Dopo quasi due anni di lavori in Commissione, il rapporto conclusivo sulla candidatura di Torino a Capitale europea della Cultura nel 2033 è stato approvato ieri in Consiglio comunale quasi all'unanimità, con 38 voti favorevoli su 39 consiglieri presenti, e un solo astenuto. Manco a dirlo si è astenuto Damiano Carretto, un po' imbronciato perché, come previsto, il suo emendamento - che mirava a riaprire di straforo il discorso della "Cavallerizza senza privati" - è stato respinto tanti a pochi: ha ottenuto solo otto voti a favore, quello dell'estrema sinistra di Artesio, e i sette di Carretto e degli altri irriducibili cinquestelle o ex cinquestelle (Albano, Ferrero, Giacosa, Montalbano, Paoli e Pollicino). Astenuti Giovara (M5S) e Napoli (ex FI, ora "Cambiamo").
Ora gli irriducibili sperano in un referendum popolare per abrogare l'odiato piano per la Cavallerizza che il Consiglio ha deliberato lo scorso 2 febbraio dopo l'ennesimo psicodramma in aula.
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