Solo grandi film a Palazzo Reale: il 31 luglio "Il sorpasso" di Dino Risi con Vittorio Gassmann e Jean-Louis Trintignant |
Insomma, non il solito cinema all'aperto che riciccia i blockbuster di stagione; bensì una proposta culturale gradevole, inclusiva, variegata, costruita facendo rete con tante altre realtà torinesi. Di conseguenza il Comune, dall'anno scorso, ha deciso di cancellare il pur modesto contributo che in passato riconosceva agli organizzatori di "Cinema a Palazzo Reale". L'amministrazione civica non ha però ritenuto di cancellare la passarella in conferenza stampa, alla quale ha partecipato stamane con fresco entusiasmo Maiunagioia.
Nella miglior tradizione dei Conti Mascetti, la nostra si presenta a mani lunghe ma prodiga di complimenti che sono gratis e fanno figo. E ci tiene pure a precisarlo, che a quelli di Distretto Cinema non danno i soldi però "sono al loro fianco". In concreto credo ci sia stato un incontro mesi fa, e l'impegno a promuovere la manifestazione sui social del Comune. Il che, come immagine, conviene soprattutto al Comune.
Al netto delle esibizioni di penne altrui, "Cinema a Palazzo Reale" si fa grazie alla collaborazione dei Musei Reali che mettono a disposizione la location, e della Regione che contribuisce con 25 mila euro. Il resto dipende dagli incassi della biglietteria.
Per fortuna il pubblico risponde. In genere, mi dicono quelli di Distretto Cinema, nelle ultime edizioni si stava attorno alle 10 mila presenze, pioggia permettendo. Quest'anno sarà più dura, visto che - causa norme di sicurezza e nuovo allestimento dell'area - l'agibilità scende da 500 a 400 posti.
Resta il fatto, consolante, che puoi avere un pubblico numeroso anche programmando "Quarto potere" o "La ciociara", e pure rarità come il Pasolini maledetto di "Salò", il restauro de "Il fuoco" di Pastrone, o la "Giovanna d'Arco" di Dreyer in edizione originale. E' una programmazione per chi ama il cinema d'autore, e per fortuna la qualità continua ad avere un mercato. L'assessore Leon però tiene a complimentarsi con gli organizzatori: "Avete avuto coraggio, perché il programma è complesso (dice proprio così: "complesso". NdG): ma credo che il pubblico della nostra città cominci ad accettare le sfide della complessità".
Questo è vero. Prima faticavo a capire "Natale sul Nilo". Adesso mi accorgo che sto cambiando dentro, e accetto le sfide della complessità: stamattina mi sono persino impegnato per procurarmi un biglietto del tram. E presto tenterò di rinnovare la carta d'identità.
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