Passa ai contenuti principali

UN ESQUIRE DA MONTE PASCHI ALLA REGGIA

Michele Briamonte, esq.
Albertone Cirio non dorme. Il presidente della Regione - o chi per esso, tipo la Lega - ha operato con felpata rapidità per trovare un presidente del Consorzio delle Residenze Sabaude in seguito alle dimissioni di Paola Zini; e ha messo a segno la terza straordinaria nomina nelle istituzioni culturali, dopo gli exploit del Museo Egizio e della Film Commission
Per il trono della Reggia di Venaria la creativa brigata della Regione ha fatto le cose in grande, e ha puntato nientepopodimeno che su un avvocato d'affari socio dello Studio Grande Stevens, Michele Briamonte, esq. (non chiedetemi perché esq., c'è scritto così nel curriculum). Mica un avvocato qualsiasi: il quarantaquattrenne Briamonte è uno che conta, tre anni fa stava al ventesimo posto nella classifica di GQ dei trenta avvocati più potenti d'Italia, con il simpatico soprannome "The Fighter".
Già nel cda del Monte dei Paschi di Siena (con qualche incidente di percorso, come potete leggere a questo link) e già consulente dello Ior, con molte relazioni in Vaticano, tanto da trovarsi nel 2013 coinvolto nelle accuse contenute in un memoriale dell'ex presidente dello Ior stesso, Ettore Gotti Tedeschi, nonché co-protagonista di un mezzo caso diplomatico insieme con monsignor Roberto Lucchini, collaboratore dell'allora segretario di Stato Tarcisio Bertone (a questo link i fatti riferiti all'epoca dal Corriere della Sera): spulciando i vecchi giornali, il nuovo sovrano della Venaria compare talvolta in intricate vicende da feuilleton politico-finanziario. Lo scenario da romanzo di cappa e spada dei saloni della Reggia potrebbe ispirarlo. Già c'è il direttore Guido Curto con la sua bell'aria da moschettiere, ora manca soltanto Milady. 
Ma Briamonte è stato anche consigliere d'amministrazione della Juventus (e suo bellicoso legale) e di un tot di altri CdA, ed è arbitro e patrocinante davanti al Tribunale dello Sport, pilota d'elicottero, esperto di arti marziali, fondatore della Camera di commercio italo-israeliana. Un presidente multitasking, insomma. Nella pur variegata panoplia delle sue competenze, purtroppo, non sono riuscito a scovare qualcosa di vagamente simile alla gestione dei beni culturali, ma dubito che tale trascurabile defaillance impensierisca i suoi nominatori; e d'altronde nelle Stanze Vaticane non mancano certo le occasioni per approfondire i segreti e le meraviglie della grande arte. Né escludo che qualcosa mi sia sfuggito: Albertone Cirio & Vittoriona Poggio, che di sicuro la sanno più lunga di me, garantiscono infatti "l'autorevolezza di Briamonte come professionista nel campo giuridico ma anche come personalità di cultura". Ubi maior: accolgo con deferenza l'alto giudizio.
In compenso il neopresidente è persino - seppur indirettamente e malgré soi - un personaggio tv per via di una sua denuncia-querela per diffamazione aggravata contro un giornalista delle Iene autore di un servizio "in cui si prospettava l'esistenza di legami oscuri tra David Rossi e la banca vaticana Ior": Briamonte non ha gradito né punto né poco, e si è costituito parte civile. Adesso le denunce sono diventate due (come qui riferisce Dagospia) mentre il processo per la prima dovrebbe iniziare, davanti al giudice di Torino, giusto giusto il 9 novembre.
Antonella Frontani
Insomma: per un simpatico scherzo del destino, il nuovo corso della Reggia di Venaria comincia nel segno delle idilliache relazioni con l'informazione.
In serata mi giunge infine notizia che anche il Mibac ha designato il proprio rappresentante nel CdA del Consorzio nella persona di Antonella Frontani, giornalista torinese che fino al 2017 ha ricoperto il ruolo di vicepresidente della Film Commission in rappresentanza del Comune fassiniano. E' donna schietta e di buon carattere, però: come Milady la vedo poco.

Aggiornamento: tutti i nomi del CdA

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la