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ARTE NELLE PERIFERIE? L'ESEMPIO DI DALISI

L'elegante cortile di Palazzo Costa Carrù della Trinità, su cui si affaccia il Circolo del Design

Quando mi hanno invitato a visitare la mostra "Riccardo Dalisi '71-'74. Il Rione Traiano di Napoli e la partecipazione come progetto", che si è aperta ieri al Circolo del Design, non pensavo proprio di andarci. La mia ignoranza è grande, e immensa in materia di design, e confesso che non avevo mai sentito nominare Riccardo Dalisi né tantomeno il Rione Traiano.

Poi mi ha colpito una frase del comunicato stampa: "Il rapporto del designer e architetto (Dalisi, NdG) con il quartiere (il Rione Traiano, NdG) iniziò nel 1969, quando incoraggiò i ragazzi di strada a progettare - liberi dagli effetti inibitori del sistema formativo - piccoli arredi ed elementi architettonici con materiali semplici come legno, spago e fili di metallo... operazioni in cui il momento progettuale si configurava come uno strumento atto a suscitare interesse, partecipazione e spirito collettivo per stimolare attraverso la progettualità un cambiamento sociale".

Tradotto in termini semplici e attuali: avete presente quelli che di tanto in tanto saltano su con la trovata di "portare l'arte nelle periferie" e calano in qualche piazza o giardino sperduto un'opera d'arte (il più delle volte presunta) destinata a venire lestamente vandalizzata? Ecco, tutto il contrario. Prima è necessario condividere, partecipare, stimolare. Non ha senso portare un'astronave nel nulla e pretendere che la gente del posto applauda felice, che così nel migliore dei casi finisce a sassate. Strameritate sassate.

E a proposito di sassate, la mostra su Dalisi al Circolo del Design è curata da Luca Beatrice, che nel 2017 fu protagonista di una gustosa polemica proprio sul tema "arte e periferie" allorquando, giustappunto per "portare l'arte nelle periferie", la mai abbastanza rimpianta Chiarabella fece installare la (brutta) Luce d'Artista "Ice Cream" di Vanessa Safavi in piazza Montale, alle Vallette, beccandosi pure le contestazioni di quellui delle Vallette che giustamente si sentivano perculati; e con il risultato di trasformare piazza Montale in una gelateria al neon, ma solo per poche ore perché i ragazzacci di piazza Montale, evidentemente dotati di gusto per il bello, la notte stessa presero allegramente a sassate i neon.

La sassaiola di piazza Montale rimane un insuperato modello negativo di velleitarismo facilone, così come l'esperienza di Dalisi al Rione Traiano è un illuminante esempio di reale partecipazione culturale. E così alla fine ho deciso di andarci, alla mostra, e ho fatto bene. Per due motivi: intanto ho imparato qualcosa, una storia che non conoscevo e invece vale la pena di conoscere; e - come extra bonus - ho scoperto lo splendido cortile interno di via San Francesco da Paola 17, sul quale si affacciano sia il Circolo del Design, sia il ristorantino dei Magazzini Oz, che consiglio per uno spuntino prima o dopo la mostra.

Per chi volesse saperne di più, riporto il comunicato:

Riccardo Dalisi '71-'74. Il Rione Traiano di Napoli e la partecipazione come progetto è la nuova mostra del Circolo del Design  che sarà visitabile sino al 30 settembre prossimo negli spazi di via San Francesco da Paola 17 a Torino. Con l’esperienza nel Rione Traiano di Napoli, quartiere popolare di difficile vivibilità, Riccardo Dalisi – scomparso lo scorso 9 aprile – ha sperimentato la propria forma di animazione sociale tra il ‘71 e il ‘74. A cinquant’anni di distanza la mostra curata dal critico d’arte Luca Beatrice racconta in particolare i quattro anni che contribuirono alla ricerca incentrata sull’incontro tra design, pedagogia, arte e artigianato, focalizzata sul coinvolgimento delle comunità più fragili anche in un'ottica di sviluppo umano attraverso la collaborazione, la partecipazione attiva e il potenziale di creatività.

L’esposizione si inserisce nella nuova programmazione culturale del Circolo del Design Design Together Nowche da maggio a ottobre indagherà il tema del nuovo ed emergente bisogno di comunità verso cui il design può essere un potente strumento di costruzione di risposte.

 

Il rapporto del designer e architetto con il quartiere iniziò nel 1969, quando incoraggiò i ragazzi di strada a progettare - liberi dagli effetti inibitori del sistema formativo - piccoli arredi ed elementi architettonici con materiali semplici come legno, spago e fili di metallo. L’obiettivo di provocare un riscatto socio-educativo testimonia l’approccio antropologico che caratterizzava le istanze del design del tempo: come strumento di progetto, Dalisi tenne un diario e scattò fotografie per documentare le attività che si svolsero al Traiano e che egli stesso definì con il termine animazione, ovvero quelle operazioni in cui il momento progettuale si configurava come uno strumento atto a suscitare interesse, partecipazione e spirito collettivo per stimolare attraverso la progettualità un cambiamento sociale.

La mostra al Circolo del Design presenta un primo ambiente in cui immergersi nel Rione Traiano dell’epoca tramite le suggestive immagini scaturite durante l’esperienza nel quartiere. Viene così ripercorsa la vita del designer e i punti salienti che hanno caratterizzato la storia e la cultura dell’Italia in quegli anni.

Tra le foto dell’Archivio Riccardo Dalisi che testimoniano la vita e l’atmosfera nel Rione, un video originale dell’epoca documenta il processo di lavoro che ha portato alla realizzazione di numerosi artefatti.

Nella seconda sala troviamo i prodotti generati durante l’esperienza, provenienti dal Museo Madre e dall’Archivio Riccardo Dalisi, l’esplosione della creatività dei bambini del quartiere guidati da Dalisi e dai suoi studenti tramite laboratori atti a suscitare interesse, partecipazione e spirito collettivo: ricami, piccole sedute realizzate con materiali di recuperodisegni e schizzi, modellini aerei di spago, carta e legno, maquette dell’Asilo Traiano, troni in cartapesta per poi arrivare in chiusura all'oggetto che ha permesso a Riccardo Dalisi di vincere il Compasso d’Oro, il più alto e autorevole riconoscimento italiano del design, vinto con la rivisitazione della famosa caffettiera napoletana per Officina Alessi, anticipato da un decennio di laboratori partecipati tra artigiani e cittadini nella riconfigurazione anche ironica di questo iconico oggetto regionale.

 

“La mostra ha iniziato a prendere forma lo scorso anno con il fortunato incontro con il curatore Luca Beatrice, cultore del lavoro di Dalisi – commenta Sara Fortunati, Direttrice del Circolo del Design. Il rinnovato impegno cui il design è chiamato oggi a partecipare in ascolto dei bisogni della società era già allora il fulcro del progetto culturale del Circolo del Design per il 2022. Partire dalla figura di Dalisi e dall’esperienza del Rione Traiano è stato un percorso a ritroso per rintracciare i semi di quello che oggi muove i progettisti che lavorano sull’innovazione sociale, si formano attraverso percorsi universitari specifici e si confrontano con contesti anche molto complessi. La partecipazione come chiave di consapevolezza e di attivazione, la responsabilità sociale del progetto, la capacità di mescolare approcci provenienti da discipline differenti, la ricerca come guida del processo progettuale sono gli elementi cardine del lavoro di Dalisi che ritroviamo nelle esperienze e nei progetti contemporanei che il programma culturale “Design Together Now” racconterà”.

 

“Scomparso nelle scorse settimane durante la preparazione di questa mostra – aggiunge Luca Beatrice – Riccardo Dalisi si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto articolato e creativo tra architettura e design, scultura e pittura, arte e insegnamento, mantenendo al centro lo sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale della creatività. Cinquant’anni dopo l’esperienza del Rione Traiano di Napoli Dalisi si legge oggi come una figura di importanza storica e preveggente verso il futuro, che ha intuito come le discipline si fondano in confini fluidi, ibridi, sperimentali”.

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