Passa ai contenuti principali

GRANDI EVENTI: UNA TERZA VIA FRA FILURA E CHIARABELLA


Nel 2016 l'epopea di cinquestelle si era aperta con il disdegno per i Grandi Eventi, l'esaltazione dell'autarchia culturale e la scomunica delle mostre blockbuster ree di incrementare le file davanti ai musei oltre che davanti alle mense dei poveri. 
E' andata com'è andata.
Si volta pagina, c'è una nuova amministrazione, e i Grandi Eventi diventano il toccasana universale: li promette il sindaco Lo Russo, c'è persino un assessore, Mimmo Carretta, con delega giustappunto "ai Grandi Eventi", e l'assessore alla Cultura Purchia per non esser da meno promette di "fare esplodere la città con i suoi Eventi"
.
Boom.
L'intenzione è buona,
ma vorrei capire di che cosa parliamo quando parliamo di "Grandi Eventi"; pavento il ritorno al dirigismo comunale del sindaco-Barnum, dell'assessore e dei suoi funzionari che s'immaginavano impresari e direttori artistici, in una parola all'ente pubblico che decide quali devono essere i Grandi Eventi e se ne inventa di nuovi dall'oggi al domani, magari ai danni di quelli esistenti e funzionanti.

Stamattina sul Corriere ho pubblicato un commento (ecco il link) con il quale - molto sommessamente - mi permetto di suggerire ai nuovi padroni del vapore di non cadere negli errori del passato né recente, né remoto, ma di trovare una terza via fra Filura e Chiarabella. Non fate danni e guardatevi attorno, questo è il mio modesto consiglio: perché, sottolineo nell’articolo, a Torino già esistono molti  eventi ai quali soltanto l'assenza di un convinto sostegno pubblico impedisce di compiere il salto definitivo, specie in termini di visibilità (la qualità è già molto alta, ma si può sempre far meglio). I nuovi amministratori comincino da lì, razionalizzando e ridistribuendo le risorse con intelligenza e lungimiranza. Per dire: l'idea della Purchia di rendere permanenti alcune delle Luci d'Artista - ammesso che i costi lo consentano - mi sembra sensata: non è dannosa e forse può rivelarsi utile per il turismo (e la valorizzazione urbana). 

Ma soprattutto, e mi autocito, mi auguro che abbiano ben chiaro in testa che "un Grande Evento culturale non è l’esperimento genetico di un demiurgo: è un germoglio, fra gli infiniti germogli in una foresta, che ce la fa e diventa un albero rigoglioso; e intanto lo stesso humus culturale — l’ambiente — che rinvigorisce l’albero continuerà a generare nuovi germogli, di cui alcuni un giorno diverranno nuovi alberi".
Ecco, non chiedo altro: soltanto un po' di saggio giardinaggio culturale. Speriamo che abbiano il pollice verde.

Commenti

Post popolari in questo blog

SUI COLLI FATALI SORGE IL FESTIVAL ROMANISSIMO

Oggi a Roma c'è stata la conferenza stampa del Torino Film Festival prossimo venturo. Da tempo ormai il Tff ha dismesso la civile consuetudine della doppia conferenza stampa, a Roma e a Torino. E con sto piffero che io mi scapicollo fino a Roma scialando tempo e denaro per assistere all'inutile pantomima. Tanto l'unica novità che rivesta un qualche interesse è l'elenco dei selezionatori scelti da Base: in ordine alfabetico, Davide Abbatescianni, Martina Barone, Ludovico Cantisani, Elvira Del Guercio, Veronica Orciari e Davide Stanzione (alcuni li vedete nelle foto in alto, presa da Fb). Per me sono illustri sconosciuti, ma io sono ignorantissimo. Da un rapido giretto in rete mi è parso di capire che, casualmente e salvo abbagli, sono tutti romani, nativi o stanziali. Altre imprese d'alto profilo al momento mi sono sfuggite: garantisco che appena possibile e con la massima sollecitudine porrò rimedio alle mie lacune. Ma l'unica cosa davvero notevole e divertente

L'UCCELLINO, LA MUCCA E LA VOLPE: UNA FAVOLA DAL FRONTE DEL REGIO

Inverno. Freddo. Un uccellino intirizzito precipita a terra e sta morendo congelato quando una mucca gli scarica addosso una caccona enorme e caldissima; l'uccellino, rianimato dal calore, tutto felice comincia a cinguettare; passa una volpe, sente il cinguettìo, estrae l'uccellino dalla cacca e se lo mangia. (La morale della favola è alla fine del post) C'era una volta al Regio Ora vi narrerò la favola del Regio che dimostra quanta verità sia contenuta in questo elegante aforisma. Un anno fa Chiarabella nomina alla sovrintendenza del Regio William Graziosi, fresco convertito alla causa grillina, imponendolo al Consiglio d'indirizzo e premendo sulle fondazioni bancarie: "Io non vi ho mai chiesto niente - dice ( bugia , ma vabbé) - ma questo ve lo chiedo proprio".  Appena installatosi, Graziosi benefica non soltanto i nuovi collaboratori marchigiani, ma anche i fedelissimi interni. Però attenzione, non è vero che oggi al Regio sono tutti co ntro Graz

L'EGIZIO MILIONARIO DI CHRISTIAN SUPERSTAR, MA CRESCONO ANCHE GLI ALTRI

Siamo al solito consuntivo di fine anno delle presenze nei musei torinesi (a questo link  trovate i dati del 2022). La notiziona riguarda, come da copione, l' Egizio che mette a segno un altro record straordinario. Infatti è il primo museo torinese a superare la soglia psicologica del milione di visitatori: nel 2023 sono stati 1.061.157 ( cifra che comprende anche gli eventi istituzionali e privati) a fronte degli 898.500 del 2022. L'ufficializzazione delle notizia è arrivata nel pomeriggio; e, per un curioso destino, proprio nel preciso istante in cui il superdirettore Christian Greco  ( nella foto, con Alba Parietti conduttrice dello spettacolo ) , chiamato sul palco di piazza Castello  durante il concerto di musica classica dedicato per l'appunto al bicentenario dell'Egizio, riceveva dai seimila e rotti spettatori un'ovazione da autentica popstar. Mai s'era visto - a mia memoria - il direttore di un museo, in questa o in qualsiasi altra città, circondato da