Poiché l'avevo seguita, vi segnalo com'è andata a finire la storia di Paolo Verri: alla fine ha deciso di restare a Matera 2019, declinando l'offerta della Regione Puglia. Ha creduto al ravvedimento operoso della proterva nuova amministrazione che lo boicottava. O forse a Matera hanno amministratori protervi, ma non quanto i nostri, e pertanto suscettibili di resipiscenza o quanto meno di attività cerebrali seppur minime. Sia come sia, quella di Verri è stata una scelta molto, ma molto generosa - io me ne sarei ben guardato - dettata chiaramente dal sentimento. Verri è fatto così. Potremmo provarci anche noi, a chiedere scusa e farlo tornare, prima che i genii che ci siamo tenuti stretti sfascino anche l'ultima suppellettile di casa.
William Turner, "Il Naufragio" Cristina Seymandi Tanto tuonò che piovve. Sicché posso abbandonare, almeno per un post, la spiacevole incombenza di monitorare i contraccolpi dell'emergenza virale. La storia è questa. Ieri in Consiglio comunale un'interpellanza generale ( qui il testo ) firmata pure da alcuni esponenti grillini o ex grillini, ha fatto le pulci a Cristina Seymandi, figura emergente del sottogoverno cinquestelle che taluni vedono come ideale continuatrice, a Palazzo Civico, del "potere eccentrico" di Paolo Giordana prima e di Luca Pasquaretta poi . E che, come i predecessori, è riuscita a star sulle palle pure ai suoi, non soltanto a quelli dell'opposizione. L'interpellanza prendeva spunto dell'ultima impresa della Seymandi, la mancata "regata di Carnevale" , ma metteva sotto accusa l'intero rapporto fra costei, Chiarabella e l'assessore Unia, di cui è staffista. Alla fine Chiarabella, nell'angolo, h
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