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Il contratto: "Padiglione 5 o area equivalente"
Peccato però che il 30 marzo 2015, poco più di un anno fa, Gl Events in qualità di proprietaria di Lingotto Fiere abbia firmato una scrittura privata (che vi linko qui) con la Fondazione per il Libro: è un contratto di locazione triennale con cui Gli Events si impegna fino al 2018 a mettere a disposizione della Fondazione per il Libro, per l'intero periodo del Salone nonché i sei giorni precedenti e i tre successivi, i Padiglioni 1, 2, 3 e 5 "o aree equivalenti". Adesso, una volta scoperto che il Padiglione 5 è venduto e non sarà disponibile, si discute se spostarsi all'Oval. Uno spostamento che non piace al Salone, perché l'Oval è staccato dal resto del Lingotto, e in precedenti occasioni si è visto che il pubblico tende a "dimenticarlo".Mi pare una discussione oziosa. Ridicola. Che si vada o non si vada all'Oval, sta di fatto che Gl Events non è in grado di tenere integralmente fede al contratto, avendo di sua volontà perso la disponibilità del Padiglione 5. Con quel che ne discende in termini di responsabilità. E l'Oval a rigor di logica non si può definire "area equivalente" al Padiglione 5. Ora vi spiego perché, secondo me.
Oval e Padiglione 5 "equivalenti"? Ma dove?
L'Oval ha una superficie di 20 mila metri quadrati, più 1500 mq di balconata; il Padiglione 5 ha invece una superficie lorda di 7950 mq (netti da 4080 a 5400), dispone di un collegamento interno con il Centro Congressi (che l'Oval non ha, evidentemente) e di 6 ingressi carrai (l'Oval ne ha 4).Non ci vuole un geometra, e nemmeno un avvocato, per capire che i due spazi non sono equivalenti: e non importa nulla se l'Oval è più grande. Una differenza di circa 15 mila mq è comunque una "non equivalenza", anche ai fini espositivi. Come riempire quello spazio che non mi serve? Perché dovrei sforzarmi di immaginare un modo per riempirlo? E in ultima analisi, se io affitto una casa di tre stanze, magari non mi interessa una suite di 8, nemmeno con la stessa pigione; perché la voglio così e non cosà, e se sul contratto sta scritto che la casa dev'essere così, la casa cosà non la voglio manco vedere.
E non mi vengano a raccontare che "più grande è meglio": in ogni caso, nell'accordo fra le parti si parla di area "equivalente", che non significa "migliore". Una Lamborghini magari è meglio di una bicicletta: ma certo non è l'equivalente (etimologia: "che ha lo stesso valore") di una bicicletta. E se a me garba di girare in bici anziché in Lamborghini, sarò padrone o no?
Contromisure possibili, anzi doverose
La scrittura privata firmata da Gl Events prevede che la Fondazione per il Libro possa rinunciare all'uso del Padiglione 5, nel qual caso l'affitto di 1.160.000 euro verrebbe ridotto; ma deve comunicare la rinuncia entro il 30 giugno dell'anno precedente (per l'edizione 2017, entro il 30 giugno 2016). E spero proprio che la Fondazione non lo faccia: perché, a norma di contratto, Gl deve consegnare le strutture (compreso il Padiglione 5) entro 6 giorni dall'apertura del Salone, pena il pagamento di una penale di 50 mila euro al giorno. E se l'anno prossimo quelli di Gl non potranno consegnare il Padiglione 5 (o equivalente, cioé uno spazio espositivo tra i 7 e i 4 mila metri quadrati con 6 carrai e collegato al Centro Congressi), saranno tutti cazzi loro. Pagheranno, e buon pro gli faccia.In subordine, ma nemmeno tanto: visto che i contratti sono carta straccia, tanto vale fregarsene dell'affitto. Se il Salone resterà al Lingotto pur privo del Padiglione 5, ci resti almeno senza sganciare un centesimo, come previsto dalla convenzione del 1991, sempre disattesa e scoperta, ancora una volta, da un bravo cronista: convenzione secondo cui il Comune di Torino ha diritto a 50 giorni all'anno d'uso gratuito del Lingotto Fiere. Ammesso, beninteso, che la convenzione esista e che gli archeologi comunali riescano a ritrovarla tra le scartoffie degli uffici.
Diciamolo...che il Comune non ci fa un gran figura se la convenzione la deve scoprire il solito bravo cronista
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