Mi spiace per gli oltre 1400 firmatari della petizione (al momento di postare quest'articolo) , ma non credo
proprio che Alessandro Galoppini verrà reintegrato al Regio. E non
per la puerile motivazione, che lorsignori pretendono ridicolmente di gabellarci per buona, del "contratto irregolare" (ma questi
qui ci hanno proprio presi tutti per piciu: che ci voleva a
regolarizzarlo?). No, in realtà Galoppini paga l'essersi macchiato dell'infame crimine di
lesa maestà, il peggiore agli occhi di chi pretende d'affermare con
qualsiasi mezzo la propria autorità, mancando completamente di
autorevolezza.
E non si tratta di un'illazione maligna
e retroscenista, bensì di quanto riferisce una fonte ufficiale e
certa quale il sovrintendente Sebastian Schwarz in una interessante intervista comparsa su Repubblica qualche giorno fa. Nell'intervista
Schwarz precisa che non intende togliere la cancellata del Regio,
bensì semplicemente tenerla aperta durante il giorno. E meno male.
Ma, proseguendo la lettura, mi sono cascati gli occhi su una la frase
che me li ha fatti veramente girare (non gli occhi...). La frase è un
commento alla cacciata di Galoppini. Dice Schwarz: "So quello
che è successo alla presentazione della stagione. Capisco tutti e due
i punti di vista, quello di Galoppini, la sua reazione umana, e anche
quello della Sindaca e della Fondazione quando una persona critica
pubblicamente il suo capo".
Il peccato di critica
No, Schwarzy, ma sul serio? Tu "capisci
il punto di vista della Sindaca e della Fondazione quando una persona
critica pubblicamente il suo capo"? Dove ti credi di essere,
nella Germania Est dove chi criticava Honecker la Stasi andava
a trovarlo a casa di notte e del criticone non si sapeva più nulla? Guarda che qua da noi, fino a comunicazione contraria,
criticare capi, capoccia, capitani e capitoni non è ancora un reato,
Schwarzy.
Ecco cos'è successo: ma davvero
E poi, che cazzo t'hanno raccontato,
'sti cacciapalle? Alla presentazione della stagione non è capitata una sacrosanta minchia di niente, nel senso che Galoppini non s'è
permesso di dire manco una parola fuori posto, si è limitato a fare
la sua relazione artistica, e i presenti - lavoratori e spettatori del Regio - l'hanno subissato di applausi, mentre alla "Sindaca e Presidente della Fondazione Teatro Regio" e al Graziosi hanno riservato fischi, lazzi e cachinni. Cazzo ne può Galoppini se lui è stimato
e rispettato, e quegli altri due no? E se a quei due
gli girano i cojoni a essere fischiati, problema loro, si facciano
una domanda e si diano una risposta.
Sappi, Schwarzy, che Galoppini le
uniche "critiche al suo capo" (diommio che orrendo
misfatto!) le ha fatte in privato: è andato - com'era suo dovere -
dalla "Sindaca e Presidente eccetera eccetera" e dalla fida
Leon e ha illustrato in camera caritatis alle due signore tumistufi
le sue riserve e le sue preoccupazioni per l'operato di Graziosi: e
ce ne fossero, di persone con serie responsabilità in un ente
pubblico, che si prendono il mal di pancia di segnalare le
disfunzioni, anziché starsene zitte e mute per non avere grane. Poi
la cosa s'è risaputa, perché Torino è una portineria e tu non puoi mollare un rutto nel tinello di casa senza che dopo due ore lo sappia
tutta la città. E' l'unica "trasparenza" che abbiamo a
Torino, anche nell'era odierna della Trasparenza Promessa.
Interpreti non autorizzati
Ma Galoppini non ha criticato
pubblicamente nessuno, se n'è stato zitto e buono finché non
l'hanno tirato per i capelli, finché un consigliere comunale qualsiasi, arrogandosi un diritto non suo, si è permesso di spiegare ai giornali come la pensava Galoppini. Cioé, arriva un tizio che non
c'entra un belino e si proclama interprete onnisciente del pensiero
altrui? E poi cos'altro? Una fetta di culo no, non la gradisce? Roba
che se la facessero a me, i vaffanculo si sentirebbero fino a
Superga. Invece Galoppini s'è limitato, solo allora, a parlare pure lui coi
giornali, com'è suo diritto costituzionale, e a spiegare pacatamente
il suo punto di vista, di cui fino a prova contraria è l'interprete
migliore, nonché l'unico autorizzato.
Quindi - a meno che beccarsi
silenziosamente gli applausi (strameritati) non venga considerato in
questa Torino della Trasparenza Promessa una "critica al capo"
e dunque delitto di lesa maestà - caro Schwarzy ti hanno raccontato
cucche. O forse tu la pensi come i tuoi datori di lavoro, e allora i
dipendenti del Regio sono avvisati: non parlate al manovratore,
statevene coperti e allineati, e niente critiche che altrimenti son
cavoli per diabetici.
Chi tocca il capo è fuori
Ma la cosa scandalosa e irritante che
emerge dalle candide ammissioni di Sebastian Schwarz è un'altra
ancora. Lui cita sì la relazione del Mef "che aveva indicato i
contratti che non erano in regola, e quello di Galoppini era fra
questi", pur sapendo benissimo che, se non era in regola,
bastava metterlo in regola, se proprio volevi tenerti un capitale
umano che è sempre stato prezioso per il Regio; però subito dopo,
con disarmante sincerità, Schwarz pronuncia le paroline magiche
"capisco il punto di vista della Sindaca quando una persona
critica pubblicamente il suo capo" che certificano con
accecante chiarezza che Galoppini per quello, per aver "criticato il capo", è stato cacciato. Altro che le osservazioni del Mef. E'
roba da esecuzione immediata, toccare gli Intoccabili, criticare il sovrintendente scelto dalla "Sindaca e Presidente
eccetera eccetera" e di conseguenza criticare la Sindaca Eccetera
medesima, che ha sempre ragione per diritto divino.
Al bando le schiene dritte
Capito? Uno non lo cacci perché è un
lestofante, un buonanulla, un truffatore, un casinaro, un inetto, un
bandito. No. Lo cacci perché ha la schiena dritta, perché ha il
coraggio di dire ciò che pensa, perché ha a cuore le sorti della
realtà per la quale lavora, perché ha rispetto di se stesso e di
chi lo paga (e chi lo paga, sia ben chiaro, non sono i pomposi
falabracchi che giocano ai padroni del vapore, bensì il pubblico
pagante del Regio e in linea di principio noi contribuenti tutti).
Quel tipaccio con la schiena dritta è un elemento
pericoloso, un ribelle da epurare, un intollerabile intoppo nel
sistema.
Attenzione: simili porchezzi non sono
nuovi, tutt'altro. In vita mia ho conosciuto pochissimi politici - o
forse nessuno... - che preferissero un onesto critico a un farabutto
prono. Però è la prima volta che non si limitano a farli, i
porchezzi, ma se ne vantano pure.
Vedete? Ha criticato il capo, e noi lo cacciamo e ben gli sta.
Beh, sapete che c'è? Trovo questa cosa
semplicemente vomitevole. E stavolta, se permettete, il vaffanculo lo
dico io. In senso politico, s'intende.
Gabo, grazie per il tuo contributo ed il tuo punto di vista. Da ex dipendente del Teatro non posso che affermare, nulla di nuovo. Si, è vero, questi ultimi sono (sgradevolmente?) più sfacciati di chi li ha preceduti. Ma ripeto, nulla di particolarmente nuovo sotto il sole, anche quello del Teatro Regio di Torino. Ciao.
RispondiEliminaCondivido in toto : conosco bene il M°Galoppini , umo di teatro , profondo conoscitore delle realtà artistiche e gran galantuomo . Devo dire che questo modo di gestire la situazione da parte del sindacO ( è la carica e non il genere , impariamo a parlare Italiano ) , ha fatto venire il vomito anche a me .
RispondiEliminaArticolo eccellente, I miei piu' sinceri complimenti.
RispondiEliminaGabo oggi si è superato! Complimenti peril fantastico articolo! Grazie! Aiuto, siamo proprio caduti nel baratro!!!
RispondiEliminaLa ringrazio delle sue parole vere semplicemente vere questo e il clima che si respira al Regio non sei allineato fuori. Per Galoppini bastava il CCNL esistono i contratti proffessionali , vogliono diventare eccellenza con quale direttori ,provate a guardare i direttori della Scala a che livello sono ?
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