Passa ai contenuti principali

MAX CASACCI SCRIVE: IL MIO LAVORO CON FINARDI

Eugenio Finardi e Max Casacci in studio durante la lavorazione del disco

Domani sera alle 21 sono al Circolo dei Lettori con Eugenio Finardi per presentare il suo nuovo album, "Fibrillante", interamente realizzato a Torino, come potete leggere nel blog. Nel pomeriggio con Finardi andremo anche a La Stampa per una videochat. Al Circolo dei Lettori verranno pure Max Casacci, il leader dei Subsonica che ha prodotto il disco nel suo studio di via Artisti; e il chitarrista di Finardi, il torinese Giovanni "Giuvazza" Maggiore.
Max Casacci ha scritto qualche riga per parlare del suo lavoro con Finardi. Eccovi il testo

Abbiamo fatto un "disco alla Finardi"

di Max Casacci



Era successo in una precedente occasione, per il brano "Nuovo Umanesimo", di lavorare con Finardi. In effetti la buona riuscita di quella collaborazione, che includeva anche aspetti intimamente compositivi come la scrittura a quattro mani del testo, ha gettato solide basi per questo "Fibrillante"
Ho già  detto che Eugenio è stato il mio primo concerto, all'età di sedici anni, e che “Musica ribelle" è stato uno dei primissimi brani che io abbia mai suonato dal vivo. Quindi questo incontro ha a che fare con un curiosa forma di predestinazione.
Finardi in Vanchiglia: con Giuvazza al bar e, sotto, con Max al ristorante

Ma sinceramente non mi sarei mai aspettato di svolgere il ruolo di chi insiste nel convincere Finardi ad essere nuovamente il Finardi che tutti conosciamo.
Ora posso dire che è stata un'ostinazione virtuosa.
Eugenio sa, oggi come allora, conficcare canzoni nella carne del proprio tempo, e sa intercettare le migliori qualità nei suoi musicisti e collaboratori. Sa lasciare spazio e sa quando è il momento di tenere salde le proprie posizioni.
Quello di cui Eugenio non aveva piena consapevolezza, era di essere perfettamente in grado di realizzare, dopo così tanto tempo, un album inedito capace di convivere con le più recenti evoluzioni del suono internazionale, forte di un'intensità che saprà ottenere attenzione e rispetto da parte delle nuove generazioni.
Tecnicamente l'album è stato realizzato in tempi piuttosto brevi, perché la band, tutta torinese, è molto affiatata, perché Eugenio è un cantante eccezionalmente bravo e rapido nell'esecuzione, perché avevo idee molto chiare sui quello che avremmo dovuto ottenere. Ma soprattutto si è creata quasi da subito una grande sintonia. Quando Finardi ha capito che tutti noi, più ancora di lui, volevamo un disco alla Finardi, che è probabilmente il contrario di ciò che è successo con i suoi precedenti produttori, si è molto rilassato.
“Hey Eugenio senti che soluzione alla Finardi è questa", era una delle frasi più ricorrenti nello studio di Vanchiglia, il quartiere studentesco che ha affascinato Eugenio, al punto che talvolta scompariva per perdersi tra negozietti, botteghe d'arte, bar, e il vicino centro sociale, nel quale una sera ha anche fatto graditissima incursione sul palco. 

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AFFONDAMENTO DELLA SEYMANDI

William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h

LE RIVELAZIONI DI SANGIU: "GRECO NON HA DECIFRATO LA STELE DI ROSETTA". E ADESSO DIREI CHE BASTA

È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po' complicata È una storia sbagliata Cominciò con la luna sul posto E finì con un fiume di inchiostro È una storia un poco scontata È una storia sbagliata La ridicola pantomima è finita com'era cominciata, sempre con un tizio che giudica un egittologo senza sapere un cazzo d'egittologia. Il fratello d'Italia laureato in giurisprudenza Maurizio Marrone pontifica che Christian Greco è un egittologo scarso , e - dopo una settimana di silenzi imbarazzant i, strepiti da lavandaie e minchiate alla membro di segugio  blaterate da una scelta schiera di perdigiorno presenzialisti e critici col ciuffo - un altro fratello d'Italia, il giornalista Gennaro Sangiuliano, sancisce che no, Greco è "un apprezzato egittologo" benché - sfigatone! - "non abbia decifrato la stele di Rosetta" (questo è un capolavoro comico, non siete d'accordo?).  Il presidente della Regione Cirio s'a

BASIC BASE

Il nuovo direttore del Tff La  nomina di Giuliobase alla direzione del Torino Film Festival  è ampiamente trattata sul Corriere di Torino di stamattina: c'è un mio modesto commento , ma soprattutto c'è una magistrale intervista al neodirettore, firmata dall'esperto collega Fabrizio Dividi. Vi consiglio di leggervela da cima a fondo (sul cartaceo, o  a questo link ): vale da sola ben più del prezzo del giornale. Ed è talmente bella che mi permetto di estrapolarne alcuni passaggi, che giudico particolarmente significativi. Ecco qui le domande e le risposte che più mi hanno entusiasmato. In neretto le domande, in chiaro le risposte, in corsivo le mie chiose: Emozionato a dover essere «profeta in patria»?  «Ovvio, ma studierò. In questo anno e mezzo studierò e tiferò per Steve Della Casa e per il suo festival, ma sempre stando un passo indietro, con umiltà e discrezione».  Qualcuno lo avverta: l'hanno nominato per l'edizione 2024. Ciò significa che dovrà cominciare a la