Passa ai contenuti principali

IL SALONE, GL E IL PADIGLIONE 5: C'E' UN CONTRATTINO DA RISPETTARE...

Prossimamente a Torino: la legge a ovest del Po
E' notizia (anzi, notiziona) di pochi giorni fa. Un bravo cronista della Stampa ha scoperto che Gl Events, chiotta chiotta, si è venduta il Padiglione 5 del Lingotto Fiere: quello dove durante il Salone del Libro c'è Bookstock, la sezione dedicata ai giovani. Quindi, dall'anno prossimo il Padiglione 5 non sarà più disponibile. Non male come servizietto da parte della multinazionale francese che nel dicembre scorso ha vinto, come unico partecipante, il bando per organizzare il Salone 2016: insomma, questi oltre a possedere gli spazi dove si tiene il Salone, quest'anno lo organizzano pure, compiendo il capolavoro di pagare l'affitto a se stessi; ma intanto danno via una parte degli spazi che servirebbero anche per l'edizione del 2017 e successive. Parbleu, che stile. 

Il contratto: "Padiglione 5 o area equivalente"

Peccato però che il 30 marzo 2015, poco più di un anno fa, Gl Events in qualità di proprietaria di Lingotto Fiere abbia firmato una scrittura privata (che vi linko qui) con la Fondazione per il Libro: è un contratto di locazione triennale con cui Gli Events si impegna fino al 2018 a mettere a disposizione della Fondazione per il Libro, per l'intero periodo del Salone nonché i sei giorni precedenti e i tre successivi, i Padiglioni 1, 2, 3 e 5 "o aree equivalenti". Adesso, una volta scoperto che il Padiglione 5 è venduto e non sarà disponibile, si discute se spostarsi all'Oval. Uno spostamento che non piace al Salone, perché l'Oval è staccato dal resto del Lingotto, e in precedenti occasioni si è visto che il pubblico tende a "dimenticarlo".
Mi pare una discussione oziosa. Ridicola. Che si vada o non si vada all'Oval, sta di fatto che Gl Events non è in grado di tenere integralmente fede al contratto, avendo di sua volontà perso la disponibilità del Padiglione 5. Con quel che ne discende in termini di responsabilità. E l'Oval a rigor di logica non si può definire "area equivalente" al Padiglione 5. Ora vi spiego perché, secondo me.

Oval e Padiglione 5 "equivalenti"? Ma dove?

L'Oval ha una superficie di 20 mila metri quadrati, più 1500 mq di balconata; il Padiglione 5 ha invece una superficie lorda di 7950 mq (netti da 4080 a 5400), dispone di un collegamento interno con il Centro Congressi (che l'Oval non ha, evidentemente) e di 6 ingressi carrai (l'Oval ne ha 4).
Non ci vuole un geometra, e nemmeno un avvocato, per capire che i due spazi non sono equivalenti: e non importa nulla se l'Oval è più grande. Una differenza di circa 15 mila mq è comunque una "non equivalenza", anche ai fini espositivi. Come riempire quello spazio che non mi serve? Perché dovrei sforzarmi di immaginare un modo per riempirlo? E in ultima analisi, se io affitto una casa di tre stanze, magari non mi interessa una suite di 8, nemmeno con la stessa pigione; perché la voglio così e non cosà, e se sul contratto sta scritto che la casa dev'essere così, la casa cosà non la voglio manco vedere. 
E non mi vengano a raccontare che "più grande è meglio": in ogni caso, nell'accordo fra le parti si parla di area "equivalente", che non significa "migliore". Una Lamborghini magari è meglio di una bicicletta: ma certo non è l'equivalente (etimologia: "che ha lo stesso valore") di una bicicletta. E se a me garba di girare in bici anziché in Lamborghini, sarò padrone o no?

Contromisure possibili, anzi doverose

La scrittura privata firmata da Gl Events prevede che la Fondazione per il Libro possa rinunciare all'uso del Padiglione 5, nel qual caso l'affitto di 1.160.000 euro verrebbe ridotto; ma deve comunicare la rinuncia entro il 30 giugno dell'anno precedente (per l'edizione 2017, entro il 30 giugno 2016). E spero proprio che la Fondazione non lo faccia: perché, a norma di contratto, Gl deve consegnare le strutture (compreso il Padiglione 5) entro 6 giorni dall'apertura del Salone, pena il pagamento di una penale di 50 mila euro al giorno. E se l'anno prossimo quelli di Gl non potranno consegnare il Padiglione 5 (o equivalente, cioé uno spazio espositivo tra i 7 e i 4 mila metri quadrati con 6 carrai e collegato al Centro Congressi), saranno tutti cazzi loro. Pagheranno, e buon pro gli faccia.
In subordine, ma nemmeno tanto: visto che i contratti sono carta straccia, tanto vale fregarsene dell'affitto. Se il Salone resterà al Lingotto pur privo del Padiglione 5, ci resti almeno senza sganciare un centesimo, come previsto dalla convenzione del 1991, sempre disattesa e scoperta, ancora una volta, da un bravo cronista: convenzione secondo cui il Comune di Torino ha diritto a 50 giorni all'anno d'uso gratuito del Lingotto Fiere. Ammesso, beninteso, che la convenzione esista e che gli archeologi comunali riescano a ritrovarla tra le scartoffie degli uffici

Non so il Salone: ma io li trascinerei in tribunale

Però, se io fossi Giovanna Milella, oggi stesso sentirei il mio eccellente avvocato: caso mai esistano gli estremi per trascinare quelli di Gl Events in tribunale e piantargli una causaccia per inadempienza contrattuale e danni morali e materiali da mandarli a casa gobbi. Sempre che abbiano venduto alla chetichella, senza dir niente a nessuno e senza che nessuno sapesse niente. Sai le risate che devono essersi fatti, i franciosi, mentre non più di una settimana fa la Milella raccontava ai giornalisti quanto è bello e importante Bookstock e quanto il Padiglione 5 sia "il cuore giovane" del Salone. Seee. Cuore giovane e minchiata vecchia. Questo, a casa mia, si chiama farsi prendere per il culo. E io, se uno mi prende per il culo, mi ingegno di fargli male, con i mezzi che la legge mi consente. Il Salone e gli enti locali adottino le contromisure opportune. Ci sarà pure un giudice a Torino.

Commenti

  1. Diciamolo...che il Comune non ci fa un gran figura se la convenzione la deve scoprire il solito bravo cronista

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da