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IL SINDACO E GLI EVENTI: UN FACTCHECKING

Chiara Appendino
Quando i politici s'inerpicano lungo gli accidentati - per loro - tratturi della cultura è saggio e doveroso sottoporre le loro affermazioni al banco di prova di un onesto factchecking. Certe volte non ne vale la pena: ad esempio non ho seguito, né seguirò, le intemerate di Matteo Salvini a proposito del Museo Egizio: mi occupo di cultura, non di avanspettacolo (pur se talora qualche dubbio mi sorge). Ho invece letto con profonda attenzione la lunga intervista della Stampa a Chiarabella (che in via del tutto eccezionale in questo post chiamerò costantemente "il sindaco" come riconoscimento del peso istituzionale delle dichiarazioni sottoposte a factchecking).
L'intervista è uscita il 5 febbraio, quindi non sono tanto sulla notizia: ma analizzare i fatti, raccogliere i dati, cercare e spulciare i documenti, richiede tempo. Non è come sparare le prime minchiate che ti passano per la capa. E' una fatica, e difatti lo fanno in pochi, mentre le minchiate le sparano in tanti. Poi magari sbagli qualcosa e anche con il factchecking ti scappa una minchiata, non dico di no. Ma se non altro ci hai provato, a individuare le minchiate altrui e non spararne tu. Almeno c'è la buona volontà. 

Vabbé, vediamo l'intervista. L'unica parte che mi concerne professionalmente è la dichiarazione finale, che tocca argomenti consoni al blog. Il bravo intervistatore domanda: "I torinesi pensano che non ci sia abbastanza attenzione a turismo ed eventi. Come li convince del contrario?".  E il sindaco risponde così:
"Io inizierei basandomi sui dati. Quelli appena resi noti sul 2017 dicono che l’occupazione delle camere, negli ultimi anni, non è mai stata così alta: 65,3%. Poi ci sono le nuove forme di accoglienza come Airbnb che hanno fatto segnare un +28% rispetto al 2016".
#factchecking. Nulla da obiettare sul dato degli Airbnb: sarebbe però utile conoscere la consistenza numerica delle presenze, per valutare l'entità del fenomeno. Corretto anche il dato sull'occupazione delle camere d'albergo, in crescita rispetto al 64,6% del 2017: purtroppo un incremento annuo dello 0,7% sembra lontanissimo dalla performance media del turismo in Italia. E la preoccupazione degli albergatori riguarda soprattutto gli ultimi mesi del 2017, costantemente in negativo fino allo sprofondo di Capodanno. Gli albergatori invocano più eventi attrattori di turismo.


"Gli eventi aumentano, per il 2018 ne sono previsti oltre 230", dichiara quindi il sindaco.
#factchecking. I "230 eventi" di cui parla il sindaco sono quelli elencati nell'apposito fascicoletto prodotto dagli uffici comunali mettendo insieme tutto ciò che viene organizzato da chiunque - siano enti pubblici, fondazioni culturali, associazioni o privati - a Torino e in vari comuni della cintura: molti di tali eventi esistono da anni, molti non sono di un livello tale da attrarre turismo, molti non vedono coinvolta in nessun modo l'amministrazione civica torinese. Non esiste un "censimento degli eventi" che abbia appurato in maniera oggettiva e incontestabile se gli eventi sono aumentati o diminuiti con la gestione Appendino. E' opinione diffusa che siano diminuiti, ma è pur vero che ne sono nati di nuovi. Comunque un criterio "numerico" dice poco. Si dovrebbe valutare anche il peso dei singoli eventi: se ne muoiono dieci di scarsa rilevanza e ne nasce uno importante, l'offerta complessiva non è impoverita. Ma vale anche l'opposto. Direi soprattutto l'opposto.


Nel prosieguo della sua dichiarazione il sindaco elenca una serie di manifestazioni che si terranno a Torino nel 2018. L'elenco è realistico. Il factchecking riguarda però il livello di coinvolgimento del Comune nell'organizzazione e nel finanziamento degli eventi citati. Detto in parole povere: il sindaco sta parlando di eventi voluti e sostenuti (anche economicamente) dal Comune? O cita eventi voluti e pagati da altri, che gratificano la città ma non possono essere attribuiti alla sua amministrazione?
Procediamo. 


"Tornerà il Torino Jazz Festival", dichiara il sindaco.
#factchecking. Corretto, il Torino Jazz Festival è organizzato e finanziato dal Comune tramite la Fondazione Cultura. Ma non "torna" per il semplice motivo che non è mai andato via, benchè Chiara Appendino quando stava all'opposizione ne auspicasse la cancellazione. L'anno scorso la giunta Appendino s'è limitata a dimezzarlo (da dieci a cinque giorni) ribattezzandolo "Narrazioni Jazz" e piazzandolo in concomitanza con il Salone del Libro. Ma è stato un flop (certificato indirettamente dall'Appendino stessa), sicché il Comune ha ripristinato il tradizionale nome Torino Jazz Festival, rinunciando definitivamente ai concerti gratuiti in piazza e alla sezione Fringe, emigrata a Firenze.


"Sarà poi l’anno del cibo, ospiteremo eventi di livello mondiale come Bocuse d’Or e Bocuse Off, Gourmet Experience, Terra Madre e Salone del Gusto, TO Coffee, oltre i canonici La Vendemmia in Città e Cioccolatò", dichiara il sindaco.
#factchecking. Andiamo con ordine.
1) La finale europea del Bocuse d'Or si terrà a Torino per iniziativa non del Comune, bensì dell'assessore regionale alla Cultura e Turismo (nota del 17 giugno 2016 prot. n. 348/CUT) come è testimoniato dagli articoli usciti sui giornali nel settembre del 2016. Il 19 settembre del 2016 il sindaco di Torino comunicò alla Regione la propria disponibilità "al partenariato alla realizzazione della manifestazione con impegno finanziario compatibile con le risorse disponibili negli anni di riferimento".
Il Comune ha in seguito sottoscritto con la Regione un protocollo d'intesa (come risulta dalla DGR 47-6046 del 1° dicembre 2017) che formalizza la collaborazione e suddivide la spesa per i diritti sulla manifestazione (610 mila euro Iva compresa) nella seguente misura: 360 mila a carico della Regione, 150 mila a carico della Camera di Commercio e 100 mila a carico del Comune. Fine del gatto.

Gli eventi in occasione del Bocuse d'Or e quelli del Bocuse Off (iniziativa collaterale al Bocuse d'Or che investirà tutto il Piemonte, promossa dalla Regione, coordinata dal Circolo dei Lettori) saranno pagati dalla Regione che allo scopo ha stanziato altri 900 mila euro (cfr DGR 18-4574 del 16 gennaio 2017) recuperabili almeno in parte, si spera, con le sponsorizzazioni.
2) Terra Madre e il Salone del Gusto li conosciamo bene: e per fortuna sono ancora qui. Hanno cadenza biennale. Per la passata edizione, nel 2016, il Comune aveva deliberato un contributo del valore totale di circa 900 mila euro con la concessione gratuita del Parco del Valentino e altri spazi della città come sedi espositive. Dalle parole del sindaco deduco che l'impegno resterà immutato nel 2018.
3) Su "Gourmet Experience" non so che dire: se il sindaco sta parlando di Gourmet Expoforum, l'evento riservato agli operatori del settore enogastroalberghiero la cui terza edizione si terrà dal 10 al 12 giugno al Lingotto, mi risulta essere un'iniziativa di Gl Events in collaborazione con Syrha Lyon e nell'ambito di un accordo quadriennale con Gambero Rosso, e non trovo riferimenti a una partecipazione del Comune. Oppure mi risulta un Gourmet Food Festival, sempre al Lingotto e sempre organizzato da Gl e Gambero Rosso. 

Per quanto io abbia cercato on line notizie su "Gourmet Experience", ho appreso soltanto che è il nome di un celebre ristorante di Madrid. Forse nella sua recente trasferta madrilena l'Appendino li avrà convinti a trasferirsi a Torino? Di sicuro mi sono perso qualcosa, o magari è soltanto un errore di trascrizione. Però, se a Torino c'è Gourmet Experience ed è così importante, il Comune non potrebbe farci sapere qualcosa di più?
4) A questo punto confesso la mia beata ignoranza a proposito di TO Coffee: non sapendone nulla, non posso dubitare che si tratti di un "evento a livello mondiale", come sostiene il sindaco.
5) Il sindaco cita inoltre - sintatticamente includendoli nel novero degli "eventi a livello mondiale" - anche "i canonici La Vendemmia in Città e Cioccolatò". La Vendemmia in Città - che mi pare ardito definire "evento mondiale", ma pure "canonico" in quanto lo scorso ottobre si è tenuta soltanto la prima edizione - è un'iniziativa ideata e finanziata dalla Regione, con il contributo di alcuni sponsor. Il Comune dà il patrocinio, che per sua natura è gratuito. Non starò qui ad esprimere le mie personalissime riserve sul valore culturale e turistico della manifestazione.
6) Quanto a Cioccolatò, lasciamo perdere l'evento "mondiale": ma definirlo "canonico" - quasi fosse una manifestazione che con teutonica regolarità si ripropone di anno in anno a Torino - mi pare davvero stravagante, a meno che il sindaco non abbia voluto concedersi una battuta di spirito. Dacché l'attuale sindaco sta sullo scranno più alto di Palazzo Civico non si è vista in città una sola edizione di Cioccolatò, ma unicamente 
un rabberciato "Aspettando Cioccolatò" il cui titolo, a furia d'aspettare, suona un po' come un pervicace perculamento.

"Il 2019 sarà l’anno di Leonardo da Vinci, mentre nel 2020 festeggeremo i 20 anni del Museo del Cinema" dichiara il sindaco a chiusura del s
uo excursus sulle prospettive turistico-cultural-gastronomiche della città.
#factchecking. Corretto: in effetti nel 2019 cadono i cinquecento anni dalla morte di Leonardo, nel 2020 il ventennale del Museo del Cinema. Dall'intervista non trapelano particolari su come l'amministrazione civica si stia attrezzando per celebrate le due ricorrenze.

L'intervistata conclude con una personale considerazione: "Si può sempre fare meglio ma questa non è certo la fotografia di una città grigia".
#factchecking. Le opinioni sono libere. La valutazione a qualcuno sembrerà ottimistica. Ma l'ottimismo è il sale della vita.

Commenti

  1. Un appunto di "stile": la frase "E' opinione diffusa che siano diminuiti", riferita agli eventi in città, stona in un articolo che si propone come #factchecking.
    O parliamo di fatti o parliamo di opinioni.

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    Risposte
    1. Io non riferisco l'opinione spacciandola per un fatto. Io riferisco un fatto, e cioé che "è opinione diffusa che gli eventi siano diminuiti", e lo metto a confronto con altri due fatti, ovvero che "il sindaco è dell'opinione che siano aumentati" e che "alcuni eventi sono scomparsi ma ne sono nati di nuovi": dopo di che faccio notare che nessuna delle due "opinioni" (che sono opinioni quanto al contenuto, ma che esistono e in quanto esistenti sono di per sé fatti, indipendentemente dalla fondatezza o meno del contenuto) è suffragata da dati incontrovertibili, poiché non esiste un "censimento degli eventi" che accerti se gli eventi sono diminuiti o aumentati; e aggiungo che il puro "criterio numerico" non sarebbe di per sé sufficiente a dire alcunché sulla qualità complessiva della proposta cultural-turistica della città. Fatti, non pugnette. Buona giornata.

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