La presidente Milella: da grandi poteri derivano grandi seccature |
Io resto convinto che l'informazione si basa sui fatti, non sulle voci: però Torino è una piccola città, dove le voci spesso sono consequenziali alle cose.
E le cose - non le voci - mi dicono che Milella è in forte difficoltà. Non soltanto per la bufera che squassa il Salone del Libro: e che comunque metterebbe a dura prova caratteri anche piu forti di quello della presidente. Senza contare i rischi legali che comporta la presidenza di una Fondazione che la magistratura sta rivoltando come un calzino.
A questo aggiungete i rapporti con le istituzioni: ufficialmente idilliaci, in realtà contrastati e contrastanti. Il Comune (Fassino e Braccialarghe) per ora sostiene Milella, presumo senza se e senza ma. La Regione è più tiepida. Chiampa del Salone francamente se ne infischia, vorrebbe solo che non fosse una fonte di rogne, almeno per lui; quanto alla Parigi, mi sembra un po' in freddo con la presidente. Forse sbaglio, forse no. Di sicuro la Regione prima di versare al Salone i soldi promessi (300 mila del 2014 e 350 per ripianare il debito) esige - com'è peraltro logico e legale - di vedere il "piano di rientro": piano che il Salone non ha ancora presentato.
Altro fronte tormentato, per Milella, è quello interno. Da via Santa Teresa trapela pochissimo, il personale è muto e rassegnato. I rapporti con la nuova presidente sono formalmente ineccepibili fino all'inestistenza. Ma l'impressione generale è che non sia scoccata fra le parti la scintilla dell'amour fou.
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