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GABOSUSANREMO: GIANKALEONE ALLE CROCIATE

Il Festival di Sanremo, un grande evento per l'informazione
C'è una vecchia vignetta di Altan dove si vedono due giornalisti. Si capisce che è una vignetta vecchia perché uno dei due giornalisti è seduto davanti a una macchina per scrivere. Il giornalista in piedi dice a quello seduto, evidentemente il suo capo: "Non è successo un tubo". E il capo, esperto e professionale: "Mandiamo tre inviati e titoliamo Tragico Vuoto".
Il lunedì del Festival è sempre così. Non che il resto della settimana pulluli di notizione. Ma il lunedì è il giorno del Tragico Vuoto. Domani comincia il Festival. Ciò che resta dei giornali di carta devono in qualche modo riempire le pagine, e anche la rete è affamata di notizie. Così i mastini dell'informazione inchiodano lo Stato Maggiore festivaliero con domande incalzanti e spietate. La migliore sentita oggi in conferenza stampa: "Fazio, ha invitato Laetitia Casta per chiudere simbolicamente con il Festival, visto che aveva cominciato proprio con lei?". Fazio - che quando è a Sanremo dimentica la sua anima liberal e diventa un convinto sostenitore della Fini-Giovanardi - prova a mantenersi allo stesso livello di humour: "Beh, a me interessa chiudere con la Casta, e basta". Il bello è che qualcuno ride. Crederci, però, nessuno, manco i più tonti. Fazio che "chiude" con la Casta è un periodo ipotetico dell'irrealtà.
Questo per dire che oggi, in una Sanremo piena di sole, s'aggirano 1200 disperati in cerca di qualcosa di decente da scrivere o comunque da raccontare. Per cui anche una Cinquetti che si rompe il polso cadendo in casa come una casalinga qualsiasi entra nella top delle hot news. Figurarsi Ligabue che annuncia a Fazio, tramite sms in piena conferenza stampa, che verrà al Festival anche domani, non solo sabato. Giubilo tra la folla. Se poi aggiungete che il Liga minaccia un omaggio a De André, capirete che i guai, in Riviera, non si limitano ai trasporti precari.
L'Armata Giankaleone: da sinistra, Leone, Fazio e Littizzetto
Purtroppo gli anni passano e il repertorio della conferenza stampa d'apertura resta quello. Come certe compagnie di teatro dialettale che fanno sempre le solite tre commedie. Prima o poi c'è uno - in genere delle radio - che versa la lacrimuccia d'ordinanza sui giovani che cantano a tarda ora. E chi dovrebbero far cantare, a tarda ora? Le star straniere? Bimbo, non te l'ha detto mamma? Siamo qui solo per gli ascolti.
E difatti arriva la domanda sulle aspettative d'ascolto (risposta standard: ci accontentiamo di stare a metà fra record positivi e negativi), e infine, quando già cominciavi a stare in pensiero, quella sui talent. Le scorse edizioni c'era l'autoincaricato quello che agitava il ditino contro l'invasione dei cantanti da talent; ora che non ce ne sono, naturalmente c'è quello che agita il ditino contro l'assenza di cantanti da talent.
Ma un consumato calpestatore di backstage festivalieri come il direttore di Raiuno Giancarlo Leone - del quale adoro soprattutto il nick twitter, Giankaleone - ha buon gioco ad anticipare ogni polemica, a cominciare dalla madre di tutte le polemiche, quella sui costi del Festival. Giankaleone annuncia che, a fronte di una spesa di 18 milioni, la Rai ne ha già incassati 20,2 in pubblicità. Si attendono roventi polemiche sui costi della pubblicità in Rai.
Com'è scontato, in conferenza stampa non si accenna invece all'unico aspetto davvero critico d'inizio Festival, ovvero lo streaming della conferenza stampa medesima, dallo standard tecnico imbarazzante. Un'azienda e una manifestazione che puntano sul digitale, di questo dovrebbero allarmarsi. Ma siamo a Sanremo, dove un quarto d'ora di visibilità non si nega a nessuna minchiata. Quindi è ben altra la minaccia che si profila sull'orizzonte dell'Armata Giankaleone: la crociata che la Militia Christi ha scatenato contro Rufus Wainwright, uno degli ospiti stranieri del Festival. Dovete sapere che questa Militia Christi, che mica sta lì a dormire, s'è andata a leggere tutti i testi delle canzoni di Wainwright, individuando alcuni versi in odore di blasfemia, o satanismo, o chissacosa. Non certo perché lui è gay. Insomma, i miliziani hanno lanciato un allarme che non poteva non essere raccolto da quell'uomo sceltissimo e immenso che è l'onorevole Verro, il Savonarola della Commissione di Vigilanza. Il vigilante Verro s'è esibito in uno spericolato messaggio in cui chiede indignato se la Rai sia conscia del pericolo, ma soprattutto in cosa si differenzi la Rai dalla tivù commerciale se dà spazio a certi fenomeni (nel senso di Wainwright, non di Verro).
Giankleone respinge l'assalto: "Sappiamo chi è Wainwright, lo abbiamo invitato, non darà scandalo e comunque la differenza fra la Rai e le tivù commerciali è che la Rai ha Rufus Wainwright". Cicca lì. Che poi Wainwright a Sanremo canta "Across the Universe" dei Beatles, sai che paura...
Insomma, siamo a questi livelli. Per non dire di Grillo: è bastato che annunciasse il suo arrivo a Sanremo per mandare in sollucchero gli inviati sanremesi, i quali già pregustano un titolo in prima pagina. Ferve dunque il dibattito su chi dovrà, nell'evenienza, scendere in teatro per assistere dal vivo all'auspicata piazzata grillesca. Auspicata dagli inviati, s'intende, non certo da Fabio Fazio (carino anche il suo nick twitter: FabFazio. Ma Giankaleone è super), che ancora ieri scommetteva che Grillo non si farà vivo. Giankaleone invece la mette sull'istituzionale. "Se Grillo ha comperato i biglietti e viene a vedere il Festival, benissimo. - dice - Ma mi rifiuto di pensare che possa interromperlo con qualche intemperanza. Non lo farà perché è un uomo di spettacolo". Un po' debole. Semmai, come uomo di spettacolo vedrà l'occasionissima e non se la farà scappare. Ma Giankaleone ha in serbo un'altra astuta mossa: "Io apprezzo Grillo - dice, con il tono sornione della minaccia democristiana  - tant'è che ho già comperato il biglietto per il suo show del 14 aprile". Ovvero: se tu vieni a urlare al mio spettacolo, poi io vengo a urlare al tuo. Giankaleone non perdona.

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