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UN MUSEO, TANTI MERDONI: CHIARABELLA L'HA FATTO DI NUOVO

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Il senso della giornata è questo: Chiarabella ha pestato un altro merdone, anzi, tre merdoni, e adesso non sa come staccarseli dalle suole.
Davvero mi affascina la millimetrica precisione con la quale questa ragazza riesce a individuare i peggio gineprai e a buttarcisi dentro a capofitto. E dire che lo fa con le migliori intenzioni, con l'intento altamente morale di premiare i meritevoli.
Mimmo De Gaetano già dal 2013 frequentava il think tank (o "gruppo di lavoro") sulla Cultura organizzato dagli attivisti cinquestelle, ma finora era stato premiato soltanto con una nomina (alla vicepresidenza della Film Commission) che per quanto prestigiosa non comporta uno stipendio. 

Quelli che raddrizzano i torti

Così, quando s'è presentata l'occasione, la prode Chiarabella ha pensato che finalmente aveva il modo per riparare a qualche torto, consentendo a De Gaetano di tornare da trionfatore in quel Museo del Cinema dal quale anni fa venne allontanato dal direttore dell'epoca, il famigerato nemico del popolo Alberto Barbera. 

Quelli che si dimettono

Ormai la conoscete, la ragazza: quando si ficca in testa qualcosa, non gliela levi neppure a cannonate. Quindi ha fatto sapere ai Comitato di gestione della Mole che lei non avrebbe accettato nessun direttore che non si chiamasse Mimmo De Gaetano. Il presidente Sergio Toffetti, che pure è amico e vecchio sodale di De Gaetano, ha manifestato tutta la sua contrarietà alla nomina di un candidato che, a suo avviso, non possiede i requisiti professionali e l'esperienza per affrontare un ruolo tanto impegnativo. Ma Chiarabella Muro-di-Pietra non se n'è data per intesa, e - potenza dell'arte persuasiva - anche i rappresentanti delle due Fondazioni bancarie nel Comitato di gestione del Museo hanno votato per De Gaetano, come quelli del Comune e del satellite Gtt. 
Dal che il primo merdone: le dimissioni del presidente Toffetti, che s'è trovato sfiduciato all'unanimità dai suoi consiglieri e con grande coerenza ha tolto il disturbo. Non  prima di aver regalato alle gazzette una cronaca dell'operazione-Mole dettagliata e piuttosto sputtanante per la volitiva sindaca.

Quelli che fanno ricorso

Oltretutto gira voce che nella graduatoria finale dei cinque candidati stilata dalla società di head hunters incaricata della gestione del bando, Luca Beatrice avesse ottenuto il miglior punteggio staccando largamente De Gaetano. L'eventualità non sembra fantascientifica: Chiarabella, nell'ottica di un'oculata spending review comunale, ha da tempo rimpiazzato la costosa carta da culo a quattro veli con i più economici bandi, che alla fin fine fanno lo stesso uso e ti regalano anche belle soddisfazioni morali quando li butti nel cesso. 
Luca Beatrice però è un fumantino e se si sente preso per i fondelli un po' s'incazza: sicché, deciso a vederci chiaro, è andato dall'avvocato e ha già depositato una richiesta di accesso agli atti per verificare sia la graduatoria, sia la vera consistenza dei curricola dei candidati, fosse mai che qualcuno abbia un po' gonfiato le proprie benemerenze e i propri successi professionali in base ai requisiti richiesti dal bando. In effetti, per dire, "Coordinatore dell’immagine alla Reggia di Venaria" attribuito a De Gaetano nella scheda bio diffusa l'altro ieri dal Museo suona senz'altro più dirigenziale rispetto sia al semplice "referente dell'ufficio Immagine" - nell'ambito di una vasta Area Comunicazione e Promozione suddivisa in quattro uffici - registrato nel sito ufficiale della Venaria; sia al pur già prestigioso "Coordinatore dell’Ufficio Immagine del Settore Comunicazione e stampa (assunzione part-time a tempo indeterminato)" dichiarato dallo stesso De Gaetano nel suo cv di vicepresidente di Film Commission. D'altro canto va riconosciuto che De Gaetano per la Venaria ha seguito gli importanti progetti con Greenaway e con Brian Eno, e la mostra fotografica di Peter Lindberg.
Ad ogni modo, sono faccende per gli avvocati. Se qualche conto non tornasse, scatterebbe il ricorso. E questo è il secondo merdone.

Quelli che fanno l'opposizione

Il terzo merdone, forse quello che meno disturba la Volitiva, è la richiesta di comunicazioni urgenti sulla vicenda che le ha sparato contro il pd. A tal proposito noto che il resto dell'opposizione in Sala Rossa è assai silente in materia. E ciò mi stupisce specie da parte di Ricca, il Crociato Padano tanto facile allo sdegno: stavolta, oltretutto, Chiarabella ha bellamente uccellato la Vittoria Poggio, assessore regionale alla Cultura e leghista come Ricca, che s'è assai incazzata. Confesso che mi aspettavo reazioni più veementi da parte del Crociato, che invece in Consiglio non s'è neanche visto.

Quelli che non leggono i giornali

Ad ogni modo, la Volitiva ha spedito in Aula la sventurata Leon a rispondere sull'altro merdone, il concorso per il segretario d'area artistica del Regio; invece non ha acconsentito a rendere le sue dichiarazioni sulle dimissioni di Toffetti. Mi viene riferito che la questione è stata affrontata a porte chiuse durante la seduta dei capigruppo, e i cinquestelle avrebbero motivato il rifiuto dicendo che "loro non leggono i giornali e quindi non sanno nulla delle dimissioni di Toffetti". Ci può stare. Nessuno è obbligato a leggere i giornali. A questo punto vorrei però capire: se lorsignori non leggono  giornali su cui scrivo, perché mai ce l'hanno tanto con me? Magari è il mio deodorante che non funziona. Me lo dicano, che lo cambio subito.
Comunque a tarda sera la Leon s'è appalesata con una dichiarazione: "Il Comitato di gestione ha valutato con attenzione e competenza le candidature, individuando e ritenendo il profilo di De Gaetano quello più idoneo". E se lo dice Maiunagioia, possiamo dormire fra due guanciali. Quanto a me - lo dico per i lettori, non per i cinquestelle che non leggono i giornali - sul Corriere esce un mio articolo (https://torino.corriere.it/cultura/19_settembre_24/museo-cinema-caos-appendino-versione-qui-comando-io-non-porta-nulla-buono-a2eb3de0-dea2-11e9-a10b-ca7db0bcf850.shtml) nel quale affronto un altro interessante problema antropologico: le misteriose ragioni per cui, oltre a fottersene dei risultati dei bandi, Chiarabella non cerchi almeno una qualche forma di accordo, mediazione o trattativa con gli altri soci nelle Fondazioni culturali, a cominciare dalla Regione, così da arrivare a una nomina condivisa, magari di compromesso: e perché, al contrario, scelga sempre lo scontro immediato e diretto sulla base del principio del Se Vi Piace è Così e Se Non Vi Piace è Così Lo Stesso. Un'argomentazione, come ciascuno ben vede, degna del più raffinato statista. E dei bambini dell'asilo.

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