Stamattina sul Corriere di Torino ho scritto qualche pacata considerazione sul fatto - passato finora piuttosto sottotraccia - che la prossima edizione di Lovers Film Festival sarà più breve del solito, scendendo a 6 a 5 giorni di programmazione.
Per completezza, registro anche le critiche che ha suscitato, specie nella comunità Lgbt, una dichiarazione al Corriere della direttrice Irene Dionisio a proposito della difficoltà che il festival incontra a reperire sponsor: "Bisogna ammetterlo, forse il tema gay non è attrattivo come ad esempio l’ambiente". Di questo problema mi sono già occupato tempo fa. Se invece siete interessati al mio articolo di oggi, questo è il link, e questo è l'incipit::
La notizia è sotto il naso di tutti, quindi tanto vale scriverla a chiare lettere: quando la direttrice Irene Dionisio parla della prossima edizione di Lovers Film Festival e conferma ciò che è ben noto, ovvero che si terrà dal 20 al 24 aprile, sta dicendo — con comprensibile reticenza — che quest’anno Lovers sarà in versione mignon: durerà cinque giorni anziché sei.
È il secondo taglio nel giro di quattro anni: fino al 2014 l’allora Tglff durava una settimana. Quell’anno la cultura subì i tagli di Fassino, e di conseguenza il festival, per sopravvivere, nel 2015 fu costretto a rinunciare a un giorno. L’anno scorso, per non essere da meno di Fassino, anche Chiarabella ha tagliato i fondi alla cultura, e le conseguenze si sono abbattute anche sul malcapitato Tglff, che già nel 2017 ha perduto in un sol colpo il nome, trasmutato senza ragionevoli motivi da Tglff a Lovers; il direttore storico Giovanni Minerba, giubilato tramite un magheggio di palazzo ancora da chiarire nelle sue oscure dinamiche; una consistente fetta di spettatori, allontanati dalle scelte dure e pure della direttrice e dei suoi assistenti; e circa trentamila euro di budget.
La notizia è sotto il naso di tutti, quindi tanto vale scriverla a chiare lettere: quando la direttrice Irene Dionisio parla della prossima edizione di Lovers Film Festival e conferma ciò che è ben noto, ovvero che si terrà dal 20 al 24 aprile, sta dicendo — con comprensibile reticenza — che quest’anno Lovers sarà in versione mignon: durerà cinque giorni anziché sei.
È il secondo taglio nel giro di quattro anni: fino al 2014 l’allora Tglff durava una settimana. Quell’anno la cultura subì i tagli di Fassino, e di conseguenza il festival, per sopravvivere, nel 2015 fu costretto a rinunciare a un giorno. L’anno scorso, per non essere da meno di Fassino, anche Chiarabella ha tagliato i fondi alla cultura, e le conseguenze si sono abbattute anche sul malcapitato Tglff, che già nel 2017 ha perduto in un sol colpo il nome, trasmutato senza ragionevoli motivi da Tglff a Lovers; il direttore storico Giovanni Minerba, giubilato tramite un magheggio di palazzo ancora da chiarire nelle sue oscure dinamiche; una consistente fetta di spettatori, allontanati dalle scelte dure e pure della direttrice e dei suoi assistenti; e circa trentamila euro di budget.
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