Nella foto: il Chiampa commenta le politiche culturali del Comune di Torino |
Quando Sergio Ricciardone, davanti alla Commissione cultura del Comune, ha rivelato che pensano di chiudere con Club to Club, da cronista diligente ho subito fatto un primo "lancio" sul blog. Poche righe con l'iPhone, per dare la notizia. Nella fretta, ho scritto una frase troppo generica, stigmatizzando la "quasi indifferenza delle istituzioni pubbliche". Ero in Comune, e al Comune pensavo. Ma dopo pochi minuti mi arriva un sms dell'assessore regionale Antonella Parigi, giustamente seccata: "Non è vero che non finanziamo Club to Club, gli abbiamo assicurato grande sostegno".
Sacrosanto. A Club to Club il Comune dà 20 mila euro, mentre la Regione (benché il festival si tenga soltanto a Torino) stanzia tra i 40 e i 60 mila euro a edizione. Ho subito corretto il post (quel che è giusto è giusto) scrivendo "nella quasi indifferenza del Comune (la Regione si impegna di più)".
E subito ho pensato a un'altra eccellenza mondiale, View, che - anch'essa basata a Torino - riceve dalla Regione un sostegno assai più generoso che dal Comune (l'anno scorso circa 35 mila euro, contro i seimila mollati di malavoglia da Fassino).
Due politiche opposte
E non sono eccezioni. La regola, da un bel po', è questa: il Comune si inventa nuove e più strampalate iniziative, mentre la Regione considera prioritario mettere in sicurezza (traduzione: tenere in piedi con finanziamenti se possibile adeguati) l'esistente, ovvero le istituzioni strategiche e le grandi manifestazioni consolidate, quelle che hanno un reale appeal anche per i turisti.In sostanza, pensa la Parigi (in linea con i dati sull'incremento delle presenze emersi dall'ultimo Barometro della performance alberghiera diffuso dalla Camera di Commercio), i visitatori scelgono Torino e il Piemonte attratti dal valore dell'offerta artistica e museale, dal Cinema all'Egizio, dalle Residenze reali alle grandi mostre, ma anche da eventi di alta visibilità, compresi alcuni festival. Non tutti, però. Quelli seri, credibili, e con un pubblico non solo locale.
Il nocciolo della questione sta proprio lì.
Parigi paga, Chiampa s'incazza
Ho l'impressione (mia, s'intende!) che l'assessore Parigi sia stufa marcia di spendere quasi il 70 per cento del budget regionale della Cultura per sostenere - in supplenza del Comune - le istituzioni soltanto torinesi (seppur di rilevanza nazionale, e dunque anche regionale). Istituzioni torinesi alle quali invece il Comune di Torino lesina le risorse per finanziarsi nuove e vieppiù stravaganti iniziative - dal Festival Jazz al Classical Music Festival (entrambi dotati di sponsor "fassinodiretti" che, ovviamente, se sponsorizzano queste manifestazioni riducono l'impegno su iniziative meno care a Fassino), dal Children's World (addossato alla Fondazione Teatro Ragazzi) al TOdays Festival (pagato sfilando 200 mila euro dal budget di MiTo).Insomma: Fassino & Braccialarghe si inventano a raffica manifestazioni che - pensano - gli daranno lustro e visibilità perché c'è sopra la loro firma; questo a discapito delle realtà preesistenti, che hanno il grave difetto di essere state create da altri sindaci e altri assessori.
La Parigi, dal canto suo, interviene per tenere in piedi le cenerentole trascurate dal Comune; ma così facendo fa ricadere sulla Regione l'accusa di essere "torinocentrica". Chiamparino s'incazza, perché la sua sfida elettorale più difficile non è a Torino, bensì nel resto del Piemonte; mentre la Parigi - che non ha intenzione di candidarsi alle prossime elezioni - non ne cava nessun beneficio politico; e intanto continuano a decurtarle i fondi.
Comune dixit: quelli che devono arrangiarsi
La sbarazzina politica del Comune è certificata dalla delirante delibera del 5 maggio scorso. Lì potete trovare scritto, nero su bianco, che per finanziarsi TOdays e altri nuovi giocattoli (che "trovano – al momento - copertura nel previsto contenimento della spesa, pari al 70% delle spese assunte nel corso dell’anno finanziario 2014"), il Comune si riserva la facoltà di colpire con tagli a muzzo praticamente tutto e tutti: "dal T.P.E. a Tangram Teatro, dall’Associazione Il Mutamento Zona Castalia al Festival Internazionale del Teatro di Strada, per concludere con Lingue in Scena" in ambito teatrale; in ambito musicale la stessa delibera fa riferimento "a titolo esemplificativo ma non esaustivo, a Lingotto Musica, all’Unione Musicale, all’Orchestra Filarmonica, all’Associazione Sistema Musica, ma anche ad altre forme musicali quali la musica elettronica rappresentata dall’Associazione Xplosiva che organizza da anni Club to Club e all’Associazione Suoni e Colori per il Festival Movement"; e andiamo avanti. Nel sistema cinema, dichiara la delirante delibera, si può ipotizzare "un evidente contenimento nel sostegno alle attività dell’Associazione Aiace e del Filmfestival Sottodiciotto, all’Istituto Luce e alle associazioni View Conference e The Sharing, così come nel Sistema Musei potrebbero risentire quelle partecipazioni non vincolate da quote predeterminate in sede di partecipazione, come A come Ambiente, il P.A.V, il Museo del Risorgimento Italiano, il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi".Non ci sono solo cattive notizie, però. La delirante delibera precisa che "è infine evidente come, nell’eventuale ristrettezza delle risorse disponibili, così come prospettato, potrebbero non trovare compiuta attuazione attività direttamente organizzate dalla Città come Un Natale coi fiocchi e il concerto di Capodanno". E meno male, un paio di puttanate ce le risparmiamo.
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