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MITO: SOLO CLASSICA, PLEASE

Il direttore di MiTo Nicola Campogrande
Dopo la mancata presentazione romana di MiTo 2016, adesso ricevo e lestamente pubblico questo comunicato (i titoletti però sono miei):


Il MiTo che verrà: classico e a tema

Prima di svelare l’intero cartellone, le Città di Milano e Torino scelgono di presentare in anteprima le anticipazioni della decima edizione del festival MiTo SettembreMusica, rinnovata nella governance, nella direzione artistica, nella struttura organizzativa milanese, nel progetto e anche nella grafica.
Questa nuova edizione, che si svolgerà specularmente nelle due città dal 2 al 22 settembre 2016, presenta diverse significative novità. Innanzitutto, con l’edizione 2016, il Festival si concentra esclusivamente sulla musica classica, percorrendo un arco temporale di oltre ottocento anni, e dando spazio a ben 91 compositori viventi. In secondo luogo si orienta attorno a un tema, che cambia ogni anno e viene declinato in modo diverso da ciascuno dei 160 concerti in programma: quello scelto quest’anno è Padri e figli.
Il cartellone poi, contiene una sorta di “festival nel festival” dedicato ai bambini e ai ragazzi, pubblico al quale MITO vuole prestare particolare attenzione, così come molta attenzione è rivolta a chi abita zone meno centrali di entrambe le città, con un concerto gratuito ogni sera, programmato nelle periferie, che in alcuni casi coinvolge gli stessi grandi artisti presenti nelle sale centrali. Infine, ogni concerto sarà accompagnato da una guida all’ascolto con l’obiettivo di offrire un’esperienza musicale inedita, curiosa, capace di coinvolgere il pubblico in un percorso che arricchisca l’ascolto con il piacere di una comprensione più profonda, capace di lasciare un segno negli animi.

I sindaci devono dire la loro

«Un’edizione completamente rinnovata che rappresenta un’evoluzione rispetto alle precedenti, di cui tuttavia conserva lo spirito rappresentato dalle eccellenze musicali rappresentate nel programma e l’obiettivo della promozione della musica di qualità e della partecipazione da parte di un pubblico sempre più ampio. In questa decima edizione di MiTo infatti un’attenzione particolare – afferma il sindaco di Milano Giuliano Pisapia – è stata data ai bambini, target strategico del nuovo progetto, e alla guida all’ascolto che accompagnerà tutte le esecuzioni per garantire una consapevolezza nuova e più piena di tutti gli spettatori».
«Con MiTo SettembreMusica – afferma il sindaco di Torino Piero Fassino – torna la grande musica, tornano le emozioni universali per cui solo la musica può trovare linguaggio, torna la forza di una rassegna altissima che riesce a fare cultura e a divulgare insieme. E sono “i padri e i figli” di questa edizione, più che mai, a toccare corde profonde, con il talento delle esecuzioni, con la varietà originale delle partiture, con le sorprese dei momenti in cui il pubblico sarà parte viva della musica che ascolta. Bentornato MiTo, filo rosso capace di unire nel nome della musica».

Così parlò Campogrande

«Ho scelto come tema Padri e figli – dice il direttore artistico Nicola Campogrande – perché mi sembra si adatti bene a una manifestazione che ha una lunga storia alle spalle, ma che contemporaneamente si sta aprendo al nuovo. E penso che la stessa apertura stia avvenendo all’intero dell’universo della musica classica: amiamo il grande repertorio del passato, ma ci accorgiamo sempre di più che abbiamo voglia di ascoltarlo in modo inedito, fresco, arricchito dalla più bella musica degli autori viventi. Per questo ogni concerto è stato costruito come un’avventura a tema: il pubblico troverà davanti a sé un titolo, un presentatore che in 4 minuti offrirà una chiave di ascolto per la serata, in qualche caso dei sopratitoli che passo dopo passo lo guideranno lungo le partiture. Per questo i grandi artisti invitati hanno accettato di preparare programmi originali, quasi sempre nati apposta per il festival, capaci di rendere l’esperienza della sala da concerto precisa, riconoscibile, unica. Fanno eccezione i bambini e i ragazzi: per loro MiTo SettembreMusica, oltre ad attivare nuove produzioni, ha selezionato in tutta Europa diversi spettacoli, così che i nostri figli si appassionino da subito (il primo appuntamento in cartellone è per bambini dai 2 ai 4 anni): se ascoltano bene, cresceranno bene. Infine il Festival – conclude Nicola Campogrande – da quest’anno scrittura il pubblico: una giornata speciale si chiude con un grande concerto in piazza, nel quale tutti vengono invitati a cantare insieme a un coro-guida disposto sul palco. Lo abbiamo chiamato MiTo Open Singing. Distribuiamo gratuitamente le partiture ai presenti e credo sia importante che ogni cittadino abbia la possibilità di fare musica, in modo semplice ma curato, così che il piacere dell’ascolto possa ulteriormente moltiplicarsi».
Aggiunge la presidente Anna Gastel: «Il festival si presenta con una nuova governance, un nuovo direttore artistico e, per quello che riguarda Milano, anche una nuova gestione organizzativa. Sarà nostro interesse e cura mantenerne vivi i tratti distintivi: la presenza nelle grandi sale da concerto e i teatri di tradizione, ma anche in auditorium e chiese, e inoltre in sedi non convenzionalmente deputate alla musica nelle zone più periferiche delle due città, i prezzi ridotti e un gran numero di concerti gratuiti per raggiungere e avvicinare alla musica classica un pubblico il più possibile eterogeneo e trasversale».

Scendiamo nei dettagli

Il festival, realizzato quest’anno da Fondazione per la Cultura a Torino e I Pomeriggi Musicali a Milano, si apre il 2 e 3 settembre rispettivamente a Torino (Teatro Regio) e a Milano (Teatro alla Scala), con due concerti della London Symphony Orchestra che vedono protagonista Gianandrea Noseda, recentemente nominato Direttore ospite principale della prestigiosa compagine inglese. Il programma, intitolato Debussy recasted, ruota attorno alla figura del compositore francese, accostando un capolavoro come La mer alla prima esecuzione italiana di cinque dei suoi Préludes per pianoforte appena trascritti per orchestra dal compositore greco Nikos Christodoulou e accostati allaSeconda Sinfonia di Rachmaninov, nata negli stessi anni.
Nei due giorni successivi, il 3 settembre a Torino e il 4 settembre a Milano, va in scena Glimp, uno spettacolo per i bambini tra i 2 e i 4 anni. Nato in Olanda, trasporta il suo giovanissimo pubblico in un mondo astratto e magico, nel quale musica, immagini e tecnologia si fondono insieme. Realizzato dall’Orkaan Ensemble, lo spettacolo ha vinto due diversi premi agli Young Audience Music Awards 2015: “migliore produzione dell’anno” e “migliore piccolo ensemble”.
Sempre il 3 e 4 settembre, a Torino e a Milano, la protagonista è Barbara Hannigan, nella doppia veste di soprano e direttore che l’ha resa nota in tutto il mondo. Con lei l’Orchestra Ludwig, che esegue le musiche di scena di Gabriel Fauré per il Pelléas et Mélisande di Maeterlink, il poema sinfonico Luonnotar di Sibelius, ispirato a uno dei personaggi del Kalevala, la Lulu suite di Berg e altre pagine novecentesche.
Il 4 e 5 settembre, prima a Torino e poi a Milano, è la volta di un altro musicista-direttore: il violoncellista Mario Brunello che, con l’Orchestra Filarmonica di Torino, propone un concerto dal titolo Paternità condivise. Quattro compositori mettono mano a lavori di altrettanti “colleghi”, in un gioco tra padri e figli che vede protagonisti Bach e Stokowski, Brahms e Alberto Colla (con una commissione del Festival proposta in prima assoluta), Stravinskij e Benjamin Wallfisch, Schubert e Gaspard Cassadó. Le musiche già conosciute risulteranno rinnovate e vivificate dal contatto con i nuovi padri.
Hollywood, andata e ritorno è il titolo del concerto dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi che, diretta da John Axelrod a Milano il 6 e a Torino il 7 settembre, segue il curioso percorso del compositore svedese Rolf Martinsson – del quale è presentata la prima esecuzione italiana del Concert Fantastique per clarinetto e orchestra – che si ispira a musiche da film a loro volta ispirate dal grande repertorio. Per questo la serata oscilla tra Richard Strauss e Via col vento.
Si resta in area americana, senza perdere lo sguardo verso l’Europa, con Gli antenati di Adams, in programma a Milano il 7 settembre e a Torino l’8 settembre. Il concerto propone in prima esecuzione europea il Second Quartet dello statunitense John Adams, dedicato proprio al St. Lawrence String Quartet che lo interpreta insieme a due pagine di Haydn e Beethoven prese a modello da Adams durante la composizione del suo quartetto.
Il 10 settembre a Milano, e il giorno successivo a Torino, le due città del festival diventano il gigantesco palcoscenico di MiTo Open Singing, giornata in cui trenta cori provenienti da tutta Italia, per un totale di oltre mille cantori, si esibiscono in diverse zone del tessuto urbano. E la sera, in centro, il pubblico può mescolarsi a loro per un canto comune nel quale – grazie alle partiture distribuite gratuitamente – ognuno diventa protagonista del concerto.
Durante la peste che colpì Milano nel 1576, Carlo Borromeo fu la sola personalità a non lasciare la città, rimanendo tra la gente e prendendosi cura degli ammalati. Più di cento anni dopo, Marc Antoine Charpentier dedicò al fatto una delle sue storie sacre, che MITO propone unicamente a Milano il 12 settembre, insieme ad altre pagine per coro e orchestra, nel concerto dal titolo La peste di Milano. Protagonista l’Ensemble Correspondances diretto da Sébastien Daucé.
Quella dell’improvvisazione musicale è un’arte raffinatissima, che raramente si ritrova negli interpreti classici, abituati a confrontarsi con testi “sacri”. La pianista di origine venezuelana Gabriela Montero riunisce in sé queste due diverse anime musicali. Il 12 e 13 settembre, a Torino e a Milano, propone il concerto Improvvisazioni a catena, nel quale accosta gli Impromptus D. 899 di Schubert e il Carnaval di Schumann a improvvisazioni su temi suggeriti dal pubblico.
Rimskij-Korsakov è stato il padre della musica russa del Novecento, soprattutto per quanto riguarda l’orchestrazione. Stravinskij, suo allievo, ne ha sviluppato la tecnica, reinventandola. E Rodion Ščedrin, in questo continuo rimando da padri in figli, ha raccolto l’eredità di entrambi, mettendo in luce gli aspetti più ironici dell’arte dei suoi predecessori. I tre musicisti sono al centro del concerto Orchestrare alla russa, proposto a Torino il 14 e a Milano il 15 settembre, che vede protagonista un altro musicista russo, il direttore Dmitrij Kitajenko, impegnato sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
Dall’Europa all’Argentina nel segno dei ritmi di danza: il giovane direttore venezuelano Diego Matheuz e l’Orchestra del Teatro Regio di Torino sono protagonisti di una serata dal titolo Danzando dentro un ranch, proposta a Torino il 16 e a Milano il 17 settembre. I ritmi scatenati del compositore argentino Ginastera sono affiancati a pagine di Beethoven fortemente legate alla danza, come la Fantasia in do minore, interpretata dalla giovane pianista Vanessa Benelli Mosell, e la Settima Sinfonia.
Dagli spazi immensi della pampa al suono nostalgico del Fado portoghese: il compositore Stefano Gervasoni ha trascritto alcune registrazioni di Amalia Rodriguez, le ha rivestite con suoni nuovi, le ha circondate di interventi elettronici (che verranno proposti grazie alla collaborazione con l’Ircam di Parigi), per poi consegnare il tutto a Cristina Branco, una delle grandi voci del fado di oggi. È nato così Fado errático, proposto in prima esecuzione italiana a Torino il 17 e a Milano il 18 settembre. Con la cantante portoghese sono protagonisti il Divertimento Ensemble, l’Ensemble Sentieri selvaggi e l’mdi ensemble, diretti da Eduardo Leandro.
È interamente dedicato a Schumann il concerto della Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly, con la giovane e talentuosa pianista Beatrice Rana. Unicamente a Torino, il 20 settembre, i due artisti propongono un capolavoro come il Concerto op. 54 per pianoforte orchestra, ritagliato attorno alle straordinarie qualità pianistiche della moglie di Schumann, Clara Wieck, insieme all’ouverture Manfred e alla Seconda Sinfonia op. 61.
L’ultima anticipazione del Festival - il cui programma completo sarà presentato a fine maggio - è previsto a Torino il 21 e a Milano il 22 settembre, e si intitola Jobim o Villa-Lobos. Esiste un gioco di rimandi tra la musica di Villa-Lobos e le canzoni di Jobim, oltre che tra la Spagna di Manuel de Falla e l’Argentina di Astor Piazzolla: la violoncellista francese Ophélie Gaillard e il suo ensemble, insieme a Toquinho, esplorano i due mondi musicali e geografici grazie a trascrizioni inedite e curiose.

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