Stamattina sono stato alla presentazione di Torinodanza - la seconda nell'arco di due mesi.
Il festival, diretto per la prima volta da Anna Cremonini, comincia stasera con un'anteprima, "Betroffenheit", alle Fonderie Limone, ma il cartellone vero e proprio si snoderà fra il 10 settembre e il 1° novembre, e di sicuro prima di allora faranno un'altra presentazione.
A detta di chi se ne intende, Anna Cremonini ha progettato un eccellente festival: e comunque a me - indipendentemente dalle parentele - lei fa un'ottima impressione e mi sembra che anche nell'ambiente raccolga consensi ampi. Ma non sta a me giudicare in materia artistica.
Sul piano finanziario, come ho già scritto il budget di Torinodanza supera il milione di euro: la metà, 500 mila euro, la mette la Compagnia di San Paolo, 120 mila vengono dalla banca Intesa Sanpaolo, 100 mila dal ministero dei Beni culturali (così mi hanno detto, ma per la precisione mi risulta che nel 2017 il contributo del Fus è arrivato a 114.576 euro), e 180 mila rappresentano la quota-parte del contributo della Regione allo Stabile che viene destinata al festival. Infine ci sono i ricavi della biglietteria, che si prevede s'aggireranno attorno ai 130 mila euro.
Lo sbigliettamento rappresenta una percentuale non alta (il 12-15 per cento) dell'intero budget, ma - mi spiega il direttore dello Stabile Fonsatti - è la conseguenza di una scelta precisa: quella di praticare prezzi contenuti per invogliare gli spettatori giovani e/o non abbienti. In effetti il costo dei biglietti (20 euro, ridotti a 12 per gli under35) e degli abbonamenti è conveniente, rispetto ai prezzi correnti per il balletto.
Inoltre Torinodanza è strozzato dagli spazi: i numerosi sold out che fa registrare dimostrano che le presenze - e di conseguenza gli incassi - sarebbero maggiori se soltanto si disponesse di spazi più grandi.
Invece non si spiega, ma non è una novità, la totale assenza del Comune fra i finanziatori di un festival il cui budget - comunque - è coperto appena per il 30 per cento da contributi pubblici (Stato e Regione): il Comune non caccia un centesimo da quasi dieci anni, da quando cioè il Chiampa sindaco con una scaltra mossa delle sue sbolognò Torinodanza allo Stabile. Ciò che ogni volta mi diverte è però la gratuita (in tutti i sensi) e ciarliera presenza, alle presentazioni-passerella di Torinodanza, di abbondanti capataz comunali. Oggi in prima fila c'erano l'assessore Leon, l'onnipresente assessore supplente Giovara, e Angela Larotella, la segretaria generale dell'altrettanto onnipresente Fondazione Cultura. Larotella ha anche preso la parola per lodare assai le meraviglie di Torinodanza. Assenti il rappresentante di Intesa Sanpaolo e l'assessore regionale Parigi - forse stava ancora a San Pietroburgo per la mostra del Castello di Rivoli sull'arte povera - ha parlato pure la rappresentate di Compagnia di San Paolo: loro, però, pagano.
Il festival, diretto per la prima volta da Anna Cremonini, comincia stasera con un'anteprima, "Betroffenheit", alle Fonderie Limone, ma il cartellone vero e proprio si snoderà fra il 10 settembre e il 1° novembre, e di sicuro prima di allora faranno un'altra presentazione.
A detta di chi se ne intende, Anna Cremonini ha progettato un eccellente festival: e comunque a me - indipendentemente dalle parentele - lei fa un'ottima impressione e mi sembra che anche nell'ambiente raccolga consensi ampi. Ma non sta a me giudicare in materia artistica.
Sul piano finanziario, come ho già scritto il budget di Torinodanza supera il milione di euro: la metà, 500 mila euro, la mette la Compagnia di San Paolo, 120 mila vengono dalla banca Intesa Sanpaolo, 100 mila dal ministero dei Beni culturali (così mi hanno detto, ma per la precisione mi risulta che nel 2017 il contributo del Fus è arrivato a 114.576 euro), e 180 mila rappresentano la quota-parte del contributo della Regione allo Stabile che viene destinata al festival. Infine ci sono i ricavi della biglietteria, che si prevede s'aggireranno attorno ai 130 mila euro.
Anna e i suoi boys Fonsatti e Vallarino Gancia |
Inoltre Torinodanza è strozzato dagli spazi: i numerosi sold out che fa registrare dimostrano che le presenze - e di conseguenza gli incassi - sarebbero maggiori se soltanto si disponesse di spazi più grandi.
Invece non si spiega, ma non è una novità, la totale assenza del Comune fra i finanziatori di un festival il cui budget - comunque - è coperto appena per il 30 per cento da contributi pubblici (Stato e Regione): il Comune non caccia un centesimo da quasi dieci anni, da quando cioè il Chiampa sindaco con una scaltra mossa delle sue sbolognò Torinodanza allo Stabile. Ciò che ogni volta mi diverte è però la gratuita (in tutti i sensi) e ciarliera presenza, alle presentazioni-passerella di Torinodanza, di abbondanti capataz comunali. Oggi in prima fila c'erano l'assessore Leon, l'onnipresente assessore supplente Giovara, e Angela Larotella, la segretaria generale dell'altrettanto onnipresente Fondazione Cultura. Larotella ha anche preso la parola per lodare assai le meraviglie di Torinodanza. Assenti il rappresentante di Intesa Sanpaolo e l'assessore regionale Parigi - forse stava ancora a San Pietroburgo per la mostra del Castello di Rivoli sull'arte povera - ha parlato pure la rappresentate di Compagnia di San Paolo: loro, però, pagano.
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