L'elegante prosa del consigliere Carbonero su Fb |
Il consigliere Roberto Carbonero (Lega Nord) |
.
Egregio
EX direttore di Torino Sette Gabriele Ferraris,
mi
prendo la presunzione di rispondere, anche e soprattutto per diritto di replica,
alla sua poco felice e molto precaria, posticcia ed inesatta, mi consenta,
analisi della mia vita pubblicata venerdì 24 gennaio su Torino Sette.
Perché
presunzione?
Perché
competere con il suo elevato grado di cultura da parte di un povero e “basico”
essere umano è di certo un arduo tentativo, ma ritenendomi un uomo tenace tento
questa quasi impossibile sfida.
Inizio
questa mia con una premessa che reputo fondamentale per lo sviluppo della
missiva.
Buonanima
di mio padre, perso in discreta giovane età (avevo 26 anni ed ero da pochissimo
sposato), amava ripetere ad ogni azione sbagliata, ad ogni errore di
valutazione, che compivo: “prendi l’oggetto, osservalo su tutti i suoi lati
analizzalo a fondo e poi memorizzalo, consapevole di conoscerne finalmente a
fondo la forma”.
Ecco,
dal basso di questa mia premessa, invito l’acculturata (con tanto di
ostentazione da lei scritta nell’articolo inanellando una serie di titoli di
spettacoli ed autori per meglio rimarcarla) signoria vostra a fare lo stesso
esercizio con il soggetto sottoscritto Roberto Carbonero.
ESERCIZIO
1
La mia
vita lavorativa è iniziata all’età di 17 anni, in quanto mio padre, quel
signore dell’analisi sopra riportata, fiero operaio della FIAT, andava in
pensione e mia madre operaia in un azienda tessile da li a poco l’avrebbe
seguito, pertanto i bassi redditi in entrata non avrebbero concesso il lusso
dello studio prolungato oltre la terza media al soggetto della sua superficiale
e faziosa analisi.
ESERCIZIO
2
La mia
vita lavorativa è proseguita tra stenti e difficoltà per il già allora
difficile sistema di collocazione, ma reso possibile dalla tenacia e dalla
grande voglia di non mollare.
Mi
sembra corretto sempre per meglio darle conoscenza “dell’oggetto” sottoporle un
piccolo riassunto;
da giovane
BOCIA (sa cosa vuol dire essendo questa una espressione particolarmente
popolare?) di un negozio di articoli sportivi, ad addetto di supermercato, ad
addetto allo spurgo di linee fognarie poi promosso a responsabile, operativo
ovviamente, del settore pulizie tecniche industriali meccanizzate e rifiuti
tossico nocivi (in pratica sempre per meglio erudirla non mi calavo più nelle
fogne ma nei condotti dei liquami e sfridi di una nota azienda automobilistica
italiana per pulirle) durato alcuni anni, a venditore di prodotti alimentari
per un noto marchio di prodotti caseari.
A
questo punto il salto di qualità:
divento
funzionario nell’azienda della quale sopra spiegavo le avventure fatte di
condotti da pulire, poi un breve periodo da agente di commercio e per
concludere l’approdo nell’azienda da lei citata e della quale mi onoro di far
parte per il grande bagaglio professionale che ha saputo imprimermi.
ESERCIZIO
3
Giustamente
ho dimenticato di dirle che nel frattempo ho sposato una donna in gamba,
paziente e meravigliosa che mi ha sempre sostenuto in ognuno di questi affascinanti
passaggi, che ho frequentato una scuola serale per vedere di raggiungere
l’obbiettivo di una istruzione superiore. Purtroppo (o per fortuna, ammirando
il suo grado di cultura e capacità di analisi forse per fortuna) grazie al più
meraviglioso dono che la vita possa darti, la nascita di una figlia, un essere inarrivabile
del quale ogni giorno vado fiero e per il quale ogni giorno sarei pronto a
morire (lei può provare questa immensa emozione? Sa, non la conosco, non vorrei
sbagliarmi nel valutarla), ho poi dovuto abbandonare il progetto istruttivo; ho
quindi perso il mio secondo maestro di vita che era quel grande uomo di mio
suocero sostituto impareggiabile di mio padre, per quella devastante e
terribile malattia che ti distrugge moralmente, insieme al fisico, ed
economicamente.
Così mi
sono ritrovato con una vecchia madre da aiutare ed una anziana suocera da
aiutare, da amare, da coccolare, da sostenere e sicuramente, ripeto, da
aiutare.
Fatte
queste tre frettolose analisi, che se vorrà personalmente approfondire in
privata sede sarò felice di accontentarla, per non annoiare chi mi sta
leggendo, vorrei concludere questo mio diritto di replica con queste ultime
puntualizzazioni:
1) non
ho SKY
2) in
pizzeria ci andiamo pochissimo in quanto l’attività lavorativa e politica mi
costringono fuori casa così tante ore che spesso quando torno la mia famiglia
ha già cenato e comunque quando ci vado, vado in quella sotto casa perché comoda
e perché il proprietario è un grande amico, un grande uomo che mi fa lo sconto
e… lo scontrino.
3)
alcuni di quei denari che lei ha prontamente messo in vetrina (tra l’altro si è
ricordato di dire che sono lordi e tassati al 47%? Uhm…..mi sa di no - E invece sì, Ndr -) sono
usati per aiutare qualche persona in difficoltà e fare qualche opera di bene -
ma se la fai con il cuore non lo dici, lei invece mi ha costretto e questa è la
prima ed ultima volta che lo faccio (dirlo ovviamente).
4) le
mutande da sempre me le regalano per Natale mia madre e mia suocera ed ho la
prova che le comprano al mercato, comprese 2 paia acquistate il Natale
successivo alla mia elezione ironicamente verdi.
Chiudo
davvero per non annoiarla permettendomi di farle alcune domande:
ma lei
quanto guadagna e quanto ha faticato nella sua vita per arrivare a quel
reddito?
Dato
che è in pensione, perché vista la sua chiara estrazione di sinistra non si
parcheggia in qualche “bueno ritiro” e lascia la possibilità di scrivere a
qualche giovane e fulgida penna proprio per dimostrare che è giusto lasciare
spazio ai giovani?
Perché,
visto che ha intrapreso questa intelligente ed elevata ricerca nelle tasche
delle persone altrui, non prova a frugare nelle tasche di alcuni consiglieri
radical chic, cattocomunisti e comunque paladini dell’onesto ed integerrimo
come lei e che poi dichiarano dai 16000 ai 21000 euro (lordi) l’anno e, a mia
conoscenza, hanno addirittura a disposizione palazzi d’epoca?
Ah!
Già!……..ma sono della sua stessa tribù, quelli non li tocca nessuno, lei primo
tra tutti.
Con
ossequi ed assoluta NON stima
Roberto
Carbonero
p.s. ha
notato che a parte l’intestazione non ho mai citato il suo nome?
E’
chiaramente una questione di stile, lei ce l’ha?
p.p.s.
ma soprattutto, non ho capito, mi scusi, ma l’articolo era a favore del mondo
del teatro/spettacolo?
Perché
sa, o si è perso lei o mi sono perso io.
Ammetto di essermi perso io, in questa straordinaria vicenda dickensiana. Ma di certo la rampogna del consigliere Carbonero mi ha suscitato vari interrogativi. Soprattutto non capisco come mai quelli di destra, quando li critico, mi danno regolarmente del "comunista" o giù di lì, mentre quelli di sinistra, quando li prendo di mira, non mi danno mai del "fascista", e si limitano a definirmi un cialtrone. Non so quale preferisco come insulto: ma quegli altri mi riconoscono almeno una dignità politica... Vabbè, non ci perdo il sonno, ma vorrei capire.
Tornando a noi, ecco la mia succinta risposta alla prima lettere del consigliere Carbonero
Egregio signore
Non capisco che cosa ci sia da rettificare. La sua lettera è
un'autobiografia scritta in uno stile rude e suggestivo, ma non riguarda
argomenti trattati nel mio articolo. L'unica osservazione concreta,
ovvero se io abbia specificato che il suo reddito
(desunto dal sito del Comune, accessibile a tutti) è lordo, è inutile.
Nel mio articolo, se avrà la bontà di leggerlo, lo specifico con
chiarezza. Sorvolo sulle sue grevi considerazioni su ciò che dovrebbe
fare un pensionato, e prendo serenamente atto della
sua disistima.
Cordiali saluti
Gabriele FerrarisChiusa qui? Manco per sogno. A stretto giro di mail, Carbonero, che ormai si è affezionato, mi beneficia di una sua dettagliata replica.
Egregio giornalista Gabriele Ferraris
Leggo la mail che mi ha inviato in cui tenta di spiegarmi come non
vi sia nulla da rettificare rispetto al suo editoriale apparso su
TorinoSette lo scorso venerdì e comprendo come lei non abbia davvero
capito il senso della mia risposta. Ero certo, anche
quando scrivevo ciò che le ho inviato, che mai lei, dall’alto della sua
supponenza, avrebbe acconsentito a dare spazio anche alla mia voce in
risposta alle sue assurde valutazioni che partono da una difesa a spada
tratta dell’operato della Stabile e conseguono
in un attacco all’arma bianca alla mia persona, tutto per il semplice
fatto che mi sono permesso di esternare una valutazione, un dubbio
semplice, chiaro e anche per certi versi opportuno visto il ruolo che
ricopro: se un ente pubblico riesce a creare un prodotto
appetibile e ben fatto, che soddisfa i cittadini, con fondi molto
minori rispetto al passato può venire da chiedersi: “chissà se i fondi
di un tempo erano così necessari?”.
Una mia opinione, dunque, vale il pesante attacco che lei mi ha
riservato nel tentativo, neanche troppo velato, di screditarmi di fronte
ai lettori per il principio di certo parvenu del “ma questo che cosa
vuole? Chi lo ha mai visto tra i nostri salotti,
cosa volete che ci capisca di Stabile e di cultura?”. E quindi lei
riterrà giusto ciò che ha fatto, riterrà opportune le pesanti allusioni e
riterrà corrette le sue farneticanti valutazioni.
Sappia che in un mondo civile la replica/rettifica, dopo che si
decide di massacrare in modo del tutto immotivato una persona, sarebbe
non solo giusta, ma sacrosanta. Ciò sarebbe palese se non ci si
ricordasse che il mondo dei giusti in cui lei vive non
comprende i politici dello schieramento in cui io mi riconosco, verso i
quali è necessario (come si evince dalle sue posizioni) compiere un
atto di sfiducia a prescindere. La verità, in fondo, per chi la pensa
come lei, sta sempre e soltanto da una parte e
il contraddittorio o la possibilità di ascoltare cosa ha da dire anche
l’altro è un fatto superfluo se non fastidioso.
Sa cosa dispiace davvero? Che nell’ingenuità di pensare che si
possa discutere da persone civili ho ritenuto che una replica/rettifica,
rispetto a quanto da lei scritto, realizzata in modo non formale, ma
sincera e schietta, avrebbe potuto avere una possibilità
di trovare uno spazio.
Prendo atto che non è così e che il Vostro concetto di dialogo... è sempre e solo a senso unico: un monologo in cui insultare e
mettere alla pubblica berlina un Consigliere Comunale, perché ha
espresso una sua posizione, è cosa buona è giusta.
Come le ho detto ne prendo atto ma ribadisco, per quella libertà di
espressione che mi onoro (io) di difendere sempre, che non condivido.
Non mi aspettavo nulla di diverso da lei.
Prendo serenamente atto, infine, della Sua incapacità di comprendere come dal dialogo nasca sempre qualcosa di migliore.
Cordiali saluti
Roberto Carbonero
Consigliere comunale di Torino
Presidente della Commissione Controllo di Gestione
Incuriosito da questo singolare amico di penna, sono andato a farmi un giretto sulla sua pagina Facebook, imbattendomi immediatamente in un post che mi suscita qualche interrogativo su ciò che il consigliere Carbonero intenda per "dialogo" e "libertà di espressione" che si onora (lui) di difendere. Ho fotografato il post. E' quello che potete leggere in apertura di questo articolo. Una prosa suggestiva. Magari un filino popolaresca, ma indubbiamente esplicita. Con un'unica riserva. Non so a chi si riferisca il consigliere Carbonero, ma forse (dico forse) l'immagine di un consigliere comunale che, su una pagina di Fb visibile a tutti, se la prende con dei cittadini (e contribuenti) e si balocca immaginando ornitorinchi e "gai" che "si sfilano le mutande", non è troppo confacente alla dignità del ruolo pubblico che il consigliere Carbonero ricopre, tenuto conto che Facebook non è precisamente ciò che si intende per ambito privato e riservato. Ma non sono un esperto in materia di dignità dei pubblici amministratori. E nemmeno in materia di mutande. Forse qualcuno dalle parti di Carbonero ne sa di più. Attendo lumi.
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