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IL FUTURO DEL VR (VERO RINCOGLIONITO)


Non so se nel futuro del cinema ci sia la Virtual Reality, la realtà virtuale che quelli che sanno chiamano amichevolmente VR. So che non c'è nel mio futuro. Santiddio, non sono neanche riuscito a prendermi un biglietto on line per il Tff: è evidente che ho problemi con la tecnologia. Però succede che un festival torinese - non a caso Sottodiciotto, oggi il più vivace e propositivo dei cinefestival torinesi - nella sua ventiduesima edizione che comincia oggi, inserisce una nuova sezione, "Presence. Esperienze immersive", dedicata alla realtà virtuale. E mi invitano a provarla, nelle due salette di recente inaugurate al Museo del Cinema. 

Io, curioso, accetto.
Bon, arrivo alla Mole e mi accolgono con molta gentilezza, e mi spiegano che si sono due opzioni: i film interattivi e quelli a 360°. Per come la capisco, in quelli interattivi puoi interagire, mentre in quelli a 360° tu sei dentro alla scena, ma non fai un tubo. Fin qui ho capito. Mi chiedono di scegliere, e ovviamente scelgo l'interattivo: mi piace interagire. Ok, mi piazzano in faccia una specie di maschera da sub, però cieca, senza vetro, e nelle mani due aggeggi tipo joystick, mi spiegano che devo premere i pulsantini sul davanti per prendere "la chiave" (e qui comincio a perdermi), e buon divertimento. Seguono cinque imbarazzanti minuti nel corso dei quali io, bendato dalla maschera da sub senza vetro, vedo davanti a me una schermata tipo videogioco con la quale non riesco a interagire nemmeno per un piffero, benché prema freneticamente i due pulsantini anteriori, e comunque non ho capito quale accidente di chiave dovrei prendere, semmai riuscissi a prenderla.
Nel buio della mia impotenza, mi immagino brancolante mentre attorno a me giovani smanettoni godono mirifiche interazioni, e mi vergogno un po'. Per cui mi levo la maschera da sub e cerco di svignarmela alla chetichella. Vengo però circondato dagli esperti: proprio non accettano che io mi privi dell'esperienza VR, e mi propongono un'altra maschera da sub senza vetro. Però - mi garantiscono - di più facile impiego: è un film a 360°, c'è solo da star fermi e guardare. In effetti, funziona. Mi ritrovo in un ambiente sotterraneo, sto volando, e a poco a poco comincio a scoprire oggetti attorno a me: questo mi pare un giornale, sì, è un giornale, copre qualcosa, ah, copre un tizio che sembra dormire, e qui?, forse è un rubinetto, ah, ecco, c'è un lavandino, ma dove sono?, oddio, e questo cos'è? Mammamia, è un cesso, e neanche troppo pulito, e io ci sto svolazzando sopra, adesso capisco cosa si prova ad essere una mosca... 

Ok, tutto molto bello e interessante, tanto più che dopo aver ripetutamente sorvolato la tazzazozza il mio volo si innalza - anche le mosche nel loro piccolo tendono al sublime... - e chissà dove mi porterebbe l'esperienza a 360°, però ho capito come funziona e posso anche andare. Gli esperti gentili vorrebbero ripropormi l'esperienza interattiva: prima, mi assicurano, c'è stato un problema tecnico, ma se ci riprovo sarà tutta un'altra storia. In effetti gli smanettoni con le maschere da sub e i joystick hanno l'aria di divertirsi un mondo. Per un istante, sono tentato. Ma s'è fatta una certa, ho fame e ho voglia di andare a casa. Sarà che comincio a sentirmi anch'io tanto VR, Vero Rincoglionito. Il futuro può anche cominciare con un lieve ritardo: non ho fretta. O forse è già cominciata quella parte di futuro di cui non farò parte: capita a tutti, prima o poi.

Ecco il programma della prima giornata di Sottodiciotto

La 22a edizione di Sottodiciotto Film Festival & Campus si apre in serata (alle 20.30, al Cinema Massimo 2) con l’anteprima nazionale di Lucía, opera prima del regista catalano Juan Pato. Alla proiezione interverranno il regista e la giovanissima attrice protagonista, Gala Marqués.

Molti gli eventi e le proiezioni della prima giornata. In mattinata il Festival dedica un appuntamento alla formazione, “Cinema e intelligenza artificiale. Quali prospettive didattiche?” (ore 9.30 -12.30, Aula magna della Cavallerizza Reale), organizzato con l’Università degli Studi di Torino. Una successiva tavola rotonda, nel pomeriggio (ore 14.30 – 16-30), presenterà casi specifici di utilizzo di tecnologie digitali e intelligenza artificiale nell’ambito dell’educazione cinematografica e della didattica scolastica.

Il pomeriggio si apre con un incontro dedicato al libro “Guido Levi. Una storia piena di paure, di ansie e di avvenimenti quasi gialli. 1942-1946 (ore 16:00, Cinema Massimo 2). A seguire, verrà proiettato The Crossing, di Johanne Helgeland, vincitore dell'EFA Young Audience Award 2021, il più prestigioso premio europeo dedicato al cinema dei ragazzi.

Nel secondo pomeriggio prende il via la sezione di animazione che – in sintonia con il claim del Festival, “Frames from the future”, e l’attenzione dell’edizione 2021 focalizzata sull’intelligenza artificiale – non può ignorare la centralità che robotica e I.A, hanno avuto e ancora hanno nel mondo dei manga e degli anime giapponesi ed è dedicata in gran parte a serie e lungometraggi di matrice nipponica. Il primo film proposto è, infatti, Metropolis (ore 18:00, Cinema Massimo 2), diretto da Rintarō, il regista di Galaxy Express 999 e Capitan Harlock.

Sempre nel secondo pomeriggio prende il via la nuova sezione competitiva dell’edizione 2021, il Premio Gianni Volpi, destinato al miglior lungometraggio italiano d’esordio. La sezione si apre con Piccolo corpo (ore 18:00, Cinema Massimo 3) dalla triestina Laura Samani, che è stato presentato in Concorso alla 60a Semaine de la Critique del Festival di Cannes e ha vinto il premio del pubblico ad Annecy Cinéma Italien 2021. 

Sempre nel secondo pomeriggio prende il via anche la sezione Wikicampus, la serie di incontri organizzata dal Festival in collaborazione con il Dams. Il primo incontro è dedicato alle “Nuove frontiere dell'intelligenza artificiale al cinema” (ore 18:00, Circolo dei lettori).

Si lega strettamente al tema dell’edizione 2021 anche la retrospettivaRitorno al futuro”. Il primo film proposto è il capolavoro di Andrej Tarkovskij, Solaris (ore 20:00, Cinema Massimo 2). In seconda serata è in programmao un altro titolo della cinquina in lizza per il Premio Gianni Volpi, Californie (ore 22:30, Cinema Massimo 3), di Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman.


In tarda serata, ritorna la sezione di animazione con un evento imperdibile per gli amanti degli anime: la maratona di otto ore (dalle ore 23:00, Cinema Massimo 2) dedicata a un gioiello del cyberpunk, Ghost in the Shell, la saga fanta-poliziesca che ha ispirato la creazione di Matrix. Nel corso della notte verranno proiettati i due primi lungometraggi di Mamoru Oshii, l’originale Ghost in the Shell (1995) e Ghost in the Shell 2 - Innocence (2004), seguiti dal prequel Ghost in the Shell: Arise, miniserie OAV in quattro episodi, gli ultimi due per la prima volta al cinema in Italia. Al termine della lunga notte animata, alle sette del mattino, agli spettatori verrà offerta una rinfrancante colazione cyberpunk, a cura di Cuochi Volanti.


In sintonia con il tema della 22a edizione, l’intelligenza artificiale, Sottodiciotto Film Festival & Campus inaugura una nuova sezione dedicata alla realtà virtuale, Presence. Esperienze immersive, in cui il cinema del futuro incontra i più recenti sviluppi dell’I.A. e in cui vengono proposti film e creazioni artistiche interdisciplinari tra VR e performance live premiati nei più importanti festival internazionali. Le opere presentate utilizzano la grafica, l'animazione, il gaming, il live streaming, il cinema 360° per rendere lo spettatore-utente partecipe di storie e contenuti appartenenti al nostro mondo, alla realtà reale, permettendogli di condividere esperienze e provare sensazioni che appartengono ad altri.

I film interattivi sono quelli in cui lo spettatore interagisce con lo spazio e con gli oggetti virtuali circostanti. Hanno una durata variabile, a seconda del tempo che lo spettatore dedica alle interazioni. Fanno parte di questo gruppo di film, fruibili attraverso il supporto Oculus Quest 2, Goliath, amara riflessione sulla malattia mentale e sul potere del gioco, guidata dalla voce narrante di Tilda Swinton e modellata sull’estetica e sulle strutture narrative dei videogame, The Hangman at Home, con cui si entra, attraverso cinque storie interconnesse, nelle intimità imbarazzanti di diverse persone, e The Key, un sogno molto particolare che coinvolge lo spettatore in scelte difficili.

Nei film 360° – opere di durata fissa – lo spettatore è immerso in un mondo, ma non interagisce con gli oggetti. In questo gruppo di film, fruibili con il visore (Pico Headseat), rientrano Bodyless, potente racconto di un'infanzia a Taiwan durante il periodo della legge marziale, Delta, che immagina gli sviluppi di strumenti tecnologici del futuro incentrati sull’empatia e l’interconnessione tra specie, Inside Stravinsky, che ci porta nella mente del grande compositore russo, e Notes On Blindness: Into Darkness, dove lo spettatore sperimenta in prima persona la cecità. 

Nella seconda rientrano la Library of Ourselves e il Body Swap, esperienze in VR di cinema e live streaming 360° accompagnate da performance dal vivo. Le due installazioni sono sviluppate dal collettivo spagnolo BeAntoherLab e proposte al pubblico venerdì 10 dicembre allo StudiUmLab di Palazzo Nuovo – Università degli Studi di Torino (dalle ore 14.00 alle 18.30; durata stimata di ciascuna esperienza circa 15’) nell’ambito di un progetto speciale realizzato da Officine Sintetiche e sostenuto dall’Università degli Studi di Torino grazie alla Fondazione CRT, in collaborazione con il Politecnico di Torino.



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