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LA PROTERVIA DEGLI INSIPIENTI: L'HANNO FATTO DI NUOVO (RELOADED)

Svariati milioni di dollari salgono le scale che portano al ristorante
Ieri ho cenato con Glenn Entis e Steve Emerson. Glenn è sulla sessantina ben portata, fa il consulente e si gode la pensione nella solatìa California dopo aver raggranellato qualche milioncino di dollari (beh, anche più di "qualche") in virtù di azzeccate scelte di vita, tipo aver fondato PDI (il più antico e celebre studio di computer animation), aver diretto la divisione videogiochi di Dreamworks, e aver guidato EA alla conquista del mercato globale dei giochi da console. Insomma, uno che qualcosa ha combinato. E quando ti parla del suo amico "Steven", si riferisce a Spielberg.
Steve (senza la enne) Emerson è invece un  giovanotto con una camicia a scacchi da boscaiolo, che è andato a vivere su al Nord, nell'Oregon, per crescere i suoi tre figli in un ambiente più "naturale". Lavora per Laika, uno studio di animazione che ha già prodotto tre film nominati agli Oscar. 
Steve Emerson ha lavorato a "Coraline"
Dato che lui fa il modesto, Glenn salta su e mi assicura che è un genio, e che il suo "Coraline" è meraviglioso, prende il cuore, e lui (Glenn) anziché "Shrek" avrebbe preferito fare un film come "Coraline". Io penso che mi accontenterei anche di "Shrek", ma non dico nulla per non sembrare avido.
Intanto Glenn, forse per solleticare il mio nazionalismo, parte con un elogio dell'animazione italiana: dice che "Allegro non troppo" di Bruno Bozzetto è un capolavoro. Io rispondo che da quel dì qualcos'altro si è fatto, e suggerisco di cercarsi in rete "La freccia azzurra" e "La gabbianella e il gatto". Naturalmente loro non ne sanno nulla, ma Steve, che è un ragazzo diligente, prende nota. 
Il Velociraptor (o quel che è) disegnato da Glen McIntosh
Anche Glenn prende nota. 
Glenn Entis non va confuso con Glen McIntosh, il supervisore dell'animazione di "Star Wars", "Tranformers" e "Jurassic World": quel Glen lì è seduto a un altro tavolo, intento a disegnare Velociraptor sui tovaglioli.

Una "conference" unica al mondo

A questo punto devo deludervi: ieri sera non ho cenato a Hollywood. Ero al ristorante della Piazza dei Mestieri, dove la direttrice Maria Helena Gutierrez aveva invitato per la cena finale di View Conference tutti i califfoni della computer grafica mondiale ospiti della manifestazione: tizi che hanno riempito di sogni i nostri occhi, di Oscar le loro bacheche e di dollari le casse degli studios.
I califfoni si sono trasferiti in massa a Torino per quella che il mio nuovo amico Glenn definisce "una conference unica al mondo, la più bella di tutte". E aggiunge che lui ci viene da sette anni, e ogni volta è una festa, e se non lo invitassero più si sentirebbe molto triste. Io penso che con i suoi milioni faticherei a sentirmi molto triste. O anche soltanto un po' triste. Ma non dico nulla per non ri-sembrare avido. Per Steve invece è la prima volta, e già si prenota per l'anno prossimo.

Come ti vendo la Sacra di San Michele

Assessori? Dove siete? Kim e Jason della Pixar vi aspettavano...
Loro, mi spiegano, vengono a tenere i loro "speech" a View, e si trovano immersi in un ambiente "exciting", condividono esperienze e progetti con un pubblico appassionato oltre che con colleghi che rappresentano il gotha del cinema d'animazione mondiale; e tutto questo in una città affascinante. Steve è particolarmente incuriosito dalla storia del Sacro Graal nascosto sotto la chiesa della Gran Madre; ed è andato a visitare la Sacra di San Michele che ha trovato "molto medievale". Gli suggerisco che potrebbe uscirne un film. Ma ho l'impressione che ci abbia già pensato. Per fare la figura dell'informato, butto lì che, se la memoria non mi inganna, in "Cars 2" si vede la facciata di una chiesa in puro Barocco piemontese. Steve e  Glenn non sono sicuri, "chiediamo a quelli della Pixar2, dicono. Così andiamo al tavolo della Pixar (giuro, c'è un'intera tavolata di tizi della Pixar!) e troviamo Kim White, direttrice della fotografia alla Pixar, e suo marito Jason Bickerstaff che si occupa dell'ambiente computer (qualsiasi cosa significhi). Kim e Jason sono amichevoli e cortesi e confermano che sì, quella chiesa l'hanno messa nel film perché l'hanno vista qui, un'altra volta che erano venuti a Torino per View Conference.

Qui ci vorrebbe un assessore...

Standing ovation: il gotha del cinema d'animazione applaude la Gutierrez
A questo punto, se io fossi l'assessore al Turismo di questa città, o di questa regione, penso che avrei molte cose da dire a Kim White, a suo marito, a Steve e a Glenn e all'altro Glen con una sola enne e a quelli della Pixar e a tutti i mammasantissima. E soprattutto alla direttrice di View Maria Helena Gutierrez. Almeno la ringrazierei per quello che fa per Torino e per il Piemonte, mi scuserei per averla offesa con un'elemosina di seimila euro di contributo (dal Comune. La Regione dovrebbe metterne 35 mila), prometterei che d'ora in poi mi comporterò da persona civile e intelligente e finanzierò le attività davvero produttive e non le puttanate. E per piacere, non ascolti i milanesi che le chiedono di trasferirsi da loro, con il suo View, e smetta di pensare che andarsene sia l'unica chance per sopravvivere. Questo direi a Maria Helena Gutierrez, se io fossi un assessore al Turismo.
Ma per mia fortuna io non sono un assessore al Turismo, e quindi a Maria Helena Gutierrez dico che se va a Milano fa benissimo perché 'sta città non merita un cazzo.

...Ma quando te ne serve uno non c'è mai

A questo punto dovrebbe intervenire un assessore a salvare l'onore e l'interesse del territorio. Ma in sala non ce ne sono, di assessori. Gli assessori alla Cultura e Turismo del Comune di Torino e della Regione Piemonte sono stati, come sempre, regolarmente invitati alla cena di View. E come sempre, regolarmente, non si sono presentati.
Posso dire? Un comportamento stupido. Molto stupido.
Ma senza offesa, neh: è soltanto una valutazione tecnica.

Aggiornamento: la risposta della Regione

Con esemplare tempestività il portavoce dell'assessore Parigi mi scrive per ribadire l'attenzione della Regione per View, e comunicarmi che ieri sera l'assessore era "alla cena con i 70 buyer internazionali giunti a Stresa per la Borsa del Turismo Enogastronomico da noi organizzata. Gente che viene qui a comprare il 'prodotto Piemonte' dai nostri operatori".
Ne prendo atto e apprezzo l'impegno. Sono certo che gli assessori hanno il loro bel daffare. Ma santo cielo, gli ho risposto, possibile che fra Comune e Regione non riescano a trovare, un venerdì sera, un consigliere, un presidente di Commissione, un aspirante assessore (pare ce ne siano a iosa), un direttore di dipartimento, un funzionario di buona volontà, uno staffista, un tizio appena appena presentabile che vada dagli americani a dire due parole di circostanza, "eccoci, siamo qua, sappiamo che ci siete e apprezziamo quello che fate". Tanto gli americani che ne sanno se è un sindaco o un portaborse; però gradirebbero il gesto educato. E anche chi organizza si sentirebbe meno solo.

Commenti

  1. Bell'articolo, ma se posso non mi trova molto d'accordo. La Conference è bella, si, ma di quella bellezza un po' rarefatta, che poco porta di buono ad una città. Ci sono gli artisti, e sono dei grandi nomi, ma a questo non si riesce mai ad aggregare qualcosa di nostro. Una startup torinese, un workshop che possano seguire anche gli studenti (perché sinceramente un workshop a 90€ noi studenti non possiamo proprio permettercelo, cara direttrice!). Fino all'anno scorso si vedeva ancora qualche sprazzo di italianità, ora tutto ciò che rimane sono i registoni che arrivano, parlano, fanno la vacanza e se ne vanno. Il Comune dovrebbe forse finanziare cose che portino in qualcosa di buono qui da noi, e non sempre cose belle, belle in modo assurdo ma che, alla fine dei conti, si rivelano fini a sé stesse e non lasciano nulla alla città

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  2. Prendo atto dell'opinione. Però trovo strano che uno studente trovi "costoso" investire 90 euro per un workshop d'altissimo livello, quando non trova costoso investire all'incirca la stessa cifra per un sabato sera a due in pizzeria&discoteca. I workshop - quando sono di qualità - sono per chiunque vi partecipi un'occasione non solo per imparare, ma anche per stabilire legami e opportunità professionali. Funziona così in tutto il mondo: bisogna investire sulla propria carriera, e sbattersi quel che basta. Quanto agli "sprazzi" di italianità, direi che da Carlo Ratti ad Alessandro Carloni anche quest'anno non eravamo messi male. Certo, sono italiani che hanno avuto l'intelligenza di considerare il mondo il loro campo di gioco, anziché restarsene al paesello ad aspettare che qualcuno li "aggregasse". Per quanto riguarda infine ciò che certe presenze e certi contatti potrebbero lasciare alla città, dipende molto dalla capacità delle istituzioni pubbliche di sfruttare l'opportunità: certo che se loro, le istituzioni, manco si fanno vedere, sarà ben difficile che arrivi Spielberg a bussare alla porta di Fassino chiedendogli "Ah Pieri', che te serve?"

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  3. Egregio dottor Ferraris, ho seguito come reporter la View Conference e condivido la sua opinione: perdere questa finestra sulle nuove tecnologie della narrazione per immagini sarebbe un'autentica "figura da cioccolatai" per Torino, alla faccia dei gianduiotti... di recente ho intervistato un'animatrice italiana che vive e lavora da anni a Los Angeles e ha anche lei apprezzato il Suo pezzo sulla "politica dalla corta... view". Se può interessarLa, il link all'intervista è questo: http://www.afnews.info/wordpress/2015/10/31/from-milan-to-mila-the-animated-road-of-cinzia-angelini/ (su afnews avevamo anche ripreso il Suo pezzo:http://www.afnews.info/wordpress/2015/10/28/gabriele-ferraris-e-la-politica-dalla-corta-view/ )
    cordiali saluti, eric rittatore

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