Maurizio Pisani durante la presentazione della quarta edizione di Seeypusounf |
La quarta edizione si è chiusa ieri, dopo dieci giorni e 53 proiezioni al cinema Massimo e oltre 30 eventi collaterali.
Cominciamo con i risultati: gli organizzatori (l'associazione Choobamba) dichiarano circa 4200 spettatori totali (compresi gli abbonati e gli accreditati) al cinema Massimo. Ciò significa una crescita del 37% rispetto ai dati della terza edizione, nel 2017, che però durava nove giorni: allora gli spettatori furono 3500 con una crescita dichiarata del 30% sul 2016 (ma nel 2016 il festival era di soli tre giorni). Gli accreditati quest'anno sono stati 150 tra giornalisti, ospiti e professionisti del settore.
Al Massimo si sono registrati 7 sold out. Buon risultato anche per le proiezioni di "Radio Kobanî" e "Ryuichi Sakamoto: Coda": ciascuna ha richiamato oltre 300 persone in sala.
Tra gli eventi al Circolo dei Lettori, il "Kraftwerk Day" ha avuto oltre 150 presenze. La cerimonia di premiazione alla Mole è stata seguita da 500 tra ospiti e visitatori del Museo.
Una premessa: è difficile calcolare il vero "valore economico" di un festival che nasce dal basso ed è fatto da un gruppo di una ventina di persone che s'impegnano tutto l'anno e mettono a disposizione le proprie competenze professionali. Comunque Seeyousound quest'anno a conti fatti costerà 85 mila euro: ma a "prezzi di mercato" - ad esempio se tutti quelli che collaborano fossero pagati - quel budget andrebbe all'incirca triplicato. Quelli di Choobamba non piangono miseria né invocano provvidenze pubbliche: sono orgogliosi che Seeyousound sia il "loro" festival. Loro lo hanno pensato, loro ne sono i proprietari: lo fanno come gli garba, accettano un "volontariato professionale" come contropartita dell'indipendenza e così non devono prendere ordini da nessuno. Potete immaginare quanto io apprezzi un atteggiamento tanto dignitoso e intelligente.
Per farvi capire di che cosa parliamo, vi do qualche termine di paragone. Dal bilancio preventivo 2018 del Museo del Cinema - ah, già, è on line il bilancio preventivo del Museo per il 2018: appena ho tempo lo spulciamo... - dicevo, dal preventivo 2018 risulta che per il Tff, a fronte di un costo totale di due milioni di euro (drasticamente ridotto rispetto ai 2,2 del bilancio consuntivo 2016), si prevedono circa 250 mila euro in sponsorizzazioni, poco più dell'11 per cento. Va ancora peggio con Lovers, per il quale si preventiva nel 2018 un costo di 392 mila euro (erano 432 mila nel 2016) di cui appena 17 mila coperti da sponsorizzazioni. Un risultato misero, ma anche indecoroso perché sintomo di un pregiudizio negativo delle aziende verso i temi trattati da quel festival. Dei tre festival del Museo, dà soddisfazione soltanto CinemAmbiente: costerà sui 300 mila euro ma due terzi, circa duecentomila euro, si pensa che arriveranno dagli sponsor: è chiaro che gli investitori considerano ecologia e ambientalismo temi più "spendibili".
Seeyousound, nel suo piccolo, è dunque un modello virtuoso di fundraising. Merito soprattutto, mi dice Dividi, di un rapporto con i partner non occasionale, ma basato su una collaborazione stabile, estesa a tutte le iniziative che il festival organizza nel corso dell'anno.
Quanto a Lovers, ha dichiarato 23 mila "presenze" per l'edizione 2017, senza accennare agli incassi: ma il preventivo 2018 del Museo attribuisce a Lovers una "potenzialità" di biglietteria di 20 mila euro. Se presumessi che quella cifra sia parametrata a quanto effettivamente incassato nell'edizione 2017, a fronte di 23 mila presenze dichiarate dovrei azzardare per Lovers 2017 una redditività media di 80 centesimi a biglietto. Ci dev'essere un errore, ne sono certo. Quasi.
I conti in tasca a un libero festival
A questo punto, per parlare di soldi, ho chiamato uno degli organizzatori, Fabrizio Dividi, che cura il concorso lungometraggi di fiction.Una premessa: è difficile calcolare il vero "valore economico" di un festival che nasce dal basso ed è fatto da un gruppo di una ventina di persone che s'impegnano tutto l'anno e mettono a disposizione le proprie competenze professionali. Comunque Seeyousound quest'anno a conti fatti costerà 85 mila euro: ma a "prezzi di mercato" - ad esempio se tutti quelli che collaborano fossero pagati - quel budget andrebbe all'incirca triplicato. Quelli di Choobamba non piangono miseria né invocano provvidenze pubbliche: sono orgogliosi che Seeyousound sia il "loro" festival. Loro lo hanno pensato, loro ne sono i proprietari: lo fanno come gli garba, accettano un "volontariato professionale" come contropartita dell'indipendenza e così non devono prendere ordini da nessuno. Potete immaginare quanto io apprezzi un atteggiamento tanto dignitoso e intelligente.
Ma allora gli sponsor si trovano!
Dunque, Seeyousound costa circa 85 mila euro, tenendo conto pure del valore di alcuni servizi offerti dagli sponsor. E gli sponsor sono la risorsa più importante del festival, perché coprono quasi metà del budget: siamo sui 40 mila euro, in gran parte cash.Per farvi capire di che cosa parliamo, vi do qualche termine di paragone. Dal bilancio preventivo 2018 del Museo del Cinema - ah, già, è on line il bilancio preventivo del Museo per il 2018: appena ho tempo lo spulciamo... - dicevo, dal preventivo 2018 risulta che per il Tff, a fronte di un costo totale di due milioni di euro (drasticamente ridotto rispetto ai 2,2 del bilancio consuntivo 2016), si prevedono circa 250 mila euro in sponsorizzazioni, poco più dell'11 per cento. Va ancora peggio con Lovers, per il quale si preventiva nel 2018 un costo di 392 mila euro (erano 432 mila nel 2016) di cui appena 17 mila coperti da sponsorizzazioni. Un risultato misero, ma anche indecoroso perché sintomo di un pregiudizio negativo delle aziende verso i temi trattati da quel festival. Dei tre festival del Museo, dà soddisfazione soltanto CinemAmbiente: costerà sui 300 mila euro ma due terzi, circa duecentomila euro, si pensa che arriveranno dagli sponsor: è chiaro che gli investitori considerano ecologia e ambientalismo temi più "spendibili".
Seeyousound, nel suo piccolo, è dunque un modello virtuoso di fundraising. Merito soprattutto, mi dice Dividi, di un rapporto con i partner non occasionale, ma basato su una collaborazione stabile, estesa a tutte le iniziative che il festival organizza nel corso dell'anno.
I soldi "istituzionali" e gli incassi al botteghino
Un po' di soldi, comunque, arrivano anche dalle "istituzioni": Seeyousound ha vinto il bando per i contributi del Comune e riceverà 12-13 mila euro per l'edizione del 2017; può inoltre contare su novemila euro erogati dalla Fondazione Crt. Altri 6 mila euro sono frutto di donazioni private e crowdfunding. Ma il dato che mi sorprende favorevolmente è quello della biglietteria: le proiezioni, in quest'ultima edizione, hanno fruttato 15 mila euro. I biglietti costavano 6 o 8 euro: l'incasso totale diviso per 4200 spettatori dà un reddito medio per spettatore di 3,57 euro. Non è male, tenendo conto degli abbonamenti e degli accrediti; anche se Dividi assicura che loro, con gli omaggi, sono piuttosto tirati. Per ovvie ragioni non possono scialare.Biglietti: il confronto con Tff e Lovers
Un confronto con i risultati al botteghino di Tff e Lovers - i due festival a pagamento del Museo del Cinema, CinemAmbiente è free - al momento è solo presuntivo: gli incassi delle edizioni 2017 di quei due festival verranno certificati soltanto con il bilancio consuntivo del Museo, ancora di là da venire. Comunque, giusto per farsi un'idea, il Tff 2017 ha dichiarato 26.700 biglietti singoli venduti e 250.000 euro di incasso. Ciò significherebbe una media di 9,3 euro a biglietto, il che è improbabile dato che i biglietti del Tff costano 7 euro gli interi e 5 i ridotti: mi pare quindi ovvio che i 250 mila euro includano anche gli abbonamenti, che al Tff sono davvero tanti. Tuttavia preoccupa che il bilancio preventivo 2018 del Museo indichi in appena 190 mila euro i probabili incassi da biglietteria del prossimo Tff.Quanto a Lovers, ha dichiarato 23 mila "presenze" per l'edizione 2017, senza accennare agli incassi: ma il preventivo 2018 del Museo attribuisce a Lovers una "potenzialità" di biglietteria di 20 mila euro. Se presumessi che quella cifra sia parametrata a quanto effettivamente incassato nell'edizione 2017, a fronte di 23 mila presenze dichiarate dovrei azzardare per Lovers 2017 una redditività media di 80 centesimi a biglietto. Ci dev'essere un errore, ne sono certo. Quasi.
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