Vabbé, ho guardato la conferenza stampa in streaming, ma potevo risparmiarmela. Una palla mortale. Parlano del calo degli ascolti e dell'incursione dei disoccupati, naturalmente. E altre cazzatelle assortite. Però indovinate di che cosa parlava il reverendo Fazio nella notte, a cena, dopo la trasmissione? Degli ascolti, ovvio. Il reverendo Fazio vive per l'audience. E fiutava l'aria infìda, quindi spiegava ai commensali - Littizzetto, staff Rai e autori - di temere un calo rispetto al 2013. Previsione che si è regolarmente verificata. Ma Fazio non dava la colpa all'incidente iniziale, né tantomeno alla debolezza del programma, bensì al fatto che lo scorso anno la controprogrammazione della prima serata era inesistente: c'erano le tribune elettorali, sai che concorrenza... "Stasera - ecco il ragionamento di Fazio - sulle altre reti davano dei film, e altra roba che può attirare chi non è interessato al Festival...". Per lo stesso motivo, Fazio prevede un calo stasera: causa partita del Milan in chiaro.
Quanto all'incursione dei disoccupati - tutti lì a domandarsi come sia potuto succedere - vorrei portare una testimonianza personale. La security dell'Ariston è un colabrodo. Per vent'anni l'ho tranquillamente buggerata. E non dite che con un pass tutto è più facile. Ricordo, per farvi un esempio, una volta che - per il gusto della sfida - senza utilizzare il pass stampa (che peraltro non dà accesso ai vari sancta sactorum del Festival) sono riuscito a seguire le blindatissime prove di Celentano. C'è una porticina, all'Ariston, in genere non sorvegliata, dalla quale si arriva alle scale interne del teatro. Non vi dò i particolari, vi basti sapere che raggiungere i palchi è un gioco da ragazzi, specie se avete un basista all'interno. Arrivati ai palchi vi mettete comodi, cercate di non piantare troppo casino, e potete fare ciò che vi pare: ascoltare, scattare foto, arrampicarvi sulle balaustre o buttare una bomba. Io ho ascoltato e scattato fotografie. E lo può fare chiunque: basta che conosca un minimo il territorio, e non sia un irrecuperabile babbeo. Preciso: non è che uno dei tanti buchi della sicurezza. Ci sono strada anche più semplici, e meno avventurose. Alla faccia degli sventurati che stanno lì a fare la faccia feroce e a rimirarti il pass ogni volta che devi prendere l'ascensore per salire in sala stampa.
Quanto all'incursione dei disoccupati - tutti lì a domandarsi come sia potuto succedere - vorrei portare una testimonianza personale. La security dell'Ariston è un colabrodo. Per vent'anni l'ho tranquillamente buggerata. E non dite che con un pass tutto è più facile. Ricordo, per farvi un esempio, una volta che - per il gusto della sfida - senza utilizzare il pass stampa (che peraltro non dà accesso ai vari sancta sactorum del Festival) sono riuscito a seguire le blindatissime prove di Celentano. C'è una porticina, all'Ariston, in genere non sorvegliata, dalla quale si arriva alle scale interne del teatro. Non vi dò i particolari, vi basti sapere che raggiungere i palchi è un gioco da ragazzi, specie se avete un basista all'interno. Arrivati ai palchi vi mettete comodi, cercate di non piantare troppo casino, e potete fare ciò che vi pare: ascoltare, scattare foto, arrampicarvi sulle balaustre o buttare una bomba. Io ho ascoltato e scattato fotografie. E lo può fare chiunque: basta che conosca un minimo il territorio, e non sia un irrecuperabile babbeo. Preciso: non è che uno dei tanti buchi della sicurezza. Ci sono strada anche più semplici, e meno avventurose. Alla faccia degli sventurati che stanno lì a fare la faccia feroce e a rimirarti il pass ogni volta che devi prendere l'ascensore per salire in sala stampa.
Interessante e inquietante.
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