Passa ai contenuti principali

LOVERS, IL CASO LUXURIA GUASTA LA FESTA

Ultima sera di Festival: la direttrice uscente Irene Dionisio arringa i suoi ospiti. Da sin. Giovanni Minerba,
SerraYilmaz, Neri Marcorè, Monica Guerritore e Arturo Brachetti (foto Lovers Film Festival)
Ultima sera di Lovers, al Massimo si officia la lunga cerimonia di premiazione-chiusura. Lunga ma non pallosa, con tanti ospiti azzeccati. Arturo Brachetti, una radiosa Monica Guerritore, l'icona ozpetechiana Serra Yilmaz, il brillante Neri Marcorè, sono tutti qui gratis, e per un solo motivo: nel Paese tira una brutta aria, e certi diritti vanno difesi, a conquistarli ci vuole tempo e fatica ma basta un attimo per perderli; e bisogna dirlo, non per un cachet ma perché è giusto dirlo, finché si è ancora in tempo. Lo hanno detto, gli ospiti dell'ultima sera di Lovers. Se serve. Per quel che serve. E niente, quest'anno il Festival è andato bene, con tanta gente nelle sale, e forse non è soltanto merito dei film o degli ospiti o della direzione. Forse dipende pure dall'aria che tira.
Ad ogni modo: non mi va di parlare dell'aria che fete. Io sono soltanto il cronista, e vi racconto come stanno andando le operazioni per dare un nuovo direttore a Lovers.

La situazione si ingarbuglia

Fino a ieri mattina mi davano per sicura una soluzione condivisa: affidare la direzione a Vladimir Luxuria. Una scelta certo controversa, ma con una sua logica coraggiosa, proprio per via di quella certa arietta che tira nel Paese. E coerente con la direzione di Irene Dionisio, che ha aperto Lovers a tutte le componenti dell'universo Lgbtqi, allargandone gli orizzonti. Una direttrice transgender segnerebbe una continuità e avrebbe un forte significato simbolico. Per non parlare del valore aggiunto che porterebbe al Festival la visibilità pubblica e l'esperienza politica di Luxuria.
A me, personalmente, Luxuria sta benissimo; ma non sono un tifoso, mi starebbe bene anche uno degli altri tre candidati - Acerbi, Bo e Bocchi - che hanno le carte in regola per fare un buon festival. Purché chi deve decidere decida, e decida nell'interesse del Festival e non della sua bottega. Non impantaniamoci un'altra volta nelle solite manfrine, plis. Hanno rotto il cazzo.
E invece. Come vi ho detto, fino a ieri me la davano per fatta, o quasi. La Regione sosteneva Luxuria, ma anche il Comune sembrava favorevole. Poi la situazione s'è incasinata. Poco dopo mezzogiorno il Museo del Cinema fa sapere che il nome del nuovo direttore non verrà annunciato durante la serata di chiusura, contrariamente a quanto avevano garantito nemmeno venti giorni faLa giustificazione ufficiale è che il Comitato di gestione del Museo non s'è ancora riunito: si riunirà l'8 maggio, e soltanto il Comitato di gestione può decidere sulla nomina. Verissimo, non fa una grinza. Ma intanto comincia a girar voce che ci stanno ripensando, che a qualcuno in Comune il nome di Luxuria non sta più bene.

Chi conta e chi no 

Non chiedetemi chi è quel "qualcuno". Escluderei comunque l'assessore alle Pari opportunità Marco Giusta, in teoria il più competente in materia. Giusta l'ho incrociato ieri sera al Festival. Gli ho domandato un parere e mi ha elusivamente risposto che "decide il Comitato di gestione", ma è evidente che a lui Luxuria piace. "Un nome forte", l'ha definita. Gli ho fatto notare che non è il momento di scelte deboli, e lui ha annuito. "Spero che la notte vi porti consiglio", ho aggiunto, e lui ha sorriso, ma mi è sembrato un sorriso amaro.
Il guaio è che non so dire quanto pesi oggi Giusta nelle decisioni dell'amministrazione civica. Onestamente, non saprei dire quanto pesino in genere gli assessori. Poco, direi. Qualcuno ancora meno. Contano di più i consiglieri. O alcuni consiglieri. Il fenomeno è particolarmente evidente nel campo delle politiche culturali. O almeno così pare a me, che di politiche culturali scrivo. 

Mi spiegate qual è il problema? Ma quello vero

Morale: nel giro di poche ore siamo tornati in alto mare. E il bello è che non ho capito perché, in base a quali giramenti personali o a quali calcoli politici. Ci terrei a saperlo, per il gusto di saperlo. E invece ieri sera al Festival ho raccolto soltanto voci vaghe, facce preoccupate e qualche motivazione ridicola. La più ridicola: "Luxuria non ha mai diretto un festival". Mi pare un'asinata. Quali festival aveva diretto Irene Dionisio prima di dirigere Lovers? Vi faccio una rivelazione: neppure Giovanni Minerba aveva mai diretto il Festival, prima di fondarlo e dirigerlo per trent'anni. E vi risparmio la facile ironia sui curricula professionali di certi pubblici amministratori.

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da