Clint, Ugo e Alberto: il famoso triello del Museo del Cinema |
Nespolo: l'ottimismo è d'obbligo
Stamattina sono andato alla Mole Antonelliana per la presentazione della mostra "C'era una volta in Italia", dedicata a Sergio Leone. Mostra bella e importante: magari poi, se ho voglia, vi faccio un post per parlarvene, merita davvero.Alla Mole trovo il direttore Alberto Barbera e il presidente Ugo Nespolo scherzano e sorridono. Io domando a Nespolo che cosa pensi della situazione economica del Museo. Sapete, qualche tempo fa era uscita su un giornale una sua intervista un po' pessimista. Appena un po'. Tant'è che era partita la solita ridda di voci sui festival minori condannati alla chiusura. Ora Nespolo mi risponde con ottimismo filosofico: "Non è una notizia che la cultura sia in difficoltà. Non è una notizia che le istituzioni siano in difficoltà. Non è una notizia che il Paese sia in difficoltà. Però noi reggiamo bene". E lo ribadisce in conferenza stampa: "Questa mostra - dice - conferma la salute fisica e mentale del Museo del Conema. Se poi ci sarà la salute economica, potremo fare di più".
Barbera anti-panico
Più o meno le cose che mi aveva detto Barbera in privato ai tempi della famosa intervista di Nespolo. Barbera mi era sembrato infastidito per l'allarme che ne era nato: non avevo capito bene se infastidito con i giornalisti che ricamano su ogni mezza parola, o con il suo presidente che abbocca a qualsiasi esca. "E' chiaro che sono tempi difficili - mi diceva Alberto - ma non è che il Museo del Cinema stia peggio di qualsiasi altra realtà culturale. Facciamo fronte agli impegni, e non ha senso suscitare preoccupazioni in chi lavora qui o organizza questo o quel festival". All'epoca Barbera mi aveva esplicitamente confermato che nessun festival è a rischio. Non allo stato dei fatti.Oggi Nespolo in pratica ha confermato lo stesso concetto. Non c'è motivo per avere paura. Il Museo è vivo e onora i suoi impegni. E Barbera, al suo fianco, ha aggiunto che la mostra di Sergio Leone, che al Museo costa 180 mila euro (la cifra media per le mostre alla Mole) offre buone possibilità di circuitazione anche all'estero. Insomma, contano di venderla in giro per il mondo, magari guadagnandoci qualcosa.
Un'animata conversazione
Dopo la conferenza stampa, comunque, ho visto Barbera discutere animatamente con Angela Larotella. Alla conferenza stampa c'era solo lei, non ho avvistato assessori. Larotella è presidente della Fondazione per la cultura. Quella che, tra i compiti, ha quello di trovare sponsorizzazioni per le varie attività gestite direttamente dal Comune, o anche da realtà autonome come il Museo. Barbera mi è sembrato piuttosto accalorato. Penso che parlassero di soldi. Di quelli che ci sono, di quelli che mancano, e dei danni indotti dagli allarmismi. Questo penso io perché dopo tanti anni ai tuoi polli impari a leggergli in faccia. Però non ho sentito nulla della conversazione. Non sono il tipo di ragazzo che origlia.Quando i due conversanti si sono separati, li ho abbordati separatamente. Barbera, alla mia richiesta di lumi. ha risposto con il suo noto sorriso charmant da Sean Connery de noantri. "Eeeeh, la vita è difficile", mi ha detto. Ed è andato a pranzo all'Eataly della Mole (tra parentesi: non l'avevo ancora visto, l'Eataly della Mole. Carino. Molto carino).
Il Neorealismo cerca sponsor
Larotella, invece, mi ha spiegato che parlavano per l'appunto di sponsorizzazioni. La Fondazione per la cultura sta cercando sponsor nazionali per un importante progetto del Museo del Cinema, una grande mostra sul Neorealismo. Almeno: credo si tratti del Neorealismo, anche se Larotella mi ha sempre detto Realismo; al Museo del Cinema il neo- mi pare più congruente. Escluderei a priori il New Realism di mio fratello: è un po' presto per una mostra retrospettiva... E pure quello americano mi sembra un po' di nicchia. Insomma, vada per il Neorealismo.Il problema, mi ha spiegato Larotella, è che la mostra sul (Neo?)realismo è prevista per il 2015, e l'anno prossimo gran parte delle risorse che le grandi aziende destinano alla promozione e alle sponsorizzazioni sono già assorbite dall'Expo. Comunque, mi ha assicurato Larotella, la caccia allo sponsor continua.
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