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LO STABILE RACCONTA IL SUO 2021, MA I CONTI NON MI TORNANO


Aggiornamento: Risolto il mistero dello Stabile.

Ricevo dallo Stabile il seguente comunicato, che mi suscita qualche interrogativo:
"Per lo spettacolo dal vivo il 2021 è stato un anno molto critico. Eppure, nonostante fattori esterni di condizionamento molto avversi – come la chiusura delle sale teatrali fino alla fine di aprile, la riapertura al 100% della capienza soltanto da metà ottobre, l’impennata dei contagi nel mese di dicembre – il Teatro Stabile ha saputo svolgere in modo compiuto le proprie funzioni pubbliche a favore della comunità, come testimoniano i fatti e i numeri esposti di seguito".
E fin qui va tutto bene. Il problema arriva adesso, giustappunto con i numeri esposti di seguito. Ecco cosa trovo scritto nel comunicato dello Stabile:
"Partecipazione e incassi. Nonostante gli otto mesi di apertura siano coincisi in parte con l’estate e la capienza delle sale sia stata fortemente ridotta per quasi sei mesi, nel 2021 lo Stabile ha comunque registrato 73.010 presenze paganti ai propri spettacoli, di cui 69.181 in sede, in crescita del 7% rispetto al 2020".
E qui i conti non mi tornano più: nell'analogo comunicato di un anno fa stava infatti scritto che nel 2020, "nonostante i sei mesi di apertura siano coincisi con l’estate e la capienza delle sale sia stata ridotta ad 1/3 per quattro mesi sui sei, lo Stabile ha comunque registrato 86.039 presenze paganti ai propri spettacoli, di cui 64.699 in sede, in diminuzione del 60% rispetto al 2019".  Ora, io non sono un genio in matematica, ma qualcuno mi può spiegare com'è possibile che nel 2020 risultino 86 mila presenze totali, ma nel 2021 le 73 mila presenze totali siano superiori del 7 per cento a quelle del 2020?
Vabbè, andiamo avanti con la lettura del comunicato dello Stabile:
"Tuttavia, se agli spettatori seduti in sala si aggiungessero quelli che hanno assistito agli spettacoli trasmessi in streaming nel corso dell’anno ("Zio Vanja" di Čechov diretto da Kriszta Székely, "La casa di Bernarda Alba" diretto da Leonardo Lidi, "Molto rumore per nulla" diretto da Silvio Peroni, "Mozart a Torino" diretto da Olivia Manescalchi) e i telespettatori raggiunti con la messa in onda da parte di RAI5 delle due produzioni pirandelliane "Il piacere dell’onestà", con la regia di Valerio Binasco, e "Così è (se vi pare)", con la regia di Filippo Dini, i dati sarebbero più che raddoppiati".
Ok, analoghe considerazioni sugli spettacoli in streaming et similia risultano nel comunicato di un anno fa. Ma subito dopo la faccenda s'ingarbuglia. Leggo infatti  che nel 2021 "gli incassi al botteghino per i biglietti venduti e fruiti sono stati di 1.011.517 euro, in aumento del 27,5% rispetto all’esercizio precedente". 
E allora no, i conti continuano a non tornarmi, dato che l'analogo comunicato di un anno fa dichiarava 1,2 milioni di euro come "ricavi da bigliettazione": cifra attendibile, se riferita al ricavo netto, poiché il bilancio consuntivo 2020 riporta alla voce "ricavi lordi dell'attività" la somma complessiva di circa 1,9 milioni di euro.
Ora, se io avessi un milione e duecentomila euro (periodo ipotetico dell'irrealtà) e perdessi in borsa duecentomila euro, e il mio consulente finanziario venisse a dirmi che in realtà ho guadagnato il 27,5 per cento, io gli darei un pugno sul naso, al consulente.
Sia chiaro: io sono felicissimo se lo Stabile se la passa bene, specie di 'sti tempi. Però mi coglie il sospetto che chi ha redatto il comunicato stampa abbia un po' inciuccato le quote. Ma, certo, è molto più probabile che sbagli io, che come ho detto sono un asino in matematica (e non solo): difatti l'autorevole Ansa, e di conserva svariati organi d'informazione, hanno riportato paro paro il comunicato senza problemi. Sarei quindi assai grato alla nuova responsabile dell'ufficio stampa dello Stabile se potesse sovvenire alla mie carenze chiarendomi ciò che evidentemente non ho capito. Io aspetto fiducioso, pur se è l'ultimo dell'anno. Cavolo, sarebbe proprio brutto se nel 2022 uno non potesse più fidarsi neppure dello Stabile. 
Comunque il resto del comunicato mi sembra - rpt: mi sembra - a posto:
"Produzione e programmazione. Tra attività teatrale e di danza, nel corso dell’anno il TST ha effettuato 443 alzate di sipario, in aumento del 21% sul 2020 – una media di due per ciascun giorno di apertura al pubblico – di cui 282 recite di produzione e coproduzione (264 in sede, 18 in tournée) e 161 recite di spettacoli ospiti. I titoli prodotti e coprodotti sono stati 23 (15 di prosa e 8 di danza) e si sono programmati 28 spettacoli di compagnie ospiti. Grazie al forte senso di responsabilità di artisti e tecnici, all’efficacia dei monitoraggi interni e ovviamente alla buona sorte sono state annullate soltanto 4 recite a causa del Covid.
Occupazione. Nel corso degli ultimi due anni ogni sforzo del TST si è concentrato sul mantenimento dell’occupazione, con l’obiettivo di garantire continuità di lavoro ad artisti e maestranze, anche innovando i processi produttivi per finalizzarli alla creazione di prodotti audiovisivi destinati alle piattaforme digitali. Nel 2021 sono quindi stati impiegati 240 scritturati tra artisti, tecnici, collaboratori e docenti, oltre ai 57 dipendenti a tempo determinato e indeterminato, per un totale di 30.535 giornate lavorative, in aumento del 6,5% rispetto all’esercizio precedente e di poco inferiori al 2019.
Premi. Nel 2021 "Le sedie" di Ionesco, nuovo allestimento firmato dal direttore artistico Valerio Binasco, ha ottenuto il Premio Ubu per la scenografia (a Nicolas Bovey) e il Premio Le Maschere del Teatro Italiano per la migliore attrice protagonista (a Federica Fracassi). Inoltre Leonardo Lidi, artista associato del TST, ha ricevuto il Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali anche per la nostra produzione "La casa di Bernarda Alba" di García Lorca (ma non l'aveva già ricevuto nel 2020? NdG), premiata con l’Ubu per la migliore scenografia (ancora a Nicolas Bovey). Infine lo spettacolo "Ink" di Dimitris Papaionnou, commissionato e coprodotto dal festival Torinodanza, ha vinto il Premio Ubu come miglior spettacolo straniero presentato in Italia nella stagione 2020-21.
Innovazione e accessibilità. Il 2021 è stato un anno chiave per l’adozione e la messa a regime di tecnologie innovative e di progettualità più ampie dedicate all’accessibilità. I nostri teatri si sono dotati di un nuovo sistema di sopratitolazione e grazie alla vittoria del bando Switch, promosso dalla Compagnia di San Paolo, le produzioni sono fruibili attraverso dispositivi di ultima generazione (smart-glasses, tablet e smartphone) e pienamente accessibili anche al pubblico straniero, agli ipovedenti e agli audiolesi. A ciò, si sono poi aggiunte le visite tattili alle scenografie e le audiointroduzioni per gli spettatori non vedenti. Il TST è stato ammesso al network Europe Beyond Access, rete finalizzata alla diffusione di conoscenze e buone pratiche per incoraggiare maggiore partecipazione e leadership di artisti e operatori culturali con disabilità".

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