Una sala del Mao Museo d'Arte Orientale: il professor Franco Ricca lascia la direzione dopo cinque anni |
Il prof. Franco Ricca |
Il professor Franco Ricca, classe 1928, ha lasciato la direzione del Mao-Museo d'Arte Orientale. Ricca ha diretto il museo fin dal giorno dell'inaugurazione, il 5 dicembre 2008, dopo esserne stato l'ideatore e l'apostolo. Ricca - già ordinario di Chimica teorica all'Università di Torino,
ma innamorato dell'Oriente - trovò nell'allora assessore al Cultura
Fiorenzo Alfieri un deciso sostenitore del progetto di trasformare le vecchie collezioni d'arte orientale conservate nel Museo Civico d'Arte Antica in una realtà autonoma. Come tutti sanno, il Mao non ha poi avuto vita facile: ultimo nato tra i grandi musei torinesi, ha pagato la sfortunata coincidenza di essere nato proprio alla vigilia della Grande Crisi che ha cambiato tutto, anche le prospettive e le disponibilità economiche della cultura. Il numero dei visitatori è sempre rimasto al di sotto delle aspettative (forse troppo ottimistiche): il dato più recente che ho trovato mi dà, per il 2012, 38.607 presenze. Per avere un termine di confronto, lo stesso anno Palazzo Madama ne ha avute oltre 140 mila, e persino la Gam, che salvo felici eccezioni come la mostra di Renoir non è che attiri le folle festanti, sempre nel 2012 ha superato i 75 mila visitatori. Questo, unito ai costi, induce qualcuno, in epoca di bilanci magri, a propore la chiusura del povero Mao. O almeno il trasferimento delle collezioni alla Reggia di Venaria, tanto per avere un'idea originale... A Torino, quando non sanno dove mettere qualcosa, pensano subito alla Reggia di Venaria. Devono averla scambiata per un deposito.
Il Mao, peraltro, si impegna per risollevare le proprie sorti, con una programmazione di eventi (mostre temporanee, conferenze e concerti) molto interessante.
Vabbè. Era solo per spiegarvi la situazione, dato che dai saluti ufficiali emerge soltanto il solito "tutto la va ben signora la marchesa" che è ormai l'inno ufficiale di Torino. Eccovi, ad esempio, il saluto a Ricca di Patrizia Asproni, presidente della Fondazione Torino Musei: “In questi 5 anni il
Mao ha raggiunto l’obiettivo, voluto fin
dal giorno della sua apertura, di diventare un punto di riferimento per la
conoscenza del mondo asiatico, approfondendo lo studio delle millenarie culture
di questa parte del mondo. In una visione lungimirante, Franco Ricca, con l’appoggio della Città di Torino, della Regione Piemonte e il
fondamentale sostegno della Compagnia di San Paolo, ha arricchito i torinesi, e
il Paese tutto, di una collezione di oltre 2.000 opere che raccontano la storia
e la cultura di popoli a noi sempre più
vicini. La funzione del Mao non si limita all’esposizione e allo studio delle
culture asiatiche ma, attraverso un ricco programma di attività per le scuole e
il pubblico, incontri, conferenze, concerti e mostre, ricopre un importante
ruolo sociale nella direzione dell’integrazione e del dialogo interculturale:
la popolazione torinese di origine asiatica vede nel Mao il riconoscimento e
l’apprezzamento del fondamentale apporto che la loro cultura ha dato al
patrimonio umano. Ringrazio il Professor Ricca per il grande impegno
profuso che ha permesso a Torino di arricchirsi di questa importante realtà
museale”. Wow. Per non essere da meno, il sindaco Fassino ha dichiarato: “Senza la tenacia, la generosità e la competenza di
Franco Ricca
il Mao, Museo di Arte
Orientale, non sarebbe
nato, né cresciuto fino a diventare, in poco più di cinque anni, una
riconosciuta eccellenza italiana ed europea dell’arte e della cultura asiatica.
La Città di Torino esprime la più grande gratitudine al prof. Ricca, che non
solo consegna alla Città un Museo di Arte Orientale di straordinario valore, ma ha anche
avuto cura di far crescere una équipe di giovani appassionati e competenti in grado oggi di
proseguire la promozione e lo sviluppo del Museo". A proposito di "promozione e sviluppo del Museo": nella recente vicenda degli immobili assegnati alle fondazioni culturali in luogo dei denari contanti (che in cassa non ci sono) alla Fondazione Musei è toccato in dotazione uno stabile di grande valore, Palazzo Mazzonis. Peccato che, essendo detto stabile la sede del Mao stesso, difficilmente potrà venire "monetizzato". A meno che decidano di chiudere il Mao e farci un residence di lusso. Tutto può accadere, in questa strampalata città.
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