltre che tali affermazioni, se non circostanziate con fatti e nomi precisi, non sono che opinioni e dichiarazioni politiche atte a infangare il buon nome e l'alto valore professionale ed artistico dei dipendenti del Teatro.
Precisano infine che nel biennio di amministrazione pentastellata nessun dirigente ha mai presentato al tavolo sindacale una sola azione del piano di sviluppo: se non è stato dato avvio al percorso di risanamento, pertanto, la responsabilità è da ascrivere esclusivamente alla parte datoriale.
Dopo aver assistito, negli ultimi tempi, ad una ingerenza politica inaccettabile, che nulla ha a che vedere con la missione del Teatro Regio di diffondere musica e cultura, le lavoratrici e i lavoratori non sono più disposti a leggere o ascoltare dichiarazioni di discredito nei propri confronti; si riservano pertanto la possibilità di procedere nelle sedi più opportune.
Le RSU del Teatro Regio di Torino
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