Ultima sera di Festival: la direttrice uscente Irene Dionisio arringa i suoi ospiti. Da sin. Giovanni Minerba, SerraYilmaz, Neri Marcorè, Monica Guerritore e Arturo Brachetti (foto Lovers Film Festival) |
Ad ogni modo: non mi va di parlare dell'aria che fete. Io sono soltanto il cronista, e vi racconto come stanno andando le operazioni per dare un nuovo direttore a Lovers.
La situazione si ingarbuglia
Fino a ieri mattina mi davano per sicura una soluzione condivisa: affidare la direzione a Vladimir Luxuria. Una scelta certo controversa, ma con una sua logica coraggiosa, proprio per via di quella certa arietta che tira nel Paese. E coerente con la direzione di Irene Dionisio, che ha aperto Lovers a tutte le componenti dell'universo Lgbtqi, allargandone gli orizzonti. Una direttrice transgender segnerebbe una continuità e avrebbe un forte significato simbolico. Per non parlare del valore aggiunto che porterebbe al Festival la visibilità pubblica e l'esperienza politica di Luxuria.A me, personalmente, Luxuria sta benissimo; ma non sono un tifoso, mi starebbe bene anche uno degli altri tre candidati - Acerbi, Bo e Bocchi - che hanno le carte in regola per fare un buon festival. Purché chi deve decidere decida, e decida nell'interesse del Festival e non della sua bottega. Non impantaniamoci un'altra volta nelle solite manfrine, plis. Hanno rotto il cazzo.
E invece. Come vi ho detto, fino a ieri me la davano per fatta, o quasi. La Regione sosteneva Luxuria, ma anche il Comune sembrava favorevole. Poi la situazione s'è incasinata. Poco dopo mezzogiorno il Museo del Cinema fa sapere che il nome del nuovo direttore non verrà annunciato durante la serata di chiusura, contrariamente a quanto avevano garantito nemmeno venti giorni fa. La giustificazione ufficiale è che il Comitato di gestione del Museo non s'è ancora riunito: si riunirà l'8 maggio, e soltanto il Comitato di gestione può decidere sulla nomina. Verissimo, non fa una grinza. Ma intanto comincia a girar voce che ci stanno ripensando, che a qualcuno in Comune il nome di Luxuria non sta più bene.
Chi conta e chi no
Non chiedetemi chi è quel "qualcuno". Escluderei comunque l'assessore alle Pari opportunità Marco Giusta, in teoria il più competente in materia. Giusta l'ho incrociato ieri sera al Festival. Gli ho domandato un parere e mi ha elusivamente risposto che "decide il Comitato di gestione", ma è evidente che a lui Luxuria piace. "Un nome forte", l'ha definita. Gli ho fatto notare che non è il momento di scelte deboli, e lui ha annuito. "Spero che la notte vi porti consiglio", ho aggiunto, e lui ha sorriso, ma mi è sembrato un sorriso amaro.Il guaio è che non so dire quanto pesi oggi Giusta nelle decisioni dell'amministrazione civica. Onestamente, non saprei dire quanto pesino in genere gli assessori. Poco, direi. Qualcuno ancora meno. Contano di più i consiglieri. O alcuni consiglieri. Il fenomeno è particolarmente evidente nel campo delle politiche culturali. O almeno così pare a me, che di politiche culturali scrivo.
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