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LINGOTTO: IL GIARDINO PENSILE DELL'ARTE

La pista del Lingotto e le opere della Fondazione Meght: in primo piano scultura di Claude Viseux, più dietro un Mirò

Certo, è anche lecito considerarlo una specie di regalo d'addio della Fiat, o Stellantis o quel che è, alla città che per un secolo è stata sua: e allora un discreto giramento di palle avrebbe il suo perché.
Ma in sé e per sé quello che ho visto ieri sul tetto del Lingotto è una figata astrale. Avete presente la famosa pista dalla quale si vede tutta Torino, ma dove non ci andava nessuno, a parte l'elite dei frequentatori del superistorante? Beh, adesso la pista è diventata il più bel parco pubblico della città (o almeno il meglio attrezzato e più sicuro) con un giardino pensile che - mi assicurano - è il più grande d'Europa: un  posto piacevolissimo dove passeggiare, correre, andare in bicicletta, e persino dedicarsi allo yoga o alla meditazione. Giuro, ci sono gli spazi appositi pure per lo yoga e la meditazione. 
E al momento c'è anche la grande arte, nove imponenti sculture provenienti dalla Fondazione Meght, un'anteprima della mostra che aprirà il 16 ottobre e che sarà l'ultimo atto della ventennale direzione di Marcella Pralormo alla Pinacoteca Agnelli. La nuova direttrice, come sapete, è già stata identificata Sarah Cosulich e subentrerà alla Prolormo all'indomani dell'inagurazione della mostra.
Vabbé, questo è quanto. Tutti i particolari nel comunicato che segue:

Grazie all'imminente mostra "Fondazione Maeght. Un atelier a cielo aperto" a cura di Daniela Ferretti che aprirà al pubblico il 16 ottobre presso la Pinacoteca Agnelli con la collaborazione della Fondazione Maeght e MondoMostre, il nuovo parco pensile del Lingotto accoglie sino al 13 febbraio nove opere di alcuni dei massimi scultori del Novecento, abitualmente ospitate negli splendidi giardini del celebre museo di Saint-Paul-de-Vence. L’allestimento della mostra e delle sculture è curato da Marco Palmieri. Il parco sul tetto del Lingotto, ricco di oltre 40.000 piante attentamente selezionate e circondato dalla storica Pista, divenuta oggi Pista 500, sperimenta così sin da subito in ogni aspetto la sua vocazione di punto d'incontro tra una concezione innovativa del verde urbano, una gloriosa tradizione industriale e la funzione di custodia e condivisione dell'arte già da molti anni esercitata dalla Pinacoteca Agnelli, ora in grado di proporre ai visitatori anche opere ambientate en plein air.
Le sculture della Fondazione Maeght rappresentano una raffinata scelta di lavori di grandi artisti del secolo scorso, molti dei quali intimi amici della coppia di collezionisti e mercanti d'arte francesi: una scultura e una lamiera di Miró e due bronzi di Zadkine e Jean Arp cui si affiancono opere molto importanti di Riopelle, Claude Viseux, Norbert Kricke e Barbara Hepworth.
Da tempo la Pinacoteca Agnelli si è data la missione di esplorare la tradizione del collezionismo d'arte privato: la mostra dedicata alla raccolta dei coniugi Maeght, di cui le sculture nel parco rappresentano una preziosa anticipazione, prosegue questo itinerario culturale aprendosi grazie a Pista 500 a una visione ancora più ampia, che si intreccia con il tema della memoria storica e dell'innovazione industriale, della tutela dell'ambiente e del dialogo con il territorio.
La mostra vera e propria, quella visibile dal 16 ottobre, presenterà settantasette opere di grandi artisti del XX secolo, tra cui Braque, Calder, Chagall, Giacometti, Léger, Matisse e Miró, che hanno condiviso con altri maestri la passione e la visione dello straordinario progetto di Aimé Maeght e sua moglie Marguerite dando vita a un vero e proprio “atelier a cielo aperto” sulle colline di Saint Paul de Vence. L'esposizione si incentra infatti attorno a quel nucleo di artisti che per primi hanno intuito il potenziale di una giovane coppia che, mossa da una genuina passione per l’arte espressa in tutte le sue forme e dotata di una rara capacità manageriale, si sarebbe costruita una posizione di primissimo piano nel mercato dell’arte mondiale.

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