La Camera ha impegnato il governo a dare finalmente un inquadramento giuridico ai live club. (Nella foto, i Calibro 35 a Hiroshima il 21 febbraio 2020, pochi giorni prima del lockdown) |
Lo scorso 9 giugno la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno con cui si impegna il governo a dare un riconoscimento giuridico ai live club. La notizia è passata abbastanza inosservata: eppure segna un punto di svolta per un settore importantissimo dello spettacolo dal vivo, finora relegato in un limbo legislativo.
Il live club non va confuso con una discoteca; né con un piano bar; può essere per molti versi paragonato a un teatro, ma non è un teatro. E' uno spazio di spettacolo - in realtà l'unico - dedicato principalmente, quando non esclusivamente, ai concerti rock, pop, jazz, techno, e in generale a quelle musiche definite rozzamente "extra-colte"; ma può talora ospitare anche performance d'altro tipo, dal cabaret allo storytelling.
Quella dei live club non una realtà marginale: secondo i dati Siae, le attività legate alla musica live rappresentano il primo settore in assoluto sia per numero di presenze, sia per valore della spesa del pubblico. E’ il secondo settore dopo il cinema per numero di spettacoli e, con riferimento al volume d’affari, è secondo solo dopo lo sport. Un comparto che ogni anno coinvolge oltre 7 milioni di persone a livello nazionale contando soltanto le presenze nei club e ai festival, e dà lavoro a circa 30.000 professionisti.
Nell’ordine del giorno approvato alla Camera si legge:
Quella dei live club non una realtà marginale: secondo i dati Siae, le attività legate alla musica live rappresentano il primo settore in assoluto sia per numero di presenze, sia per valore della spesa del pubblico. E’ il secondo settore dopo il cinema per numero di spettacoli e, con riferimento al volume d’affari, è secondo solo dopo lo sport. Un comparto che ogni anno coinvolge oltre 7 milioni di persone a livello nazionale contando soltanto le presenze nei club e ai festival, e dà lavoro a circa 30.000 professionisti.
Nell’ordine del giorno approvato alla Camera si legge:
“L'introduzione nel quadro normativo del riconoscimento giuridico dei live-club agevolerebbe la catalogazione ministeriale delle realtà Extra FUS e permetterebbe di identificare in maniera puntuale le singole realtà ai fini dell'erogazione dei sostegni economici che, in molti casi, non riescono a raggiungere queste particolari attività.
Impegna il governo:
a valutare l'opportunità di disporre misure per il riconoscimento giuridico dei live-club sul modello degli esistenti esempi europei e della fattispecie dei cinema d'essai, anche attraverso l'istituzione di un'apposita commissione ministeriale che individui i criteri identificativi e i requisiti di accesso per il riconoscimento giuridico delle singole realtà”.
Era ora. L'emergenza pandemica ha reso drammaticamente evidente il vuoto legislativo che svantaggia i live club, discriminati sia sul piano delle riaperture, sia degli interventi di sostegno e ristoro che sono stati inadeguati e casuali, rispetto ad altri spazi per lo spettacolo dal vivo (sale da concerto e teatri) che svolgono lo stesso ruolo di contenitori culturali in relazione a culture di diverso genere, ma di analogo valore.
Lo scorso febbraio, nell'anniversario del primo lockdown, il settore aveva denunciato uno scenario agghiacciante: 15 mila concerti cancellati, con mancati incassi superiori a 50 milioni di euro, in media di 332.491 euro per singola realtà. In un anno di chiusura forzata i costi fissi avevano inciso per oltre 10 milioni di euro, una media di 63.922 euro per singolo live club: sono cifre che, per imprese private spesso piccole e con scarse riserve economiche, possono significare il fallimento.Impegna il governo:
a valutare l'opportunità di disporre misure per il riconoscimento giuridico dei live-club sul modello degli esistenti esempi europei e della fattispecie dei cinema d'essai, anche attraverso l'istituzione di un'apposita commissione ministeriale che individui i criteri identificativi e i requisiti di accesso per il riconoscimento giuridico delle singole realtà”.
Era ora. L'emergenza pandemica ha reso drammaticamente evidente il vuoto legislativo che svantaggia i live club, discriminati sia sul piano delle riaperture, sia degli interventi di sostegno e ristoro che sono stati inadeguati e casuali, rispetto ad altri spazi per lo spettacolo dal vivo (sale da concerto e teatri) che svolgono lo stesso ruolo di contenitori culturali in relazione a culture di diverso genere, ma di analogo valore.
La prospettiva di ottenere (si spera in tempi ragionevoli) il riconoscimento della specificità e della funzione culturale dei live club ha ridato speranza agli operatori. KeepOn Live, Assomusica, Arci, associazioni che con l’iniziativa L’Ultimo Concerto? si sono fatte portavoce dell’urgenza di procedere verso questa direzione, accolgono la notizia con entusiasmo. Federico Rasetti e Marco Manzella, rispettivamente direttore e presidente di KeepOn Live, commentano: “Questo impegno formale del Governo a procedere col riconoscimento dei live club può essere il giro di boa fra il prima e il dopo pandemia. Sancire un nuovo inizio, basato su maggiori tutele e sostegni per questi spazi, che potranno finalmente avere le condizioni di sostenibilità per prosperare; così da essere un potente volano di lavoro per tutta la filiera musicale e avere un impatto positivo per la socialità e la diffusione di cultura per i territori nei quali lavorano. Un risultato importante per come è stato conseguito: grazie alla collaborazione e alla cooperazione di diverse persone competenti e rappresentanti di Associazioni che hanno sempre capito l’importanza dei live club per tutto il tessuto sociale e lavorativo circostante. Proseguendo così, il raggiungimento del riconoscimento ufficiale per il quale lavoriamo da anni sarà sicuramente possibile”.
Vincenzo Spera, presidente di Assomusica: “Siamo felici che il Governo abbia preso coscienza dell'importanza dei locali di musica dal vivo e ci auguriamo che finalmente nella legge dello spettacolo dal vivo venga riconosciuta l'importanza del ruolo di questi spazi a favore della creatività artistica e che porti ad un definitivo riconoscimento delle venues di musica live come già avviene per le sale cinematografiche e teatri”.
Per Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci: “È un giorno decisivo per l’avvio del percorso di riconoscimento di un ambito culturale fino ad oggi poco valorizzato e poco conosciuto. Gli spazi culturali che chiamiamo ‘Live Club’, oltre ad essere incubatori di creatività e spazi di crescita per gli artisti, sono anche luoghi di progettazione culturale e di inclusione sociale. I Live Club in forma associativa rappresentano una parte importante di questo mondo e del non profit culturale italiano e plaudono a questo risultato non scontato”.
Sottolinea la rilevanza dell'ordine del giorno anche Alessandra Carbonaro, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio e firmataria dell'ordine del giorno: ''I live club, proprio come le sale cinematografiche, teatrali o da concerto, sono luoghi di creazione e diffusione di valore sociale, artistico e culturale. Riconoscerli giuridicamente nel nostro quadro normativo significherebbe identificare le singole realtà all'interno delle cate gorie extra Fus (Fondo unico per lo spettacolo) e poterle sostenere economicamente. In favore di questo riconoscimento si pone l'ordine del giorno approvato al decreto Riaperture. Finalmente le attività nei live-club stanno ripartendo ma occorre fare un passo in avanti per salvaguardare questi importanti presidi di comunità’'
Vincenzo Spera, presidente di Assomusica: “Siamo felici che il Governo abbia preso coscienza dell'importanza dei locali di musica dal vivo e ci auguriamo che finalmente nella legge dello spettacolo dal vivo venga riconosciuta l'importanza del ruolo di questi spazi a favore della creatività artistica e che porti ad un definitivo riconoscimento delle venues di musica live come già avviene per le sale cinematografiche e teatri”.
Per Francesca Chiavacci, presidente nazionale dell’Arci: “È un giorno decisivo per l’avvio del percorso di riconoscimento di un ambito culturale fino ad oggi poco valorizzato e poco conosciuto. Gli spazi culturali che chiamiamo ‘Live Club’, oltre ad essere incubatori di creatività e spazi di crescita per gli artisti, sono anche luoghi di progettazione culturale e di inclusione sociale. I Live Club in forma associativa rappresentano una parte importante di questo mondo e del non profit culturale italiano e plaudono a questo risultato non scontato”.
Sottolinea la rilevanza dell'ordine del giorno anche Alessandra Carbonaro, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura a Montecitorio e firmataria dell'ordine del giorno: ''I live club, proprio come le sale cinematografiche, teatrali o da concerto, sono luoghi di creazione e diffusione di valore sociale, artistico e culturale. Riconoscerli giuridicamente nel nostro quadro normativo significherebbe identificare le singole realtà all'interno delle cate gorie extra Fus (Fondo unico per lo spettacolo) e poterle sostenere economicamente. In favore di questo riconoscimento si pone l'ordine del giorno approvato al decreto Riaperture. Finalmente le attività nei live-club stanno ripartendo ma occorre fare un passo in avanti per salvaguardare questi importanti presidi di comunità’'
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