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TOURDAYS E LE NUOVE REGOLE DELLA COMUNICAZIONE


Sono tempi tristi e anche un po' noiosi. Per fortuna ogni tanto lorsignori ne escogitano una per farci ridere un po'.
Sentite questa. Oggi pomeriggio ricevo, da un noto ufficio stampa, una mail dove sta scritto quanto segue:
"Allego in calce a questa mail il comunicato stampa relativo alla nuova comunicazione su TOurDAYS festival. L’annuncio ufficiale sarà alle ore 12 di domani, martedì 20 aprile. Tuttavia è comunque possibile, compatibilmente con le tempistiche redazionali, pubblicare sull’edizione cartacea già di domani. Mentre per la pubblicazione online ti chiedo di aspettare le ore 12 di domani".
In allegato alla mail ("in calce", come si diceva una volta) c'è un pdf (in arte "il comunicato stampa relativo alla comunicazione", e volevo vedere che fosse relativo alla pesca con la mosca...) e nel pdf leggo una notizia - la cui rilevanza giudico pari allo zero assoluto - sulla presentazione on line di un banalissimo video riguardante una banalissima manifestazione. Manifestazione però - mi avvisano i comunicatori - che "ci sta aiutando a scoprire quell’ “altro” un po’ più sotterraneo, traghettandoci verso qualcosa di inaspettato e allo stesso tempo atteso". Santiddio: inaspettato o atteso? Si mettessero d'accordo con se stessi, una buona volta!
Ma il core business del comunicato - la sua unica ragion d'essere, direi - è la torrenziale, sproloquiante (cinque pagine) esaltazione della civica manifestazione ("un progetto capillare fatto di appuntamenti, residenze, laboratori, workshop, seminari, produzioni, mentorship, ma soprattutto un impegno a sostenere una rete di opportunità per agevolare la filiera e favorire il consolidamento di nuovi modi di pensare e agire, e attivare nuove alleanze in tutta la città, tra chi è rimasto senza spazi e senza voce a seguito della situazione emergenziale"), la reiterata esaltazione delle lungimiranti e benefiche virtù progettuali del Comune, la sterminata dichiarazione di Maiunagioia Leon ("TOurDAYS è il risultato che ci aspettavamo e TODAYS diventa il festival che si incarica di portare alla luce della ribalta i pensieri e i suoni dello spazio musicale della città. TOurDAYS è un motore che ha lavorato silenziosamente e che, giunto all’apice del percorso avviato, oggi arriva a suggerirci connessioni, a scoprire spazi di creazione musicale che mettono in luce il notevole patrimonio di creatività emergente perché possa farsi vedere e sentire..." e via cantandosela e sonandosela all'infinito).
Insomma, una minchiata senza capo né coda.
E fin qua, nulla di nuovo. Nuova invece la procedura comunicativa escogitata dal prestigioso ufficio stampa pagato per esaltare le opere del regime dal Comune di Torino. Il quale Comune per la verità dispone già un ufficio stampa suo, piuttosto efficiente e senz'altro non a corto di addetti: ma si sa, a lorsignori gli piace fare gli splendidi con i soldi nostri (o dei malcapitati sponsor).
Qualsiasi studentello al primo mese di Scienze della comunicazione (e direi anche qualsiasi essere umano vivente sulla Terra) sa ormai che informazione cartacea e informazione on line costituiscono un sistema integrato nel quale
carta e web sono complementari e inscindibili; un sistema che, semmai, prevede la pubblicazione della notizia (sempre che di notizia si tratti...) in contemporanea; oppure in tempo reale sul web e l'indomani sulla carta, con eventuali approfondimenti, secondo le modalità proprie dei due media e in base alle scelte della direzione, non certo del primo addetto stampa che passa per strada.
Adesso arrivano i genii a dettare le regole loro. Ho provato a chiedere spiegazioni alla fonte: mi hanno risposto che "si fa così", dato che "la comunicazione ufficiale è domani alle 12". Evidentemente i giornali cartacei, che riporterebbero la notizia già domani all'alba, proprio non contano. Gliel'ho fatto notare, e mi hanno ribadito che "nel mondo dell'informazione si fa così". Cazzo, e allora io dove sono vissuto, tutto questi anni? Sul pianeta Papalla?
Vabbé, non so che dire: può darsi che costoro abbiano marinato troppe lezioni al corso "Comunicatori in una settimana"; o magari sono più furbi di me e la sanno più lunga. Come spieghereste altrimenti il fatto che il Comune paghi - con soldi nostri, ripeto - questo apparente controsenso comunicativo?
P.S. E no, la notizia non la pubblico, né oggi né domani. Ma non perché lo pretendono loro. Perché, a parer mio, non vale la pena.

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