Evelina Christillin, presidente della Fondazione Teatro Stabile di Torino, non ha voglia di finire in gattabuia |
"La Fondazione del Teatro Stabile di Torino
comunica che da oggi, venerdì 8 novembre 2013, verranno temporaneamente
chiuse le sale teatrali della Cavallerizza Reale (Maneggio e Manica
corta) per consentire perizie tecniche e impiantistiche, alla luce delle
quali
valutare successivamente eventuali interventi di manutenzione
straordinaria.
Sarà cura del Teatro Stabile di Torino ricollocare in altre sale le
7 manifestazioni in precedenza programmate - da oggi fino alla fine dell’anno - nei due spazi".
Il comunicato arriva, come l'altra volta, a tarda sera, e come l'altra volta dice e non dice. Dà la notizia, ma non spiega il perché. Il motivo è semplice: c'è un patto, tra il Comune e lo Stabile, che impegna i vertici del Tst a non rilasciare dichiarazione sulla vicenda della Cavallerizza. Dunque, il comunicato non dice se la decisione di procedere immediatamente alla chiusura della due sale significhi che si è trovata una soluzione, oppure che la situazione è precipitata. Al momento, si anticipa il trasferimento degli spettacoli: già da lunedì prossimo, 11 novembre, la presentazione del libro "Gli sdraiati" di Michele Serra, con la partecipazione di Luciana Littizzetto, è spostata al Gobetti. Ora alla Cavallerizza ci saranno le perizie tecniche, in base alle quali si deciderà se e quali lavori fare, e quale sarà il futuro del complesso architettonico. Il nocciolo del problema sta nel fatto che la Cavallerizza non è adeguata alle norme di sicurezza: in parole povere, se ci fanno uno spettacolo e capita un incidente, la presidente del Tst Evelina Christillin va diritta filata in gattabuia. Penso che non sia la sua massima aspirazione. Ma per mettere a norma la Cavallerizza occorrono lavori che il Tst non può pagare, adesso che il Comune gli ha ridotto il contributo di altri 500 mila euro. La Christillin lo aveva spiegato a Fassino e agli assessori al Bilancio Passoni e alla Cultura Braccialarghe: in queste condizioni, lei era costretta a lasciare la Cavallerizza al suo destino. Filura e Passoni hanno preso atto, pur dispiaciuti. LargeArms invece ne ha fatto una malattia. Ha proclamato che chiudere la Cavalleria sarebbe esiziale (parola difficile, ma che in bocca a un assessore alla Cultura ci sta: significa dannosissimo, terribile, sciagurato).
L'assessore Braccialarghe |
Ora, la decisione di chiudere immediatamente la Cavallerizza potrebbe semplicemente significare che la Christillin non scalpita per andare in galera. Ma il fatto che la chiusura sia motivata dalla necessità di procedere a "verifiche tecniche e impiantistiche" lascia intravvedere un'altra eventualità: se si fanno le verifiche, significa - in teoria - che si intende in seguito fare i lavori e mettere così a norma la Cavallerizza. Ciò implicherebbe (forse) che Braccialarghe l'ha spuntata: i soldi si sono trovati, e a lavori completati lo Stabile continuerà a usare la Cavallerizza per i suoi spettacoli. Tanto più che nel comunicato compare quell'avverbio, "temporaneamente", che lascerebbe ben sperare. Peccato che siamo in Italia, dove non c'è nulla di più definitivo che il temporaneo; e questa non è che un'ipotesi. Pure fragile: se davvero in Comune avessero deciso questo investimento per lo Stabile, lo strombazzerebbero a destra e a manca. L'annuncio sottotono autorizza invece a pensare che alle perizie non seguano necessariamente i lavori (da noi accade sovente); oppure che ai lavori seguirà la vendita del complesso ai privati. Di sicuro, dai protagonisti della vicenda non dovrebbero arrivare dichiarazioni ufficiali. Ma chi è vicino ai vertici del Tst conferma che non mollano la Cavallerizza per una ripicca: se avessero i soldi necessari, mi è stato detto, mai e poi mai ci rinuncerebbero.
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