Alessandro Bianchi |
Oggi il Comitato di gestione del Museo doveva finalmente, dopo un sospetto rinvio, nominare il direttore amministrativo fra i candidati selezionati tramite bando da una società esterna, la Praxi. Invece si è trasformato in un Vietnam. Il sindaco e Appendino, dopo aver già bocciato un possibile direttore, Paolo Verri (ok, adesso il nome l'hanno scritto altrove, quindi posso venire meno al mio impegno di riservatezza), perché giudicato "troppo vicino al pd", ne hanno silurato un secondo, Alessandro Bianchi, per lo stesso motivo.
Dopo una giornata convulsa, Bianchi si è visto costretto a ritirare la sua candidatura.
Politica politicante, insomma. L'assessore regionale alla Cultura, Antonella Parigi, abbandona ogni parvenza di diplomazia e sibila: "A quelli la trasparenza va bene soltanto per Artissima, ma al Museo pare proprio di no". E denuncia l'ostracismo contro Alessandro Bianchi non altrimenti motivato, dice, che dalla sua appartenenza politica. Bianchi ha quarant'anni e un curriculum impeccabile: laurea in filosofia con Vattimo, master in organizzazione e ricerca fondi per aziende del settore culturale, segretario generale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo dal 2002 al 2009, segretario generale del Maxxi di Roma dal 2009 al 2012 e poi rimasto a seguire i progetti speciali. In base a quel curriculum, avevano deciso di puntare su di lui come direttore amministrativo del Museo Giorgia Valle e Massimo Sordella, rappresentanti rispettivamente di Compagnia di San Paolo e Gtt nel Comitato di gestione, quando nei giorni scorsi hanno deciso di rompere gli indugi, dopo settimane di vani traccheggiamenti.
Ma il Comune non ne vuol sapere: stamattina l'assessore Leon in extremis viene incaricata dal sindaco e Appendino di indicare un altro candidato, interno al Museo, l'attuale "coordinatore generale" Daniele Tinti, sostenendo che il suo curriculum equivale a quello di Bianchi. La cosa appare quantomeno controversa.
Ovviamente la verità è che, purtroppo per lui, Bianchi è ritenuto dai grillini un notorio piddino - appartenenza sulla quale egli peraltro dissente. Di sicuro era considerato un possibile assessore alla Cultura in caso di vittoria di Fassino e la segretaria generale della Fondazione Cultura, Angela Larotella, gli aveva offerto una consulenza per la ricerca degli sponsor. Figurarsi: ai Cinquestelle gli è andato il sangue alla testa.
Il sindaco e Appendino non hanno però indicato un nome di loro gradimento che convincesse gli altri soci. D'altra parte Bianchi ha partecipato al bando ed è stato selezionato da una società esterna, la Praxi, e quindi i paladini dei bandi trasparenti si sono trovati in difficoltà a puntare i piedi. Però li hanno puntati lo stesso.
Già prima della riunione rullavano i tamburi di guerra. Correvano voci minacciose di ritorsioni e tagli dei contributi al Museo da parte del Comune. Si è andati al voto. A quel punto Massimo Sordella, che aveva ricevuto da Gtt l'ordine di adeguarsi alle indicazioni del Comune, ha preferito lasciare la seduta. Io immagino che si dimetterà al più presto, schifato: gli esponenti della "società civile", se davvero civili (e Sordella, stimato psichiatra e mecenate, lo è), provano ribrezzo davanti alla prepotenza del potere.
La rappresentante di Fondazione Crt, Cacciapuoti, non si era presentata. Restavano in tre: il presidente Damilano, che è stato nominato dalla Regione, avrebbe votato per Bianchi; il rappresentante del Comune, Alberto Mittone, contro; a questo punto la rappresentante di Compagnia di San Paolo, Giorgia Valle, ha dichiarato di non voler essere l'ago della bilancia. Ciò che segue è misterioso e ingarbugliato. Fatto sta che, ufficialmente, viene a mancare il numero legale e la votazione salta.
In serata arriva il mestissimo comunicato del Museo: "Il Comitato di Gestione del Museo Nazionale del Cinema di Torino, per sopravvenuta mancanza del numero legale, non ha potuto deliberare circa la nomina del Direttore statutario. Il Presidente Paolo Damilano provvederà a convocare senza indugio una nuova riunione del Comitato di Gestione per le opportune deliberazioni".
Non sarà così facile. La Parigi non intende accettare che l'esito di un bando pubblico venga arrangiato in base alle idiosincrasie ideologiche da chi della trasparenza ha fatto la sua bandiera. Tanto più che non ha digerito il siluramento a mezzo bando di Sarah Cosulich: un risultato, quello, che aveva soddisfatto il Comune cinquestelle (nonché Patrizia Sandretto), e che Parigi ha accettato a malincuore in ossequio, giustappunto, alla dura ma trasparente legge del bando. Come dire? Oggi a me, domani a te. Ma se quando tocca a te, tu mi dici che era tutto uno scherzo, io m'incazzo.
Intanto la situazione del Museo del Cinema privo di una guida (Barbera scade il 31 dicembre, ma già oggi è un direttore dimezzato) rischia di precipitare in un baratro senza ritorno.
Alla fine, per uscire dallo stallo messicano, saranno costretti a nominare un qualsiasi cretino che non dia fastidio a nessuno.
Viva la muerte y muera la intelectualidad traidora.
Aggiornamento: "Leon: Sul Museo abbiamo un'idea di accordo. Ma la Regione è incazzata nera"
Buongiorno.
RispondiEliminaLa seguo sempre con interesse e mi permetto di chiederle di aiutarmi a capire per quale ragione Regione e Comune hanno, di fatto, cacciato Barbera. Non riesco proprio a trovare una motivazione plausibile.
Ancora grazie per il suo prezioso lavoro.
Rancori personali? Interessi di bottega? Assalto alle poltrone? Masochismo? Istinto nichilista? Stupidità? Mi perdoni, getto la spugna.
EliminaVa però detto che quando il Pd controlla Comune e Regione, nomina chi preferisce senza bando alcuno. Quando invece perde il Comune, si inventa un bando che casualmente viene vinto dall'assessore alla Cultura in pectore di un - purtroppo mai realizzato - Fassino bis. Detto senza particolari simpatie per la sindaca, ma per amor di cronaca.
RispondiEliminaVa però detto che prima di scrivere bisognerebbe informarsi. Il bando dal 24 marzo 2014 è obbligatorio per legge anche per le nomine di enti partecipati dal Comune, oltre ad essere stato richiesto a gran voce dai Cinquestelle. Se non ci crede faccia una piccola ricerca, anche su questo stesso blog, e avrà tutti gli estremi. Abbia pazienza, ma proprio non ne posso più di gente che dice la qualunque senza alcuna competenza.
RispondiEliminaP.S. Prenda nota che delle sue simpatie o antipatie non potrebbe fregarmene di meno.
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