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IL TURISMO A SPANNE

Chi c'è e chi manca. Gli assessori Sacco e Leon
E' stato un curioso spettacolo, a mezzo fra lo Shakespeare-slapstick della Commedia degli Errori e il teatro dell'assurdo di Jonesco. Stamattina la seduta congiunta delle Commissioni Commercio e Cultura si occupava delle manifestazioni di Natale e Capodanno. C'era questa interpellanza da discuterepresentata il 31 ottobre a approdata in Commissione a babbo Natale morto e Capodanno maggico maggicamente finito. Genialmente just in time.
In quel remoto ottobre due consiglieri d'opposizione avevano interpellato sindaco e assessori competenti per sapere se e come il Comune avesse informato gli operatori turistici e alberghieri sulle iniziative per le Feste, e più in generale se gli avesse già fatto sapere quali sono i programmi per il 2019. In effetti, chi vive di turismo ha un qualche vantaggio in più se sa con adeguato anticipo cosa offrirà la città: così può spiegarlo ai turisti e magari quelli decidono pure di venire, se qualcosa li interessa. Ma non basta dire "faremo un Natale magico, faremo un Capodanno magico": i turisti sono esigenti e prima di scegliere vogliono sapere il perché e il percome e il quanto e il quando e ogni minimo dettaglio. Pagano e pretendono. Noiosoni.
In Commissione stamane erano convenuti i rappresentati del settore: albergatori e guide turistiche. Tutti hanno detto, più o meno, la stessa cosa: e cioè che l'industria del turismo ha i suoi tempi, che gli eventi si devono sapere prima, e che con "prima" si intende un anno prima, non due settimane o due mesi prima. In genere - e questo lo capisco persino io che non faccio l'albergatore - la gente programma le vacanze. Ci sono quelli del last minute, ok. Ma i grandi tour operator vendono i pacchetti-viaggio con mesi e mesi d'anticipo. 
Inoltre, se ho ben capito, chi vive di turismo gradirebbe anche sapere se l'amministrazione ha un piano a lunga scadenza per il turismo, e qual è, e quali sono gli obiettivi. 
Naturalmente in Commissione erano attesi quelli che dovrebbero rispondere alle aspettative di chi vive di turismo. L'Assessore Triste al Turismo e Commercio c'era. Sacco comunque ci mette la faccia. Anche se triste. 
L'assessore alla Cultura invece non c'era. Maiunagioia non è venuta, spiegano in Commissione, perché non disponeva dei dati. Non so a quali dati si riferisse. Ad ogni modo, se non ne dispone lei, che è l'assessore, chi dovrebbe disporne? 
Quello dei dati è un bel mistero. Sacco dice che il Capodanno maggico è andato bene e sono arrivati i turisti; anche gli albergatori lo dicono; e Maiunagioia dice ai giornali che sono arrivate le famiglie, e loro del Comune giustappunto le famiglie volevano attirare. Non c'è motivo per pensare che non sia così. Ma oltre alla pur rispettabilissima opinione di tante rispettabilissime persone, abbiamo anche dei numeri? C'è una rilevazione statistica, qualcosa che ci mostri con criteri non spannometrici quali sono stati i punti di forza, e quali le criticità, della proposta turistica a Torino durante le Feste? Se davvero i turisti sono arrivati per via del Capodanno maggico, o attratti da altri fattori? Aggiungo: dici che la strategia è puntare sulle famiglie, e va bene. Ma come l'hai decisa, 'sta strategia? Ci sono studi di settore che dimostrano che è vincente? O trattasi di semplice intuizione, che uno si sveglia al mattino e dice sai che c'è? quest'anno puntiamo sulle famiglie...
Ecco, lì sta il punto: a Torino cambiano le amministrazioni, ma non cambia l'approccio da orecchianti a un settore importante e redditizio qual è il turismo. E che potrebbe essere ancora più importante e redditizio se l'amministrazione civica di turno si avvalesse di strumenti meno opinabili della cena del sindaco o dell'assessore, cena che ne determina i sogni e le intuizioni che ne derivano. Per cui c'è quello che mangia la peperonata e al mattino si sveglia convinto che sarà il jazz a far grande il turismo a Torino; poi arriva quello che a cena si strafoga di bagna cauda e quando si sveglia dice che saranno i maghi a far arrivare carovane di turisti; e magari il prossimo giurerà sul potere attrattivo della sagra del gnocco fritto o del campionato di pisciata lunga o chissà quali altre geniali intuizioni. Tutti professori del "secondo me", forti del loro insindacabile intuito. I manager turistici no, basta, non ci servono. Siamo pieni di talenti autodidatti, che ce ne facciamo degli esperti? Gli espertoni siamo noi. 
Ascoltando l'ottimistico discorsetto dell'assessore al Turismo e Commercio sulle crescenti fortune del turismo e del commercio, e guardando le facce di quelli che con il turismo e il commercio ci campano sul serio, ho avuto l'impressione che questi ultimi fossero alquanto scettici. Benevoli, ma scettici. Mi sono ricordato di quella volta che spiegai alla buonanima di Dalla come doveva cantare una certa canzone, secondo me. Lui mi guardava con quella stessa faccia. Benevola, certo. Ma sospetto che dentro di sé la buonanima mi considerasse, benevolmente, un coglione. Non a torto. 
Insomma: mi pare di intuire che gli imprenditori turistici chiedano una programmazione e una comunicazione degli eventi in linea con le esigenze tecniche del loro settore. E che non si accontentino di quelle finora sciorinate dall'amministrazione civica. Tipo, per spiegarci: gli operatori vorrebbero poter dire ai loro clienti che cosa capiterà a Torino nel 2020, e invece manco si sa quanto costerà il biglietto per la mostra di Leonardo che apre ad aprile. Una rappresentante delle guide turistiche torinesi racconta in Commissione di aver fatto del proprio meglio per scoprirlo, rivolgendosi ad ogni ente preposto allo sviluppo turistico di Torino, ma senza cavare un ragno dal buco. Sacco non può aiutarla: manco lui lo sa. 
Mentre il mistero del biglietto per Leonardo aleggia nello stanzone che ospita il nobile consesso, l'assessore Sacco ripete la storia degli "anni a tema", il 2018 è stato l'anno del food, il 2019 sarà l'anno di Leonardo, il 2020 quello del cinema; e garantisce che entro due settimane il programma delle manifestazioni del 2019 sarò pronto per essere pubblicizzato... Quando si dice aver capito il concetto di "pianificazione". 
Per la verità Sacco accenna anche a un programma del 2020, ma non ho compreso se pure quello sarà pronto entro due settimane. Ne dubito. Sacco sulla questione mi pare un po' vago, al di là del generico "2020 anno del cinema". 
Ma sul versante della programmazione un barlume di speranza si profila all'orizzonte. Frenetici whatsappamenti con i Musei Reali consentono a Sacco di terminare la surreale seduta con un annuncio trionfale: il biglietto per la mostra di Leonardo "costerà non più di 16 euro".
Visto? Ce la potete fare. Basta sforzarsi un po'.

P.S.  Scusatemi, una nota personale: qualcuno spieghi gentilmente a 'sti testoni che l'espressione "Torino Magica" si riferisce alle forze misteriose della magia, del mistero, dell'occulto, che sarebbero assai potenti in città. Sapete, il Triangolo Magico, il Sacro Graal sotto la Gran Madre, Rol, l'esoterismo, le grotte alchemiche,  i fantasmi, le messe nere, la porta dell'inferno in piazza Statuto, quelle robe lì. Potete crederci, se vi va, o considerarle tutte puttanate: ma di sicuro non c'entrano una minchia la magia intesa come prestidigitazione. La parola "magia" è la stessa, ma sono concetti diversi, e quindi dire che fate i giochi di prestigio in piazza perché Torino è una città magica è come dire che prendete a calci in culo il prossimo perché Torino è la città dove abita il calciatore Ronaldo. 

Commenti

  1. Triste situazione quella del turismo a Torino. E' verissimo, non c'è strategia nè programmazione, nè visione, non c'è nulla. Negli anni novanta chiamarono un manager catalano, Ejarque, non so come lavorò ma, da profano, mi pare evidente che ci fosse una strategia per lavorare sul "profilo" della città da un lato, sugli eventi dall'altro e sul sistema culturale da un altro ancora. I risultati, peraltro, si videro, ma nel corso degli anni, diciamo da Fassino fino al deserto di idee di adesso, subentrò una certa sciatteria.. Aggiungo una notazione sui numeri: in un contesto nel quale Torino è partita da numeri bassi e dove, nell'economia globalizzata, il turismo è uno dei pochi settori in crescita, una lieve crescita equivale alla stagnazione. Bisogna porsi obiettivi ambiziosi, non solo quantitativi (dove pure, come detto, i margini sono enormi) ma anche qualitativi. Dubito che nulla di tutto questo verrà fatto, nè porsi obiettivi nè cercare di raggiungerli.

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