Jouvin (a destra, quello a sinistra è il sindaco) comincia a rendersi conto di dov'è capitato |
"Sono impaziente di arrivare in questo teatro, sarà la mia prima esperienza in qualità di sovrintendente e inoltre il fatto di lavorare fuori dalla Francia mi dà un gran senso di libertà e di eccitazione. Il Regio di Torino ha una storia fantastica, è un grandissimo onore per me essere stato scelto per coprire una carica così importante".
Così la collega dell'Ansa sintetizza le dichiarazioni del neo-sovrintendente del Regio Mathieu Jouvin, che ieri si è presentato ai giornalisti in una breve conferenza stampa, affiancato dal sindaco Lo Russo e dal direttore generale uscente del teatro Guido Mulè: quest'ultimo ha confermato che resterà in servizio fino al prossimo 1° luglio, quando finalmente Jouvin potrà subentrargli dopo aver chiuso i propri impegni parigini con il Thèatre des Champs Elysées. Mulè ha inoltre annunciato che i ministeri hanno approvato il piano per la pianta organica, per cui si potrà procedere con la stabilizzazione di una ventina di precari. E ha precisato di aver da tempo scelto di dedicarsi a una nuova esperienza professionale, smentendo così le voci che l'avevano dato per aspirante alla sovrintendenza: inutile domandarsi se si tratti di un "nondum matura est", non ha importanza e quel che è fatto è fatto.
Torniamo piuttosto a Jouvin e alla sue caute dichiarazioni: "Conto di venire comunque tutte le settimane a Torino già dai prossimi giorni - ha aggiunto - per cominciare a conoscere la macchina di questo grande teatro. Non vedo l'ora di conoscere le maestranze, il coro, l'orchestra, tutti i dipendenti. Il lavoro di un teatro è un lavoro di squadra".
Ok, sono dichiarazioni che dicono poco o niente, potevo farle anch'io; e d'altronde è indice di serietà, non sparare fregnacce a vanvera prima di esserti fatto un'idea del posto dove sei finito. Mi auguro soltanto che Jouvin, dopo essersi fatto un'idea e aver conosciuto "le maestranze, il coro, l'orchestra e tutti i dipendenti", non se la dia a gambe levate, come farei io piuttosto che infilarmi in quel ginepraio irto di rivendicazioni, maldipancia, esposti e lettere anonime.
Ho domandato a Jouvin se come sovrintendente si farà affiancare da un direttore artistico, e se quel direttore artistico sarà Sebastian Schwarz, già retrocesso causa commissariamento da sovrintendente a direttore artistico e senz'altro colui che, incolpevole, nel gran papocchio degli ultimi anni s'è beccato la peggiore fregatura. Jouvin ha risposto che Schwarz ha un contratto fino a dicembre e avranno tempo per collaborare e decidere sul futuro. Appunto quel che avrei potuto dire io, o chiunque non sia un ghinassa che arriva e senza sapere un cazzo blatera proclami ed editti.
Quindi, l'unica cosa che posso dire dopo il primo incontro con il nuovo sovrintendente è che mi piace il suo stile "normale". Mi ha fatto una buona impressione generale, ha l'aria del nerd elegante ed educato che sa il fatto suo senza essere sbruffone, e se apre bocca dice cose sensate in un discreto italiano con un delizioso accento da ispettore Clouseau. Bon: dopo il commissario, l'ispettore ci sta. E in attesa di vederlo all'opera (concedetemi il calembour), un sovrintendente che dice "ambiante" e "dimanda" almeno mette allegria.
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